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Re: Essere uno scarto genetico
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E' come dire a un bambino di 8 anni che fa i capricci e non vuole ubbidire ai genitori di andare a vivere da solo. Se esiste una comfort zone forse perché quella è la nostra area di competenze, sconfinare equivale a trovarsi come pecore in mezzo ai lupi. Certo hai avuto coraggio ma il risultato è che ti hanno sbranato. |
Re: Essere uno scarto genetico
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Siamo adulti capaci di intendere e volere, nessuno di noi risulta interdetto e seguito da un tutore legale. Dopo una certa serve la razionalità. Non si può sempre dire "è colpa della bellezza, della sfortuna, è un mondo difficile".. o meglio si può continuare così ma alla fine tutto resterà uguale. Bisogna anche capire come gestire eventuali rifiuti.. le persone non sono lupi e un "no, non mi interessi" è ben diverso da essere sbranati. La gente può usare toni più o meno gentili, fare tiri mancini e comportarsi male (malissimo) però sono situazioni comuni, fanno parte della vita di tutti. :nonso: Quote:
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Re: Essere uno scarto genetico
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Si parla di aspetto fisico e di una società fissata con la bellezza, giusto? Converrai con me che la vita di tutti i giorni non è fatta solo di Brad Pitt e Charlize Theron. L'estetica può essere di grande aiuto ma le relazioni sociali non sono un'esclusiva dei belli impossibili. I problemi riguardano soprattutto l'ambiente, gli atteggiamenti, l'insicurezza. Non accettiamo noi stessi e spesso non accettiamo gli altri. Così è difficile aprirsi al mondo.. |
Re: Essere uno scarto genetico
Certe cose dovrebbero rimanere nella testa di chi le pensa, perchè dal mio punto di vista sono semplici psicosi, io le ho sempre ritenute tali ogni volta che mi passavano per la mente.
Dare credito a cose tipo: "sono uno scarto genetico", "sono brutto", "faccio schifo", "non sono capace a fare nulla", "nessuno mi vorrà mai" non fa bene a nessuno. Oltretutto non è vero per nessuno. Quindi di che consapevolezza si prende il peso uno, scusatemi? Appoggio pensieri del tipo, "non sono capace a fare nulla... e quindi chiusene mi godo la vita", però qualsiasi altro non mi sembra da assecondare. Cioè a tutti quelli che hanno problemi dello spettro ansioso depressivo vengono pensieri e sensazioni di questo tipo, ma almeno il buon senso di capire che sono irrealtà. Sennò quando si spera di uscirne? |
Re: Essere uno scarto genetico
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Re: Essere uno scarto genetico
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Non siamo le uniche persone sensibili sul pianeta terra, la sensibilità non è esclusiva dei fobici. E sì, fa male. Malissimo. L'esistenza è fatta anche di tante porte in faccia, difficoltà, fatiche. Funziona così, la nostra fragilità è fatta per essere messa alla prova ogni giorno. Ci chiudiamo a riccio per il rifiuto della persona che ci piace? Ok, lo capisco. E cosa faremo quando la vita ci regalerà delle tegole in testa di altre dimensioni? Dei lutti importanti.. Non possiamo pensare di salvarci da tutto.. a volte non basta evitare. :nonso: |
Re: Essere uno scarto genetico
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Re: Essere uno scarto genetico
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Le sfortune sono sfortune e basta, non fortificano. Ti insegnano soltanto che la vita non si ferma, il mondo va avanti indipendentemente dalla nostra sofferenza. E prima o poi tocca andare avanti anche a noi. Si superano i lutti. Si superano i rifiuti. Poi per carità, ognuno può fare come meglio crede. Però restare fermi e non provare è il modo migliore per non ottenere nulla. E' difficile ma non vedo alternative.. |
Re: Essere uno scarto genetico
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Re: Essere uno scarto genetico
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Le persone che vivono in modo gioioso la vita non sono ingenue o stupide, semplicemente vedono qualcosa che tu non vedi per ora. Ti auguro con tutto il cuore un giorno di riuscire a vederlo anche tu. |
Re: Essere uno scarto genetico
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Porta pazienza, mi è passato per la testa questo film :D |
Re: Essere uno scarto genetico
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Re: Essere uno scarto genetico
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L'idea che mi sono fatto sull'argomento, deriva dall'esperienza oserei dire illuminante delle scomparsa dei miei nonni, persone con cui ho avuto i legami più forti, persino rispetto ai miei genitori. Potrà sembrarti strano, eppure il dolore che ho provato alla loro morte, non è stato così forte e destabilizzante rispetto all'ultimo rifiuto che ho preso, ormai quasi 2 anni fa, da parte di una ragazza universitaria per cui provavo un sincero sentimento di affetto, vicinanza, comprensione, amore, desiderio. Sulla cosa, ho una mia teoria personale : ciò che fa davvero soffrire le persone non è tanto dovuto al contesto in cui la gente si percepisce sconfitta ed in difetto rispetto agli altri, ma alla consapevolezza del rifiuto visto come una mancata opportunità di crescita personale e formativa, che in caso di successo avrebbe potuto portare l'individuo ad aprirsi alla vita, a sviluppare le abilità sociali adeguate per interpretare segnali comunicativi da parte di eventuali partner o conoscenti vari. In sostanza: nonostante il dolore ai funerali dei nonni, ho percepito in me un forte senso di pace, una serenità pacata e composta per averli vissuti ed avuti accanto per molti anni. Nel rifiuto della ragazza ho provato una sensazione di malessere, profondamente opposta, dove ho vissuto l'insuccesso come un impossibilità di aprirmi nuove frontiere e poter crescere come individuo. Ho come l'impressione che a volte la Vita sia suddivisa in tasselli, troppo rigorosi forse, ma rimango convinto che al di là delle tegole intrinseche dell'esistenza, come la perdita dei famigliari, la vera differenza è data dalle esperienze, dall'ambiente, e soprattutto dal modo in cui reagiamo al vissuto. |
Re: Essere uno scarto genetico
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Re: Essere uno scarto genetico
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Perché nel caso della pasta non ci sono avversari o altri concorrenti e non si pensa a limiti di tempo ma nelle relazioni umane sí. Se ci metti troppo tempo ad apprendere qualcosa vieni fatto fuori da altri concorrenti piú abili. Se in un ambiente le risorse sono limitate non può essere vero che tutti possono avere lo stesso provando e riprovando. Se provano e riprovano tutti poi le risorse (le medaglie che si possono vincere) si moltiplicano per magia? :nonso: |
Re: Essere uno scarto genetico
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Re: Essere uno scarto genetico
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Le relazioni umane (amore, amicizie, ecc) non sono una guerra, una battaglia, una gara a chi arriva primo. |
Re: Essere uno scarto genetico
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Ma anche se non si arriva alla violenza esplicita (e molto spesso si arriva a questo casomai altre forme di mediazione e competizione falliscono) a me pare abbastanza evidente che ci sia una competizione. Mettersi in gioco significa giocare ma non siamo di certo gli unici concorrenti di questo gioco. Se corteggiamo una donna che ci attrae, ad esempio, non è mica detto che siamo i soli a farlo. |
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