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Originariamente inviata da enemyofthesun
Sei vicino ai 40, ho letto. Se non hai imparato a saperci fare colle donne finora, dubito che tu possa fare significativi passi avanti da adesso in poi. Perdona il mio pessimismo.
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Io non la penso così. Saperci fare con le donne non è poi così difficile, è alla portata di qualunque individuo, basta guardarsi attorno.
Dopotutto, non si richiede chissà cosa...
Anche io ho la stessa fissazione di Oblomov, quale maschio non ce l'ha? Inoltre Oblomov mi sembra un tipo sveglio, da come scrive. Probabilmente anche lui, come me, semplicemente non riesce a trovare quel pulsante da premere, per far scattare il famoso "click" di cui parlava Clark giorni fa.
Ho detto fin da subito di non ritenermi fobico, ma solo molto timido; mi pare che Oblomov sia sulla mia stessa lunghezza d'onda. Non solo per motivi di età (ho solo 3 anni meno di lui) ma anche perchè entrambi, da quanto ho capito, abbiamo problemi a proporci ma, di fronte ad una iniziativa che provenga dall'altra parte, non ci tiriamo indietro. Un fobico, credo, si troverebbe a disagio anche nel caso in cui fosse la donna a proporsi.
Non dico che la cosa non generi un certo grado di ansia, ma questo è normale. Di fronte ad un invito esplicito, però, ogni problema viene messo da parte.
La difficoltà che io avverto maggiormente, infatti, è quella relativa all'interpretazione dei segnali, degli atteggiamenti altrui. C'è sempre un margine di dubbio, di equivocità nel possibile significato da attribuire al comportamento delle persone... non si può mai essere certi al 100% di ciò che vogliono effettivamente comunicarci. Il timore del fraintendimento, personalmente, è uno dei principali motivi per cui mi sento frenato, intimorito.
Tuttavia, per quanto ho sopra detto, io ho ancora speranza e ritengo allo stesso modo che Oblomov non sia un caso disperato. Il "saperci fare" con le donne (alla fine si parla sempre di questo...) non è difficile, quando ci si sente a proprio agio con se stessi.
E' quel pulsante che dobbiamo cercare, Oblomov; una volta scattato quel "click", ci sorprenderemo di come fosse davvero breve il divario fra noi e la normalità.