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Originariamente inviata da Hazel Grace
(Messaggio 1964916)
dobbiamo anche noi stemperare certi tipi di carattere, arrivare a un compromesso anche noi.
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Come dicevo: così come siamo non andiamo bene a (quasi) nessuno, a differenza di altre persone.
Quanto al compromesso, mi sembra che per lo più sia richiesto al timido/fobico di adattarsi a regole sociali instaurate senza il suo consenso, e che salvo fortunate eccezioni dall'altra parte ci sia zero voglia di venire incontro. Questo poiché secondo vulgata il fobico è "difettato" in quanto tale, il non fobico invece non si porta appresso questo fardello, è libero dal peccato originale e può rivendicare la libertà di non doversi necessariamente adattare ai gusti degli altri. Che poi il singolo fobico possa avere dei lati del carattere o dei disturbi che rendono difficile la socializzazione è altro discorso, discorso che può valere anche per alcuni non fobici. Non è insomma che uno,
solo in quanto timido o fobico, debba per forza non andare bene a (quasi) nessuno: potrebbe essere vero per alcuni, ma non credo per tutti. Se ciò si verifica è IMO anche perché le dinamiche sociali imperanti sono a misura di non timido e perché la timidezza in quanto tale è considerata un disvalore. E non ho parlato delle solite convenzioni di genere per cui, pur in presenza dello stesso grado di timidezza, il giudizio sociale in determinati ambiti cambia a seconda del sesso: questo fa capire ancora di più come abbia il suo peso l'opinione corrente nella definizione di ciò che è "sano" e di ciò che è "malato". Personalmente non posso che ritenere, con papà George, che la sanità non sia statistica (cfr. mia firma).
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Originariamente inviata da Hazel Grace
(Messaggio 1964916)
Certo la timidezza e l'introversione son sempre apprezzate secondo me, rispetto a un carattere espansivo esagerato
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Non direi proprio: gli estremi tendenzialmente sono entrambi poco apprezzati, ma dovendo sbilanciarsi un po' di più da una parte o dall'altra, l'estroversione garantisce MOLTE ma MOLTE più possibilità di trovare persone compatibili (ancora di più se l'altro estremo è la timidezza/fobia e non l'introversione semplice).
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Originariamente inviata da Dedalus
(Messaggio 1964951)
Dovunque non ci sia un timido che si vergogna di essere timido.
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Che è un po' come dire che un gay trova persone
gay-friendly dovunque, purché non si vergogni di essere gay. Il che con ogni evidenza non è vero, perché gli omofobi esistono e non sono un'allucinazione dei gay, così come le persone che schivano o ignorano i timidi/paurosi/insicuri (che tra l'altro sono in grande maggioranza).
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Originariamente inviata da Svers0
(Messaggio 1964962)
Vabbè se non fobic friendly comunque asocial friendly o introvert friendly.
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O shy-friendly.
C'è comunque da dire che l'uso del termine in analogia con gay-friendly potrebbe far pensare a una sfumatura negativa per chi non rientra in quella definizione. Tipo, se non gay-friendly = omofobo, allora non phobic/shy-friendly = persona che pensa il peggio possibile dei fobici/timidi. Da qui forse certi tentativi di scaricare l'onere/"colpa" di non essere
friendly alternativamente tra i non fobici e i fobici stessi. Per quanto mi riguarda non vedo il semplice essere poco portati a interagire con successo con fobici/timidi come una colpa o un attacco ai fobici, così come non lo vedo a parti invertite.