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Re: Diventare amici:il grande enigma
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Re: Diventare amici:il grande enigma
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Re: Diventare amici:il grande enigma
CVD, proprio in linea con ciò che ho detto poco fa... Non si può scherzare su tutto, esiste anche una cosa chiamata buon gusto.
Ma per qualcuno è un optional. :? |
mi ci ritrovo abbastanza...direi che sono stato talmente lontano e così a lungo dai rapporti umani che ora non so più quali sono le "tappe della socializzazione".....cosa devo dire e/o fare...
tutto dovrebbe venire spontaneo... ed io cosa faccio? faccio la tua stessa cosa...attendo...mi sono accorto che io attendo sempre che accada qualcosa...che spontaneamente ci si avvicini, si senta il bisogno o si inizi ad interagire inconsciamente partendo dal nulla... così facendo....beh aspetto aspetto e resto sempre in silenzio, autoisolato, emarginato... le poche volte in cui prendo coraggio e mi butto con un paio di battute mi accorgo che c'è un botta e risposta attivo..ma...è più forte di me...ormai sono stato talmente tanto lontano dalla vita sociale che lo sento una forzatura....soprattutto cose da dire interessanti x me stesso innanzitutto non mi vengono in mente... |
Io penso che deve essere una cosa naturale; se sei te stesso e sei convinto di fare le cose giuste fare amicizia diventa una cosa spontanea.
Forse sarà anche una questione di autostima, non so non ci ho mai pensato.... |
Re: Diventare amici:il grande enigma
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argghghhh.....non so....in teoria dovrei fare la cosa più spontanea di sto mondo...eppure...nun ce so' abituato...nei rapporti ho mantenuto negli ultimi annetti quello status passivo...perdendo tutta la mia attività...e dunque ora essere attivi mi sembra quasi contro la mia natura...c'è da lavorare...
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Re: Diventare amici:il grande enigma
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esattamente come prima di imparare ad andare in bici è probabile che prima ti tengano passo x passo i tuoi genitori (mentre magari il tuo cuore batte all'impazzata), poi magari cadi 1,2,5 volte....e poi inizieri a sbarcollare a sinistra e a destra, ma fare 20-30 metri...poi finalmente riesci ad andare dritto e fare un bel tragitto...e poi pian piano impari ad andare senza una mano...e....con il tempo provi ad alzarti sui pedali e ad andare senza mani. Però...devi combattere la tua stessa paura e sforzarti di salire su quella bici...e provare e riprovare...io ci sto provando... |
Re: Diventare amici:il grande enigma
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In quel momento apparve la volpe. "Buon giorno", disse la volpe. "Buon giorno", rispose gentilmente il piccolo principe, voltandosi: ma non vide nessuno. "Sono qui", disse la voce, "sotto al melo…." "Chi sei?" domandò il piccolo principe, " sei molto carino…" "Sono la volpe", disse la volpe. " Vieni a giocare con me", disse la volpe, "non sono addomesticata". "Ah! scusa ", fece il piccolo principe. Ma dopo un momento di riflessione soggiunse: " Che cosa vuol dire addomesticare?" " Non sei di queste parti, tu", disse la volpe" che cosa cerchi?" " Cerco gli uomini", disse il piccolo principe. " Che cosa vuol dire addomesticare?" " Gli uomini" disse la volpe" hanno dei fucili e cacciano. E' molto noioso! Allevano anche delle galline. E' il loro solo interesse. Tu cerchi le galline?" "No", disse il piccolo principe. " Cerco degli amici. Che cosa vuol dire addomesticare?" " E' una cosa da molto dimenticata. Vuol dire creare dei legami…" " Creare dei legami?" " Certo", disse la volpe. " Tu, fino ad ora per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma.se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo." " Comincio a capire", disse il piccolo principe. " C'è un fiore…. Credo che mi abbia addomesticato…" "E' possibile", disse la volpe "capita di tutto sulla terra…" "Oh! Non è sulla terra", disse il piccolo principe. La volpe sembrò perplessa: " Su un altro pianeta?" " Sì" " Ci sono dei cacciatori su questo pianeta?" " No" " Questo mi interessa! E delle galline?" " No" " Non c'è niente di perfetto", sospirò la volpe. Ma la volpe ritornò alla sua idea: " La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me .Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio per ciò. Ma se tu mi addomestichi la mia vita, sarà come illuminata. Conoscerò il rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi faranno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color d'oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano…" La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe: " Per favore …..addomesticami", disse. " Volentieri", rispose il piccolo principe, " ma non ho molto tempo, però. Ho da scoprire degli amici e da conoscere molte cose". " Non si conoscono che le cose che si addomesticano", disse la volpe." gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!" " Che bisogna fare?" domandò il piccolo principe. " Bisogna essere molto pazienti", rispose la volpe. " In principio tu ti sederai un po' lontano da me, così, nell'erba. Io ti guarderò con la coda dell'occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po' più vicino…." Il piccolo principe ritornò l'indomani. " Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora", disse la volpe. " Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi, alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell'ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore… Ci vogliono i riti". " Che cos'è un rito?" disse il piccolo principe. " Anche questa è una cosa da tempo dimenticata", disse la volpe. " E' quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un'ora dalle altre ore. C'è un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedì ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedì è un giorno meraviglioso! Io mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza". Così il piccolo principe addomesticò la volpe. E quando l'ora della partenza fu vicina: "Ah!" disse la volpe, "…Piangerò". " La colpa è tua", disse il piccolo principe, "Io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi…" " E' vero", disse la volpe. " Ma piangerai!" disse il piccolo principe. " E' certo", disse la volpe. " Ma allora che ci guadagni?" " Ci guadagno", disse la volpe, " il colore del grano". soggiunse: " Va a rivedere le rose. Capirai che la tua è unica al mondo". "Quando ritornerai a dirmi addio ti regalerò un segreto". Il piccolo principe se ne andò a rivedere le rose. "Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente" , disse. " Nessuno vi ha addomesticato e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre. Ma ne ho fatto il mio amico e ne ho fatto per me unica al mondo". E le rose erano a disagio. " Voi siete belle, ma siete vuote", disse ancora. " Non si può morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perché è lei che ho innaffiata. Perché è lei che ho messa sotto la campana di vetro, Perché è lei che ho riparato col paravento. Perché su di lei ho ucciso i bruchi (salvo due o tre per le farfalle). Perché è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perché è la mia rosa" E ritornò dalla volpe. " Addio", disse. "Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi". " L'essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe, per ricordarselo. " E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante". "E' il tempo che ho perduto per la mia rosa…" sussurrò il piccolo principe per ricordarselo. " Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…" " Io sono responsabile della mia rosa…." Ripetè il piccolo principe per ricordarselo. |
Adoro questo passaggio del piccolo principe! ogni volta che lo rileggo..ho i brividi.....grazie x averlo riportato! :wink:
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L'Essenziale è Invisibile,agli Occhi :!:
Basterebbe ricordarsi questa frase,per chiudere un altro Topic qua dentro di discussione :roll: |
Impressionanti le analogie con Chioccia e Fuxia.
Il mio problema è che dalle amicizie pretendo più di quello che le persone mi possono dare. Diversamente da diversi di voi non ho particolari problemi nello stare in compagnia di altre persone, ma tendo anche ad essere paraddosalmente più rilassato e in vena di confidenze con persone che conosco da poco, piuttosto che con amicizie decennali. Forse perchè le mie amicizie storiche non mi hanno mai davvero interessato, nè compreso molto su di me. La mia amicizia ideale è fatta di piccoli gesti che vengono spontanei, e di aiuti insperati dati in momenti di difficoltà. dagli amici tradizionali non ho mai ricevuto questo, solo alcuni momenti belli passati insieme e alcuni tradimenti che mi hanno forse, più di tutto il resto, portato in questa situazione (anche se lo so, allla fine è colpa mia se mi sono fatto travolgere da questi eventi..Il fatto che non riesco ad uscirne è un altro discorso..) Anch'io forse, come fuxia, mi ero creato una sorta di club privato dove sfogarmi e dove dimenticare parzialmente i miei problemi, l'ansia che mi attanaglia, la cronica mancanza di affetto femminile, ecc.. E tutto ciò a scapito di altre conoscenze, magari più interessanti.. Il venire meno di tutto ciò mi ha fatto star male, e mi ha messo di fronte alle mie paure che pensavo di aver superato e che non invece non avevo mai saputo gestire abbastanza Ricominciare da zero, non è per nulla facile, una volta terminata l'università ed entrato in un mondo competitivo e squallido come quello del lavoro, e sto capendo purtroppo che conoscere nuove persone, non solo come contatti di chat, ma amicizie nel mio paesello, richiederà molto tempo.. |
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E' molto interessante questa discussione, credo che il principio di tutto sia la condivisione di una passione, un evento, un periodo assieme, per qualsiasi motivo, come ad esempio quelli che trovano buoni amici facendo sport o andando a scuola... frequentare persone per un periodo prolingato e costantemente, porta all'amicizia le persone piu' affini.
Credo percio' che se uno vuole amici deve condividere per qualche motivo il proprio tempo con altre persone individuando quelle con cui si sta meglio. Questo puo' succedere anche sul lavoro anche se mi sembra difficile trovare buoni amici sul lavoro... |
:idea:
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Perchè sono cosi' lento a farmi amici, buoni amici, perchè ? :roll:
perchè devo essere sempre cosi' chiuso e diffidente del prossimo :roll: |
ma se uno vuoli farli nuovi di zecca, perchè siamo cosi lenti...
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