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Re: Psichiatra: la vostra esperienza
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Quanto a me, senza i farmaci sarei morto da molti anni, non prima di aver combinato grossi casini a più persone, per primi i familiari. Oggi qualcuno si complimenta con me per la mia calma, cosa che detta a un bipolare, è un grosso complimento! Come faccio a spiegarti come sto e tu come fai a capire? Prova a leggere 7-8 miei interventi presi a caso in diversi topic e vedi se ti sembra che possano essere stati scritti da uno che vive male |
Re: Psichiatra: la vostra esperienza
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Re: Psichiatra: la vostra esperienza
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Tutti gli psichiatri da cui sono stata, alla prima visita mi avevano già prescritto un farmaco e fatto le loro - seppur frettolose - valutazioni, chi più chi meno. Certo, c'è stato chi ha ascoltato per molto la mia storia e si è appuntato tutto, ma il farmaco dopo quell'ora era comunque "pronto". Quasi nessuno mi ha fatto una diagnosi certa però, a parte al CSM. Comunque, penso che questa mia esperienza sia comune a molti qui, è prassi di quasi tutti gli psichiatri prescriverti un farmaco alla prima visita, dove si trova una psichiatra come la tua? Boh... Gli unici test che ho fatto mi furono somministrati dalla mia psicoterapeuta. |
Re: Psichiatra: la vostra esperienza
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Re: Psichiatra: la vostra esperienza
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Ma ho imparato a conoscermi: so che non li posso evitare del tutto. Ma so che sono transitori ed è già tanto! Poi, quando il malessere proprio arriva, non lo affronto (battaglia persa), ma scelgo le azioni che possono aumentare il benessere e il riposo. La stanchezza non è una malattia, ma ricade pesantemente su ansia, depressioni, ecc. |
Re: Psichiatra: la vostra esperienza
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Re: Psichiatra: la vostra esperienza
A me i farmaci hanno rovinato la vita.
In 10 anni non solo sono andato dai più famosi "luminari" d'Italia e non hanno risolto niente, ma anzi i miei problemi si sono cronicizzati e solo ora a fatica ne sto uscendo. |
Re: Psichiatra: la vostra esperienza
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Tuttavia per quanto mi riguarda li ho provati tutti i farmaci e nei più svariati cocktail, per capire ala fine che non solo non ne avevo bisogno, ma hanno cronicizzato alcuni problemi e mascherato altri. Resto della mia idea che solo una piccolissima % di persone che prendo PF in realtà ne ha bisogno, mentre il resto sono davuti a sovra-prescrizioni e pseudodiagnosi. In questa società frenetica e dove i contatti umani VERI sono sempre meno, è ovvio che le persone soffrono e sviluppino problemi psicologici. Il fatto è che invece che attribuire a tali problemi le giuste cause, si pensa che con la pillolina magica possano svanire. Basti vedere il boom di diagnosi di malattie psichiche negli ultimi decenni : secondo voi è possibile che ci sia stata una selezione genetica al contrario, che ha portato alla conservazione e diffusione dei geni relativi a queste patologie nela popolazione , oppure il tutto è il risultato di un modello di società sempre più schizofrenico, appunto? |
Re: Psichiatra: la vostra esperienza
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Re: Psichiatra: la vostra esperienza
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Mi piacerebbe sapere: - Qual'è il tuo disagio? Fobia sociale o altro? - Perché sostieni che i farmaci hanno addirittura peggiorato la situazione? |
Re: Psichiatra: la vostra esperienza
Psichiatra e/o farmaci sembrano spesso diventare una questione di fede. Molti infatti dicono "credo" o " non credo", come se fosse credere in uno sciamano o in Dio.
Io sono per la banalizzazione, per non caricare di significato: hai un problema di tiroide, vai dall'endocrinologo; una ragade anale, vai dal proctologo; una disfunzione psico-fisiologica, vai dallo psichiatra. Il cervello è sede della mente, ma è anche un organo in cui circola il sangue e ci sono sostanze chimiche e impulsi elettrici. Poi, puoi non andare da nessuno dei tre e tutto resta com'è. |
Re: Psichiatra: la vostra esperienza
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L'unico problema nel mio caso è la paura dello stigma sociale derivante dal fatto che la gente sappia che hai problemi psichici! :miodio: Questa paura, guarda caso, ha proprio a che fare con la natura stessa del disturbo: la paura del giudizio e delle critiche degli altri. La cosa buffa è che molta gente che soffre di fobia sociale è perfettamente conscia dell'irrazionalità delle proprie paure! Ma quando si è immersi nella situazione sociale queste hanno la meglio! Homo Sapiens... sei meno razionale di quanto sembri! La domanda a questo punto è: pensate potrei affrontare una percorso psicoterapeutico senza il "supporto" di gente vicina? Per quanti di voi è stato determinante parlarne coi propri cari/amici? |
Re: Psichiatra: la vostra esperienza
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Però ti posso testimoniare che aiuta farlo, almeno con persone selezionate. Non ti racconto che non esistano pregiudizi, ma non siamo negli anni '50. Molte persone vanno dallo psicologo o dallo psichiatra anche solo per migliorare la propria qualità di vita. Ed è comunque encomiabile che una persona si renda conto di aver bisogno di aiuto e lo chieda da adulto. So che è uno sforzo. Buona parte dei problemi che abbiamo qui dentro si sono aggravati anche perché abbiamo faticato a chiedere aiuto in passato. C'è chi è stato bullato e ha subìto o interiorizzato tutto. C'è chi ha avuto difficoltà coi genitori molto drammatiche. C'è chi è stato costretto a crescersi da solo. C'è chi ha sempre e solo trovato gli interlocutori sbagliati per parlare delle sue difficoltà. Un professionista ha dalla sua gli strumenti necessari a comprendere il disagio che provi, e accompagnarti verso azioni che possano produrre risultati, ma devi veramente voler risolvere i tuoi problemi, accettando che ci sarà del lavoro da fare, dei cambiamenti nel tuo modo di pensare e di agire, ci sarà da mettersi in discussione. Però i risultati valgono la pena, perché l'alternativa è lasciare che ogni problema si aggravi di suo finché non si avranno le forze neanche per alzarsi dal divano. Questo, a meno che tu non abbia in mente qualche altra strategia per migliorare te stesso e arrivare a quegli obiettivi che adesso ti sarebbero impossibili da immaginare, pensando a te stesso. |
Re: Psichiatra: la vostra esperienza
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Escluderei di parlarne con gli amici, perché nei fatti non ho persone a cui fare confessioni così intime. La mia famiglia onestamente dubito possa capirmi. Probabilmente minimizzerebbe il problema, magari attribuendolo ad uno stress lavorativo, mancanza di una ragazza o altre cose simili. Marco tu con chi ti sei confidato? Quale è stato il tuo percorso con la FS? |
Re: Psichiatra: la vostra esperienza
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Re: Psichiatra: la vostra esperienza
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Solitamente chi ti indirizza dallo psichiatra è lo psicologo, e lo psichiatra stesso ti dirà se hai bisogno o meno di prendere farmaci. Almeno, nella mia esperienza fu la mia psicologa a spingermi a rivolgermi ad uno psichiatra, perchè si accorse che qualcosa non andava e che così non si poteva andare avanti. Nella mia esperienza: i farmaci aiutano sì, se sono quelli giusti. Mi è capitato dopo anni di un farmaco che faceva ben poco, di trovare un farmaco adatto a me, che mi ha fatto vedere per un po' la luce, e con quello sarei potuta andare avanti tranquillamente, ma poi per altri motivi mi è stato tolto. Bisogna imparare a monitorarsi quando si prende un farmaco, a sentire se ci dà benessere, se è quello adatto a noi o meno, se ci calza a pennello. Quote:
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Re: Psichiatra: la vostra esperienza
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Non tutti sono fortunati coi genitori, però ti invito anche a rifletterci su e a domandarti se non li stai sottovalutando: a volte siamo noi a chiuderci a riccio e a non dar loro l'opportunità di comprendere la gravità della situazione. E' naturale che minimizzino, proprio perché vedono solo il minimo che gli lasciamo vedere. D'altra parte non è che ti possono impedire di vedere uno specialista. Puoi provare a sondare il terreno piano piano, esponendoti a piccoli pezzi, parlando dei tuoi problemi e cercando di capire se hanno la sensibilità per meritare confidenza ulteriore. Idem con gli amici. Con loro la mia esperienza è stata piuttosto sorprendente. Faccio la premessa che non soffro di FS da quando ho concluso il mio isolamento in casa durante i miei 18 anni. Sono riuscito ad allacciare dei rapporti normali con i compagni di scuola serale, grazie alle esperienze e agli sforzi fatti da ventenne che mi hanno permesso di riconquistare quel minimo di competenze sociali necessarie per uscire con altri e non fare proprio la figura di quello che non c'azzecca un cazzo. Anche se ovviamente l'imbarazzo e il disaggio era sempre pronto a colpirmi. Ma nonostante questo, ci ho messo 8 anni prima di capire che questi erano davvero amici, e non solo conoscenti capitati per caso nella mia vita. Ne parlo qui. http://www.fobiasociale.com/essere-a...i-amici-27692/ Ora, dipende anche dalla tua età (che non so), ma più ci si avvicina ai 30 e più si matura, si scopre che la vita riserva difficoltà e non è il caso di mettersi a schaudenfreudare gli altri, prima o poi la vita la mette in cuxo a tutti. Così diventa più facile trovare la persona con cui, durante un passaggio a casa, aprirsi e confidare la propria difficoltà, far capire quant'è faticoso indossare la maschera del perfetto normale e come mai non sempre la cosa riesce benissimo. E non è infrequente scoprire che anche altri hanno le loro rogne. Magari non è la fobia sociale ma sono altre cose. Ciascuno di noi ha il nostro bagaglio di paure, sofferenze, recriminazioni e sensi di colpa, ma siccome siamo condizionati a credere che la società apprezzi solo le persone istituzionalizzate, normali, e che in qualche modo chi si mostra diverso verrà penalizzato anziché aiutato, da ragazzi tutti si nascondono e sono pronti a deridere gli altri. Poi da adulti il gioco cambia, perché non si può più barare. Perché a lavoro bisogna produrre. All'università bisogna gestirsi. Perché si vede chi riesce ad andare avanti e chi invece si impantana. Quindi, ti assicuro, di gente non superficiale con cui ci si può confidare il mondo è pieno. Non so come siano i tuoi amici, questo ovviamente puoi saperlo solo te. Comunque, non sei obbligato. Anzi, ti consiglio di andarci cauto, magari quando inizierai la terapia potrai introdurre quest'argomento. Scoprirai che le persone sono meno crudeli e pronte ad approfittarsi di te di quanto pensi, e che se comunque qualcuno vuole farlo non sei più vulnerabile come forse sei abituato a vederti. Ora, scusami per questo post che mi rendo conto è pieno di generalizzazioni e luoghi comuni perché non conosco nello specifico la situazione che stai vivendo, ma il succo per riuscire a migliorarsi è proprio quello di prendere tutte le nostre strategie comportamentali e sociali sviluppate quand'eravamo malamente, buttarle nel cesso e ricomiciare da zero. Imparare di nuovo ad aver fiducia negli altri e in noi stessi. E' dura, lunga e dolorosa, ma si può fare. :bene: |
Re: Psichiatra: la vostra esperienza
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Il problema è chi soffre è portato a vedere tutto come una montagna inscalabile... :miodio: Spero di uscirne prima che sia troppo tardi... |
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