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Re: Come crediamo di essere e come ci vedono gli "altri"?
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Questo passo di un racconto di Sherlock Holmes però va molto vicino al mind reading :sisi: (non l'ho trovato in italiano, sorry) “But why Turkish?” asked Mr. Sherlock Holmes, gazing fixedly at my boots. I was reclining in a cane-backed chair at the moment, and my protruded feet had attracted his ever-active attention. “English,” I answered in some surprise. “I got them at Latimer’s, in Oxford Street.” Holmes smiled with an expression of weary patience. “The bath!” he said; “the bath! Why the relaxing and expensive Turkish rather than the invigorating home-made article?” “Because for the last few days I have been feeling rheumatic and old. A Turkish bath is what we call an alterative in medicine—a fresh starting-point, a cleanser of the system. “By the way, Holmes,” I added, “I have no doubt the connection between my boots and a Turkish bath is a perfectly self-evident one to a logical mind, and yet I should be obliged to you if you would indicate it.” “The train of reasoning is not very obscure, Watson,” said Holmes with a mischievous twinkle. “It belongs to the same elementary class of deduction which I should illustrate if I were to ask you who shared your cab in your drive this morning.” “I don’t admit that a fresh illustration is an explanation,” said I with some asperity. “Bravo, Watson! A very dignified and logical remonstrance. Let me see, what were the points? Take the last one first—the cab. You observe that you have some splashes on the left sleeve and shoulder of your coat. Had you sat in the centre of a hansom you would probably have had no splashes, and if you had they would certainly have been symmetrical. Therefore it is clear that you sat at the side. Therefore it is equally clear that you had a companion.” “That is very evident.” “Absurdly commonplace, is it not?” “But the boots and the bath?” “Equally childish. You are in the habit of doing up your boots in a certain way. I see them on this occasion fastened with an elaborate double bow, which is not your usual method of tying them. You have, therefore, had them off. Who has tied them? A bootmaker—or the boy at the bath. It is unlikely that it is the bootmaker, since your boots are nearly new. Well, what remains? The bath. Absurd, is it not? But, for all that, the Turkish bath has served a purpose.” “What is that?” “You say that you have had it because you need a change. Let me suggest that you take one. How would Lausanne do, my dear Watson—first-class tickets and all expenses paid on a princely scale?” A parte gli scherzi, è ovvio che gli equivoci siano all'ordine del giorno, ma non mi sbilancerei addirittura fino a dire che la comunicazione tra le persone debba essere sempre e comunque confusionaria. Quote:
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Re: Come crediamo di essere e come ci vedono gli "altri"?
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Re: Come crediamo di essere e come ci vedono gli "altri"?
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PS Lo sapevate vero, che lo stream of consciousness come strategia narrativa non é stato inventata da Joyce? |
Re: Come crediamo di essere e come ci vedono gli "altri"?
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Comunque anche lui ci ha offerto una perla di mind reading, addirittura incrociato :occhiali: Io sentia d’ogne parte trarre guai, e non vedea persona che ’l facesse; per ch’io tutto smarrito m’arrestai. Cred’io ch’ei credette ch’io credesse che tante voci uscisser, tra quei bronchi da gente che per noi si nascondesse. Però disse ’l maestro: «Se tu tronchi qualche fraschetta d’una d’este piante, li pensier c’hai si faran tutti monchi». (Inferno XIII, 22-30) |
Re: Come crediamo di essere e come ci vedono gli "altri"?
Non so cosa pensino gli altri di me, anche se ammetto che il mind reading e il perspective taking su cosa gli altri possano pensare di me, occupa una discreta porzione dei miei pensieri dedicati al mondo sociale XD
Detto questo, alle volte neanche io so cosa pensare di me stesso. E probabilmente gli altri avranno delle più ferme convinzioni riguardo me stesso, di quanto io stesso ne possa avere. Tutto ciò è triste e mi fa anche un po' incazzare |
Secondo me, e per quanto ne so io, spesso ai timidi o in generale chi ha una bassa autostima, crede che gli altri lo vedano allo stesso modo in cui lui si vede.
É il nostro pensar male di noi che ci porta a credere che gli altri ci vedano allo stesso modo. Traiamo le nostre conclusioni in base alle nostre esperienze, in base a come reagiamo in determinate situazioni, alle nostre risposte emotive, e ci basiamo su queste esperienze per dedurre un eventuale giudizio altrui. Ma in realtà non é così, ognuno ha i suoi vissuti, ciò che può essere umiliante per qualcuno, può essere motivo d'orgoglio per qualcun'altro. Siamo noi a giudicare male un nostro comportamento ma non sempre gli altri la pensano come noi. E il fatto di avere una bassa autostima, non fa altro che alimentare il senso di inadeguatezza, quindi come ha già detto qualcuno, il modo migliore per stare meglio é lavorare sul: come vediamo noi stessi, e non dare troppa importanza ai giudizi negativi degli altri. |
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-Quale ragionamento é "stupido"? Chi lo ritiene stupido? -Cosa é " normale"? Ognuno di noi é DIVERSO da tutti gli altri, e si comporta e ragiona in modo singolare. É vero esistono le masse che fanno rientrare in un gruppo oppure in altro un determinato tipo di comportamento, di stile di vita e ne emarginano un altro. Ma non esiste un comportamento normale/giusto, esistono solo le PERSONE che vuoi o non vuoi sono tutte diverse tra loro. |
Re: Come crediamo di essere e come ci vedono gli "altri"?
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C'è chi mi vedrà meglio, ma credo che tanti mi vedano molto peggio di come mi vedo io, nonostante tutto. Non oso neanche immaginare.
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Re: Come crediamo di essere e come ci vedono gli "altri"?
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Secondo me è perché in buona misura non piacciono davvero a molte persone, non accettano la situazione e desidererebbero che questa cosa sia disconfermata, solo che le prove che raccolgono risultano deboli, del tipo "le persone sensibili sono bellissime" e la ragazza di turno che lo dice si guarda bene dal frequentarti e si mette con un altro. Affermazioni del genere risultano poco persuasive da sole, questi incoraggiamenti qua alla fine non incoraggiano nessuno davvero. Chi ha già raccolto certe prove ne è convinto già di piacere, chi non ne possiede ed ha altri vissuti non vedo in base a cosa debba riuscire a credere l'esatto contrario. Da questo dipende. Più osservo certe cose anche in questo forum, più mi convinco che è così davvero. |
Re: Come crediamo di essere e come ci vedono gli "altri"?
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XL accidenti a te che continui a modificare i post, volevo risponderti all'altro :D |
Re: Come crediamo di essere e come ci vedono gli "altri"?
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Re: Come crediamo di essere e come ci vedono gli "altri"?
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Ad esempio io so benissimo di essere una persona intelligente, ma per molto tempo questa convinzione è vacillata perchè a causa la mia imbranataggine (riflesso di un educazione iperprotettiva) tutti mi trattavano come un semi deficiente. L'unico modo per cambiare la percezione di sè è trovare un gruppo di persone (anche piccolo, ma con cui si ha un forte legame affettivo) che ti stimi. Detto questo io mi vedo come una persona timida, prfonda, ironica, bisognosa di affetto e anche dotata di una discreta intelligente. Ma invece di solito vengo percepito dagli altri come freddo, aggressivo, noioso, e di limitato comprendonio.. |
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Quindi secondo me uno che non ritiene inadeguato il proprio comportamento non ha motivo di dover cercare di nasconderlo. Non c'è motivo di nascondere un comportamento ritenuto adeguato/positivo, invece un comportamento ritenuto inadeguato ci spinge a nasconderlo per evitare un giudizio, proprio perché siamo noi i primi a giudicarlo negativamente. |
Re: Come crediamo di essere e come ci vedono gli "altri"?
Sicuramente peggio di quello che siamo.
Tante persone giudicano solo per autocompiacimento. Sono convinto che molti pur di giustificare soddisfacenti, realizzate e positive le loro vite, hanno bisogno di qualcuno che stia peggio di loro. |
Re: Come crediamo di essere e come ci vedono gli "altri"?
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Se cioè io prendo una persona un po' insicura e ne amplifico le paure emrginandola ad ogni tentativo di socializzare perchè i suoi approcci sono goffi, certo la timidezza non scompare.. Poi certo ogni persona deve fare la propria parte.per superare i propri limiti..ma da soli spesso è molto difficile |
Re: Come crediamo di essere e come ci vedono gli "altri"?
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Re: Come crediamo di essere e come ci vedono gli "altri"?
Gli altri non mi vedono :ridacchiare:
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"L’uomo non possiede un’identità, ma é condannato a vivere le infinite personalità che gli altri gli attribuiscono."
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Re: Come crediamo di essere e come ci vedono gli "altri"?
Non voglio negare l'apporto positivo di una buona autostima. Ma succede anche che siano altri, in modo non richiesto, a farti sapere come ti vedono e non in modo positivo. Che siano amici o donne o gay in vena di frecciate o "shit test". Persone che ti conoscono e/o hanno sgamato i tuoi punti deboli, le tue lacune.
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