Originariamente inviata da XL
(Messaggio 1354956)
:mrgreen: non l'ho scritta io quella storia, non so di preciso cosa mangiano le volpi e cosa preferiscono.
Io invece penso che non dipende nemmeno direttamente da questo il mio star bene, un lavoro, di merda, malpagato e senza contratto, lo avevo, e io non stavo bene comunque, anzi stavo peggio. Una ragazza per un po' si è interessata a me, ma dopo aver osservato che mal mi adattavo al contesto e non riusciva a farmi diventare quel che desiderava lei mi ha mollato perché aveva bisogno di una persona più "solida" soprattutto dal punto di vista economico.
Quel che servirebbe davvero sono un reddito decente, il rispetto sociale, e non dover fare una fatica bestiale per ottenerli. Tutti gli strizzacervelli del mondo sono impotenti quanto gli altri nel poter garantire tutto questo a tutti. Soprattutto quelli di aria cognitivo-comportamentale ti dicono adattati alla fatica (perché non adattarsi è disfunzionale, si sono inventati altre paroline magiche funzionale/disfunzionale, probabilmente prendendole in prestito da altri ambiti come la matematica per dare l'impressione che quel che fanno rappresenta qualcosa di scientifico e ben fondato), e io rispondo "se fosse stata questa una soluzione per me, testa di cazzo, non pensi che l'avrei già fatto?".
Vuoi stare dalla mia parte, sostenermi, ascoltarmi, va bene, lo riconosco, mi potrebbe anche far star meglio in certi sensi (senza risolvere davvero certi problemi di fondo che pongo) tutto questo, ma almeno non raccontarmi puttanate! Queste risparmiatele per scrivere manuali e per convincere la comunità scientifica che quel che fai rappresenta qualcosa di "serio" in tal senso.
Dove c'è una gara o una competizione con qualcosa in palio qualcuno dovrà pur perdere, e queste sono solo le conseguenze della competizione. E' già un'organizzazione basata sulla competizione che porterà inevitabilmente a delle forme di gerarchia sociali in cui poi delle persone in camice bianco supporranno che stanno curando qualcuno da qualcosa quando riescono a farlo transitare da una posizione all'altra in questa gerarchia (ammesso che siano loro a favorire questi transiti).
Ma il problema a monte è la gerarchia stessa e tutti i meccanismi sociali che la alimentano.
Tutti i vincenti hanno sempre in bocca la parola "responsabilità" relativamente al riuscire o meno nella vita o in qualcosa e continueranno sempre a sostenere che chi ha perso in certi sensi è perché non si è impegnato abbastanza.
Così non solo delle persone verranno colpite o emarginate, si sosterrà anche che l'hanno voluto tutto questo e se lo sono meritato.
Come nel caso della dieta, io non mi impegno per nulla nel mantenere la linea, non faccio fatica, e come ho detto altrove, ho provato a mettermi nei panni di chi questa fatica la prova. Perciò non mi metterò a dire che queste persone sono responsabili del loro peso, perché io in fin dei conti non lo sono del mio.
Raccontare tutte queste storie rappresenta una mistificazione che fa sempre comodo a chi è "sazio" in diversi sensi.
Ma se fossero vere queste teorie, nel caso in cui si impegnassero tutti al massimo, per caso potrebbero vincere tutti ed avere tutti quanti quel che desiderano?
No, perciò a monte dev'essere già una cazzata questa che viene affermata e sostenuta in continuazione dalle persone sazie e con la pancia piena in diversi sensi.
E' un semplice ragionamento il mio, non bisogna essere delle cime per comprenderlo.
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