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Re: Cambio psicoterapeuta.
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...questo è uno dei motivi che non digerisco gli psicologi. |
Re: Cambio psicoterapeuta.
Allora, siamo alla terza seduta.
Abbiamo parlato di come mi sono sentito dopo la seduta precedente. Discusso del fatto che ho purgato Facebook da 40 amici, del fatto che ho rotto con il mio migliore amico (18 anni d'amicizia). E del fatto che richiedo forse troppo dalle persone che conosco. Riassumendo sono imprigionato dai miei pensieri negativi. Quindi lei mi consiglia di farmi una domanda quando mi arriva un pensiero di questo tipo. La domanda è: "A cosa mi serve pensare in questo modo?". Comunque, quando parlo con gli psichiatri, ne esco sempre a pezzi. Ricordare ogni volta il mio passato per analizzarlo e farmi capire dove ho sbagliato, come dovevo pensare, agire, o gestire la situazione... Mi fa star male. Però non ho ancora capito il motivo per cui sono entrato nel processo mentale della profezia che si auto-avvera. Mi manca forse l'autostima? Ho perso autostima? Oppure il contrario. Mi do così tanto valore che non essere considerato come mi aspetto mi fa star male? O forse ho il morbo del bambino d'oro che ha bisogno di sentirsi lodato? Ho notato che nel momento in cui conosco una persona nuova, non vivo la nuova relazione in modo rilassato e positivo. Ho sempre la sensazione di poter dire la cosa sbagliata, di dare l'impressione sbagliata. Vivo con l'incubo costante di essere giudicato e scartato. Sopratutto per il mio passato schifoso. Quindi non racconto mai nulla di me stesso, le mie idee le tengo per me. Infatti quando una persona sa che sei depresso, allora il tuo pensiero è quello di un depresso, quindi è un pensiero malato o fissato. Invece di chiudere un problema alla volta, ho la sensazione che se ne creino sempre di nuovi. Boh. :interrogativo: |
Re: Cambio psicoterapeuta.
Io quando esco dalla seduta sono stanchissima ma più rilassata, in quel momento mi sembra che non serva ad alcunché , ho avuto illuminazioni a distanza di anni su cose dette da me e soprattutto a me in terapia.
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Re: Cambio psicoterapeuta.
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Ho avuto l'opportunità di chiacchierare con una persona che ha anche lei problemi di vario genere. Mi ha creato ancora più interrogativi e flussi di pensieri negativi. Continuo ad atuo-svilire la mia persona. Devo parlarne con qualcuno. Quando mi dicono: sei intelligente, sei educato, sei una brava persona. Il pensiero automatico è: "Sei tante qualità, ed allora? Comunque resti il vergine-disoccupato-sociopatico." A che pro possono portare queste decantate qualità? Oppure questo è un pensiero negativo che non porta a nulla? Sto sclerando. |
Re: Cambio psicoterapeuta.
Troppa confusione e "troppa carne sul fuoco" rischi di bruciare tutto.
Vai piano, datti un po' di tregua, questi pensieri liberali quando sei con lo psicologo parlandone e poi basta. |
Re: Cambio psicoterapeuta.
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Re: Cambio psicoterapeuta.
Ho paura anche io.
Forse dovrei trovare delle priorità. |
Re: Cambio psicoterapeuta.
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Tuttavia sono diversi i fattori che possono inficiare la psicoterapia, tra cui: l'alleanza terapeuta-paziente, quella che viene chiamata "resistenza al cambiamento" che si verifica quando il paziente fa valutazioni ambivalenti a favore e contro il cambiamento e che sono la causa della scarsa partecipazione o impegno da parte del paziente e ciò è dovuto a una motivazione non piena, l'indirizzo terapeutico non confacente al paziente, la mancanza di fiducia nella terapia o nel terapeuta. Non è una questione di colpe. Quello che ti frega non sono le tue qualità personali, ma l'inibizione ansiogena che ti impedisce di esprimere te stesso come potresti. Prova a ricordare a te stesso, con continuità, che i pensieri non sono né te, ne la realtà, sono solo pensieri. Quote:
Il senso di colpa ti viene perché individui in te stesso la causa e perché hai la tendenza ad avere un comportamento giudicante e duro nei tuoi confronti. Ma come ho detto prima, il colpevole non sei tu. E non dovresti nemmeno colpevolizzarti per il fatto che ti colpevolizzi. Hai provato con le tecniche della mindfulness? Quote:
Prova a modificare, per quanto ti è possibile, il rapporto con le tue esperienze interne. |
Re: Cambio psicoterapeuta.
Per caso leggendo di PNL e tipi psicologici di Jung ho riflettuto su delle cose.
Il sito che ho letto è questo: http://www.mauroscardovelli.com/PNL/.../Depresso.html Conosco una persona che mi sta facendo fare un po' di "mindfulness"... Ma questa è un'altra storia. Alcune cose che inizio a delineare sono che la mia depressione è dovuta ad un distacco tardivo da mia madre. Lei è iper-protettiva ed ansiogena. Potrei aggiungere anche un padre rigido ed assente. Al momento vivo la relazione con gli altri del tipo "io non ok - loro ok". Quindi con senso di colpa ed inferiorità. Ci sono altri aspetti su cui sono riusicito a riflettere, ma credo che uno dei nodi fondamentali sia che mi trovo nella situazione di rabbia repressa. Questa rabbia è di tipo punitivo. Per sentirmi meglio io devo punire chi mi è vicino. Punire i miei genitori facedoli sentire colpevoli del mio malessere. Trasportare chi mi è vicino nel vortice depressivo... E molte altre cose. |
Re: Cambio psicoterapeuta.
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Re: Cambio psicoterapeuta.
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Se uno psicoterapeuta si aspetta che una persona con problemi di timidezza abbia un atteggiamento propositivo per me è un idiota. Se non è lo psicoterapeuta ad intavolare questi discorsi e a provare lui ad esser propositivo non si sblocca di certo la situazione. Gli atteggiamenti attivi si potrebbero suscitare in linea di principio, basta cercare qualcosa che all'altro interessa. |
Re: Cambio psicoterapeuta.
Se uno segue una terapia medica che prevede la somministrazione di determinati farmaci ma si rifiuta di assumerli, che senso ha per lui seguire la terapia? Stesso discorso.
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Re: Cambio psicoterapeuta.
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L'assunzione dei farmaci in una psicoterapia è equivalente a compiere il compito "andare alle sedute all'ora x", qualcosa che la persona può fare... Se poi il compito consiste nel "non rifiutarsi di star bene e provare questo e quell'altro" la psicoterapia a cosa servirebbe? :nonso: Chiederebbe a monte di provare al paziente gli atteggiamenti psicologici che questa dovrebbe riuscire a suscitare? Mi sembra una boiata, ribadisco. Non bisogna avere alcun atteggiamento preliminare, bisogna solo eseguire dei compiti (e semplici da eseguire, avere un atteggiamento è già un compito complicato) in una cura medica. Perciò non sono affatto d'accordo con questa analogia. E' come se si sostenesse che un depresso dovrebbe andare alle sedute di buon umore affinché la terapia risulti efficace. Ma se c'è già questo atteggiamento qua la psicoterapia a cosa serve? |
Re: Cambio psicoterapeuta.
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Ma l'analisi che stai facendo è utile soprattutto per capire in che direzione cercare questi convincimenti sul sé o sugli altri non funzionali a una vita sociale soddisfacente. Ma se ti fermi su queste origini, resti incagliato nel passato. Il cambiamento deve riguardare la tua persona che è oggi, nel presente. Ci sono diverse tipologie di depressione, ora non so di te, ma in via generale, ho i miei dubbi che la depressione sia una forma punitiva per altri. A mio parere, il disturbo depressivo è innanzitutto rivolto a se stessi ma può avere una ambivalenza e quindi essere una trasmissione ad altri del disagio che si vive. |
Re: Cambio psicoterapeuta.
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Hai davvero un problema di comprensione della comunicazione altrui. |
Re: Cambio psicoterapeuta.
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Volevi dire che questo atteggiamento era e doveva essere propedeutico per intraprendere una terapia e che non poteva essere incentivato dalla terapia stessa. Per me questo è l'obiettivo della terapia non uno dei compiti che il paziente deve eseguire per poter affermare che la sta seguendo. Io solo questo sto contestando, che questa roba qua non si può assumere come propedeutica nelle psicoterapie perché è proprio quello che queste psicoterapie dovrebbero produrre e incentivare (ammesso che funzionino). Una psicoterapia per la depressione non richiede come atteggiamento propedeutico che il paziente sia di buon umore, perché dovrebbe produrlo la terapia stessa questo atteggiamento seduta dopo seduta. Se non lo produce non funziona... Ma non si può poi dire al paziente... "Eh ma non ti impegni ad essere di buon umore e senza questo buon umore come vuoi che funzioni questa terapia!"... E' un argomento imbecille questo... Se il paziente ci riusciva già da solo a far questo perché avrebbe dovuto seguire una terapia? Quel che propedeuticamente il paziente deve fare è andare alle sedute e parlare con lo psicoterapeuta. E normalmente questo si intende, anche quando poi verificano l'efficacia questi sono i compiti che deve eseguire un paziente generico. Che tu volessi intendere che era e doveva essere propedeutico l'atteggiamento è chiaro dall'esempio che hai fatto dell'assunzione dei medicinali (Se non li prendi non stai seguendo la cura). Ora senza che fai finta di non capire ed attribuisci pure a me un'incomprensione che non c'è affatto. L'essere propositivi per te è un atteggiamento propedeutico o no? Perché è su questo che non siamo d'accordo secondo me. Per me questi atteggiamenti più complicati, umorali e così via, non si può assumere che siano propedeutici nelle psicoterapie, perché queste forme di cura esistono proprio per modificare e produrre questi atteggiamenti qua. Se le persone devono già esserne dotate, prima della psicoterapia, per essere idonee a seguire la terapia stessa, viene a mancare il motivo per cui dovrebbero fare uso dello strumento "psicoterapia". |
Re: Cambio psicoterapeuta.
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Re: Cambio psicoterapeuta.
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