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Re: L'idea di lavorare mi repelle.
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E' un luogo comune privo di senso: la maggior parte dei lavori, oggi, non hanno nulla di dignitoso. Quello che scrivi dei lavori, vale per i lavoratori. |
Re: L'idea di lavorare mi repelle.
Sentendo i morsi della fame? :pensando:
Come potresti mai pensare di fare una cosa faticosa quando non ne hai bisogno? Inutile che ti dica di andare a vedere chi sta peggio di te, loro sono loro e fortunatamente tu sei tu, forse l'unica è aspirare a realizzarti in qualcosa nella vita...ma qui si ritorna al problema di fondo. |
Re: L'idea di lavorare mi repelle.
Purtroppo sono costretto a farlo.
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Re: L'idea di lavorare mi repelle.
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Re: L'idea di lavorare mi repelle.
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Ora come ora la mia più grande preoccupazione e fonte di malessere è proprio il pensiero di potermi ritrovare costretto in una situazione equivalente alla schiavitù per poter campare. Anche uno dei motivi per cui sono molto restio all'idea di avere figli nel caso dovessi condividere la mia vita con una persona. |
Re: L'idea di lavorare mi repelle.
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I compagni gli han detto tipo wei ma sei pirla? Datti da fare, noi siam qui che stacchiamo carne dai cadaveri a tutto spiano, raccogliamo l'acqua, teniamo pulito, facciamo cose, ma datti una sveglia. E lui niente, proprio non c'era verso de. A una certa i compagni si sono scocciati e ci hanno detto ok basta, da oggi non hai più diritto alla tua razione di cibo, baci. E Bobby ci fa Avete ragione ragazzi, è come dite voi, non me la merito, è giusto che io muoia di fame. In realtà non era loro intenzione affamarlo, speravano che reagisse, ma nulla. Quindi hanno ricominciato a dargli la sua razione di cibo. Bobby è uno dei sopravvissuti comunc, ora sarà vecchio e grasso. Non è la morale della favola, volevo solo dire come andava a finire Liuk, comunque basta leggere il tuo post per capire come mai tu hai un lavoro e io no : ) Edit: Quindi praticamente ci si dovrebbe muovere (=lavorare) solo per paura o per disperazione, o per sfuggire alla tortura/punizione. |
Re: L'idea di lavorare mi repelle.
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Io sono dannatamente egoista e penso che il povero Bobby con me sarebbe morto di fame se non addirittura l'avrei visto con gli occhi di altra carne da mangiare. Quote:
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Re: L'idea di lavorare mi repelle.
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E questi erano quelli fortunati che avevano lasciato la campagna dove zappavano la terra per due lire per andare a Torino o Mellano in una grande città ... Oggi ci sono i robots e molto lavoro manuale è svolta dalle macchine, almeno credo perchè io in frabrica (sic!) non ci sono mai entrato :mrgreen: |
Re: L'idea di lavorare mi repelle.
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Non tutti sono fortunati, c'è anche chi deve accettare di lavorare in nero perchè è sempre meglio che nulla. Cioè cornuti e pure mazziati, non solo lavorando in nero non si ha alcun diritto, ma togliamo pure altri diritti:mrgreen: Discorsi di chi ha vitto e alloggio a 40anni a casa dai genitori, oltretutto. C'ho un'amica che lavora a nero da un anno e il datore di lavoro ancora non le fa un contratto. Ma si, dovrebbe andare via, giusto? e come se lo paga l'affitto e il cibo? discorsi troppo comodi a mio parere. Troppo comodi se si fanno al calduccio di una casa che non si paga. |
Re: L'idea di lavorare mi repelle.
io trovo più scandaloso non fare nulla e non provare a fare nulla
e parlo d a ex-giovane che si è fatto mantenere :( |
Re: L'idea di lavorare mi repelle.
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Io avrei voluto farlo. Era un'idea che mi era balenata proprio dopo aver deciso di mandare tutto a puttane. Ma senza sapere dove muovermi non faccio nulla. Quindi è rimasta un'idea. Magari fosse stata una valida alternativa. Magari... |
Re: L'idea di lavorare mi repelle.
per quanto mi riguarda il lavoro in se nn mi repelle , è il cercare lavoro la cosa che mi repelle , i colloqui poi sono la sagra della menzogna , bisogna convincere il tizio che nn sei li per i soldi ma perchè sei spinto da una forza divina altruista verso quella azienda o società e che ami cosi tanto stare in mezzo alla gente che allestiresti un ostello li al lavoro se fosse possibile :sisi: . nn sopporto questa cosa , il fatto di mentire spudoratamente a te stesso e agli altri e il fatto di dover conquistare un lavoro , cosa che invece secondo me spetterebbe a tutti di diritto.
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Re: L'idea di lavorare mi repelle.
Sta storia del lavoro mi avrebbe anche rotto gli zebedei. Lavoro, lavoro, lavoro. Solo sentire 'sta parola mette un'ansia assurda.
Non c'è un modo di essere "produttivi" senza duemila obblighi? Random, non prendetemi sul serio |
Re: L'idea di lavorare mi repelle.
il concetto di "lavoro" m'ha rotto
il lavoro debilita l'uomo, ogni giorno ne sono più convinto sento dire ogni giorno "se speri di trovare un lavoro che ti piace significa che non hai voglia di lavorare, devi lavorare facendo quel che trovi, non devi inseguire i tuoi sogni ma adattarti alla prima cosa che trovi" "guarda, io mi spacco la schiena ogni giorno per questo lavoro che non mi piace, è brutto ma devi sottostare" NO:male: "imbecille, non hai capito nulla della vita, non andrai da nessuna parte" wow, che modo saggio di spendere (sprecare!) la propria vita:nonso: |
Re: L'idea di lavorare mi repelle.
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Re: L'idea di lavorare mi repelle.
E' che la società inculca nelle persone l'idea che si deve vivere per lavorare.
Che chi non lavora è un fallito, che bisogna passar 8 ore della propria vita a far qualcosa che di solito non piace manco, contando magari il tempo che ci mettiamo per arrivarci diventano 9 se va bene. E il lavoro a nero, e il lavoro regolare. Io non ho problemi a dire che se mi offrissero un lavor a nero di 1200 euro e un contratto determinato a 900, sceglierei il primo. Bisogna lavorare per rendersi utili alla società, per avere il proprio posto nel mondo? ma chi è che inculca questi concetti? Vivere per un posto fisso, per avere i contributi. Per avere la pensione. Molto probabilmente non avremo pensione noi. E' proprio stupido il concetto di pensione. Che ognuno fosse libero di crearsi la propria pensione in base a quel che desidera. Guadagno 1000, mi metto da parte 50 euro al mese per il futuro. Non che l'imps mi depreda di 150 euro ogni mese e manco son soldi per me, ma vanno a pagare le pensioni di ora. E' tutto sbagliato. |
Re: L'idea di lavorare mi repelle.
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Re: L'idea di lavorare mi repelle.
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C'è comunque disparità tra chi va in pensione a 50 anni con tremila euro e chi arranca sino ai 67 ed avrà 800 euro. Converrebbe educar la gente a non far affidamento sulla pensione, ma alla fine son discorsi utopici. |
Re: L'idea di lavorare mi repelle.
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Quindi concettualmente è molto importante. Poi in italia si è utilizzato per decenni il metodo retributivo al posto di quello contributivo. E' veramente un'assurdità che a me fa molto incazzare, rodere proprio. Per colpa di questo ora le nostre pensioni, già piu basse perche calcolate con il metodo contributivo, saranno ancora piu basse perche a forza di spendere e spandere bisogna tirare la cinghia. Con il metodo retributivo la pensione veniva calcolata solo in base agli ultimi 2 anni (mi pare) della retribuzione. Quindi se per una vita non hai fatto un cazzo o hai lavorato in nero e negli ultimi due anni per assurdo hai guadagnato 10mila euro al mese avrai una pensioni di parecchie migliaia di euro. E' giusto? ed è giusto che i miei genitori abbiano una pensione molto piu alta della mia a parità di contributi? |
Re: L'idea di lavorare mi repelle.
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Se uno guadagnava molto, ha versato molto e prenderà molto. Quote:
Qui, come spesso accade, si giustifica il nero senza vergogna. Riguardo al fatto che coabito con i miei è un discorso stupido: guadagno IN REGOLA a sufficienza per essere in grado di vivere e mantenermi da solo. Il discorso è ancora più smontabile portando gli esempi di tutte le persone che anziché fare i disonesti, hanno fatto fagotto e sono emigrati pur di lavorare regolarmente. Portate l'alibi dello stato di necessità discutibile ma, in realtà, giustificate in modo vergognoso il nero e, se fosse per voi, tutti lavorerebbero senza versare un soldo in contributi e tasse, avanzando però la pretesa di avere diritto ai servizi. |
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