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Re: Del voler far pena a qualcuno..
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Re: Del voler far pena a qualcuno..
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Sia la pena, sia la compassione sono sterili se manca l'azione curativa da parte di chi prova pena o compassione. E il termine "cura" ha una ambiguità di fondo che potrebbe sembrare tutt'altro che positivo. La cura è la preoccupazione prima ancora d'essere la terapia, e prendersi cura di qualcuno siginifica prima di tutto interessarsi, affannarsi, agitarsi, provare dolore, dannarsi, darsi ansia, darsi pena per qualcuno (dopo averla provata per la stessa persona per cui ci si dà pena); l'azione terapeutica si attiva (o si potrebbe attivare) solo dopo questi meccanismi di preoccupazione. Insomma, io non ci trovo nulla di assolutamente negativo nel tuo desiderio di "fare pena" a qualcuno: è solo un desiderio di stare a cuore a qualcuno (e, guarda caso, l'etimologia probabile di "cura" viene proprio ricondotta alla parola "cuore"). (P.S.: e con questo post torno a scrivere sul forum dopo un periodo di stagnazione delle idee... :)) |
Re: Del voler far pena a qualcuno..
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anche coloro che aiutano gli anziani oppure i bambini, lo fanno perchè mossi da stima, affetto, amore... verso queste persone, quindi secondo il mio punto di vista, ci sta tutto. ma suscitare la pietà degli altri, la loro compassione.. è diverso, come dice giustamente NightVision, sembra quasi di essere considerati come persone inferiori e/o sfortunate... viste dall'alto verso il basso, e sempre secondo me, non è una bella cosa, che io personalmente non sopporto. |
Re: Del voler far pena a qualcuno..
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Io sono orgogliosa di far pena e di provare pena per chi soffre, ecco :D |
Re: Del voler far pena a qualcuno..
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Re: Del voler far pena a qualcuno..
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Re: Del voler far pena a qualcuno..
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hai omesso la comprensione... che secondo me è uno dei fattori principali che spinge (o che dovrebbe) spingere delle persone a prendersi cura o aiutare altre, insieme ad altri sentimenti che ho scritto nell'ultimo post, e tutto questo mi va bene, ma per come sono fatto io, se non noto niente di tutto questo, mi faccio da parte... io sono orgoglioso di essere compreso, e di comprendere chi soffre, ecco :D |
Re: Del voler far pena a qualcuno..
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Comunque, l'essere deriso è cosa assolutamente diversa dall'essere commiserato: peggiore come gesto, ma assolutamente opposto al "commiserare"... Insomma, cerchiamo di mettere le cose in chiaro: voler essere commiserati non significa voler essere disprezzati. |
Re: Del voler far pena a qualcuno..
io faccio pena
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Re: Del voler far pena a qualcuno..
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Recentemente mi è capitato di piangere davanti a delle persone, avrei voluto un abbraccio. Non l'ho avuto. Queste persone si sono giustificate dicendo che temevano che un abbraccio sarebbe stato indice di compassione e pena nei miei confronti, e temendo un mio moto d'orgoglio me l'hanno negato. Io invece l'avrei voluto, penso che una persona che prova pena per te sia una risorsa preziosa. |
Re: Del voler far pena a qualcuno..
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Poi sono d'accordo con te che essere compatiti o derisi sono due cose diverse, ma hanno in comune una carattarestica: chi ti deride o commisera non ha grande stima di te... chi ti deride ti mette in ridicolo e ti umilia, chi ti commisera a me sembra che sottointenda "povero sfigato!"... no, io non ci sto a questa ennesima svalorizzazione della mia persona. |
Re: Del voler far pena a qualcuno..
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Alle medie a volte per delle angherie subite non sai quante volte avrei desiderato piangere, ma non l'ho fatto per non dare soddisfazioni a chi mi era ostile ma anche, in misura minore, per sentirmi dire "poverino!" per me sarebbe stata un'ulteriore fonte di imbarazzo in quanto avrebbe sottolineato la mia debolezza. Certo, per le persone che l'avessero fatto avrei provato stima, perchè magari provavano realmente solidarietà verso di me. Ma la questione era mia e con il mio orgoglio. |
Re: Del voler far pena a qualcuno..
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Io non penso che gli altri possano godere vedendo una persona che soffre. Sì, forse un bullo potrebbe goderci. Però lasciamo stare i tempi della scuola. Io se adesso piango sono contenta di leggere negli occhi degli altri della compassione per la mia condizione. E non mi sento debole. I sentimenti e le emozioni, positive o negative che siano, per me possono essere soltanto punti di forza, mai di debolezza. |
Re: Del voler far pena a qualcuno..
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Questa condizione in me forse ha fatto sparire la voglia di ricevere compassione, che è stata sostituita da spirito di rivalsa e di lotta... probabilmente è questo stato di cose che mi spinge a certi ragionamenti. |
Re: Del voler far pena a qualcuno..
La gente là fuori non è quasi mai empatica con chi soffre. Anzi sfruttano ogni debolezza per attaccarti o al limite ti tengono a distanza, sia mai che la tua sofferenza possa contagiarli.
Io ho smesso di cercare la comprensione altrui, mi sono rotta di restare delusa. |
Re: Del voler far pena a qualcuno..
No...io non voglio far pena a nessuno piuttosto me ne resto solo.
Cmq il voler fare pena è una branca del vittimismo autodistruttivo ed è un modo per attirare l'attenzione. Io quando sono molto giù fantastico (ma poi non lo farei mai...sono solo fantasie) su come levarmi di torno o andando a vivere chissà dove o levandomi di torno in senso stretto. Ieri fantasticavo di riempire la vasca da bagno di acido cloridrico in modo tale che rimanesse di me solo lo scheletro e lasciare una lettera in cui spiego che piuttosto che far pena alla gente o non essere accettato preferisco annientarmi. Immagino queste cose molto teatrali e perchè? perchè più teatrale è la cosa, più scena fà, più attenziona attira. E' un meccanismo autodistruttivo ma egoistico al tempo stesso. Ma non lo farei mai: sarebbe un darla vinta a chi mi ha voltato le spalle e inoltre darei un dolore inutile a chi mi ha sempre sostenuto. |
Re: Del voler far pena a qualcuno..
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Re: Del voler far pena a qualcuno..
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Voler far pena significa secondo me non voler reagire. Essere odiati è una conseguenza che può capitare reagendo. Voler far pena a qualkuno è un modo per perdere la propria dignità. |
Re: Del voler far pena a qualcuno..
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Re: Del voler far pena a qualcuno..
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Se non si ha la dignità di se stessi, se ne perde pure la stima, o meglio l'autostima. Se non si reascisce è logico risultare dei perdenti. Lottare e reagire per arrivare ad avere stima e fiducia di se stessi, non per apparire vincenti agli occhi degli altri. |
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