Originariamente inviata da andry88darkside
(Messaggio 500222)
Non credo proprio che i sociofobici abbiano un'intelligenza emotiva al di sotto della media, anzi, secondo me, l'hanno addirittura più sviluppata di altri. Molti, qui, si pongono problemi che la gente mediamente estroversa neanche immagina, ed ha imparato, ahimè forse con la sofferenza, a riconoscere le emozioni proprie o altrui meglio di altri. Credo che, se le carenze ci sono, sono in certi settori limitati di cui parli, come nella fiducia in se stessi, cosa in parte caratteriale in parte no, che ha un'influenza a cascata su tutta un'altra parte di elementi, come fiducia, ottimismo, abilità sociali: come si può pretendere che un individuo isolato sia felice ed ottimista? queste sono emozioni che un individuo ottiene in determinate situazioni ambientali, di certo non nella solitudine (a meno di casi particolari). Sono dell'idea che il fobico non abbia carenze particolari se non quelle dovute alla inesperienza diretta, e che ciò che lo rende "disadattato" (in senso etimologico, di non adattato al contesto sociale) sia non una mancanza, ma un' "aggiunta" di pensieri negativi autoalimentati (sono un fallito, non piaccio a nessuno, sono patetico, etc.). Se si riuscisse ad eliminarli, il fobico ha potenzialmente le stesse abilità di ogni altro, anzi, forse un'intelligenza emotiva superiore, che è tuttavia male indirizzata dalla fobia/ossessione. Non sto criticando Goleman, anzi, secondo me hai riportato il suo discorso, di per sè esatto, ad un campo applicativo che non rientrava nelle sue intenzioni originarie (la patologia psicologica). Ciao e buona fortuna
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