![]() |
Re: rectius e solitudine
Sarà pure un sentimento naturale ma non è bene che vada assecondato e coltivato.
Forse c'è un po' di ipocrisia nell'unirsi tutti quanti al coro dei complimenti, probabilmente a molti non fregherà nulla di lui (non avendolo nemmeno conosciuto). In molti casi le congratulazioni sono pura forma e convenzione, più che "vaff" può starci un "ekkissene" ma proprio non riesco a condividere l'acrimonia verso le conquiste dei nostri simili. Noi vogliamo migliorare, fare passi in avanti, giusto? Se sento che qualcuno riesce in un'impresa che a me pare ardua per non dire impossibile, dovrei essere contento perché capisco che esistono i metodi e le soluzioni per superare il problema...se ce la fanno in tanti vuole forse dire che l'ostacolo è valicabile. Se invece odo di continui fallimenti come posso essere felice? Come pensare di potercela fare e migliorare la mia situazione se nessuno ci riesce? Abbiamo bisogno di esempi positivi per trovare la forza di affrontare le difficoltà. |
Re: rectius e solitudine
Non capisco dove sia l'ipocrisia: a me personalmente fa sempre piacere leggere la storia di una persona che ha trovato la felicità dopo aver provato tanta sofferenza...mi da carica e voglia di fare.
|
Re: rectius e solitudine
Quote:
Rectius era uno di quelli messi peggio,qua dentro,io me lo ricordo. E soprattutto non era un cagacazzi. Quindi sicuramente meglio che la fortuna(che comunque bisogna cercarsela,eh) sia toccata a lui che a qualche bastardo rompicoglioni. Detto questo,coraggioso e completamente "politically uncorrect", e per questo degnissimo di nota e di rispetto l'intervento di Prassi,che umanissimamente,scoperchia l'ipocrisia che di solito sta come uno strato di polvere sulla società,e dice ciò che, se non tutti, molti pensano e nessuno dice mai, in questi casi. |
Tutti gli orari sono GMT +2. Attualmente sono le 05:39. |
Powered by vBulletin versione 3.8.8
Copyright ©: 2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.