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re: Una vita da disoccupati
Domani inizio il periodo di prova (dovrebbe essere di circa 3-4 giorni non consecutivi) con altre 3 persone presso un negozio che fa panini, se dimostro di saperci fare posso ambire ad un ''fantastico'' tirocinio di 6 mesi a 600 euro x 40 ore settimanali(speriamo siano 40 e non di piu') se poi in sti mesi faccio bene addirittura un apprendistato a 800-850 euro mensili wowwwwww viva l'italia il paese delle opportunità!!!! :miodio:
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Per quanto è vero che non ci sia lavoro in Italia, comunque secondo me al nord si trovano lavori discreti, ovviamente se non si hanno abilità che in qualche modo ti contraddistinguono come una laurea in ambito scientifico, si trovano solo lavori che non ti permettono di fare una gran carriera a meno che non si è fatto un professionale e si vada a fare un montatore trasferita, però tipo io che ho preso una laurea in ingegneria informatica ho moltissime offerte di lavoro ben retribuite che superano i 1600€ per lavoro in ufficio e ho solo 24 anni...
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Ah e mi sono scordato di dire che fortunatamente non conosco persone che non trovano lavoro, cioè ne ho conosciuti alcuni che in Italia non hanno trovato un lavoro che li soddisfava, hanno fatto le valigie e se ne sono andati nei paesi nordici, dove tutti hanno trovato lavoro, ovviamente non è una cosa facile da fare, però tra stare qua a perdere tempo e lamentarsi e basta tanto vale andare là, di opportunità è pieno, non è così facile cogliere, ovviamente se uno abita in un paesino e cerca lavoro solo lì non trova nulla, ma il mondo è grande, bisogna guardare anche altrove
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proprio perchè so lavori di merd dovrebbero essere pagati bene :sisi: , ma la logica mia nn trova riscontro con la realtà lol . |
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re: Una vita da disoccupati
Il centro/sud ed il sud ormai sono morti, sopravvive giusto il centro nord ed il nord.....poi se si vive nei paesi o in campagna come me le opportunità sono rarissime.....Un lavoro da magazziniere part time notturno in paese conta più di 30 iscritti all'offerta solo in mezza giornata, passati due giorni arriva a 80 o piu.....c'è una fame di lavoro incredibile e troppa concorrenza ....
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Mi pare che sia molto diffusa l'idea che, a livello professionale, non sia possibile soffiarsi il naso (o imparare a costruire origami) senza aver seguito uno specifico corso qualificante. |
re: Una vita da disoccupati
ma si continuamo ad alimentare l'idea che le facoltà umanistiche non servano a nulla e si debba rimanere disoccupati a vita solo perchè non si sa fare nulla a livello pratico e ad esempio non si sa nulla di informatica o che ne so non si è elettricisti.. le persone sono risorse, c'è un universo da scoprire e si può essere in grado di fare qualsiasi cosa con un pò di impegno
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re: Una vita da disoccupati
Nella nostra società che è per definizione la società del controllo,i mestieri "tecnici" sono una manna:anzi ad averne di più(per loro).Poi dobbiamo ricordarci sempre che in questi stati di destra(culturalmente,reazionari)la possibilità di un pensiero non codificato è lo spauracchio peggiore che ci possa essere,se diventasse "virale" come amano dire.Solo che virali son solo le puttanate.
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Un altro problema è che nonostante i progressi nel campo tecnologico, che dovrebbero garantire uno snellimento delle pratiche, abbiamo ancora una marea di gente che lavora 50-60 ore settimanali. A fare che? Oggi una segreteria con PC dotato di tutti i programmi fa più ore di una sua simile 40 anni fa con macchina da scrivere e penna, con in aggiunta meno tutele e un potere d'acquisto del proprio stipendio che sarà la metà o meno. La realtà è che una buona fetta del lavoro oggi è fuffa; da un lato una burocrazia che cerca in qualche modo di dare qualcosa da fare a qualcuno (praticamente almeno metà Paese campa su quello), dall'altra attività che semplicemente non servono, che non hanno mercato, che non danno alcun valore aggiunto.
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re: Una vita da disoccupati
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La mia idea è che un laureato in materie umanistiche dovrebbe possedere una spiccata propensione per le relazioni umane, la gestione di team di lavoro, avere competenze in ambito HR o che dir si voglia...insomma, dovrebbe avere a che fare con l'aspetto umano, ovvero con le persone. Ma un laureato in materie umanistiche che ha problemi di relazione, insicurezza generale, disturbi d'ansia sociale, non è un po' un controsenso, per dirla terra-terra? Allora il problema non è che ti (ci) snobbano per il nostro percorso di studi, ma forse perché non sappiamo gestire la socialità quanto ci si aspetterebbe da noi. |
re: Una vita da disoccupati
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Il bello dell'italia è che se si ha la fortuna di avere un contratto regolare, la paga media nel nostro paese è di molto superiore a quella di molti paesi europei: Grecia, Portogallo, Spagna, Malta, Cipro, Slovacchia, Croazia, Polonia e sicuramente altri che mi sono scordato. E il costo della vita di questi posti è paragonabile a quello da Roma in giù . In più nei contratti italiani ci sono una serie di tutele che altrove non esistono o sono assai ridimensionate (tipo il TFR o gli infortuni sul lavoro . Qui a Malta non esiste assolutamente il concetto di sicurezza sul lavoro e nessuno sembra preoccuparsene minimamente, in Italia se ne discute da sempre ad esempio ). Evidentemente qualcuno che fa peggio di noi c'è ancora .
Il problema è che è troppo diffuso il lavoro in nero e non si fa nulla per debellarlo o le forme di lavoro anomale (tipo i contratti a progetto, occasionali o gli stage a cazzum ) che dovrebbero essere rese illegali. |
re: Una vita da disoccupati
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A me avevano proposto di fare la guida turistica, parlare in mezzo a tante persone...ovviamente ho rifiutato. |
re: Una vita da disoccupati
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Uno pensa a un lavoro taciturno noioso e ritirato...invece hanno fatto un progetto di guide turistiche per il paese ,parlando tantissimo a gruppi di 70 persone. È vero,per gli umanisti l'estroversione è sempre dietro l'angolo. Ma anche per gli scientifici,se in un'azienda informatica devi parlare a una riunione o presentare un progetto. Non c'è scampo. |
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