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Io ho conosciuto quattro inglesi in Italia e non mi sembravano molto puliti...
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Comunque si, per meno di 2.500 pounds al mese non ha senso trasferirsi, per vivere bene non devi stare sotto quello stipendio, il cameriere anche esperto arriverà massimo a 2.000 e vivrai sempre in case condivise. Molti inglesi pensionati per il problema affitti infatti vanno a vivere in Spagna, Grecia, anche Italia. |
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Un cameriere in un ristorante molto frequentato a 2000 ci arriva, se sali di livello si può arrivare anche a tremila se èun ristorante inn anche di più, però si bisogna lavorare molto... |
re: Una vita da disoccupati
Si ma scusate che aspettativa di vita e puntare a condividere la casa con estranei magari pure giargianesi o sporchi a oltre 30 anni suonati, mi sembra che più che cercare fortuna qui si punti ad un ribasso, devi lavorare di più, spendi di più e vivi peggio..il tutto x cosa esattamente... Fuggire dalle ragazze italiane? Dal sistema Italia?
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Ci vuole lo UK visa che comprende diversi visti che dipendono da qualifiche o competenze richieste che uno ha e ti servono almeno 70 punti per entrare, il sistema ora è a punti. Devi pure pagare una tassa da 600 pounds fino a 1.400 a seconda del tipo di visto. Poi fino a sei mesi per andare in vacanza puoi stare ma per cercare lavoro. Mi sembra che per ogni professione richiedono un livello di inglese, nei lavori generici il minimo ma sempre che molto difficile entrare senza esperienza in un lavoro. Insomma è un bel casino, meglio l'Irlanda. Te a Londra sei andato da solo? |
@ezp: si
@barracrudo: allora non avevo una casa per me, quando si sta male convivendo con la famiglia si è disposti a fare queste scelte x andare via |
re: Una vita da disoccupati
https://www.huffingtonpost.it/blog/2...inta-12391035/
Cominciano ad accorgersene? A quasi nessuno piace lavorare, soprattutto considerando il rapporto ore/responsabilità con lo stipendio che viene propinato, il tutto condito da ambienti spesso tossici, tra colleghi insopportabili e soprattutto responsabili incompetenti/assenti (ne so qualcosa). Io mi rivedo nella categoria, oramai è un'anno e mezzo che ho tirato i remi in barca e faccio il minimo. Se non interessa ai vari responsabili/coordinatori/supervisori (c'è più gente che coordina/supervisiona di quella che lavora) perchè dovrebbe interessare a me? Non è mica la Svalvolato srl. |
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re: Una vita da disoccupati
Il concetto di "quiet quitter", cioè l'invenzione di un'espressione volta a criticare chi il lavoro LO SVOLGE ma non più di quanto gli venga chiesto (e direi anche giustamente), penso sia la cosa più imbarazzante che io abbia letto oggi.
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re: Una vita da disoccupati
Spero il prossimo anno di potermi licenziare
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re: Una vita da disoccupati
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re: Una vita da disoccupati
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re: Una vita da disoccupati
Il forum le pien de statali
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re: Una vita da disoccupati
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re: Una vita da disoccupati
La maggior parte dei lavori (il mio compreso) sono inutili, non è solo un mio pensiero. Poi che ognuno si voglia sentire indispensabile è nella natura umana, la realtà è ben altra.
Si lavora perché il sistema economico così è ancora basato, e per mettere qualcosa nel piatto funziona in questo modo, nel concreto però il contributo che danno la stragrande maggior parte delle persone è assolutamente marginale, per non dire superfluo, e in alcuni casi pure dannoso. |
re: Una vita da disoccupati
Solo una volta ho lavorato facendo anche più del mio perché in quell'azienda mi trovavo bene ed avevo piacere a farla progredire. Quando ovviamente e fisiologicamente è finito l'idillio, ho iniziato a fare il mio.
Dopo quel lavoro, negli altri (ed in quello odierno) mi limito a fare il mio a meno che non mi venga chiesto esplicitamente qualcosa in più. basta inglesismi |
re: Una vita da disoccupati
Trova ciò che ti piace e non lavorerai un giorno della tua vita purtroppo molti sono troppo attaccati al denaro e a certi stili di vita x fare quello che gli piace, preferiscono lamentarsi e fare un lavoro che odiano ma con i loro soldini rimettendoci di salute mentale e nella vita privata, oppure quelli che fanno una vita un lavoro che odiano facendosi il sangue amaro per progettare qualche astruso piano di fuga di pensionamento in anticipo di 5-10 anni quando ormai saranno vecchie ciabatte e avranno fatto gran parte della loro vita qualcosa che in fondo odiavano...
X sopravvivere bisogna fare ahimè funziona così la realtà in cui siamo, sta a noi scegliere cosa fare e il modo in cui sopravvivere |
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