Che dire, sono passati altri mesi di pura follia. Qualche lavoro svolto non retribuito, pressioni ancora più crescenti da parte dei familiari, e infine sono arrivata ad ammalarmi e ora mi devo bloccare veramente, ma non mi posso fermare, perchè ci sono casini a destra e a manca in continuazione, e che non si risolvono per via di incompetenze altrui, e disservizi gravi e continui in ogni ambito e settore. Non funziona più nulla nel pubblico, ma anche nel privato, ed io arranco ormai esanime e priva di speranza. Le ho provate tutte e la mia amica che mi ha dato una mano in questi mesi per le varie necessità pratiche del caso, sa quanto ho lottato, ma come me ha dovuto prendere atto che ho una famiglia tremenda alle spalle e che non potevo fare più di quello che ho fatto. Questa mia amica ora mi ha dato il nome di un bravo cardiologo, visto che ormai ho costanti e ripetuti picchi di pressione che toccano come nulla i 135 di minima, già, con tanto di fibrillazione e pulsazioni che arrivano a 100 a riposo. Più volte sono stata costretta ad andare al pronto soccorso con l'autobus perchè sbandavo camminando per la strada, con conati di vomito improvvisi, ma al pronto soccorso ho atteso ore e ore, dato che la pressione continuava a rimanere alta, ma non stavo infartando. Mi davano solo qualcosa per abbassarla. Sono andata in un centro cardiologico, visto che coi giorni dopo i picchi di minima, mi venivano a mancare le forze, non riuscivo più a camminare che mi sentivo infinitamente stanca, esausta e con la visione un pò fissa da un occhio. Nel centro cardiologico privato data l'urgenza (abbiano radunato tutti i piccoli risparmi), hanno sbagliato ad attaccarmi l'holter e poi ho scoperto che hanno sbagliato a prescrivermi l'esame, avrei dovuto fare l'ecg sotto sforzo, ma quello che mi ha mi prescritto l'holter è sparito e alla consegna dell'esame è arrivato un altro cardiologo che però non ha proseguito con l'iter di analisi perchè non ero un suo paziente, ero assegnato all'altro che però nel frattempo è entrato in ferie. Parlo della questione con il medico del base ma il medico base mi dice che non sa che dirmi, allora decido di cambiare medico e il caso vuole che in preda ad un malore e guidata dal panico trovi di lì a poco un altro studio lontano km da casa mia. Dentro arrivo debole e sul punto di svenire, la segretaria mi fa entrare in uno studio e un medico mi misura la pressione (96 di minima e battito irregolare). Me la misura con tanta sicurezza che nella disperazione generale gli chiedo il nominativo per mettermi a carico suo. Al momento di fare il cambio ennesimo problema tecnico e potrei continuare all'infinito. Nel frattempo i casini aumentano, le pressioni triplicano, io vado a destra e a manca a fare colloqui di tutti i tipi, senza nessuno sviluppo. La memoria diminuisce, la concentrazione anche e perdo colpi di brutto non seguendo il filo di un discorso, non memorizzando informazioni, in generale non capendo più nulla e via via sentendomi sconnessa e dissociata da tutto e tutti. Con il cuore sto ancora in ballo, e nel mentre mi è arrivata una bella infezione allo stomaco che non spiega e che mi ha portato a cambiare antibiotici più di una volta. Le analisi del sangue le ho fatte a febbraio e riportavano una grave carenza di ferro e di emoglobina. Ho fatto nel frattempo una cura di ferro per un mese, ma i sintomi dell'anemia non scompaiono, portandomi a sentire fiato corto e mancanza di forze, ma forse ora è anche il cuore, non lo so più. Devo rifare le analisi, ma non so con quale medico, perchè sto in ballo sempre per il problema tecnico a cui accennavo prima. Sto sempre più male, e non c'è lavoro, non c'è medico affidabile, non c'è più un punto di riferimento, solo gente che volta le spalle, ride come davanti ad un fenomeno da baraccone, mi tratta come una ritardata o come un'attempata in disgrazia, e i soliti parenti serpenti che invece di darmi sostegno, mi condannano con i loro giudizi sempre negativi, negandomi il calore anche di fronte ad uno stato di malattia fisico serio. Dal pronto soccorso hanno spiegato per telefono ai parenti che ho qui in città, che devo stare tranquilla, riposare e non stressarmi fino a che non siano stati fatti degli accertamenti, ma nulla non gliene frega nulla a nessuno, da un orecchio gli entra e dall'altro gli esce. Non sento bene intorno a me, tutto è nero, ostile, e disapprovante. Non sopporto di essere così mal vista, non lo sopporto dopo tutta questa vita di inferno che ho ereditato e contro cui lotto sin da che ne ho memoria.
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