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Letto giorni fa l'articolo di un quotidiano Spagnolo.
In pratica l'autista di una società di tarsporti si fermava un casino di volte al giorno per farsi una birretta al bar. Secondo l'investigatore privato (foto alla mano) si scolava almeno 3 litri di birra, e a quel punto è scattato il licenziamento (poteva arrecare danno a se e ad altri automobilisti). Il giudice però ha dato torto all'azienda e chiesto il reintegro (+ 42.000 euri di danni). Motivi: 1- Non c'era prova che fosse ubriaco perso e incapace a guidare. (Non zigzagava come Di Caprio in The Wolf of Wall street e non c'era un alcool test a supportare la tesi dell'azienda) 2- Essendo una tipica estate torrida spagnola, non poteva fare a meno di fermarsi per scolarsi una bella BIRRA ghiacciata. Era assetato. |
re: Una vita da disoccupati
Il nuovo lavoro si sta rivelando una merda, ovviamente, qualsiasi decisione prendo è quella sbagliata :testata:
Sono passato dal lavorare 25 ticket al giorno, almeno, al guardare una dashboard vuota in attesa che succeda qualcosa :testata: |
re: Una vita da disoccupati
@ i due che ho ringraziato
Da para(ssita)statale, confermo tutto. Un giorno la mia coscienza masochistica mi costringerà a dare le dimissioni. |
Io non so dove correre coi giardini ora, stamani ho iniziato l'erba al terreno e col decespugliatore ho tagliato senza problemi ma andavo lento, era alta un metro e mezzo in alcuni punti, mo domani sono. Impegnato altrove e dopodomani piove, nel fine settimana pure...questo tra 10 giorni richiama e rompe che vuole il lavoro finito, gli ho chiesto almeno 400€ siepe compresa. Faccio quello che può fare una persona, se mi chiama e non gli sta bene lo Mando a cagare.
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re: Una vita da disoccupati
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re: Una vita da disoccupati
Letto ora "a breve le qualità più importanti nel mondo lavorativo saranno le capacità relazionali/soft skills perché tutto il resto tra poco lo faranno le macchine". Io davvero mi vorrei ammazzare sul momento quando qualcuno afferma queste cose.
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Per ora continuo così tra azienda agricola e giardini, se poi vedo che i giardini aumentano ancora di più mi apro una forfettaria e lavoro sempre da solo. Qua sto tempo mi sta facendo dannare, ha messo pioggia fino a domenica, ho ancora da tagliare sui 1.500mq circa e una siepe impegnativa da fare...oggi pomeriggio devo andare da uno che abita in mezzo al nulla e su maps mi da Località senza nome addirittura. Conta che il lavoro coi giardini è tanto da aprile a giugno, poi se fa caldo torrido già cala... |
re: Una vita da disoccupati
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Un consiglio. Ho una siepe di pircanta, che a differenza delle siepi normali è più difficile da regolare perché ha rami di diverse dimensioni, forma irregolare, a volte curva, e molti rami sono di diametro grosso, in più ha molte spine. Con un semplice tagliasiepe manuale non si riesce. Cosa è meglio usare? Un tronca rami manuale e ovviamente i guanti oppure un potatore elettrico? |
re: Una vita da disoccupati
Comunque ho letto tanti di voi che hanno fatto colloqui assurdi.
Dove lavoro io, ogni tot di tempo, costringono la gente a radunarsi in un'aula, ma neanche quelli del tuo reparto. Con gente che neanche conosci di vista per fare cretinate, tipo lavori di squadra per verificare se si ha attitudine a lavorare in gruppo con gli altri. Ti abbinano a gruppetti e a fare stronzate con aerei di carta per verificare se sai lavorare in sinergia con gli altri e poi ti costringono ad alzarti in piedi a parlare davanti a tutti. Vi lascio immaginare per una persona coi miei problemi di evitamento, fobia eccetera cosa voglia dire una situazione del genere... |
re: Una vita da disoccupati
Gli aerei di carta sinergia con colleghi ahh dove siamo a scuola..in diversi lavori assumono solo per queste caratteristiche lho sempre pensato,chi è introverso se riesce dovrebbe lavorare solo che sottoporsi a queste cose stressanti,ma capisco che è già dura lavorarr
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re: Una vita da disoccupati
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Per me è un disagio pesante oltre a considerarle cagate |
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Ma poi che vuol dire lavorare in gruppo, se uno è una persona adulta ci lavora con l'altra gente, io pure ci lavoro, come tutti gli altri, si parla, ci si organizza, ci si mette d'accordo. Ad una collega nuova che si sentiva al centro del mondo l'abbiamo rimessa un po' in riga, però penso sia una cosa normale, non è che ci vogliono i corsi o degli studi speciali. |
re: Una vita da disoccupati
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Una cosa insopportabile, immagina coi problemi che ho a dover essere obbligato a partecipare a ste merdate insopportabili |
Da me non fanno questi "giochi" di cui parlate, anche perché in molti stiamo in smart, ma ogni tanto organizzano delle feste, alle quali pur non essendo obbligatoria la partecipazione ci sono delle pressioni a farti andare. Da quando mi hanno assunto, considerato il periodo di restrizioni per la pandemia ne hanno organizzate due, poi c'è stata una cena di un gruppo con cui lavoravo ma non erano della mia azienda alla quale ero comunque invitato. Sono riuscito a non andarci a nessuna delle tre, ma adesso già sto in ansia per la prossima che organizzeranno sicuramente per l'estate. L'intenzione è sempre di non andarci, però se chiedono è sempre complicato trovare la risposta giusta da dare per giustificare la non partecipazione e non indispettire chi cerca di farti aderire.
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Anche da me ogni due per tre sono sempre in ballo a fare feste, cene eccetera ma io non ci andrò mai e poi mai |
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re: Una vita da disoccupati
Una delle cose che odio di più è quando ci si ritrova tra colleghi in orario di lavoro, per fare altri tipi di attività. Si comportano tutti come una scolaresca in gita.. madonna che fastidio :miodio:
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re: Una vita da disoccupati
(Sono un pò ubriaco e ho anche la luna storta forse ingigantisco le cose che dico ma spero che si capisca cosa intendo dire, lasciatemi perdere).
Allora, nel vecchio lavoro quando era ora di licenziare perché il fatturato andava male sono stato preso di mira io, e sono stato il primo ad essere stato licenziato (dipendente con più anni di lavoro li dentro ma più giovane di tutti anagraficamente). Perché? "Perché non ho famiglia e figli". Questa è la motivazione che mi è stata data. Ok. Dicono "tuteliamo le famiglie", e va bene. Ma tutelare qualcuno non deve dire trattare da poveri disgraziati quelli che non sono la famiglia canonica. Non è che a uno che è single la vita costa meno, i prezzi sono sempre uguali la vita costa uguale. Non so se riesco a spiegarmi. Dopo una cosa del genere uno potrebbe pensare: "bene allora se è così io faccio un figlio, mi metto con una, perché so che ho una corsia preferenziale, in quanto considerata persona di serie A, che contribuisce "al mantenimento della specie", al contrario dei poveri disgraziati che non hanno una ""famiglia"". Il via a una ricerca non spontanea e accuratamente calcolata, alla ricerca di qualcuno che mi fa "arrivare all'obiettivo". Spero che qualcuno sia riuscito a seguirmi in questo mezzo delirio. Ha una logica contorta ma spero si capisca. |
re: Una vita da disoccupati
sì, anche io a volte penso che di uno single non fotta niente a nessuno, può pure crepare di fame tanto non ha figli.
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re: Una vita da disoccupati
Ma al di là della discriminazione nei confonti dei single/senza figli, che tralaltro aumentano non solo qua, ma in tutto l'occidente (e ci sarà anche un perché mi domando io), questo modo di discriminare è pericoloso, perché chi è più opportunista e cinico di me può pensare di formare coppie e fare figli solo per calcolo, interesse, tornaconto personale, perché "poi ha tutele". Chi ci rimette sono le creature che nascono, in mezzo a relazioni in cui non ci si vuole poi tanto bene ed è solo questione di interessi.
Allora quando devono pensare al benessere del cittadino devono pensare alla persona presa singolarmente, non a condizione che si accoppia con qualcuno o se ha procreato. Sono pesante stasera me ne rendo conto, poi passa. |
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