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re: Una vita da disoccupati
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re: Una vita da disoccupati
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re: Una vita da disoccupati
Nei ristoranti e alberghi della mia zona, sulla riviera adriatica, che siano di livello basso, medio, alto o altissimo, c'è sfruttamento e lavoro in nero ovunque.
Documentato anche da diversi programmi televisivi con infiltrati, poi quando sono andati a parlare apertamente con i titolari facendo vedere le registrazioni e parlando delle loro pratiche non solo illegali ma anche non dignitose (come fornire alloggio ai lavoratori quando in realtà si trattava di una branda sporca messa in uno scantinato umido e ammuffito dove vivere insieme ad altre 4 o 5 persone senza la minima privacy ed igiene, e questo è successo in un hotel da 4/5 stelle), sono passati alle minacce e alle mani. |
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Sì, è praticamente la mentalità del posto.
Se non riesci o non vuoi sottostare a queste loro regole passi ovviamente per fancazzista, nullafacente, svogliato, bamboccione mantenuto e tutti gli altri appellativi del caso... |
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re: Una vita da disoccupati
Visto che non si può manco dire ovvietà sociali, facciamo le battutine anche in questo topic. Lavorare stagionale è brutto? Sì, ma dipende...Innanzitutto beh, nel 2023 è davvero così impossibile capire dove si sta andando a lavorare? Le recensioni dei clienti già possono far capire come è l'ambiente, poi tra gruppi fb ecc qualche info si trova, ora sui gruppi fb si possono pure fare le domande in anonimo. Lavorare come cameriere è stressante? Certo, ma si può anche fare carriera anche abbastanza facilmente, non è mica ingegneria aerospaziale, e poi da li andare in germania ecc. C'è gente che come stagionale ci campa da sempre...oltre i 16 18 anni dare la colpa alla mentalità italiana....tanto più grave di dire ovvietà in un 3D di sfogo, non credo...io ho compagni di ogni tipo caratteriale c'è anche chi ha difficoltà più grosse del mal di vivere dell'utente medio qui dentro eppure sono riusciti tutti a lavorare :nonso: e soprattutto hanno l'umiltà :nonso:
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re: Una vita da disoccupati
Eeeeh la famiglia è troppo esaltata e ingombrante in italia questo soffocante senso della famigggghia, l'unico welfare esistente in questo paese ormai marcio, questa religione pagana...da una parte è troppo importante perchè senza una famiglia normale in italia non puoi far nulla, dall'altra però crea cose come queste, ovvero gente ultra 30enne che ancora vive coi genitori, questo addirittura a 50 anni, dovrebbero creare una legge secondo la quale se hai dai 35 40 anni in su è illegale vivere coi genitori, poi ovviamente in questo caso lo stato ti dovrà aiutare, si responsabilizza l'individuo e si responsabilizza pure lo stato, situazione da vittoria vittoria
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Si ma in ogni lavoro dovrete mandare giù gnocchi, pure con mio cugino in azienda agricola non sapete le cazziate che prendo certi giorni....uno penserà ma ti è parente e non ti rompe, e no, sul lavoro tutti ti rompono i coglioni.
Per dirci ieri stavamo facendo gli impianti di irrigazione per le coltivazioni nuovi di pomodori e ho sbagliato tutto a mettere tubi etc...si è incazzato giustamente, ma mica lo biasimo. È proprio il lavoro in sé una merda, soprattutto se manuale e come ti rende nervoso...conosco qualche ragazzo che fa il manovale e li trattano come bestie. |
re: Una vita da disoccupati
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Ti inchiappettano e vogliono pure i ringraziamenti... Poi non voglio generalizzare, eh... ci sono pure le famigghie oneste. Saluto zio Tano che sta in Sicicilia: ti vorrei abbracciare ma la lupara sulla spalla mi mette sempre a disagio, e perciò non passo mai. 😂 |
re: Una vita da disoccupati
questo topic è sempre stato uno dei miei preferiti, nonostante non sia disoccupato per fortuna. a leggere le esperienze di certi utenti mi sento uno che ce l'ha fatta, ma avrei grossi problemi a inserirmi in un nuovo contesto.
se prima avevo la timidezza e l'introversione, ora ho difetti enormi per il mercato del lavoro. bassa sopportazione dello stress e non tollerare le critiche, senza prospettive di migliorare il carattere né volontà di farlo. |
Io ho messo in conto la possibilità di rimanere disoccupato e penso di accettarne le conseguenze, rispetto al lavorare ad ogni costo e in condizioni che mi rendono le giornate comunque pesanti da sopportare. Potrei vederla come una pausa per riorganizzarmi per prossime opportunità, anche se so che sarà difficile ritrovare qualcosa. Per qualche mese avrei autonomia, è un costo che si può pagare vedendolo come un un investimento. È rischioso per quanto detto prima, ma l'ostacolo più importante da superare è, non tanto come la pensino gli altri in generale, ma la sensazione che avrebbero a riguardo i miei famigliari. Anche perché ho fatto un po' a modo mio, non continuato sul percorso coerente con la laurea, scelto un altro ambito in cui ho cercato di formarmi per un po' di anni, vedermi (e farmi vedere) inadeguato anche per questo, dopo esser stato finanziato dai miei anche oltre i 30 anni per fare questi tentativi di trovare la mia strada.
Che altri mi considerino negativamente se tornassi disoccupato a una certa età non me ne frega più di tanto. Meglio disoccupato, ma ancora alla ricerca di qualche improbabile via di uscita (o meglio, di entrata), che usare le proprie forze solo per restare aggrappato a una fonte di sostentamento che però ha un "prezzo" alto da pagare, in quanto ti abbatte psicologicamente giorno dopo giorno. Questo ovviamente se per un po' se ne ha materialmente la possibilità. |
re: Una vita da disoccupati
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Noi inattivi over 30 dove ci consiglieresti la deportazione e ricollocazione ? Campo rieducazione cinese o siberiano? :interrogativo: |
Infatti io massimo estate 2024 e me ne vado dall'azienda agricola...però un malloppo da parte devo averlo per cazzeggiare un po' nel frattempo che mi cerco un altro part time da abbinare ai giardini che mi faccio ogni tanto e in primavera estate quasi tutte le settimane.
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re: Una vita da disoccupati
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però che la famiglia sia croce e delizia di questo paese è vero ma è colpa dello stato che ha zero welfare |
re: Una vita da disoccupati
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Siamo dentro un famoso dipinto di Goya. |
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