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re: Una vita da disoccupati
Beh il ristorante è un posto in cui si deve correre. Ancora prima del proprietario, sono i clienti a non accettare un ritmo basso. Il lavoro si concentra in 2-3 ore e bisogna scattare. Non è di certo un posto dove ti puoi prende i tuoi tempi. Poi magari c’è qualcuno a cui non pesa, ma in genere è richiesta una prestazione notevole.
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re: Una vita da disoccupati
Oddio, in cucina si corre spesso anche nei ristoranti di fascia media. Giusto in fascia alta e hotel si è più rilassati.
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Non in tutti sfruttano ma a fare il cameriere non ci torno, manco a lavare piatti, sono stato traumatizzato quando in pizzeria in un villaggio anni fa gli altri camerieri lavoravano e io restavo fermo come un salame. Bruttissima esperienza. In quell'ambiente mi sono trovato malissimo e ho deciso di non fare più il cameriere, poi dovevo fare 7 ore per 25€ a nero, il proprietario tirava la coca e ti pagava dopo 15 giorni...quando vado a fare giardini e nessuno mi sta dietro a rompere le palle è un sogno, c'è il silenzio e io che lavoro.
Ma pure cambiare le gomme a una macchina per dirvi dentro a un'officina in tutta tranquillità senza stare davanti al pubblico sarebbe rilassante. I lavori a contatto con la gente che ti chiede e ti chiama mi stressano e mi mandano al tso. Nei vivai stai 9 ore al giorno sotto le serre e ti portano pure a fare giardini con loro, ma visto che ho esperienza pretendo almeno 8€ a ora più contributi pieni, e nessuno te li da. |
re: Una vita da disoccupati
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re: Una vita da disoccupati
Ho letto un post oggi in cui una ragazza chiedeva consigli per la sua relazione. Problema: il suo fidanzato (23 anni) è disoccupato e pur non avendo esperienza e non studiando non accetterebbe un lavoro qualunque (aka pesante e pagato poco). A parte il fatto che personalmente non mi pare sto gran problema, c'erano più di 300 commenti, in tutti le veniva consigliato di mollarlo, di trovarsi un "vero uomo", addirittura un "io alla sua età mi drogavo e avevo problemi con la legge ma almeno andavo a lavorare" con un sacco di like. Gente che solitamente giustifica chi dopo anni di relazione se ne va dicendo "non mi va di vedere la stessa figa per tutta la vita" perché "eh ma siamo giovani" improvvisamente sosteneva che alla sua età bisogna essere maturi e pronti (anche economicamente) per una convivenza; altri spesso affermano che se pure uno mette le corna "poverino, avrà le sue difficoltà, bisogna capire anche il suo punto di vista" ma ovviamente, essendo il problema il lavoro l'idea che potesse esserci qualche problema oltre alla "poca voglia" non l'hanno nemmeno contemplata.
Io questo disgusto condiviso e assoluto che la gente prova per i disoccupati proprio non lo capirò mai, penso vada ben oltre il fatto che probabilmente hanno pochi soldi, secondo me molti se qualcuno si presentasse a loro dicendo di avere appena dato fuoco alla loro casa reagirebbero meglio che se invece affermasse di non avere un lavoro. |
re: Una vita da disoccupati
Sono gli stessi sfruttati che se vedono andare in piazza altri sfruttati come loro gli danno dei nullafacenti. Vogliono fare i forti, i duri, poi si sfogano sul primo che gli capita a tiro su un social o meno. E' un buco nero quella gente lì. :ridacchiare:
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re: Una vita da disoccupati
Si la disoccupazione maschile è un tabù, inutile girarci intorno. Anche il fatto di non avere a patente è piu penalizzante di una fedina penale sporca.
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re: Una vita da disoccupati
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re: Una vita da disoccupati
Mi sento in declino lavorativo, incapace e senza soddisfazioni , solo rogne. Spero sia un momento e che poi venga il buono perché io così non lavoro, ciao sto a casa basta, se devo fare fatto bene e con soddisfazione ok, sennò tanti saluti e w il rdc. Ci sono dei segnali che non mi piacciono affatto e che forse dovrei considerare per rendermi conto che questa storia del lavoro è giunta al capolinea.
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Ma è difficile riprendere dopo più di 10 anni di stop. Preferisco i cavalli, sono un uomo d'altri tempi. 😎 |
re: Una vita da disoccupati
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re: Una vita da disoccupati
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re: Una vita da disoccupati
Nei ristoranti e alberghi della mia zona, sulla riviera adriatica, che siano di livello basso, medio, alto o altissimo, c'è sfruttamento e lavoro in nero ovunque.
Documentato anche da diversi programmi televisivi con infiltrati, poi quando sono andati a parlare apertamente con i titolari facendo vedere le registrazioni e parlando delle loro pratiche non solo illegali ma anche non dignitose (come fornire alloggio ai lavoratori quando in realtà si trattava di una branda sporca messa in uno scantinato umido e ammuffito dove vivere insieme ad altre 4 o 5 persone senza la minima privacy ed igiene, e questo è successo in un hotel da 4/5 stelle), sono passati alle minacce e alle mani. |
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