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re: Una vita da disoccupati
Ormai non regge più tanto nemmeno la storia dello stipendio alto, e tutto relativo alla vita che ti fa fare il lavoro, non diventerai mai uno straricco potrai permetterti qualche sfizio in più ma a che prezzo della tua vita, il lavoro e una palla altro che stipendio ormai guardo solo la qualità di vita che posso fare e
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re: Una vita da disoccupati
In Italia basta piazzare lo scudetto napoletano e il torneo-sanremo per finire tutto quanto, perchè sanno che la gente lombotomizzata guarderà quelle minchiate e non penserà alle cose serie.
In Francia sanno farsi rispettare, siamo noi che non scendiamo in piazza per eliminare sto cazzo di apprendistato-incentivi under30-sgravi fiscali che discriminano le persone superiori a tot anni e chiedere aumento salariale, oltre che a distruggere una volta e per tutte sto parlamento di merda che ci ritroviamo. La pensione? Ma davvero c'è gente che pensa che arriveremo alla pensione? Madonna oh, se iniziamo a lavorare con contratto stabile a 30 anni (cosa che mai molti di noi faranno) arriveremo alla pensione seria (non quella minima) tra 80-90 anni circa. Prima muoio e meglio sarà. Proprio ora mi ha chiamato mio padre e mi ha detto che ci organizziamo col lavoro quando torno in Italia... voglio morire... |
re: Una vita da disoccupati
guarda, sicuramente ci sono forumisti molto più competenti di me in materia, però io credo che il nostro 67 anni vada rapportato allo stato di salute economico italiano comparato a quello francese.
Così su due piedi mi domando se noi italiani stiamo pagando il fio (anche) per le tante baby pensioni dorate che abbiamo avuto dal '73 sino al '92. |
re: Una vita da disoccupati
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Comunque guardate che chicca sta per venire fuori dai cinesi: |
re: Una vita da disoccupati
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re: Una vita da disoccupati
Mio padre è andato in pensione ora a 65 anni ma perché è stato costretto dal fatto che la situazione nell'azienda era diventata ingestibile e non si sapeva neanche che sarebbe rimasta aperta fino a fine 2022.
Non che gli sarebbe piaciuto lavorare ancora per il gusto di farlo perché viveva per lavorare, 9 ore al giorno 7 su 7 senza straordinari pagati, ma quei soldi in più che ora con la misera pensione non ci sono avrebbero fatto comodo. Ora però non può comunque "godersi" il riposo meritato perché c'è da pedalare tra problemi di salute suoi e dei miei nonni che non sono più autosufficienti. |
re: Una vita da disoccupati
Lunedì scorso ha iniziato un ragazzo nuovo in azienda.
Ha quasi 21 anni ed è molto motivato e pieno di voglia di fare; adesso per me rischia di mettersi davvero male perché lui farà quello che ho sempre fatto io e a me toccherà imparare cose nuove, ancora più difficili. Sono davvero demoralizzato, già ho sempre fatto fatica a fare il mio, non ho davvero la predisposizione mentale anche solo per impegnarmi ad apprendere cose nuove. Sento proprio che questo è il colpo di grazia per me, non escludo che mi licenzieró e sto già guardando la procedura per la lettera. È una cosa davvero estrema, ma sento che l'ansia mi sta davvero consumando e ne va della mia salute (sia fisica che mentale). Sono disperato ma le soluzioni a questo punto sono 3 1) licenziamento 2) procurarmi un infortunio molto serio che mi dia il diritto all'invalidità 3) atto estremo (che escludo a priori) |
A 67 anni sempre se ci arrivi in pensione poi non hai più voglia di fare un cazzo...
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re: Una vita da disoccupati
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Intanto da poco ho iniziato a mandare CV in altre aziende simili, ma non escludo di dare le dimissioni a prescindere entro la fine di quest'anno o l'inizio del prossimo. |
re: Una vita da disoccupati
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Purtroppo a volte per poter mangiare bisogna sopportare dei livelli di stress assurdi; è incredibile quanto possa influire sulla libertà di una persona il lavoro, a volte sembra davvero di essere in carcere. Adesso poi che sta arrivando la primavera, svegliarsi alle 6 con il canto degli uccellini mentre sta albeggiando é una sensazione che mi trasmette una pace e una calma indescrivibile, peccato che il pensiero che dopo meno di un'ora dovrò essere in ditta rovina tutto e mi mette un'angoscia e un'ansia che mi deprimono e mi annichiliscono totalmente. |
re: Una vita da disoccupati
Tra poco cominceremo i colloqui con le aziende...ci hanno fatto capire che ovviamente i migliori saranno messi con le aziende più fighe, resta da vedere con che criterio valuteranno, non i voti perchè sono messi a caso e per loro stessa ammissione servono a poco, allora il comportamento...giovedì ho buttato via un'occasione gigantesca, dovevo semplicemente prepararmi una presentazione di DUE MINUTI (non tre ore), dire le cazzate solite che piacciono e colpire il direttore delle risorse umane di un'azienda fighissima, e invece non mi sono preparato, l'ho presa sotto gamba e ho fatto una figura barbina, nonostante tra l'altro pur senza preparazione sono pure partito bene...certo che ci sono differenze abissali tra l'andare nelle multinazionali che visitiamo rispetto a certe aziende che fanno venire la depressione solo a vederle...però assurda la mia vita, oscillo sempre tra la merda più totale al vedere la luce, vediamo se stavolta la luce la toccherò davvero, o tornerò a farmi rifiutare dalle fabbrichette come operaio di confezionamento o dai b&b sperduti...peccato perchè giovedì ho perso un'occasione d'oro, e il tutto perchè ho fatto lo snob del tipo eheh tanto non serve a niente sentite ammmmè
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Se offri un lavoro del cazzo sottopagato a 3€ a ora a un giovane inglese o tedesco alle 10.15 ti presenti, alle 10.30 già l'azienda l'hanno chiusa.
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re: Una vita da disoccupati
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da decenni ormai c'è in atto un calo demografico significativo e un forte invecchiamento della popolazione (che si è decisamente "aggravato" nell'ultimo decennio in Italia e sarà sempre peggio, tra 20-30 anni temo che sarà difficile andare in pensione prima dei 70/72 anni..:testata:). Bei tempi quando lo si poteva fare anche solo a 55/60 anni, e non parliamo neanche di un secolo fa (fino al 2011 prima della "sciagurata" riforma Fornero), lasciando perdere le baby pensioni degli anni 80 quando potevi farlo a 40/45 anni (ma quelle riforme sono state una cosa assurda e fuori da ogni logica). Bisognerebbe arrivare ad un "compromesso" e far si che tutti possano andare in pensione a 65 anni e non oltre (a meno che uno non scelga di sua volontà di proseguire)per godersi almeno qualche anno di pensione (da 65 a 70 fa già una grossa differenza, dopo i 70 sei anziano a 65 se sei in buona salute puoi fare ancora un po' di cose). Togliere redditi di cittadinanza o varie (lasciarlo solo per chi ne ha veramente bisogno, tipo invalidi ecc) e piuttosto mettere questi soldi per far anticipare le pensioni, i giovani devono lavorare e non prendere sussidi... dopo i 60 anni invece sei anziano per il lavoro (sia fisicamente che mentalmente) e rendi anche molto meno (è da pazzi far lavorare la gente fino a 70/72 anni....) |
re: Una vita da disoccupati
il sistema deve andare avanti e mi pare chiaro che l'obiettivo dello stato non possa essere quello rendere i cittadini più felici ed emancipati, al contrario la popolazione deve essere manipolabile e impegnata in attività a produttività zero, basta che non pensino e non si organizzino in associazioni eversive.
più siamo isolati, dipendenti dal lavoro, più siamo funzionali al sistema. oltre al discorso che i conti devono quadrare, ecc., la gente non può fare la bella vita. non tutti, almeno, altrimenti il sistema collassa. gli schiavi vanno tenuti infelici ma non troppo incazzati, per nessun motivo liberi. |
C'e da dire che si inizia a lavorare sempre più tardi, e se si starta verso i 30 poi diventa impossibile andare in pensione presto.. aggiungiamoci i primi anni di lavoretti di cacca con contributi infimi.
L' unica sono le dimissioni, come la signora dove lavoro io che ha deciso di dimettersi perchè stufa, ma gli mancano ancora 3/4 anni. E poi il nostro sistema pensionistico come funzionerebbe se potessimo andare tutti in pensione dopo 25 anni ? |
re: Una vita da disoccupati
Sono convinto che c'è gente che spera seriamente che fra qualche anno nessuno più avrà la pensione, e sono coloro che hanno pagato pochi per non dire 0 contributi.
Io ho iniziato nel 2004 a 17 anni con regolare contratto e ovviamente spero di avere la pensione quando sarà il momento; tuttavia se ciò non dovesse accadere vorrà dire che tutto il sistema sarà crollato e chissà da quanto tempo avranno già tolto i vari sussidi e invalidità, e i vari collocamenti mirati, quindi direi proprio che non è il caso di sperare che le cose vadano male. |
re: Una vita da disoccupati
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la popolazione invecchia, ha più paura che altro, forse spera solo di non essere inglobata nell'africa o invasa da un'immigrazione eccessiva. però riguardo altri paesi posso capire abbiano ambizioni e fantasie di dominio, che però non si traducono nel rendere più felice la vita della popolazione. negli usa ti senti parte di un impero però ti spremono anche lì, hai debiti universitari, sanità privata e gente armata fino ai denti come vicini di casa. senza contare russi e cinesi, che cosa può contare il singolo e le sue legittime aspirazioni di fronte a dei colossi come gli apparati statali, la senti la pressione sulle tempie, la sensazione di forza esercitata nei tuoi confronti personalmente. se vorresti essere libero a 60 anni ma vai a lavoro come un forzato, perché le regole del gioco impongono queste condizioni, concettualmente sei simile a un bracciante nelle mani di un caporale. la cosa assurda è che molti potrebbero liberarsi e lo vorrebbero tanto, ma sono prigionieri della paura di essere liberi. io in primis, potrei vivere di rendita in un paese del terzo mondo, qua lo scrivo e qua lo nego, però non lo faccio perché la schiavitù è mentale. |
re: Una vita da disoccupati
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re: Una vita da disoccupati
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re: Una vita da disoccupati
l'italia è un po' particolare come mercato del lavoro, prendiamo il 4% americano di diosccupazione circa. io non penso che abbiano bisogno di arruolamenti per cercare gente che frigga patatine a 10 dollari l'ora, basta fare entrare un po' di messicani e il gioco è fatto, lo schema ponzi perpetua se stesso con l'ingresso di fresh meat da spolpare. può continuare all'infinito questo giochetto delle pensioni e dei giovani, finché l'economia è robusta e la popolazione non invecchia troppo rapidamente. l'italia invece rischia grosso, c'è una popolazione vecchia e al tempo stesso un mercato del lavoro ingessato.
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