Re: Il Vostro Pensiero in Questo Momento...
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Originariamente inviata da dystopia
(Messaggio 2850443)
Mi sono posta la stessa domanda. Prima ero più idealista e gli ideali non sempre si possono mettere in pratica completamente, perché ti trovi ad agire in contesti diversi, con interlocutori diversi, gli interessi in gioco cambiano di continuo. Se tu hai un blocco di ideali e non riesci a scendere a compromessi su nulla ti sentirai stanchissimo, sempre snaturato. Il vivere sociale è fatto anche di ipocrisia, di frasi di convenienza, di atteggiamenti che metti in pratica senza crederci... non devi per forza agganciare questioni morali ad ogni cosa che dici e che fai, non ti devi sempre mettere sotto processo.
Per me è utile imparare a tenere separati i vari personaggi che interpreti (quello sociale, quello professionale e gli altri), è impossibile mantenere sempre una rigida coerenza tra i personaggi (non parlo di cinismo estremo ma semplicemente di non mescolare gli ambiti, di capire che ti muovi su più terreni e le regole possono variare). Per esempio, se io sono molto idealista, convinta che l'impegno venga sempre ripagato e apprezzato e mi trovo a lavorare in un ambiente pieno di squali, io finisco sfruttata, è quasi scontato, perché non conosco il nuovo contesto, nel dubbio applico strumenti che in quel contesto risultano inadeguati. La forza di andare avanti sta nel fatto che tu sai di avere un tuo nucleo di valori e idee, che resiste nonostante le difficoltà e non lo devi condividere sempre con gli altri. Invece quando ti trovi in contesti mossi da regole diverse ti sai adattare senza traumi. Non devi per forza attenerti alle imposizioni sociali astratte (per dire, non è obbligatorio avere tanti amici, non è obbligatorio provare sentimenti forti sempre, non è obbligatorio fissarsi troppi traguardi).
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quello di non poter applicare gli ideali nei diversi contesti è un problema ma non penso che sia quello il punto principale della frustrazione di cui parlavo. In ogni caso il non poter dare sempre una direzione morale alle proprie azioni si può imparare ad accettare, però in qualche situazione ci può essere comunque un conflitto tra quello e cosa è ritenuto di buon senso comune, o la convenienza sociale, e non è detto che si possa risolvere costruttivamente (si può invece evitare, per esempio).
In realtà non mi preoccupo tanto degli ideali in sè, ma della mancanza di volontà e della passività dovuta (anche) a una mia confusione sugli ideali. Vedo che (così sembra almeno) altri sono mossi da dei valori e invidio principalmente questo, glieli invidio come mezzo (anche se poi penso pure che sono imprudenti, molto amore per esempio significa maggiore possibilità di sofferenza, e allora però gli invidio pure il coraggio).
Ma magari più che parlare di valori, o di ideali, dovrei definirli interessi per spiegare meglio cosa intendo (premesso che anch'io non ho proprio le idee chiare rispetto alle mie stesse sensazioni).
Attualmente sento che l'unico interesse che mi è rimasto è l'istinto di sopravvivenza, qualche valore meno elementare c'è ancora sparso qua e là, moralmente parlando il senso del dovere mi è diventato secondario, anche se il fatto che lo sottolinei significherà pure che lo vedo come un problema (?). E poi resta qualche mini-passione che rimane non coltivata nella pratica.
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