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Re: L'immigrazione NON è una risorsa
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Se è questa la prova a cui Dio ci sottopone, le future generazioni sapranno liberarsi dal giogo dei Mori. Deus Vult. |
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Tutta la cultura woke, o come la vogliamo chiamare -il nome non ha importanza- lavora per minare alla base la storia delle nazioni occidentali, per esempio della nazione americana. Chiede e pretende che un bianco americano che non ha commesso nulla si scusi nei confronti delle minoranze. Riscrive la storia e la cultura, non per rispettare qualcuno (perche' non ce n'e' bisogno dato che violenze di quel tipo non se ne commettono piu') ma per sottrarre storia e cultura alla partecipazione libera individuale e popolare. Io reputo il politicamente corretto pericoloso non solo per il discorso identitario popolare ecc che potrebbe anche non interessare, ma proprio per essere una forma di allontanamento dalla realta' delle cose. |
Re: L'immigrazione NON è una risorsa
Io inizio a pensare che l'introduzione di sempre più stranieri (che come sanno anche le pietre danno vita a fenomeni di microcriminalità semprep iù diffusi), abbia un secondo fine diverso da quello che sembra all'apparenza. Ad oggi, Milano così come tante altre zone d'Italia sono invivibili ed estremamente pericolose. Nel momento in cui grossomodo ovunque sarà così, i politici avranno una giustificazione per introdurre meccanismi di controllo totale, con una presenza dello stato invadente in ogni singola cosa (un po' come succede in Cina). Videosorveglianaza ovunque, sia in rete che nella realtà. Ai politici importa avere una giustificazione per fare determinate misure, nel momento in cui ci sono tutti questi fenomeni di criminalità, la giustificazione è evidente
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Re: L'immigrazione NON è una risorsa
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È*un*j’accuse*alle ex compagne di lotta*che si sono alienate completamente i consensi delle elettrici, facendo gareggiare le donne con trans molto più forti di loro, anche nella boxe e in altri sport di contatto. O semplicemente negando la natura della donna, addirittura eliminando la definizione e sostituendola con “persona assegnata femmina alla nascita” o “persona con mestruazioni”, eliminando il genere femminile nel linguaggio, sostituendolo con nuove lettere e nuovi pronomi. Fino a superare la soglia del ridicolo. https://www.ilfoglio.it/cultura/2022...OTgzMS4wLjAuMA.. Ok, quindi il woke non esiste perché una singola persona non sarebbe stata in grado di spiegarlo? Beh, fa il paio con chi, persino tra le alte sfere della politica statunitense non sembrerebbe essere in grado di spiegare cosa sia una DONNA. In ottima compagnia peraltro. C'è un documentario che spiega perfettamente cosa sia il woke...nonche la difficoltà dei progressisti di spiegare cosa sia una donna. Pillon quantomeno non avrebbe e non ha alcun problema a sapere cosa sia una donna, e a darne la definizione. I suoi detrattori molto, molto meno. Quanto ai bambini... Tralasciando il fatto che ai suoi nemici giurati i bambini piacciano soprattutto se confusi, indottrinati e sterilizzati. Soprattutto imbottiti di ormoni per farli "transizionare" meglio.. E in che senso a pillon e i suoi amici interessano i bambini? :pensando: Il woke, in effetti, non è più solo il politically correct, ma una vera e propria ideologia basata su deliri e aberrazioni antiscientifiche, e sull'elevazione morale se non sulla santificazione delle minoranze, anche quando è decisamente feccia https://www.iltimone.org/news-timone...i-stati-uniti/ Questo è un ottimo esempio di "wokkismo". O più specificatamente la dimostrazione più eclatante di quanto siano bruciati i cervelli dem/liberal/progressisti ostaggio delle boiate queer e dei deliri lgbt. Anche la storiella dei lego TRANSFOBICI ed ETERONORMATIVI se la gioca abbastanza. Soprattutto le contraddizioni di chi esalta le minoranze a convenienza. E cosa sia la violenza del woke potresti chiederlo a Jk Rowling. Una delle più influenti intellettuali e scrittrici degli ultimi 50 anni, ghettizzata, vilipesa, insultata, boicottata e minacciata dalla comunità lgbTRANS, da Hollywood e tutto lo star system, compresi coloro che a lei devono la carriera, semplicemente per essersi schierata a difesa delle donne, e per aver affermato la realtà biologica. Quindi chi è che inventerebbe nemici immaginari? Come la biologia, ad esempio.. Un'altra recentissima vittima del wokkismo è la trans più famosa di Hollywood. Ossia colui che il mondo liberalprogressista ha elevato a modello sociale e paladino dei diritti fino al punto di candidarlo all'Oscar nientemeno che come miglior ATTRICE. Togliendo evidentemente un posto a qualche vera donna. Peccato che lo star system liberal Hollywood l'abbia praticamente cancellata dagli Oscar e non solo da Hollywood. E per cosa? Per aver espresso delle idee poco politically correct su altre due minoranze...la comunità black e quella islamica. Peraltro esprimendo concetti di assoluto buonsenso. Descrivendo veli e simili come porcate misogine, e floyd..quello che effettivamente era. Un criminale. Chissà cosa deve essere passato nella mente dell'intellighenzia di Hollywood e dei progressisti... Difendere i terroristi di blm e la comunità afroamericana, e gli islamici...o la trans? Immagino il conflitto interiore... In effetti il woke non esiste...no..:mrgreen: https://www.gay.it/sara-conti-niccol...va-pattinaggio https://www.gay.it/mattoncini-lego-accuse-omofobia |
Re: L'immigrazione NON è una risorsa
Insomma hai citato alcuni tra i giornali più imparziale e unbiased dell'internet :D e ancora non ho capito cosa significa uoc...l'unica cosa che me l'ha fatto capire è questo meme
https://media.tenor.com/ktx-tDP5GnMA...te-is-woke.png |
Re: L'immigrazione NON è una risorsa
Quando vedo, nei talk show, agitarsi i testimonial del governo, e paventare una “dittatura woke”, mi chiedo non solo se i parlanti sappiano di cosa parlano, ma soprattutto se a casa capiscano cosa dicono, o non pensino che il tizio o la tizia stia evocando la tirannia della pentola cinese, che si scrive Wok ma si pronuncia Woke.
Anche negli Usa, da cui il concetto proviene e si è espanso negli ultimi anni, anche se di conio ottocentesco, non sembrano circolare idee molto chiare in proposito. Pochi sono coloro che si definiscono, in senso positivo, woke, molti di più, quelli in genere della destra radicale, che accusano la sinistra di esserlo. Già, ma cosa significa essere woke? Vuol dire essere a favore dei diritti LGBTQIA plus e di quelli dei trans, e del fatto che gli afroamericani non debbano essere massacrati dalla polizia e che possano disporre delle stesse chance di tutti? Si è woke se si pensa che, agli immigrati ai confini, non sia lecito sparare? E si è woke anche quando si crede che il riscaldamento globale stia creando danni all’ecosistema? Ecco, l’impressione è che il termine sia la classica notte in cui tutte le vacche sono bigie, e che in realtà sia semplicemente una nuova forma, magari più radicalizzata, del progressismo e del liberalismo americani. Se i movimenti woke, o definiti tali, rifiutano di definirsi liberal, progressisti o socialdemocratici, la ragione va cercata nell’esaurimento del lessico politico degli ultimi due secoli e nel fatto che liberalismo, socialismo, progressismo, sono tutti concetti occidentali – mentre i nuovi movimenti hanno rimesso in discussione proprio l’occidentalismo. Ma, terminologia a parte, il cosiddetto wokismo non è che l’ulteriore tappa della dialettica della modernità, quella della lotta tra avanzamento e reazione, dello scontro tra progresso e conservazione, della contesa tra chi intende allargare i diritti e le libertà da un lato, e chi, invece, vorrebbe conservare i privilegi, e anzi addirittura restaurarne di antichi – oggi si è accusati di essere woke anche se si è favore dell’interruzione di gravidanza e tra poco persino del divorzio… Non sono tuttavia solo gli esponenti del conservatorismo reazionario e della destra radicale a criticare il woke. Esiste anche una fetta di intellighenzia liberal o progressista o, meglio ancora, social democratica. Ne è un esempio il recente volume di Musa al- Gharbi, sociologo alla Columbia, che è al tempo stesso un’indagine sociologica – di sociologia della cultura – assai seria, e una delle più interessanti riguardo il fenomeno woke (We Have Never Been Woke: The Cultural Contradictions of a New Elite, Princeton University press, 35 euro). L’autore spiega che gli ideologi e gli attori sociali woke appartengono a una nuova élite, composta da coloro che frequentano o hanno frequentato le università, soprattutto le cosiddette Ivy League. Al-Gharbi li chiama “capitalisti simbolici”, perché, sulla scorta del concetto di Pierre Bourdieu, essi detengono un capitale, non economico, ma culturale. Un capitale molto rilevante visto che creare e governare i simboli finisce per trasformarsi in un potere considerevole: questa nuova élite domina l’Università, i media, le case editrici, Hollywood, Netflix, insomma l’industria dell’informazione ma anche quella dell’immaginario e della cultura, quella alta e quella pop. Tutto bene, non fosse che le battaglie per i diritti organizzate da questa élite, secondo al-Gharbi, non scalfiscono le diseguaglianze economiche e di status: delle donne, bianche, ma soprattutto afroamericane, latino e asiatiche. Degli afroamericani e dei figli di immigrati tutti. Dei lavoratori manuali, anche bianchi. Dati alla mano, l’élite woke, scrive l’autore, è ancora sostanzialmente costituita da maschi bianchi, a loro volta provenienti da famiglie dotate di un duplice capitale, economico e culturale. Un argomento che, però, finisce per essere a favore del woke: vuol dire che il movimento non si è ancora espanso a sufficienza. Al-Gharbi è anche convincente quando dimostra che l’ideologia woke legittima la nuova élite nella lotta per la competizione al proprio interno: visto che è costituita da una platea molto vasta, bisogna battersi assai duramente, nello stesso campo delle élite, per svettare e per riuscire a mantenere le posizioni. l’ideologia woke potrebbe essere definita, in termini marxiani, la “falsa coscienza” della borghesia progressista, anche se l’autore non utilizza questo termine. Sono anche d’accordo con Al-Gharbi, quando scrive che in realtà l’ideologia woke non esisterebbe, o per meglio dire, sarebbe un frullato di discorsi affondanti nella seconda metà del secolo precedente; più che un’ideologia, woke è una “parola-chiave”, un segnale che serve ai movimenti per definirsi ma soprattutto ai conservatori e alla destra radicale, per additare un nemico – se non ci fosse il woke, la destra non esisterebbe o comunque non saprebbe di cosa parlare. La ricerca di al-Gharbi è interessante, ed è un memento alla sinistra a non occuparsi solo di guerre culturali e di diritti, ma anche di salari. Come, secondo un famoso aneddoto, sarebbe sbottato Karl Marx durante una riunione politica in cui ci si dilungava in chiacchiere: “Compagni, parliamo di rapporti sociali!”. Tuttavia, stando alla sinistra americana e inglese, di Joe Biden e ora di Kamala Harris, e quella di Keith Starmer, mi pare che esse si siano non poco prese carico delle questioni economiche e salariali: l’amministrazione Biden è stata, rispetto a quella di Barack Obama e di Bill Clinton, old democrat, sul modello di Lyndon Johnson, il presidente da Biden sempre eretto come modello. Consideriamo però che, solo all’estrema destra, e per ragioni strumentali, credono esista ancora la “classe operaia” come soggetto sociale unitario. L’“operaio americano bianco” è ormai un totem esistente, più che nella realtà, nella propaganda trumpiana e dell’estrema destra europea – e comunque essi difendono questa figura fantasmatica non tanto perché operaio quanto perché bianco, che non è molto marxista come atteggiamento, e sarà “socialista”, ma solo nel senso in cui fascisti e nazisti si definivano tali. Giusta la dialettica della modernità, l’agenda woke è destinata in ogni caso a vincere: così come, nel XIX secolo hanno trionfato le “agende” del liberalismo e quelle della democrazia e nel XX secolo quella socialista democratica e il neoliberalismo dei diritti con il Sessantotto. Perciò la sinistra fa benissimo ad integrare nella propria proposta le richieste dei movimenti woke: senza dimenticare, però, che un programma di governo non può essere quello dei movimenti. Quanto alla destra, sarebbe intelligente se, anziché demonizzare e volerlo cancellare, proponesse, del cosiddetto woke, una lettura moderata, gradualistica, di “senso comune” alla Edmund Burke, anche per evitare di essere, per l’ennesima volta, espulsa dalla storia. Ma ormai, “destra” e “intelligenza”, sembrano essere diventate parole ossimoriche. Marco Gervasoni |
Re: L'immigrazione NON è una risorsa
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Re: L'immigrazione NON è una risorsa
Anche il sovranismo, personaggi come Orsini e tutta l'armata sedicente non mainstream mette in discussione la visione occidentocentrica.
Non capisco cosa vi sia di male e cosa possa mettere in crisi nel nostro ordinamento costituzionale il fatto di voler approfondire gli studi storici sull'america pre-colombiana e proporli nelle scuole, per esempio. |
Re: L'immigrazione NON è una risorsa
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Re: L'immigrazione NON è una risorsa
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Re: L'immigrazione NON è una risorsa
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L'immigrazione NON è una risorsa
Dico solo che quest’anno, per il fatto che sono residente in città, pagherò 364€ in più di assicurazione se voglio mantenere gli atti vandalici, per colpa di criminali, teppisti e riottosi di merda. E non abito neanche da Roma in giù.
Non dico cosa dovrebbero andare a fare gli accoglientisti di sto grande Signore, ma aggiungo solo che se vi azzardate ancora a dire che la criminalità importata è un bias fascista vengo a trovarvi a casa. Per un abbraccio ovviamente. |
Re: L'immigrazione NON è una risorsa
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Poi, se voi volete far diventare l'italia come è adesso l'inghilterra, con i pedofili stranieri che possono fare tutto quello che vogliono indisturbati, con sindaci musulmani, con corti islamiche in cui la legge viene applicata diversamente. Beh dissentire è un imperativo categorico. |
Re: L'immigrazione NON è una risorsa
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Ma se vanno ad applaudire ai barconi ma Dio https://youtu.be/Zp70CVoVCRg?si=NJB6XRoSY2YPYpV7 https://youtu.be/j2wRV0swCFk?si=4-WoHN5o2vszxEiF |
Re: L'immigrazione NON è una risorsa
Il 30% non è fascista, i fascistelli criminali hanno sempre fatto il 2-3% con i loro partitini marci.
Il 30% degli italiani ha capito che la situazione è grave, molti me compreso si è reso conto di cosa voleva davvero la “sinistra del progresso” e ha capito che bisogna andare giù con mezzi pesanti per provare a salvarsi |
Re: L'immigrazione NON è una risorsa
Gaucho ma sai leggere? Ho scritto "sinistra parlamentare" e tu mi posti i video di save the children? Ma è del mestiere questo? (cit.)
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Re: L'immigrazione NON è una risorsa
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Ma svegliati tu i parlamentari rappresentano chi li ha votati e tra quelli ci sono sti criminali che applaudono vergognatevi davvero |
Re: L'immigrazione NON è una risorsa
Ovviamente sei andato in ogni ufficio elettorale a controllare per chi abbiano votato quelli di save the children.
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Re: L'immigrazione NON è una risorsa
Gino Strada ha sempre votato Santanchè
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Re: L'immigrazione NON è una risorsa
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Per quanto riguarda il discorso sui vari ius il dibattito è ampio e articolato ma mi dovresti spiegare come mai, se spingere a far ottenere la regolarizzazione sarebbe un problema (pur limitando la clandestinità, il vero problema) quali sarebbero le alternative per diminuire i flussi di clandestini. Le alternative serie, quindi non sto parlando di blocchi dei porti (in Italia ci sono 8mila km di coste, e i porti ne coprono solo una frazione) o mettere mano alla marina militare...sai quante navi militari possiede la nostra marina? 8 sottomarini, 1 portaerei STOVL, 1 portaelicotteri da assalto anfibio (LHD), 3 navi d'assalto anfibio, 3 cacciatorpediniere missilistici, 10 fregate, 14 pattugliatori d'altura, 4 pattugliatori costieri e 10 cacciamine. E vuoi che le mafie internazionali (ma specialmente la nostra) non riescano a superare questo sbarramento agevolmente? Vorrei una proposta seria. PS A distruggere la cultura italiana, ça va sans dire, ci hanno già pensato gli anni del berlusconismo "culturale" con gli annessi e connessi. |
Re: L'immigrazione NON è una risorsa
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Non ho bisogno di queste persone africane senza arte ne parte, e no, non miglioreranno la condizione del MIO paese, non faranno abbastanza figli (forse uscirà qualche pargolo da qualche bianca amante del big bamboo, ma non sarà quello a fare la differenza. La maggior parte delle italiane li schifa i neri, e non ci farebbero i figli, al massimo li usano per il sesso) da pagarmi la pensione. Non ho nessun valore aggiunto dall'ospitare queste persone. Se la marina militare non riesce a respingerli vorrei che fossero deportati nei loro paesi di origine, e se questo comporta una spesa dell'1% del mio reddito, io dico si, sono disposto a spenderlo per questa buona causa. |
Re: L'immigrazione NON è una risorsa
Non si possono fermare quattro barchini sgangherati? Intanto arrivano fino alle nostre coste solo perché la stragrande maggioranza li va a prendere la nostra marina, e le ong, altrimenti basterebbe il mare a fare il blocco navale.
E comunque con qualche f35 controlli quello che c’è da controllare. Se veramente ci fosse un assedio incontrollato. Invece è tutto voluto. |
Re: L'immigrazione NON è una risorsa
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Re: L'immigrazione NON è una risorsa
Statisticamente se non ricordo male loro portano il 10% dei migranti via mare, e la nostra marina tipo il 75
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Re: L'immigrazione NON è una risorsa
l'Italia è un paese occupato e quindi fa ciò che vuole la potenza egemone, cioè l'America. Però si potrebbe creare una narrativa che oltrepassi la censura dei legacy media: si potrebbe pagare qualche influencer dal bel faccino per fare propaganda anti-euro e dire alle nuove leve che il motivo principale per cui hanno meno soldi dei loro genitori è per colpa dell'eurone che ha penalizzato di molto la nostra economia. Immaginate tutte le cumciettine e tutti i tommy ricciolini e i maranzini che non hanno abbastanza soldi per appagare il loro stile di vita consumistico che capiscono che l'euro è una fregatura e bisogna uscirne così i loro genitori avrebbero più soldi per la paghetta.
Silver Nervuti è un influencer simpatico ma ci vorrebbe uno che abbia un ascendente sul pubblico delle teenager, una specie di Pewdiepie che parla di economia. |
Re: L'immigrazione NON è una risorsa
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Avendo aperto i commerci alla Cina, all'asia, etc. e' evidente che quei paesi producono a prezzi inferiori, e la gente compra, anche se è merda, ma la gente tanto non capisce. Io ho un'amplificatore MADE IN USA che ha 46 (quarantasei) anni di vita, ma funziona alla perfezione, mentre le cose che compri adesso made in china non durano niente, ma alla gente questo non importa e non capiscono niente, per loro è normale che il cellulare duri 2 anni. Per colpa della mentalità stupida della gente abbiamo permesso ai selvaggi e ai musi gialli di produrre al posto nostro, e questi ci hanno fatto le scarpe, è evidente. |
Re: L'immigrazione NON è una risorsa
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Vorrei dire qualcosa ma quando leggo "selvaggi" e "musi gialli" cosa vuoi replicare?
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A me sn questioni che nn importano più tanto nn ci rimetto io in primis.. tanto le donne nn me la davano neanche prima e il lavoro ce l ho già.. so difendermi e sn abbastanza piazzato cmq alto e grosso...
Che ci rimettono sn le donne che vengono stuprate e importunate e scappate e gli anziani che vengono scippati... Amen tanto finché nn rompono a me va bene anzi mi giro pure dal altra parte faccio finta di niente se vedo reati commessi da stranieri neanche segnalo o provo a fermarli.. Vorrei insegnassero anche il corano a scuola così sarebbe palese come sia una religione molto liberticida e contro la donna altro che bibbia.. corano x tutti nn vedo l ora se solo potessi fare qualcosa x fare venire più stranieri delinquenti e poco di buono metterei la firma subito |
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Re: L'immigrazione NON è una risorsa
Nn e una provocazione io voglio le città piene di stranieri ma nn quelli bravi ma solo quelli che delinquono.. una volta la pensavo diversamente ma penso che se si vuole un cambiamento e giusto che prima ci sia un grande degrado sotto gli occhi di tutti.. io firmerei subito x il rimpatrio di tutti gli onesti e porterei solo i delinquenti ..
E solo il mio parere e nn ti permettere di minacciarmi di bannarmi solo xké la penso diverso da te |
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L'immigrazione NON è una risorsa
Certo che mettere un immigrato a condurre Sanremo ci vuole coraggio ah no aspe
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Re: L'immigrazione NON è una risorsa
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La differenza risiede nelle modalità. Sulle violenze di strada tra sconosciuti la violenza è pressoché sempre certa. A differenza di violenze maturate in contesti di frequentazioni varie e in cui potrebbe esserci inizialmente un consenso. Se poi i clandestini africani o gli immigrati hanno praticamente l'esclusiva delle violenze/aggressioni di strada di chi è la colpa? quindi in sostanza preferiresti un incontro ravvicinato con uno stupratore africano qualunque? Ma è perché ti farebbe schifo aver a che fare con un cattivissimo, bianchissimo e probabilmente evasorissimo riccastro?* Soprattutto se figlio di papà. Loro sono il Male. Giusto? I ricchi sono quella roba lì. Tutti evasori e anche un pò stupratori. Mica come gli africani, più o meno clandestini. Loro sono le vittime. Sempre. Il capro espiatorio perfetto. Sono povery, quindi vittime e quindi il Bene.* Anche quando fanno a pezzi le ragazzine, probabilmente. Molestano sugli autobus, o stuprano nei parchi. Probabilmente è un problema di metodo, e di sfortuna. E sarà sempre e comunque un caso che quasi la metà dei reati di natura sessuale* siano attribuibili all'immigrazione. Gli africani più o meno clandestini sono sempre così sfortunati da poter essere meno facilmente trovati, da fantasmi quali sono. In effetti vuoi mettere l'ebbrezza o la differenza tra poter non essere creduta dal ritrovarsi senza la speranza che il colpevole possa non essere mai nemmeno identificato e trovato perché ILLEGALE? No, le statistiche non dicono affatto questo. La differenza risiede nel fatto che le violenze in famiglia o con fidanzati o ex sono fenomeni incredibilmente circoscritti. Diffusi numericamente, ma circoscritti. I criminali, compresi molestatori e stupratori, si possono incontrare ovunque. Ergo coinvolge TUTTI. Rendendo CHIUNQUE una potenziale vittima. Certamente la questione vale per bambine, ragazzine e donne quando si tratta di molestie e violenze sessuali in luoghi più o meno pubblici. Oltre ad aggressioni di altra natura, furti o rapine. Ma può valere qualsiasi altro cittadino per qualsiasi altro tipo di reato violento, microcriminale, che di micro ha decisamente poco. Per le vittime. |
Re: L'immigrazione NON è una risorsa
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Eppure oltre a varie argomentazioni ho chiaramente evidenziato due esempi, su cosa sia il concetto di woke, e i danni relativi dalla diffusione nel mondo occidentale di tale morbo. Sorprende anche l'obiezione sulle presunta parzialità delle fonti, come se questo ne squalificasse i contenuti. Nei due articoli citati non si è fatto altro che spiegare minuziosamente, in uno, ciò che sta capitando da un paio di settimane all'ormai ex aspirante vincitrice, con cromosomi XY,* dell'oscar e del perché sia stata affondata dai suoi stessi supporter, e nell'altro si evidenzia un reportage di un giornalista sulle contraddizioni e l'ignoranza dei sostenitori della comunità lgbt, incapaci di rispondere ad una semplicissima domanda "che cos'è una donna". Gli altri due articoli sono presi da gay.it. Quindi si, in effetti è parzialissimo e ideologizzato ma evidenzia piuttosto bene quali siano le rivendicazioni e le idee della comunità lgbt. Quote:
Tra le altre, si, vuol dire esattamente questo. Impedire o contrapporsi alla dittatura di minoranze intolleranti e violente, che pretendono di alterare, modificare, plasmare, distorcere il mondo e la società a loro immagine e somiglianza. Alla santificazione della criminalita, o all'opposizione della colonizzazione islamista di tutto l'occidente. Ad esempio esaltando dei criminali o vittimizzandoli anche quando vittime non lo sono affatto, solo perché di un certo colore o una certa etnia. Vale per gli immigrati clandestini "nostrani" vale per gli afroamericani statunitensi, vale per i maranza o i casseurs delle varie periferie o banlieu che ormai crescono come i funghi in tutta europa. O Per le seconde o terze generazioni di immigrati che vivono di delinquenza, illegalità e terrorismo. Soprattutto quando in nome dell'antirazzismo e delle difesa dei suddetti criminali si aggrediscono o criminalizzano le forze dell'ordine o si mettono a ferro e fuoco quartieri e città. Come I floyd, o molto più in piccolo, i Ramy di turno. Discorso simile per i deliri o le aberrazioni che la comunità spaccia per diritti, ma che diritti non lo sono affatto. Tuttalpiù i capricci di una minoranza che ha trasformato una condizione o un orientamento sessuale in unideologia e in un manifesto politico. I diritti individuali, almeno in occidente, sono già tutelati. E lo sono anche a livello di coppia. Quello che giustamente non possono essere considerati diritti sono il matrimonio, o la filiazione, con annessi e connessi procreativi. NON è un diritto ripudiare la biologia per legge avallando l'esistenza di esseri umani figli di..o nati da due uomini o due donne. NON è un diritto autodefinirsi famiglia. NON è un diritto avere figli NON è un diritto sfruttare i gameti o i corpi di terze e quarte persone per rincorrere una genitorialità artificiale e fasulla. NON è un diritto modificare, alterare o distorcere la lingua inventando desinenze insensate, o imponendo asterischi, schwa o pronomi unicamente per soddisfare i capricci di una minoranza. NON è un diritto manipolare la biologia umana* propagandare l'esistenza di uomini incinti, gravidanze maschili, uomini col ciclo, o normalizzare concetti insensati come "sesso assegnato alla nascita, o censurare chiunque osasse affermare delle realtà biologiche. NON È un diritto pretendere che tutta la società debba adeguarsi ed inchinarsi all'esistenza di esseri umani fluidi, neutri o nobinary, o adeguarsi alle percezioni di una minoranza di individui, o adattare la burocrazia ai capricci di tali individui. NON è un diritto imporre le donne trans negli sport femminili NON è un diritto imporre le donne trans, quindi corpi maschili, nei bagni, negli spogliatoi, o in qualsiasi altri spazio esclusivamente femminile, e che tale dovrebbe continuare a rimanere. E no, non è un diritto imporre questi capricci con la forza della censura, o della propaganda. Sui media o sui social. I capricci di una minoranza non possono essere imposti con la censura, la criminalizzazione e la gogna verso chiunque osasse dissentire dalla comunità lgbt. Anche questo è woke. E infatti questa propaganda a senso unico sta portando dei risultati. Trump docet. la censura, e la violenza ideologica che le rivendicazioni trans/lgbt stanno insinuandosi ormai da anni nella società e in tutto l'occidente stanno avendo effetti deleteri proprio per la comunità e l'attivismo lgbt, nei cui confronti stanno crescendo odio e intolleranza. Quindi no, non può esserci nessuna graduale tolleranza o apertura. Non c'è alcun progresso nei deliri di tale minoranze, ma solo un criminale tentativo di imporre aberrazioni spacciandole per diritti. A tutto scapito dell'umanità, che non si vede perché dovrebbe diventare fluida per soddisfare l'ego di una minoranza chiassosa e violenta che ha evidenti problemi con la biologia, con la realtà e con l'accettazione dei propri limiti. E a tutto scapito dei bambini, trasformati in cavie da laboratorio, pronti ad essere sterilizzati sull'altare di teorie antiscientifiche e insensate, e delle donne. Calpestati nei diritti da uomini che millantano di essere donne, e ne rivendicano pari diritti. Questo no, non è progresso. Non è modernità. Non è evoluzione. Non è estensione dei diritti, ma è l'esatto contrario. È misoginia. Infatti trump ha vinto nonostante avesse contro Hollywood e tutto lo star system progressista. E le destre stanno avanzando in tutto occidente. Quote:
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