![]() |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
«L’amore mi si offrì e io mi ritrassi dal suo inganno;
il dolore bussò alla mia porta, e io ebbi paura; l’ambizione mi chiamò, ma io temetti gli imprevisti. Malgrado tutto avevo fame di un significato nella vita. E adesso so che bisogna alzare le vele e prendere i venti del destino, dovunque spingano la barca. Dare un senso alla vita può condurre a follia, ma una vita senza senso è la tortura dell’inquietudine e del vano desiderio. È una barca che anela al mare eppure lo teme». Edgar Lee Masters |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
The Drowned Children You see, they have no judgment. So it is natural that they should drown, first the ice taking them in and then, all winter, their wool scarves floating behind them as they sink until at last they are quiet. And the pond lifts them in its manifold dark arms. But death must come to them differently, so close to the beginning. As though they had always been blind and weightless. Therefore the rest is dreamed, the lamp, the good white cloth that covered the table, their bodies. And yet they hear the names they used like lures slipping over the pond: What are you waiting for come home, come home, lost in the waters, blue and permanent. Louise Gluck |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
|
Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Apelle
Figlio di Apollo Fece una palla Di pelle di pollo Tutti i pesci Vennero a galla Per veder la palla Di pelle di pollo Fatta da Apelle Figlio di Apollo [applausi] |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Il ritorno della cometa Sono qui nell'ombra declinante degli anni e leggo sui giornali che sta per arrivare la cometa di Halley. Pochi la vedono due volte, c'è chi nasce dopo il suo passaggio e muore prima del suo ritorno. Il suo corno è puntato verso un futuro che precipita subito in sale di memorie. Si rituffava in quella sua intervallata lunga oscurità e già l'infanzia dei padri sbiadiva nei deboli contrasti di una pellicola muta. Gli uccelli e le cicale non ricordano niente delle stelle: per becchi per èlitre il tempo è una borra di primavere morte. La fuga indecifrabile delle stagioni terrestri si fissa in rughe umane. Da ragazzo ho seguito Gordon Pym fino all'imbuto bianco che lo inghiotte. Adesso è tutto conosciuto, tutto già scritto. Solo il cielo resta chiuso nei suoi sette sigilli. (Fernando Bandini) |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
A Beatriz Bibiloni Webster de Bullrich
I L’alba vana mi coglie sull’angolo deserto di una strada; sono sopravvissuto alla notte. Le notti sono onde altere: onde di tenebra blu, dalle cime incombenti, cariche d’ogni sfumatura del bottino abissale, di cose incredibili e desiderabili. Le notti offrono sempre misteriosi regali e rifiuti, cose metà cedute, metà trattenute, gioie con un emisfero cupo. È così che si comportano le notti, te lo giuro. I flutti, quella volta, mi hanno lasciato i soliti relitti, i consueti detriti: qualche amico aborrito per parlare, musica per i sogni, e il fumo di ceneri amare. Cose del tutto inutili per un cuore affamato. La grande ondata ha portato te. Parole, parole qualsiasi, la tua risata; e tu così pigramente, così incessantemente bella. Abbiamo parlato e tu hai dimenticato le parole. L’alba disastrosa mi coglie in una strada deserta della mia città. Il tuo profilo che si volta e si allontana, i suoni che compongono il tuo nome, la cadenza della tua risata: ecco gli splendenti giocattoli che mi hai lasciato. Li osservo nella luce nascente, li perdo, li ritrovo; li descrivo ai pochi cani randagi, alle poche stelle randagie dell’alba. La tua vita ricca e oscura… Devo raggiungerti in qualche maniera: metto via gli splendenti giocattoli che mi hai lasciato, voglio il tuo sguardo nascosto, il tuo vero sorriso, quel sorriso beffardo e solitario che il tuo impassibile specchio conosce. II Con cosa posso trattenerti? Ti offro povere strade, tramonti disperati, la luna dei laceri sobborghi. Ti offro l’amarezza di un uomo che ha guardato a lungo, molto a lungo, la luna solitaria. Ti offro i miei antenati, i miei morti, i fantasmi che i vivi hanno onorato oggi col bronzo: il padre di mio padre ucciso ai confini di Buenos Aires con due pallottole dentro i polmoni, morto barbuto che i suoi soldati avvolsero in una pelle di vacca; il nonno di mia madre, ventiquattrenne appena quando guidò la carica dei suoi trecento uomini in Perù, ormai spettri su cavalli svaniti. Ti offro ogni intuizione racchiusa nei miei libri e quanta virilità o buon umore ha la mia vita. Ti offro la lealtà di un uomo che non fu mai leale. Ti offro la mia essenza, salvata non so come, quel centro del cuore che non tratta parole, non traffica coi sogni e non è mai toccato dal tempo, dalla gioia o dalle avversità. Ti offro il ricordo di una rosa gialla vista anni fa al tramonto, prima che tu nascessi. Ti offro spiegazioni di te stessa, teorie su di te, notizie vere e sorprendenti al tuo riguardo. Ti posso dare la mia solitudine, le mie tenebre, la fame del mio cuore; cerco di allettarti con l’incertezza, il pericolo, la sconfitta. (Borges) |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
se mi stacco da te, mi strappo tutto:
ma il mio meglio (o il mio peggio) ti rimane attaccato, appiccicoso, come un miele, una colla, un olio denso: ritorno in me, quando ritorno in te: (e mi ritrovo i pollici e i polmoni): tra poco atterro a Madrid: (in coda qui all’aereo, selezionati miei connazionali gente d’affari, dicono numeri e numeri, mentre bevono e fumano, eccitati, agitatamente ridendo): vivo ancora per te, se vivo ancora: Edoardo Sanguineti |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Perché tu non mi ami
Sorrido - e il sorriso mi cola e langue dalle labbra, come un fil di sangue perché tu non mi ami Danzo - e le mie braccia sono due ancore che strascico al suolo. Sbianco perché tu non mi ami. Fumo - e il fumo, nel panico dell'ora, mi strozza come la sciarpa di Isadora perché tu non mi ami N. Cassian |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
A volte nel rifugio del mio angolo
credo di metterti in quel muro o in quell’altro che nell’angolo s’incontrano mai invece potrò metterti in mostra o coi modi invisibili del cuore in un posto portarti sei in me e dovunque come un salnitro da gran tempo abiti anche i muri Bartolo Cataffi |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Cogli questo piccolo fiore e prendilo.
Non indugiare! Temo che esso appassisca e cada nella polvere. Non so se potrà trovare posto nella tua ghirlanda, ma onoralo con la carezza pietosa della tua mano e coglilo. Temo che il giorno finisca prima del mio risveglio e passi l’ora dell’offerta. Anche se il colore è pallido e tenue è il suo profumo serviti di questo fiore finché c’è tempo e coglilo. Rabindranath Tagore |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Non è una poesia vera e propria ma ci tengo a riportare questo mio componimento in rima.
All'ITS che stavo frequentando, alla fine di una lezione sui pannelli fotovoltaici, il prof ci chiese di riassumere il programma nel modo che volevamo e io lo riassunsi con questa "poesia": "Buongiorno, sono D.M. il professore!" Quest'uomo mi fa subito un'ottima impressione! "Sono il vostro insegnante di fotovoltaico!" Speriamo spieghi bene, che non spieghi in aramaico! Inizia a illustrarci i vari tipi di impianti, speriamo che questi argomenti siano interessanti! Impianti monofase, trifase, stand-alone. Ascolto la lezione e dico "Però!" Quadri elettrici, inverter, contatori, la mia mente sprizza energia da tutti i pori! Come si trasforma il solare il elettrico? Ecco a te la spiegazione, non essere scettico! Dei pannelli fotovoltaici l'angolazione, del Sole la posizione e la radiazione e infine l'ombreggiatura: tutte cose a cui bisogna prestare moltissima attenzione! All'improvviso il prof dice: "Disegnate una mela!", nel frattempo mi chiedevo: "Come mai questa richiesta?" Ma poi fui preso da una voglia lesta di fare una natura morta, ma su carta, non su tela! Dopodiché il prof mette sulla cattedra dei sacchetti, con al loro interno 3 differenti oggetti. Dobbiamo riconoscerli tramite il solo tatto: tutti noi speriamo di non andare di matto! I 3 oggetti erano una mela, un interruttore e una lampadina, la maggior parte di noi riconosce solo la prima. Eccoci spiegato di conoscenza il concetto, in un modo pressoché perfetto! Ma di certo non finiscono qui gli argomenti: scaricatori, sovratensioni, sovracorrenti! Abbiamo diversi tipi di cavi: unipolari, con guaina, senza guaina, multipolari... Cavi FG7, FG21M21: non ce ne sfugge proprio nessuno! Identifichiamo i conduttori tramite il colore: blu quelli di neutro, giallo-verdi quelli di protezione! Bene, ogni argomento è stato messo in rima, non vedo l'ora di continuare questa avventura, fino a raggiungere la cima! |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
.
|
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Ho trovato questa.
In quale trappola sono caduta Mio padre in me digeriva le perdite. Io non me ne curavo ma sentivo il babbo nelle mie mascelle strette la notte, schiacciare e smaltire l’osso della rovina. Io sentivo come quando anche lui non dormiva assediato da conti pessimi – con quel peso sul capo e un’ulcera. Sentivo il babbo la notte che in me digeriva il disastro. Il dissesto. L’ansia nelle mie mascelle la notte afferrava la faccia e la stritolava (Mariangela Gualtieri, da Le giovani parole, Einaudi 2015) |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Quando ieri spuntò la luna, immaginai che essa volesse generare un sole: tanto larga e gravida appariva all'orizzonte.
Ma essa mentiva con la sua gravidanza; e preferisco credere a quanto v'è d'uomo che a quanto v'è di donna nella luna. In verità ha poco dell'uomo questa timida sognatrice notturna. In verità, essa è con cattiva coscienza che cammina in alto sui tetti. Poiché è pieno di libidine e gelosia il monaco nella luna, di libidine per la terra e per tutte le gioie degli amanti. No, non amo questo gatto sui tetti! Ripugnanti mi sono tutti quelli che sgusciano intorno a finestre socchiuse. Pia e silente cammina su tappeti di stelle: ‑ ma io non amo piedi virili che non fanno rumore, a cui non tintinna sperone. Il passo d'ogni uomo leale parla; il gatto, invece, scivola sul suolo. Vedi, come un gatto si accosta la luna, e slealmente. ‑ Questa similitudine do a voi sensibili ipocriti, voi della «conoscenza pura»! Voi chiamo ‑libidinosi! Anche voi amate la terra e il terrestre: ho indovinato come siete! ‑ ma vergogna c'è nel vostro amare e cattiva coscienza: uguali alla luna siete! Al disprezzo del terrestre hanno indotto il vostro spirito, ma non le vostre viscere: e queste sono in voi la cosa più forte! E ora il vostro spirito si vergogna di essere prono alle vostre viscere e sfugge alla propria vergogna per sentieri nascosti e sentieri di menzogne. (Nietzsche, Dell'immacolata conoscenza) |
EUGENIO MONTALE
Ho sceso, dandoti il braccio, un milione di scale Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino. Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio. Il mio dura tuttora, nè più mi occorrono le coincidenze, le prenotazioni, le trappole, gli scorni di chi crede che la realtà sia quella che si vede. Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio non già perché con quattr'occhi forse si vede di più. Con te le ho scese perché sapevo che di noi due le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate, erano le tue. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Fine dell’estate
Dopo che mi vennero in mente tutte le cose, mi venne in mente il vuoto. C’è un limite al piacere che trovavo nella forma… In questo non sono come voi, non ho risoluzione in un altro corpo, non ho bisogno di un riparo fuori di me… Mie povere ispirate creazioni, siete distrazioni, in ultimo, puri inceppi; siete alla fine troppo poco simili a me per piacermi. E così candide: volete essere ripagate della vostra scomparsa, pagate tutte con qualche parte della terra, qualche ricordo, come una volta eravate compensate per il lavoro, lo scriba pagato con argento, il pastore con orzo per quanto non è la terra a durare, non queste schegge di materia… Se apriste gli occhi mi vedreste, vedreste il vuoto del cielo specchiato in terra, i campi di nuovo nudi, senza vita, coperti di neve… poi luce bianca non più travestita da materia. Louise Glück |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Era il tempo che si stava | insieme senza sapere. | Ora che conosciamo | non s'ha tempo di rimanere. (F. Fortini)
|
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
''Quelli in corsa verso la Morte
Quelli che aspettano Quelli che si preoccupano'' |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Aranzulla
Carissimo Aranzulla mi dispiace ma sei il nulla hai fatto il grano con gente citrulla ti dovevano strozzare nella culla. Sarai anche nato con la camicia ma con quei pettorali non vedrai tanta micia coi muscoli finti ti credi un gran fico ma resti uno sgorbio, io te lo dico. Tu sei forte solo grazie ai tuoi soldi ma sei pariestetico di Massimo Boldi mi dispiace, non sei De Sica solo col cash tu vedrai la fica. Sarebbe stato molto più utile se fossi rimasto un pochino più umile invece sei solo uno stronzo classista col tipico atteggiamento da arrivista ma ricorda, sei un parvenu e io ti mando affancù. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Non so perchè ma mentre guardavo il mio profilo mi è venuta la bizzarra idea di comporre un "poema" utilizzando i nomi degli utenti che ho nella lista amici:
E' notte fonda e guardo la LUNA piena, tonda come una MELA, e in essa SINTRAvede la speranza di non essere SCONFITTO dall'ansia e dalla paranoia. Sento il bisogno di ascoltare HELTERSKELTER dei Beatles ma forse PRIMA sarebbe meglio leggere un libro di LOVECRAFT... Per scacciare le tenebre dentro di me ci vorrebbe la TRINACRIA... XCHENNPOSSOREGgere tutto questo? |
Tutti gli orari sono GMT +2. Attualmente sono le 21:35. |
Powered by vBulletin versione 3.8.8
Copyright ©: 2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.