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Re: Fa più male non piacere o provare a piacere?
Così a una prima lettura, volevo semplicemente rispondere "non ci sono speranze, non ci sono margini di miglioramento anche se mi sarebbe piaciuto tanto avere una ragazza, amare, vivere certe cose". Però ci ho riflettuto un po' meglio.
Partiamo dalle possibilità di miglioramento in sè, quante persone hanno davvero raggiunto il proprio potenziale massimo? Per fare un esempio più concreto, si tratterebbe di andare regolarmente in palestra, di fare una sana alimentazione, di stare un buon numero di ore all'aperto e poco davanti allo schermo. Poi se come potenziale massimo di miglioramento includessimo anche la chirurgia, lì davvero ci sono molte cose in più. Ma eliminiamo la chirurgia dal discorso, perchè non tutti hanno i soldi per farla nè se la sentono di intraprendere interventi che possono di fatto essere pericolosi. Insomma, direi che una buona fetta di persone non dedica tutte queste energie al miglioramento estetico. Poi, ci sarebbe tutta la sfera del migliorarsi a livello di intelligenza emotiva, il "saperci fare", che conta in un certo qual modo. Il saperci fare non è agire seguendo una specie di copione, si tratta di avere esperienza, di saper gestire le emozioni dell'innamoramento, di saper gestire il rapporto. Ma a livello ancora più basico (e a me manca anche il livello basico), si tratta di andare spesso in posti dove si può conoscere gente, anche se questi posti fanno cagare. Quindi andare in discoteca sostanziamente ogni sera, stare su tinder, andare a corsi o attività inutili e insensate. E tutto questo porta via una quantità incredibile di tempo e soldi. E' impensabile voler sviluppare queste capacità se parti da una condizione di solitudine e inadeguatezza e non pretendi di cambiare. Il restare così come sei implica che al 99% si rimane soli (ed è una cosa che si può accettare anche se a malincuore). In questa analisi relativamente rapida mi è venuto in mente questo, ma volendo scavare sicuramente si trovano anche altre cose. Il punto secondo me allora è questo: Ha senso dedicare il 100% delle proprie energie solo al trovare una relazione e dopo averla trovata continuare a impiegare quelle energie solo per mantenerla? Ci sono persone che senza doverci nemmeno pensare hanno tutte le relazioni che vogliono, beh so che non sarà mai il mio caso. Ad ogni modo io non ce la farei a rinunciare completamente a tutto quel poco che ho e quel poco che sono per una scommessa. Sì perchè tu puoi anche dare il 100% delle tue energie in questa ricerca e restare comunque a mani vuote (oppure sbagliare qualcosa di stupido e venire lasciato). Insomma io non me la sento di buttare nel cesso quelle poche cose che ho, queste piccole passioni che coltivo, queste serie tv, questi videogiochi, questi studi che faccio... perchè buttare via la mia individualità e distruggerla solo nella speranza di trovare qualcuna ed essere alla fine comunque inadeguato e al di sotto di altri uomini che nemmeno devono impegnarsi un minimo? Cioè, sembra non avere alcun senso provarci, sotto questo punto di vista. E no, non è possibile raggiungere il mio potenziale massimo e al contempo coltivare le altre passioni. Chi si dedica con serietà all'attività fisica, sta col misurino a guardare quante calorie assume e cosa mangia, poi deve passare serate e serate in vari posti. Sostanzialmente ti resta solo il tempo per lavorare o studiare. Se dovessi fare tutte queste cose, quando ci gioco a miei videogiochi? Quando vado a guardare le mie serie tv? Quando posso mettermi a studiare le animazioni tridimensionali e a modificarle su blender? Quando posso fare i miei studi sull'esoterismo o su qualunque altra mia curiosità? Non lo potrei fare. Ora, sono fatto così, a quale ragazza potrò mai piacere o interessare? Semplicemente a nessuna. Se non altro dovrei quantomeno superare la mia fobia di guidare l'auto e imparare a farlo (anche perchè potrebbe servirmi per lavoro) ma anche ammesso di superare questa cosa, rimarrei comunque eternamente squalificato. Anche impegnandomi come ho detto, non raggiungerei mai un livello tanto alto... |
Re: Fa più male non piacere o provare a piacere?
Siccome è una pressione esterna questa del dover cambiare e non una vera esigenza interna io ho scelto la seconda opzione.
"Migliorare" alla fine in questo contesto significa cercare di aderire a qualche modello che attrae con maggiori probabilità, ma non sento una spinta fortissima interna per aderire a questi modelli, lo farei soltanto per avere più possibilità. Non sono sicuro che poi starei bene a forzarmi, va a finire che aggiusto una cosa, riuscendo ad attrarre, ma vado a sfasciarne altre. Per esempio so che va di moda oggi il tipo un po' palestrato e tatuato, ma che dovrei fare? Combinarmi così, come Gianni Vacchi, per attrarre le pupe? Questo stile di vita non mi appartiene minimamente, se riesco ad attrarre qualcuna che mi piace va, se non riesco mi sa che soluzioni vere non ce ne sono. Per me non si tratta nemmeno di valutare soltanto i margini di "miglioramento", ci sono molte altre cose in gioco da valutare. Non è che se vedo che posso migliorare in certi sensi è sicuro che poi lo faccio volentieri e che poi riuscendoci, sarò in pace col consorzio sociale di merda, mi sa che in pace non ci sarò lo stesso, anzi, può essere che il disagio invece di diminuire aumenta. Io ormai mi rendo conto che sono una persona realmente fuori norma a vari livelli, non aderisco ai valori sociali più diffusi così, naturalmente e volentieri, e cosa dovrei fare? Aderirvi per essere accettato? E funzionerà? Continuo a pensare che tirarsi fuori da questo conflitto non si può con poche cazzate psicologiche, se si potesse gli psicologi avrebbero impedito a monte che ci fossero dei conflitti concreti dove le persone poi si scannano e sbudellano davvero. |
Re: Fa più male non piacere o provare a piacere?
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Re: Fa più male non piacere o provare a piacere?
Io piaccio a molti pochi, all'inizio sembra che piaccia a tanti perché guardano l'aspetto fisico e i sorrisi da persona ben socializzata. E il fare da donna remissiva Poi però saltano fuori cose della mia personalità e il mio modo di vivere che ritengono strane e non capiscono, e allora passano a un'altra . In realtà quelli a cui sono piaciuta davvero davvero hanno apprezzato questo mio essere fuori posto perché anche loro erano così. E allora sapevano che erano di fronte a una che li poteva capire e essere loro alleata fino in fondo
diverse persone che mi conoscevano bene hanno detto che ero la persona più strana che conoscevano |
Re: Fa più male non piacere o provare a piacere?
In cosa consistono esattamente questi fantomatici "miglioramenti"?
Comprare una casa? Non abitare più coi miei? Sarebbero tutte cose materiali che farei non per il mio benessere, ma per risultare appetibile per qualcuno. Il famigerato status. Mentre se devo pensare al mio benessere, non devo migliorare proprio niente. Ora come ora ho già tutto quello che voglio, e faccio tutto quello che voglio. E qui arriviamo al nocciolo della questione: se proprio dovrei apportare qualche miglioramento (che poi chiamerei compromesso più che miglioramento) lo farei per qualcuno che già è interessato a me a prescindere, con cui già c'è un legame e che vuole fare un percorso insieme a me. Altrimenti non trovo il senso di cambiare nulla, se lo devo fare per piacere a una entità astratta che non c'è, non esiste. Così sto già benissimo e non devo cambiare niente. L'unico "miglioramento" potrebbe significare provarci di più, ma siccome non ho questo bisogno disperato di stare con qualcuno sarebbero il più delle volte comportamenti forzati, e non spontanei. |
Re: Fa più male non piacere o provare a piacere?
Nightlights, la premessa del thread è forte insuccesso sessuale e sentimentale.
"Stai benissimo così", per gli attuali canoni non puoi stare benissimo se non sei capace di piacere. |
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Re: Fa più male non piacere o provare a piacere?
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Mica sono gli altri che devono stabilire cos'è che mi fa stare bene e cosa no. Lo stabilisco io. Se sono insieme a 300 persone che fanno le stesse cose ma a me quelle cose che fanno non piacciono non è che devo farle per forza anch'io perché le fanno tutti. Se non mi fanno stare bene non le faccio. Molto semplice. Mi spiego? |
Re: Fa più male non piacere o provare a piacere?
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Sto solo dicendo che se io do 7, mi aspetto di ricevere 6-7-8, se mi rimandi 5 rimarrò deluso. Se io continuo a dare e non ricevo neanche il pane quotidiano, ma solo l'elemosina, è un attimo che mi disinteresso perchè sentirei un senso di inadeguatezza e vergogna troppo forte nei miei confronti. Non me lo posso permettere. A questo punto preferisco restare solo. Con questo non voglio veicolare ed invogliare ad un'arrendevolezza prestabilita |
Re: Fa più male non piacere o provare a piacere?
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Re: Fa più male non piacere o provare a piacere?
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Però ci stiamo un po' allontanando. |
Re: Fa più male non piacere o provare a piacere?
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Tu stai dicendo che se uno ha il vento contro e deve correre, dovrebbe continuare a correre e fregarsene nel vento. Anch'io lo penso lo stesso modo purché questa persona che ha sempre il vento contro sappia che il vento gli permette alcune cose ma non gliene permette altre. Tipo: se vuole fare gli stessi ritmi degli altri che non hanno lo stesso problema non ci riuscirà. Se farà dei confronti ne uscirà perdente. Deve considerarlo, non è che deve smettere. |
Re: Fa più male non piacere o provare a piacere?
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Non credo sia tutto così bianco o nero, con due sole opzioni di condotta, esistono anche le sfumature, nel senso che ognuno cerca il suo modo di reagire a tutto questo e ognuno lo fa un po' a suo modo. Ovvio, riuscire ad accettarsi, a farsene una ragione, come nell'opzione 2, risolve molti problemi, ma non è affatto facile farlo. Quel che posso portare per contribuire alla discussione in qualche modo è la mia esperienza, come ho vissuto questa situazione io e come si è evoluta negli anni. Ho sempre avuto, fin da piccolo, la consapevolezza che per me i rapporti sentimentali non sarebbero stati facili come per altri, bastava guardare i miei coetanei che si fidanzavano ed io ero uno dei pochi che rimaneva sempre solo. Fino ai 16/17 anni la cosa non è stata troppo pesante, ho avuto le mie cotte mai dichiarate, ma erano cose diciamo un po' da "bambini", erano altri tempi. La situazione si è fatta pressante con la maggiore età, l'assenza di una partner era diventata il Problema (con la P maiuscola). Si cercava continuamente quello, i pub, le uscite in gruppo, la discoteca, qualunque situazione era mirata a cercare una ragazza. Non era neanche un fatto di trovare quella giusta, se una era carina andava bene anche senza conoscerla. E fu più o meno così che mi fidanzai anche io, amica di una conoscente, non ci avevo mai parlato, era molto carina e questo a me bastava (per essere come gli altri? Boh). Andavo la sera vicino a casa sua, lei, che non poteva uscire diceva di andare a buttare la spazzatura e limonavamo 5/10 minuti su una panchina. Ne ho un ricordo molto tenero, anche se mi lasciò dopo qualche mese per un altro. Dopo lo scoglio della prima fidanzata arrivò quello di perdere la verginità, ma io più che qualche approccio maldestro, qualche serata a limonare al cinema con l'amica da fuori di un amica e poco altro non trovavo. Dovetti aspettare i 26 anni e dovetti farlo con una ragazza più grande che non mi piaceva nemmeno particolarmente per togliermi il fardello. Da lì ebbi l'apice della mia carriera sentimentale, con una storia abbastanza importante e altre due o tre di pochi mesi. In tutto questo lasso di tempo, fino a circa 36/37 anni ho scelto l'opzione uno, fare di tutto per avere successo con l'altro sesso, cercare di piacere in tutti i modi, non è bello da dire ma anche abbassando le mie aspettative, nel senso di farmi piacere certe cose, passarci sopra, pur di stare insieme a qualcuno. Poi non so cos'è cambiato, forse l'ultima cazzata sentimentale fatta, forse sono cresciuto, forse mi sono semplicemente rassegnato e devo dire che sotto quel punto di vista sto meglio. Sono ormai tanti anni che non cerco nessuno o spero che arrivi per caso, non frequento più nessun ambiente o chat dedicata, mi dedico ai tanti altri miei problemi. Non mi sono accettato, non credo che potrò farlo mai, vivo la mia singleitudine (esiste questo termine) come una mia colpa, di non essere stato abbastanza capace, di aver sprecato troppe occasioni, di non aver mai capito i segnali. Lo ammetto, a volte mi soffermo ancora a guardare le coppie con un po' di malinconia, con quel senso di "poteva essere ma non è stato", poi mi passa e mi dedico al prossimo problema della mia vita... |
Re: Fa più male non piacere o provare a piacere?
Provare a piacere, tanto si fallisce soltanto
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Re: Fa più male non piacere o provare a piacere?
Uno può fare il piacione quanto vuole ma il carattere vero viene sempre a galla, e anche presto. Inutile fare recite, bisogna accettare che non tutti siamo compatibili.
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Re: Fa più male non piacere o provare a piacere?
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Comunque tieni conto anche che verso i 40 anni la libido non è più come quella di prima; questo spinge verso una certa mentalità. Aggiungici che probabilmente sei andato in un simil-overtraining con quelle esperienze da 36enne. |
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