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Re: Le ragioni dell'immobilità
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Re: Le ragioni dell'immobilità
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L'attivazione (intesa come reale consapevolezza di se stessi) è sicuramente importante. Certe persone purtroppo non si conoscono sul serio, convivono con la propria pelle senza comprendere bene come funzionano e cosa vogliono. Però. E’ comunque possibile avere una buona cognizione di sé e sentirsi comunque bloccati, in gabbia. E' molto triste ma capita.. capita spesso. |
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Re: Le ragioni dell'immobilità
se uno avesse più o meno la garanzia che attivandosi starebbe meglio allora non sarebbe così pigro o stupido da non muovere un dito...evidentemente se non lo fa è perchè già sa che andrebbe solo a peggiorare la situazione!
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Re: Le ragioni dell'immobilità
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Poi forse dipende cosa si intende con stare meglio. Per quanto mi riguarda forse mi rivedo in quanto dice Angus, una situazione in cui fossi libera di esprimere tutta me stessa mi creerebbe troppa agitazione (quindi starei meglio, ma starei anche molto peggio --> ansia, doc, ossessioni), invece il mio essere gatto di marmo mi priva di molte possibili gioie, di una vita piena e appagante ma mi crea meno turbamento. O almeno credo :sisi: |
Re: Le ragioni dell'immobilità
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Dove si cerca di convincermi con questo sistema? :interrogativo: Magari lo avevo capito all'inizio che sarei stato meglio se avessi creduto, visto che credere davvero che c'è qualcuno che comunque mi salverà mi farebbe stare meglio. Il punto fondamentale è che non ci credo davvero e penso che non c'è nessuno che mi salverà, niente di quello che ho visto e che ho attorno riesce per ora a farmelo credere perché ho visto un mucchio di volte persone abbandonate al loro destino fare una fine di merda. La sfiducia nella possibilità di essere davvero più felici non è una cosa facile da "curare" secondo me, una persona sfiduciata non può convincersi ad aver fiducia pensando che in fondo se avesse fiducia starebbe meglio, deve averla davvero questa fiducia. Se io credessi di essere indistruttibile e di poter guarire da qualsiasi malanno starei di sicuro meglio a livello psicologico, solo che io non ci credo, vedo che anche una piccola patologia il mio corpo non la risolve, non riesco a credere di avere questa capacità. Io questa fiducia non ce l'ho, non mi piace la mia vita così come la conosco, e sinceramente ancora non ho trovato nulla che mi convinca davvero che è altro da quel che ho conosciuto, visto che anche i tentativi di farmi cambiare non fanno altro che confermare la mia visione negativa. |
Re: Le ragioni dell'immobilità
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Se la situazione è libera dovresti controllarla totalmente, e se la controlli totalmente cosa potrebbe renderti ansiosa? Se sei libera da ogni ostacolo, sei libera e basta, quindi qualsiasi cosa dovesse renderti ansiosa la potresti annullare, sei libera o no? Alla fine il problema è che nelle situazioni concrete non si è davvero liberi mai, perché il potere è sempre limitato e quindi non si è mai liberi di esprimersi. Io la immagino una situazione in cui mi sento libero di esprimermi, sono su un palco e non dico nulla, cazzeggio e la gente invece di annoiarsi mi acclama, più libero di così, libero di esprimermi e non fare un cazzo come a casa in poltrona e non essere criticato per questo. O magari mettermi a scrivere i miei pipponi così come li scrivo qua e non ricevere critiche dal muttley di turno e simili, ma dov'è che posso essere libero di esprimere tutto me stesso? Ve lo dico io dove, da nessuna parte, bisogna per forza esprimersi secondo i registri che il pubblico ritiene opportuni altrimenti non ci si esprime, alla fine l'espressione non è mai di se stessi, è un compromesso sempre tra noi e i rompi coglioni che stanno attorno. Uno sta in una situazione, scrive come riesce a scrivere, fa quel che vuole fare, e arrivano tizio, caio e sempronio che dicono "cerca di essere te stesso, dici qualcosa, fai questo e quell'altro" ma chi cavolo vi ha detto che non lo ero me stesso? Siete voi che volete un me stesso diverso, io me stesso già lo ero nella situazione e prima che apriste bocca stavo sereno e tranquillo. Per questo si è ansiosi, nervosi e compagnia bella. Uno non ci pensa subito ma queste cose poi infastidiscono, non è vero che si è liberi, l'ansia c'è proprio perché si crede che c'è sempre qualche ostacolo che rovinerà le cose. Se uno credesse davvero che questi ostacoli in relazione alla propria performance espressiva non ci sono, non sarebbe nemmeno così ansioso. Se ti esprimi è implicito che il messaggio deve arrivare in modo positivo al ricevente, altrimenti è inutile sostenere che si sta esprimendo il proprio essere, con chi lo esprimi te stesso? Col muro, o un gruppo che manco ti vede o ti denigra? |
Re: Le ragioni dell'immobilità
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Re: Le ragioni dell'immobilità
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"Dio", secondo la visione di molti, non è un oggetto o un soggetto che "esiste" bensì qualcosa di diverso, che potresti capire se la facessi, quest'indagine. |
Re: Le ragioni dell'immobilità
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A me il parallelismo torna abbastanza. |
Re: Le ragioni dell'immobilità
Comunque mi stupisce un po' il fatto che molti qui si ritengano affetti da una malattia mentale e al contempo si fidino ciecamente di tutto ciò che passa loro per la mente. Dite la verità, mi state prendendo tutti in giro.
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Re: Le ragioni dell'immobilità
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Re: Le ragioni dell'immobilità
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Re: Le ragioni dell'immobilità
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Non sarà che non si *è* timidi, evitanti, ecc., ma lo si fa, è una reazione difensiva che non descrive ciò che siamo? |
Re: Le ragioni dell'immobilità
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Con questa mossa hai peggiorato la situazione :mrgreen:. |
Re: Le ragioni dell'immobilità
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Se ti convince l'idea che non sia un'allucinazione penserai e crederai non sia un'allucinazione, ma se non sei convinto, resti non convinto. Poi la cosa divertente è che cercano di convincerti che la tua mente sarà capace di fare certe cose e influenzare certi esiti e al contempo dicono che non è bene fidarsi della propria mente e di certi giudizi. Ma i giudizi stanno tutti nella propria mente, anche il giudizio relativo all'utilità di questo o quel discorso, sempre nella mente sta. Quindi se la mia mente dice che lo psicoparagnosta ha ragione devo fidarmi o no? Alla fine è la tua mente che ti dice di non fidarti di certi giudizi della tua mente, a un qualche livello ti fidi comunque. Quello che chiami io, non è che sta fuori dalla mente, è un'altra cosa che giudica, è sempre e comunque la tua mente a parlare. Io vorrei che si andasse fino in fondo a questo discorso, che la si sfiduciasse davvero, poi però non vedo che le persone lo fanno, continuano a sostenere una serie di cose, ma che fondamento hanno? Nessuno, come tutto, visto che dalla mente arrivano e non puoi fidarti, potrebbe essere malata e alterare tutto, farti credere che esistono cose che non esistono e così via. Come si risolve la cosa? :nonso: Per me è ancora più folle questa posizione, io semplicemente seguo l'istinto e la mia ragione, se è malata non posso farci nulla, la seguirò comunque, tanto che alternative ho, non fidarmi più di tutto? Ci parlo pure con lo psicoparagnosta, se mi convince, mi convince, ma se non mi convince non è che vale il discorso devi riconoscere che la tua mente giudica male se il metagiudizio sul giudizio la mia mente non lo emette, non lo emette, punto. |
Re: Le ragioni dell'immobilità
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Re: Le ragioni dell'immobilità
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Dovresti inventarti un argomento talmente nuovo e non già ascoltato mille volte e forse qualcosa si potrebbe smuovere. Poi se per dio si intende un'altra cosa che manco si capisce vagamente cos'è e non è nemmeno una cosa, direi che è ancora peggio, non mi aiuterebbe per niente, non mi servirebbe a niente, reputerei addirittura inutile buttare questa pappa molle nel cervello. Le mie capacità inventive le ho esaurite, credo che resterò nella mia posizione atea fino a che non muoio (posizione che ho raggiunto in modo più netto negli ultimi anni) per quanto riesca a comprendere che se uno crede davvero che c'è qualcuno che lo salverà e lo amerà starà meglio di me, così come sta meglio un cornuto che crede che la moglie lo ami rispetto a quello che ha scoperto tutto, ha osservato di non essere così amabile, e vive la sua esistenza in solitudine perché conosce queste cose. Se sei convinto non puoi far finta di non sapere certe cose perché sarebbe meglio così, devi essere davvero persuaso che tua moglie non ti tradisca e che tu risulti amabile per donne di un certo tipo, quelle con cui magari vorresti stare. Io che certe cose stanno diversamente da come credo che stiano non riesco a crederci, poi mi si etichetti come matto, incel, e compagnia bella non mi frega nulla, sono immobile su certe posizioni perché non riesco a convincermi che sono meno vere delle opposte o che al minimo siano incerte 50 e 50. A star bene non sto bene, ma non è che posso convincermi di qualcosa con una sorta di sforzo di volontà perché così starei meglio. Se io penso di non essere tanto amabile da poter ottenere certe cose oppure che dovrò fare sforzi immani per diventare tale e questa cosa nell'insieme mi deprime, distrugge l'esistenza perché a me proprio non piace vivere così, ecco se poi vado da qualcuno che tenta di convincermi del contrario è compito suo farlo visto che io non ci riesco mica. Ammesso anche che io vada in terapia ci vado comunque con queste convinzioni, se già non ci credessi non ci saebbe bisogno che qualcuno tentasse di convincermi del contrario. Io ad andarci ci posso andare, questo sforzo ce la faccio a farlo, ma il resto non è detto che ci sia. L'immobitità l'ho smossa andando alla seduta, non mi si può chiedere di smuovere anche l'immobilità relativa alle "credenze errate" perché per me adesso non sono affatto errate e dovrebbe essere compito della terapia convincermi del contrario. Sono loro che sostengono siano capaci di modificare le credenze sbagliate, se fossi già convinto che sono sbagliate da loro cosa ci dovrei andare a fare? :nonso: Ci vado ma con un forte scetticismo rispetto alla soluzione che dicono di potermi fornire, senza convinzione, visto che la convinzione è quella che dovrebbero darmi loro. Se davvero sono capaci di persuadere dovrebbero riuscire a persuadermi comunque, se già fossi persuaso non servirebbe parlare con loro, quando loro dicono che una persona deve collaborare non può collaborare certo dandogli ragione anche quando non è convinta abbiano ragione. Se io sono convinto che certe teorie da forum dei brutti siano in buona misura corrette, lo psicoterapeuta può anche sostenere che sono tutte fantasie, ma deve convincermi con qualcos'altro visto che io non sono convinto affatto che lo siano e non condividerò subito questo suo giudizio. Non è che se dice non siano oggettive certe cose, mi smuove, tanto lo ripeto, anche le credenze etichettate come oggettive in qualche modo le abbiamo acquisite e una serie di prove locali e altre credenze ci hanno convinto che le cose stanno così. Per un tizio terrapiattista è oggettivo che la terra sia piatta, che uno gli dica che la cosa non è poi così oggettiva non è che rappresenta un grande argomento. Se qualcuno è capace di persuaderli lo faccia, io dubito che si riuscirà, poi magari può essere che il matto sono io che non ci credo sia piatta :nonso:, ma adesso non lo so, non sono convinto. In questo caso la mia convinzione pende fortemente da un lato, ho letto anche certi argomenti dei terrapiattisti ma non sono riusciti a convincermi. |
Re: Le ragioni dell'immobilità
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Io ovviamente sarei agitata perché ho problemi psicologici e di ansia. Per me essere libera di esprimermi significa poter essere me stessa (ovvero entusiasta in maniera eccessiva, caciarona, esuberante), essere libera significherebbe ad esempio potere avere degli amici, o fare delle attività che comportino interazioni sociali. Questo non significa necessariamente essere sempre felici, o perfetti. La libertà sta proprio nel vivere come ci si sente di voler vivere senza la pretesa che fili tutto liscio. Io sarei agitata proprio perché avrei quella pretesa. |
Re: Le ragioni dell'immobilità
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Io sono sicuramente introversa, la gente mi esaurisce, però non sarei per niente timida. Lo sono diventata col tempo. Forse per alcuni di noi l essere timidi ed evitanti non descrive ciò che siamo ma quello che siamo diventati. Il vissuto fa molto e talvolta non si torna indietro. |
Re: Le ragioni dell'immobilità
Le ragione dell'immobilità (attuale) è che certe azione ritenute "necessarie" non solo non hanno prodotto benefici ma sono state causa di traumi, attacchi di panico, depressione, dipendenza da farmaci e abuso di alcol. Di fronte a queste prospettive l'immobilismo non è più una scelta, le azioni che hanno portato a risultati piacevoli posso contarle sulle dita di una mano. Ne deduco in maniera oggettivi e senza condizionamenti che semplicemente sono inadatto alla vita per come la si concepisce nel pensiero comune, esiste un modo di vivere corretto che non implichi solo fatiche e sofferenze? Non lo so, probabilmente si ma il tempo ormai è scaduto e il logorio di queste esistenza sbagliata ormai si è mangiato ogni barlume di curiosità.
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Re: Le ragioni dell'immobilità
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Togliere questa cosa nel mio caso sarebbe davvero un'impresa ancora più titanica :mrgreen:. Io al minimo pretenderei di non provare ansia e sofferenza, al massimo pretenderei di eliminare le condizioni oggettive che mi procurano ansia e sofferenza. Meglio guarire da una malattia, se non si può guarire meglio non provare dolore. Ma è sempre meglio guarire oggettivamente senza problemi, la cura palliativa è sempre una soluzione a metà. Io mi sento libero quando posso muovermi senza impedimenti e non quando ci sono gli impedimenti e io inizio a non pretendere che non ci siano questi impedimenti. Mi sentirei più libero se fossi capace di camminare e muovermi piuttosto che nella condizione di un paraplegico che non pretende di esser capace di farlo. A parità di altre condizioni, se uno mi chiedesse, in quale delle due modalità ti piacerebbe vivere? In quale delle due valuteresti di essere più libero? Non sceglierei la posizione della persona con un impedimento oggettivo che accetta i propri limiti ma chi quei limiti non ce li ha e non è malato, ha dei mezzi concreti per avere più potere. Potrei preferire il paraplegico solo se ha più potere dell'altro per altri motivi. Mi interessa di più e soprattutto il potere oggettivo che si estende al dominio dell'universo circostante, e non dominare parti locali di me come la mente per simulare questo dominio. Potrei preferire anche una condizione non umana, che so, da cyborg purché io possa avere più potere concreto e senza vincoli. Per essere felice comunque non mi servirebbe un potere infinito, mi basterebbe qualcosa in più. Se io potessi controllare oggettivamente una situazione e potessi escludere tutte le cose che mi disturbano molto, è sempre meglio per me, l'altra soluzione è sempre parziale e mi ha sempre lasciato abbastanza insoddisfatto. Preferisco avere delle zanzariere che impediscono alle zanzare di attaccarmi piuttosto che abituarmi mentalmente alle punture e i disagi che derivano dalle punture. In questo caso l'unica cosa che cambia è dirsi "mi va bene così, non pretendo nulla". Io come minimo pretenderei non provare fastidi a livello mentale, e non sopportarli, sopportare e tollerare rappresenta la soluzione peggiore per me e quella che mi rende più impotente. Preferisco soddisfare un bisogno o un desiderio piuttosto che controllare questi giudizi, il mio sistema di valori e priorità è questo. Controllare troppo l'interno mi ha sempre fatto stare una merda e non la reputo una buona soluzione, non potrei collaborare molto a monte su questa cosa qua, a meno che un minimo controllo non implichi un potere enorme, ma a me pare che poi le cose non siano così, si chiede uno sforzo enorme per accettare una situazione che a te non sta bene, e così si pretende di risolvere la cosa, non riesco a condividerla. Però riesco ad afferrare che per altri questa cosa potrebbe essere migliore. Il punto cruciale è che io non la condividerei a monte. Non riconoscerei ora quella situazione come uno star meglio, quindi inevitabilemente non potrò collaborare, per non far star ferma una cosa che sta ferma bisogna spingerla e non dirle "muoviti!", la maggior parte delle volte non si muoverà. Le ragioni dell'immobilismo di un oggetto in un ambiente quali sono? Sono insite in tutto il sistema ambiente-oggetto, non sono localizzabili da qualche parte precisamente. |
Re: Le ragioni dell'immobilità
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Da piccola interagivo con gli altri bimbetti solo a scuola e sento di essere diventata più chiusa proprio per via dell'esperienza maturata. L'introversione e la timidezza, nel mio caso, rappresentano una forma di adattamento agli eventi. |
Re: Le ragioni dell'immobilità
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Re: Le ragioni dell'immobilità
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Dai, davvero, mi state prendendo tutti in giro. Ammettetelo. Lo dico io? Lo dico io. "Angus sei su Scherzi a parte!" |
Re: Le ragioni dell'immobilità
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Per rispondere alla tua domanda a parte che io non riesco più ad esprimermi ed essere me stessa, proprio non ce la faccio, se anche riuscissi i problemi che incontrerei sarebbero quelli che ho già detto, mi verrebbero ansia ed ossessioni, paure, gelosie, normali sentimenti umani che io amplifico e non so gestire. Non è che io assumo un atteggiamento. Da bambina ero il contrario di timida, ero una esibizionista, col tempo mi sono inibita. Magari era una naturale evoluzione del mio carattere, magari hanno contribuito le prese per il culo. Comunque se anche ora stabilissi che non sono timida non è che esco e riesco magicamente a parlare con un mio coetaneo. |
Re: Le ragioni dell'immobilità
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Il mio discorso è questo. Se il mio problema è la realtà, cosa me la rivendi a fare la cosa di cui io mi vorrei liberare? |
Re: Le ragioni dell'immobilità
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Ho socializzato poco e male, di conseguenza mi sono dovuta adattare alla realtà. Perché ti pare tanto strano? :pensando: |
Re: Le ragioni dell'immobilità
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E' come se dicessi che sei un'impermeabilina, perché dove vivi piove e indossi l'impermeabile. E che è l'aspetto più importante e centrale di te. Questa vale anche come risposta parziale ad Abuela. |
Re: Le ragioni dell'immobilità
C'è una distinzione bella netta tra ciò che *sei* e ciò che *fai*, e boh, mi pare che sfugga clamorosamente, che si faccia sistematicamente confusione.
E crea bei danni: se sei timida, non puoi smettere di fare la timida. E se non sei null'altro che *timidezza*, non puoi entrare in relazione con nessuno come persona. |
Re: Le ragioni dell'immobilità
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Ovviamente non sono composta di sola timidezza ma il disagio che provo è vero, tangibile. Fisico. I danni sono evidenti ma qualcosa - con le giuste condizioni - si può fare. Per il resto continuo a valutare l'idea della stratificazione, a mio avviso i blocchi sono formati da tanti piani e materiali diversi. |
Re: Le ragioni dell'immobilità
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Non so se per te è solo una questione lessicale. Ma questo modo di metterla, questa scelta di parole, sono per me terribili, da tortura psicologica. Quale altra persona dovrei (e potrei) essere? Giocare a Tetris è qualcosa che fai o che sei? Rifuggire i rapporti sociali è qualcosa che fai o che sei? |
Re: Le ragioni dell'immobilità
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Chissà.. alla fine conta quello che sei oggi. Solo questo. Siamo qui e dobbiamo giocare con le carte a nostra disposizione :nonso: Quote:
Conosco bene i miei punti di forza e di debolezza, so quando fermarmi per evitare danni (a me stessa e agli altri) L''esperienza accumulata mi porta a comportarmi in questo modo. Il passato fa parte di me, è nella mia testa e nelle mie ossa. Nel bene e nel male la mia personalità va a braccetto con i tempi che furono e ci prende pure il tè. :nonso: |
Re: Le ragioni dell'immobilità
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Re: Le ragioni dell'immobilità
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Re: Le ragioni dell'immobilità
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In contesti diversi e con esperienze di vita diverse saresti sempre la stessa persona ma ragioneresti in modo diverso e desidereresti cose diverse. Chi siamo realmente al 100% non lo sappiamo neanche noi stessi. |
Re: Le ragioni dell'immobilità
Nell'ultimo episodio di mrs maisel c e un bellissimo dialogo che si collega bene a questo topic. O almeno credo non sono ancora sicura di avere capito il topic :sisi:
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Re: Le ragioni dell'immobilità
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Al tempo stesso mi pare una visuale un po' distaccata dal mondo, tipo definire la propria identità a prescindere da tutto e tutti, una cosa un po' ascetica I |
Re: Le ragioni dell'immobilità
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Non siamo altro che animali. Se non ci definiamo in base al proprio vissuto od al confronto con la società non saremmo più di qualsiasi altro animale.
Un bambino sa chi è? No. Solo un cucciolo di animale. Tutto ciò che viene dopo lo definisce la società e l'esperienza. |
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