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Hor 16-08-2021 12:36

Re: riflessioni etiche e filosofiche
 
Quote:

Originariamente inviata da Eracle (Messaggio 2626641)
Innanzitutto, cos'è l'etica secondo voi?

Io la guarda con sospetto, visto che spesso viene brandita, magari anche inconsapevolmente, a mo' di randello, per veicolare idee di normatività forte, cioè l'imposizione, anche a livello legale, delle norme della maggioranza sulle minoranze, fenomeno tristemente ricorrente nella Storia dell'umanità, laddove l'etica viene mescolata in maniera letale con l'identitarismo: ovvero chi non si adegua alla cultura del gruppo dominante viene socialmente costruito come "pericoloso", cioè non aderente a una presunta etica collettiva (spesso spacciata come naturale!). È il meccanismo con cui nei secoli sono state represse le minoranze religiose, etniche, sessuali, ecc.

Edwin 17-08-2021 16:35

Re: riflessioni etiche e filosofiche
 
Quote:

Originariamente inviata da Eracle (Messaggio 2626641)
Innanzitutto, cos'è l'etica secondo voi?

L'etica per me è il sistema di valori che ognuno utilizza per interfacciarsi al mondo.

Per me non esiste e non può esistere un'etica intrinseca all'uomo, a meno che non tiriamo in ballo questioni metafisiche.

Hor 17-08-2021 17:48

Re: riflessioni etiche e filosofiche
 
Quote:

Originariamente inviata da Eracle (Messaggio 2626947)
Un esempio di quello che dici...

Io pensavo soprattutto allo stigma, rimasto mi pare almeno fino all'800, fortemente presente anche in àmbito filosofico, nei confronti degli atei, giudicati "eticamente inaffidabili" in quanto chi si pensava che chi non crede non abbia un ancoraggio sufficientemente saldo (dio) per comportarsi in maniera moralmente accettabile: la cosa è plasticamente riassunta del detto riportato da Dostoevskij ne I fratelli Karamazov, ovvero "Se dio non esiste tutto è permesso", quindi l'ateo sarebbe una sorta di anarchico pericoloso e incontrollabile.

Ovviamente sappiamo che la questione non è così semplice, non solo perché esistono sistemi etici elaborati anche in assenza di ancoraggi trascendenti, ma anche perché, storicamente, abbiamo gli esempî recenti di società estremamente secolarizzate, e popolate da ampie fette di popolazione atee, (cioè diverse società europee contemporanee), in cui non c'è stato quel crollo in un'anarchia violenta che molti paventa(va)no.
Anzi, mi verrebbe da dire che le società più violente e autoritarie, in cui "tutto è permesso" siano proprio quelle a più forte connotazione religiosa, e lo vediamo sempre ai giorni nostri ad esempio con le teocrazie islamiche.

MoussakaChaos94 28-08-2021 10:58

A proposito di religione.
Lessi da qualche parte questa questione:

Se l'omosessualità è contro natura, in quanto il fine umano è la propagazione della specie, un prete, con il suo voto di castità, non è una figura contronatura?

Che riflessioni vi vengono in mente?

Edit: credo sia di Nietzsche.

Darby Crash 28-08-2021 11:04

Re: riflessioni etiche e filosofiche
 
Quote:

Originariamente inviata da MoussakaChaos94 (Messaggio 2631547)
A proposito di religione.
Lessi da qualche parte questa questione:

Se l'omosessualità è contro natura, in quanto il fine umano è la propagazione della specie, un prete, con il suo voto di castità, non è una figura contronatura?

Che riflessioni vi vengono in mente?

Edit: credo sia di Nietzsche.

un cattolico potrebbe dirti che non c'è niente di più vicino alla natura dell'uomo che "sposare" Dio.
Se tutti gli uomini avessero così tanta fede da voler "sposare" Dio allora l'umanità si estinguerebbe e sarebbe il momento perfetto per l'Apocalisse. Secondo le Scritture è chiaro che prima o poi il mondo deve finire, se gli uomini si estinguessero sarebbe logico che a quel punto il mondo finisse, visto che il mondo è stato creato per gli uomini.

Hor 28-08-2021 11:08

Re: riflessioni etiche e filosofiche
 
Quote:

Originariamente inviata da MoussakaChaos94 (Messaggio 2631547)
A proposito di religione.
Lessi da qualche parte questa questione:

Se l'omosessualità è contro natura, in quanto il fine umano è la propagazione della specie, un prete, con il suo voto di castità, non è una figura contronatura?

Che riflessioni vi vengono in mente?

Edit: credo sia di Nietzsche.

Forse ricordo male, ma mi pare che nelle lettere di Paolo da qualche parte si dice che il matrimonio (perché i rapporti fuori dal matrimonio non sono nemmeno immaginati) è un "male necessario" finalizzato alla moltiplicazione umana, ma che la condizione ideale sarebbe, appunto, la castità per tutti.
Magari vedo se riesco a trovare il passo...

Hor 28-08-2021 11:14

Re: riflessioni etiche e filosofiche
 
Ricordavo bene.

Prima lettera ai Corinzi, 7,1-2:
"Quanto poi alle cose di cui mi avete scritto, è cosa buona per l’uomo non toccare donna;
tuttavia, per il pericolo dell’incontinenza, ciascuno abbia la propria moglie e ogni donna il proprio marito."

In pratica il matrimonio come valvola di sfogo per evitare cose peggiori come la promiscuità. Ma la condizione ideale resta la castità ("è cosa buona per l’uomo non toccare donna").

Hor 28-08-2021 11:20

Re: riflessioni etiche e filosofiche
 
Aggiungo altre considerazioni.
Ovviamente si potrebbe dire che le esortazioni di Paolo alla castità siano in contraddizione con l'imperativo dell'antico testamento, ovvero "crescete e moltiplicatevi".
La contraddizione viene meno nel momento in cui si considera che Paolo, come molti cristiani vissuti a ridosso della morte di Gesù, erano fermamente convinti che il Mondo sarebbe finito di lì a poco (lo stesso Gesù diceva in alcuni passi dei vangeli che non sarebbe trascorsa "una generazione" prima dell'arrivo della fine dei tempi), e dunque non c'era più la necessità di moltiplicarsi ma, anzi, c'era una necessità ancora più grande, quella di mantenersi puri in vista dell'avvento del regno di dio.
Vedi sempre la prima lettera ai Corinzi: "Questo vi dico, fratelli: il tempo ormai si è fatto breve; d’ora innanzi, quelli che hanno moglie, vivano come se non l’avessero".
Poi in realtà il Mondo non è finito, e il resto è storia...

House 29-08-2021 23:43

Re: riflessioni etiche e filosofiche
 
Quote:

Originariamente inviata da MoussakaChaos94 (Messaggio 2631547)
A proposito di religione.
Lessi da qualche parte questa questione:

Se l'omosessualità è contro natura, in quanto il fine umano è la propagazione della specie, un prete, con il suo voto di castità, non è una figura contronatura?

Che riflessioni vi vengono in mente?

Edit: credo sia di Nietzsche.

Probabile che sia Nietzsche perché ne ha scritte tante di simili sentenze.
Il problema sta a monte nel concetto di natura. Partono da una definizione dogmaticamente prestabilita ad arbitrio, per cui si stabilisce che una cosa è natura e un'altra cosa non è natura. A occhi non dogmatici è chiaro che gli omosessuali sono tanto natura quanto gli eterosessuali, sono anch'essi parte integrante della natura poiché espressione della stessa. Dunque il concetto di una manifestazione della natura che è contro natura è esplicitamente contraddittorio. Questo è il punto. Poi riguardo ai preti, loro scelgono volontariamente la castità per servire unicamente Dio, pertanto la religione non lo considera un problema, anzi, è vista come una virtù.

Konkurs 30-08-2021 16:55

Re: riflessioni etiche e filosofiche
 
la vita è una cagata o sono le cagate che aiutano a vivere?

Konkurs 30-08-2021 23:49

Re: riflessioni etiche e filosofiche
 
appunto, da lì il dilemma.

alien boy 30-08-2021 23:55

Cerco di non fare solo buone azioni in modo che poi possa riconoscerle e apprezzarle di più

MoussakaChaos94 05-10-2021 16:40

Quote:

Originariamente inviata da spezzata (Messaggio 2645261)

Argomento molto interessante.
C'è una serie di podcast fatta da Sam Harris che parla della stessa cosa.

muttley 05-10-2021 20:18

Re: riflessioni etiche e filosofiche
 
Certo che si, ed è per questo che ho in firma una citazione di uno dei più grandi pensatori mai esistiti, il signor Watzlawick

Warlordmaniac 05-10-2021 21:17

Re: riflessioni etiche e filosofiche
 
Quote:

Originariamente inviata da Eracle (Messaggio 2645322)
Avete mai pensato a quanto quello che ci aspettiamo dal mondo esterno modifica il modo in cui ci relazioniamo ad esso?
Ad esempio se io mi aspetto che le persone con cui ho a che fare mi siano nemiche, mi prendano in giro, ecc.. il mio comportamento sarà più chiuso, mentre se mi aspetto che gli altri siano più gentili e amici, il mio comportamento sarà più aperto. Avete mai pensato di valutare quanto la vostra percezione degli altri sia reale e quanto sia immaginaria?

Ci ho pensato pochi giorni fa.
Stavo girando per una città che non conoscevo e in cui ho soggiornato. Giravo e vedevo molti giovani e dentro di me pensavo: "sto girando da solo, mi vedono come uno strambo, come uno da prendere in giro, pensano che sono uno sfigato, mi disprezzano...", poi ho pensato: "non sto facendo nulla di male, se uno mi disprezza problemi suoi, ma sono tutti pensieri che mi faccio io, devo essere rilassato, devo essere pronto a socializzare perché non sta scritto da nessuna parte che mi detestino".

franz90 05-10-2021 21:32

Re: riflessioni etiche e filosofiche
 
Quote:

Originariamente inviata da Eracle (Messaggio 2645360)
E non credi che questi pensieri che dipingono la realtà di nero siano il motivo principale per cui poi abbiamo difficoltà a socializzare? Io lo credo. Questi pensieri magari hanno le loro cause e le loro motivazioni, ma se riuscissimo a negarli potremmo vivere il confronto con gli altri più serenamente, accettando con serenità gli interlocutori, ovviamente ci sono le eccezioni negative, di persone davvero cattive, ma quelle devono essere provate da fatti negativi e non si deve dare per scontato che l'altro sia bastardo, se ci si pensa è anche una mancanza di rispetto.

Ottimo intervento.:)

Warlordmaniac 05-10-2021 22:23

Re: riflessioni etiche e filosofiche
 
Quote:

Originariamente inviata da Eracle (Messaggio 2645360)
E non credi che questi pensieri che dipingono la realtà di nero siano il motivo principale per cui poi abbiamo difficoltà a socializzare? Io lo credo. Questi pensieri magari hanno le loro cause e le loro motivazioni, ma se riuscissimo a negarli potremmo vivere il confronto con gli altri più serenamente, accettando con serenità gli interlocutori, ovviamente ci sono le eccezioni negative, di persone davvero cattive, ma quelle devono essere provate da fatti negativi e non si deve dare per scontato che l'altro sia bastardo, se ci si pensa è anche una mancanza di rispetto.

Secondo me il rispetto non c'entra nulla. Il discorso tende a scivolare nell'argomento trattato su quei thread sull'essere se stessi, su quanto svelare di sé. È chiaro che finché non ci conoscono è più facile non temere. Iniziamo a temere quando la gente fa domande scomode e si sta più a contatto.

In pratica quello descritto da me era il livello base, cioè quello che notai in un mio amico schizofrenico, che non voleva andare in un bar affollato.
Sono caduto nel suo errore, io che penso sempre di essere invisibile. Ma ripeto: è il livello 1.
Poi c'è tutto il resto, tra cui cose di cui chiunque si vergognerebbe. E in questo caso lego la questione al mio thread dove mettevo in discussione la differenza tra intro e estro nei confronti dell'esposizione.

Cioè io credo che l'iposociale che ne esce fuori dall'iposocialità, sia tremendamente più forte di un ipersociale naturale.

Charles D. Ward 06-10-2021 07:34

Re: riflessioni etiche e filosofiche
 
Quote:

Originariamente inviata da Eracle (Messaggio 2645322)
Avete mai pensato a quanto quello che ci aspettiamo dal mondo esterno modifica il modo in cui ci relazioniamo ad esso?
Ad esempio se io mi aspetto che le persone con cui ho a che fare mi siano nemiche, mi prendano in giro, ecc.. il mio comportamento sarà più chiuso, mentre se mi aspetto che gli altri siano più gentili e amici, il mio comportamento sarà più aperto. Avete mai pensato di valutare quanto la vostra percezione degli altri sia reale e quanto sia immaginaria?

Io ci ho pensato spesso, e sono arrivato a capire il mio rapporto causa/effetto a riguardo. Voglio dire, tutti dicono "sei solo perché sei sempre triste", io invece guardandomi indietro sono arrivato a capire che sono triste perché sono sempre stato solo.

La mia condizione riesco a mascherarla bene, e infatti di base la gente di me ha una buona opinione, ma questo non ha mai cambiato le cose. Anche quando conosco qualcuno di nuovo devo sempre essere io quello che poi si fa sentire, perché dall'altra parte non ho mai scorto questa volontà. Anche con gli "amici" possono passare mesi senza che si facciano sentire, e il tempo che passa non è immaginario.
So che non dovrei farmi influenzare da questo, ma come si fa ad andare contro alla propria esperienza di vita?

muttley 06-10-2021 08:36

Re: riflessioni etiche e filosofiche
 
Io una volta avevo sempre la sensazione che nessuno mi ascoltasse quando cercavo di esprimere il mio punto di vista nelle discussioni, poi osservando in maniera sempre più obiettiva e spassionata le dinamiche delle varie discussioni ho visto che la gente non si ascolta quasi mai quando parla, eppure va avanti a parlare a raffica ugualmente :D

franz90 06-10-2021 09:03

Re: riflessioni etiche e filosofiche
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 2645434)
Io una volta avevo sempre la sensazione che nessuno mi ascoltasse quando cercavo di esprimere il mio punto di vista nelle discussioni, poi osservando in maniera sempre più obiettiva e spassionata le dinamiche delle varie discussioni ho visto che la gente non si ascolta quasi mai quando parla, eppure va avanti a parlare a raffica ugualmente :D

Ciò può anche essere una cosa positiva, ti sei mai chiesto da cosa sia causata?

franz90 06-10-2021 18:33

Re: riflessioni etiche e filosofiche
 
Quote:

Originariamente inviata da Eracle (Messaggio 2645611)
Oggi in una discussione mi è stato detto, in modo scherzoso e indiretto, che sono stupido e prevedibile e banale. Bene, cercherò di essere più intelligente e originale stronzo.

Bisogna sempre vedere da che pulpito viene la predica eh....

A me, leggendoti, sembra proprio l' esatto opposto.

Newage 01-11-2021 11:36

C'è un detto che dice "chi va con lo zoppo impara a zoppicare". Questo significa che le cose o le persone che frequentiamo ci lasciano qualcosa. È naturale. Se ti metti a vedere sempre roba negativa il tuo contenuto mentale assume quelle qualità in parte. Il Buddha scrive nei primi versi:

Tutto ciò che siamo è generato dalla mente.
E’ la mente che traccia la strada.
Come la ruota del carro segue
l’impronta del bue che lo traina
così la sofferenza ci accompagna
quando sventatamente parliamo o agiamo
con mente impura.

muttley 01-11-2021 11:43

Re: riflessioni etiche e filosofiche
 
Quote:

Originariamente inviata da franz90 (Messaggio 2645436)
Ciò può anche essere una cosa positiva, ti sei mai chiesto da cosa sia causata?

Che nessuno mi ascoltasse o che tutti parlino senza ascoltarsi?
Nel primo caso il fatto che non ho una presenza scenica o verbale che mi pongono all'attenzione dell'uditorio, e bisogna considerare anche che sono stato parecchio represso quindi io stesso rinuncio preventivamente ed inconsapevolmente ad impormi all'attenzione, anche quando invece vorrei essere attenzionato, perché metto in atto atteggiamenti che all'esterno appaiono rinunciatari.
Nel secondo caso invece credo che dipenda dal carattere estremamente gregario della nostra cultura, dove la gente socializza in maniera massiva e perde spesso l'abitudine all'ascolto a vantaggio invece del volersi imporre nelle conversazioni.
Circolano parecchi video su yt dove stranieri residenti in Italia narrano quanto sia difficile seguire gli scambi dialogici dei locali perché nessuno rispetta il turno di parola.

XL 24-04-2022 11:15

Re: riflessioni etiche e filosofiche
 
In realtà per me ci sono una serie di intoppi.

Io certe volte fisso un obiettivo, penso pure al progetto, ma poi in pratica un po' mi rompo le balle di realizzarlo un po' valuto che le probabilità di riuscita sono risicate, e la motivazione per sostenere il progetto va a farsi benedire.

Così diventa difficoltoso già a monte trovare obiettivi che mi interessino abbastanza tanto da sostenere in pratica un progetto per perseguirli.

Obiettivi poco dispendiosi riesco a perseguirli, quelli difficili no, sono però proprio io che non sto bene quando provo a mettere in pratica certi piani, infatti non riesco a capire certe persone tutta questa voglia di fare, agire, rischiare dove la prendono, a me non c'è, mi interessa l'obiettivo ma è come se il piano e tutto quel che ha a che fare con questo va spesso in contrasto con l'obiettivo stesso, è una cosa che non voglio, e viene a crearsi un conflitto tra desiderio di perseguire un certo obiettivo e l'azione per perseguirlo perché questa va contro certi altri miei desideri.

Sembra contorto, ma non più di tanto.

Il fine per me non giustifica i mezzi, non solo in termini morali, ma anche in termini economici. Trovare un piano adatto e che si sia motivati a portare avanti può diventare molto complicato, non basta osservare altri, perché un tizio potrebbe diventare ricco anche ammazzando i genitori ricchi (assumendosi il rischio che le cose vadano male e magari lo becchino).

Se io volessi diventare ricco e avessi i genitori ricchi potrei avere comunque resistenze nel fare una cosa del genere e anche altre resistenze nell'assumere il rischio di finire in galera, il piano dell'altro, anche se magari è efficace in certi sensi, non farà per me.

XL 24-04-2022 16:19

Re: riflessioni etiche e filosofiche
 
Quote:

Originariamente inviata da Eracle (Messaggio 2702245)
...
Ognuno dentro di se può trovare ciò che desidera veramente, magari entrando in risonanza con l'esterno.

Io dentro me stesso soluzioni non ne ho trovate, e nemmeno quel che desidero veramente, sono piuttosto frustrato, ma sono frustrato anche a causa dei piani stessi.

Riflettevo anche sulla guerra, uno vorrebbe mandare a quel paese un invasore (l obiettivo) e si trova costretto a dover seguire un piano bellico e fare cose che non vorrebbe fare davvero, anche dovendo assumersi il rischio di morire.

Segui un piano, cerchi di raggiungere un obiettivo ma alla fine poi questa cosa ti lascia sfasciato, almeno a me capita così.

Lo percepisco addirittura in negativo questo processo, in fin dei conti io desidero il risultato e non tutto il processo per raggiungerlo, questo processo a me fa stare quasi sempre abbastanza male, sarò particolare io, non so.

Io ho preso la patente, ma fu talmente frustrante per me che se dovessi farlo di nuovo non sono sicuro che lo rifarei, sono mezzo spezzato dentro riguardo a queste faccende.

Queste cose valorizzano l'esistenza, ma non la mia, sono un'eccezione, dal mio punto di vista la svalorizzano.

La mia esistenza la valorizza quel che mi riesce come riesce ad un pesce nuotare nell'acqua, in pratica son proprio le parti dove non interviene questa pianificazione forzata che frustra la volontà a dar valore alla mia vita.

Ad esempio qualche bambino ha pianificato come avrebbe imparato a camminare?
E lo sapeva prima che là voleva andare a parare?
Nemmeno credo di aver mai pianificato di imparare a parlare, eppure ho imparato.
Poi arriva la scuola e la pianificazione forzata e iniziano i problemi.

In questo tipo di processi non c'è obiettivo prima e pianificazione poi, e infatti difficilmente producono forme di frustrazione o un doversi costringere a seguire un piano.

Diventano processi sensati ed indirizzati a posteriori e non pianificati a priori dal soggetto, e secondo me sono migliori questi processi.

Bluevelvet93 24-04-2022 19:03

Re: riflessioni etiche e filosofiche
 
Quote:

Originariamente inviata da Eracle (Messaggio 2702224)
Buona domenica a tutti, stamattina ero ispirato e ho deciso di scrivere un breve testo e poi di leggerlo e di condividerlo con voi, spero risulti interessante :)

https://voca.ro/1c5kqsGXBvS3

Hai la voce uguale a un tipo che conosco, tanto che mi era venuto il dubbio che fossi tu. Comunque non sei tu:sisi:

RKO 27-04-2022 11:32

Re: riflessioni etiche e filosofiche
 
Quote:

Originariamente inviata da spezzata (Messaggio 2703470)

Articolo interessantissimo che rispecchia perfettamente la situazione, non solo mia ma immagino anche quella di tanti altri.

RKO 27-04-2022 12:01

Re: riflessioni etiche e filosofiche
 
La cosa più odiosa da affrontare quando si decide di tagliare un rapporto così stretto come può essere quello tra genitori e figli sono proprio i sensi di colpa.
Non solo quelli che ci attribuiamo noi stessi, perchè comunque non è una decisione semplice e si ha paura di prenderla.
"Faro bene? Starò esagerando? Potrò tornare indietro? Vorrò tornare indietro?"... e così via.
Mi sembra normale porsi tutte queste domande, non ci vedo nulla di strano.

Molto più inaccettabile dal mio punto di vista i sensi di colpa e lo stigma che ci arrivano dall'esterno, come giustamente spiegato anche da quell'articolo che ha postato spezzata.
Dovrai fare i conti con tutta una serie di invadenze, intromissioni e pareri non richiesti da parte di persone che credono di parlare per il tuo bene ma che in realtà non solo non lo fanno ma non hanno nemmeno idea di cosa stiano parlando.
"Eh ma sono pur sempre i tuoi genitori, eh ma ti hanno cresciuto, eh ma poi quando non ci saranno più..."
Nessuno che si chieda mai cosa ti abbia portato ad una decisione così difficile, nessuno che provi neanche lontanamente a ragionare.
Sarai scemo, che da un giorno all'altro ti sei alzato una mattina e hai deciso di tagliare i rapporti con i tuoi genitori così dal nulla?
Oppure è stata una decisione ponderata, sofferta, trascinata nel tempo e spesso anche fin troppo ritardata?
E soprattutto, ci sarà un motivo se sei arrivato a questo punto? Oppure è solo perchè sei uno stronzo ingrato?
La risposta, nel 90% dei casi (e forse mi sto tenendo pure stretto) sarà esattamente l'ultima che ho citato: "Hai fatto così perchè sei uno stronzo ingrato".

Allora mi piace soprattutto la chiosa finale di quell'articolo:
Quote:

In questo cammino che stai intraprendendo, ricorda sempre che chi non rispetta i tuoi sentimenti, non ha il diritto di giudicare le tue scelte. Al contrario, chi rispetta i tuoi sentimenti, non farà fatica ad accettare le tue scelte, pur non condividendole.
E' esattamente così.
Ci ho messo un po' a capirlo, mi ci sono voluti dei mesi, ma alla fine è arrivato.
Nessuno è obbligato a condividere le nostre scelte, né tantomeno a comprenderle, ma tutti sono obbligati a rispettarle e se non lo fanno allora possiamo tranquillamente ignorare le loro prediche.

Se un rapporto è tossico è tossico, poco importa che si tratti di un padre, di una madre, di un amico/a o di un conoscente.
Purtroppo non decidiamo noi cosa e chi ci fa male e cosa no.

RKO 28-04-2022 10:06

Re: riflessioni etiche e filosofiche
 
Esiste un aspetto in cui non vi è alcuna differenza tra parlare con una persona stupida e parlare con una intelligente.
In entrambi casi non devi spiegargli nulla.

RKO 29-04-2022 19:21

Re: riflessioni etiche e filosofiche
 
Raggiungi la piena libertà solo nel momento in cui non credi più in nulla

Coraje 29-04-2022 19:37

Re: riflessioni etiche e filosofiche
 
F come Fedeltà.


RKO 01-05-2022 21:40

Re: riflessioni etiche e filosofiche
 
Stabile instabilità.
Discontinuità costante.
Solida fragilità.

XL 02-05-2022 07:08

Re: riflessioni etiche e filosofiche
 
Quote:

Originariamente inviata da Eracle (Messaggio 2702459)
Si sono d'accordo he bisogna fare quello che ci riesce meglio e con meno sforzo, però se si vogliono raggiungere degli obiettivi complessi serve un percorso e serve impegno, non si può negare questa cosa.

Sicuramente, ma questa cosa a me fa stare male, non dico che non sia necessaria per raggiungere un obiettivo, non sto negando questo, dico che non valorizza la mia esistenza, è motivo di disvalore e non di valore il dover ricorrere a forzature pianificate per raggiungere cetre cose, almeno per me.

Se devo fare i salti mortali per raggiungere quel che un altro raggiunge facilmente non mi percepirò come una persona più valida e nemmeno percepirò la mia vita come più positiva di quella dell'altro.

E' questo discorso qua che non riesce ad attecchire, almeno a me non riesce a convincermi, ma non lo dico per fare il bastian contrario, davvero non sono persuaso. Quando non possiedi questa convinzione a monte, che puoi fare?

Ad esempio non puoi dirti che credi in dio o devi crederci e in base a questo riuscirci perché è meglio credere che non credere se poi all'atto pratico le prove che hai non ti persuadono più di tanto.

Io ad esempio spesso sto male e fingo di stare bene, questa finzione riesce in parte a persuadere gli altri ma non me stesso, so di non star bene. Perché fingo? Per non avere rotture di scatole, non ho mai trovato grande empatia, di una persona che sta male gli altri, generalmente, desiderano liberarsene.

Di certe cose non sono persuaso.

RKO 02-05-2022 10:31

Re: riflessioni etiche e filosofiche
 
Può capitare che una persona intelligente si comporti da imbecille, ma è molto difficile che capiti il contrario.

Coraje 02-05-2022 10:35

Re: riflessioni etiche e filosofiche
 
D come Desiderio.


RKO 04-05-2022 19:24

Re: riflessioni etiche e filosofiche
 
Non vedo perchè non dovrebbe.
Se è ciò che cercano e vogliono entrambi...

Che poi non credo neanche che una relazione debba essere "etica", e inoltre chi stabilirebbe se lo sia o meno?


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