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Re: Una volta si era più felici pur avendo meno
Se pensate cosi' andate a vivere in una favelas...o andate a fare i barboni in stazione
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Re: Una volta si era più felici pur avendo meno
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Re: Una volta si era più felici pur avendo meno
Io sicuramente mi accontenterei di poco per vivere. Sapendo di come si è evoluta la società dal dopoguerra in poi mi son fatto l idea che non fossero cosi felici di essere poveri in passato soprattutto le giovani generazioni di allora.
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Re: Una volta si era più felici pur avendo meno
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Ad esempio ci sono persone che solo grazie ad internet hanno trovato soluzioni ai loro problemi che altrimenti, magari non avrebbero risolto mai. |
Re: Una volta si era più felici pur avendo meno
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Semmai il problema è l'uso (o abuso) che ne fanno alcune persone. |
Re: Una volta si era più felici pur avendo meno
Penso ci sia un fondo di verità
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Re: Una volta si era più felici pur avendo meno
Non nego che internet sia utilissimo in certi casi ma ovvio l'abuso che ne facciamo ci fa male e tanto. Molti lo usano per fuggire dalla vita vera e questo non è un bene. Ormai siamo quasi arrivati ad una schiavitù tecnologica e secondo me non ne usciremo mai a parte eventi estremi.
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Re: Una volta si era più felici pur avendo meno
Voi che criticate internet partite dal presupposto che senza fareste cose meravigliose e tutto il mondo sarebbe più socievole,la verità è che senza sareste a rincoglionirvi davanti alla televisione come era negli anni 80 e 90...
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Re: Una volta si era più felici pur avendo meno
Milo, posso parlare per me: negli anni 90, prima che la timidezza prendesse il sopravvento oltre alle canoniche 2 ore di tv andavo anche un po' fuori con i pochi amici che avevo in sala giochi (adesso si gioca online), giocavamo a calcio nei parchi pubblici e andavo anche a casa di qualcuno di loro per aiutarlo nei compiti a casa quindi avevo più occasioni per socializzare. Ripeto, parlo solo per me non so gli altri utenti, comunque io non demonizzo internet a priori ma l'abuso che a volte se ne fa non mi piace proprio.
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Re: Una volta si era più felici pur avendo meno
Non so se erano più felici, più che altro secondo me adesso, col progresso, con internet, coi social, da una parte è tutto più comodo, dall'altra parte si è perso un po' quello che era un discorso di semplicità, di accontentarsi con poco, sicuramente il progresso, gli smartphone da 1500 euro, le macchine da 50000 euro, il tenore di vita ha reso le persone più sofisticate ed esigenti rispetto a 40 anni fa. Boh, io la vedo così
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Re: Una volta si era più felici pur avendo meno
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Re: Una volta si era più felici pur avendo meno
Fortunato fino ad un certo punto visto che sono spariti tutti. :( E' vero che puoi fare amicizia con gente lontana da te grazie a internet ma non puoi certo paragonarla ad una amicizia vera. Spesso rimangono amicizie virtuali per quante cose si possano avere in comune a causa della lontananza. Poi ho saputo di persone che hanno trovato dei veri amici online, alcuni pure la/il fidanzata/o ma questo è un altro discorso.
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Re: Una volta si era più felici pur avendo meno
Trovare la fidanzata online, boh, sicuramente alcuni ci sono riusciti, io tra chat, forum, eccetera, non ho mai trovato niente.
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Re: Una volta si era più felici pur avendo meno
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Re: Una volta si era più felici pur avendo meno
Per quel che mi riguarda internet dal punto di vista sociale è servito solo ad aumentare il mio isolamento. Milo stavolta il fortunato sei tu e lo dico sul serio.
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Re: Una volta si era più felici pur avendo meno
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Se vai indietro e nessuno ha il motorino di certo una cosa del genere a te non potrebbe mancare in quell'altro contesto dato che non ce l'aveva quasi nessuno, ma potrebbe mancarti in questo contesto qua osservando altre persone che ce l'hanno. Magari hai la bicicletta rispetto ad un tuo antenato che era semplicemente appiedato, ma lo stesso questo poi non basta, anche stando messo meglio di un qualsiasi tuo antenato magari non stai messo bene in confronto a molte persone attorno a te. In linea di principio potrebbe essere vero, nel caso in cui le società precedenti erano sì più povere in generale di risorse ma più equamente povere, però non so, spesso gli anziani idealizzano tutto quel che c'era prima. |
Re: Una volta si era più felici pur avendo meno
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Re: Una volta si era più felici pur avendo meno
Avviso questo post rappresenta il mio bisogno.
Credo nella piramide di Maslow, oggi nella società di 60 anni dopo, un bisogno come il sesso non é piú alla base é diventato qualcosa di elitario, una volta una scopata era alla portata di tutti. Comunque rinuncerei a internet, alla tv, all'automobile, all'energia elettrica ed a tutte queste diavolerie che hanno snaturato l'uomo e reso schiavo... Alla fine le cose importanti sono lo spazio per muoversi, il mangiare, dormire, comunità,l'amore e la spiritualità; queste sono le mie principali. Al presente cosa si ha? 8 ore di lavoro come schiavi dentro una prigione per avere la sopravvivenza e prendersi oggetti, ma poi che hai preso questo e altro si é soli, vai al parco ti siedi sei solo, al cinema sei solo, al supermercato sei solo a letto sei solo. Oggi siamo 7 miliardi di persone e pretendiamo tutti di essere immortali, non é cosí che funziona bisogna farsi da parte ed accettare la sofferenza alle volte. Consumismo sta generando un sacco di inquinamento... Continuando cosí siamo sicuri che si starà meglio? Questo stare meglio forse viene confuso con una finta comodità. Poi la felicità sono dei singoli momenti, poi subentra la serenità questo é lo stato massimo non avere preoccupazioni. |
Re: Una volta si era più felici pur avendo meno
Cinquant'anni buttati, anzi usati per distruggere il mondo e l'umanità sta pure peggio di prima, chi può reggere una consapevolezza del genere?
Significa che tutto quello che è stato detto a scuola è falso, i professori, i genitori, gli amici, ecc., erano e sono quasi tutti Don Abbondio che tuonavano (perché Don Abbondio tuona con chi è più forte ed è sottomesso con chi è più debole, è il suo modo di rendersi ininfluente, è Ponzio Pilato che se ne lava le mani del mondo e non vuole la responsabilità della scelta) di essere giusti. È un'intera vita e un intero mondo messi in discussione, tipo Fantozzi che si arrabbia quando diventa comunista, ma all'ennesima potenza, quasi nessuno ce la fa e inconsapevolmente si afferra alle cose più irrazionali per mantenere un minimo di serenità. La pressione emotiva è così forte che diventa difficile cogliere per esempio che tendenzialmente in ogni epoca ci sono più rimedi per i problemi che la caratterizzano e che non è un grandissimo motivo di vanto il fatto che ai problemi psicologici che sono stati fatti aumentare negli ultimi decenni siano state date parziali risposte. A meno che non si pensi che quest'aumento sia piovuto dal cielo, che comunque è una prospettiva stranamente comune. Internet fornisce gli strumenti per risolvere i problemi che crea, come Batman che combatte il crimine che Bruce Wayne crea accumulando ricchezza. C'è sempre più accesso alla cultura, ma questa cultura è usufruita e creata sempre più con criteri superficiali alla "se ha una posa è bene, se è Moccia è male" e alla fine i conti non tornano. |
Re: Una volta si era più felici pur avendo meno
A parte gli scherzi, ti riporto un pezzetto del saggio "le basi morali di una società arretrata" di Banfield, sia perché fornisce interessanti informazioni sullo stile di vita dei contadini dell'Italia meridionale degli anni '50 (che, vedrai, erano tutto fuorché felici), sia perché viene anche spiegato in modo sufficientemente chiaro in che cosa consiste la felicità e la soddisfazione per la propria condizione esistenziale: "Quando il contadino parla della miseria, intende in primo luogo il suo pesante lavoro, gli abiti miserabili, e il pane che spesso è tutto quello che ha da magiare. Tuttavia la povertà, per quanto dura, non spiega la perenne malinconia di questa gente. [...] La malinconia del contadino è in parte causata dalle preoccupazioni. Egli non ha denaro da parte, ed è sempre angustiato da ciò che potrebbe succedere. Quelli che per altri possono essere contrattempi, sono per lui sventure. Quando il maiale restò strangolato dalla corda che lo legava, un contadino e sua moglie ebbero una crisi di vera disperazione: la moglie si strappava i capelli e batteva la testa contro il muro, mentre il marito sedeva sgomento e senza parole. La morte del maiale significava che non avrebbero avuto carne per tutto l'inverno, né lardo da mettere sul pane, niente da vendere per pagare le tasse, e comprare un altro maialino per l'anno dopo. Disgrazie di questo genere possono venire da un momento all'altro [...] Essere contadino significa starsene indifeso di fronte a questi accidenti. Tuttavia, né la fame presente, né la previsione del peggio, bastano a giustificare pienamente il profondo scontento del contadino. Ci sono società primitive in cui il livello di benessere biologico é anche inferiore, ma le popolazioni non sono cronicamente scontente. [...] Ciò che costituisce la differenza tra un generico «basso livello di vita» e la «miseria», è un fattore culturale. A differenza del primitivo, il contadino si sente membro di una società più vasta in cui è immerso ma senza esserne partecipe. Vive nell'ambito di una cultura in cui l'ammirazione degli altri è molto importante, ma, in base ai criteri di questa cultura, si rende conto di non poter essere in alcun modo oggetto di ammirazione. In base a questi criteri egli, e ogni cosa del suo ambiente, sono anzi oggetti di disprezzo e derisione. Questa consapevolezza lo riempie di odio verso la sua condizione, e di astio verso il suo destino. [...] Secondo gli standard della società più ampia, il lavoro stesso del contadino, i suoi abiti, quello che mangia, sono un segno della sua degradazione. Per questo, oltre che per ragioni biologiche, egli li trova insufficienti e anche odiosi. [...] La miseria, sembra ragionevole concludere, è causata da privazioni di ordine sociale oltreché biologico; questo significa che non ci si può aspettare che un aumento moderato del reddito allevierebbe l'atmosfera di cupa malinconia del paese." Ed è così, con quell'ultima frase in grassetto, che si spiega il perché, oggi, nonostante il benessere diffuso, le persone restino comunque scontente della propria condizione. Il bisogno di ammirazione di molti di noi viene frustrato, oggi come ieri. Con il passare del tempo e l'aumento progressivo del benessere e della ricchezza, l'asticella, cioè lo standard, si alza sempre di più, e la maggior parte della gente finisce comunque per rimanere esclusa dalla platea degli ammirati (per questo gli scontenti continuano ad esistere, nonostante l'opulenza della nostra società). Questo però, come vedi, non vuole dire che in passato fossero tutti più felici; anche perché alle privazioni di ordine sociale, loro, dovevano sommare quelle di ordine biologico, cosa di non poco conto. |
Re: Una volta si era più felici pur avendo meno
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Con questo non è che voglia prendere nettamente posizione, per me siamo sempre criceti sulla ruota, un tempo la ruota era più brutta e più scomoda ma si poteva correre più piano, ora è più bella e più comoda ma c'è da sfiatarsi di più... a seconda del punto di vista uno può elogiare questo o quel periodo, ma finché il criceto non molla la sua ruota differenze davvero sostanziali non ce ne sono. |
Re: Una volta si era più felici pur avendo meno
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Re: Una volta si era più felici pur avendo meno
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Re: Una volta si era più felici pur avendo meno
Cmq mia nonna ha sofferto di depressione,mio padre idem quindi non è vero che erano tutti più felici.
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Re: Una volta si era più felici pur avendo meno
A proposito di internet io chiederei: ma se uno avesse tutto ciò di cui ha bisogno a parte la connessione a Internet al giorno d'oggi dovrebbe stare per forza male? Ovvero se c'è qualcosa dell'utilizzo delle risorse virtuali in sè che è necessario all'uomo. Per lo scambio di alcune informazioni direi di sì, e mi riferisco al poter venire a conoscenza di soluzioni in modo più veloce che per altre vie, ma per il resto se ci fossero certe condizioni sarebbe superfluo. Magari in parte è anche dannoso: ad esempio dei problemi che può portare stare un sacco di tempo davanti a pc o smartphone non se ne parla più molto, che io sappia.
Immagino un raduno di utenti di FS in cui a un certo punto alcuni si connettono al forum per scrivere qualcosa. Non so se sia successo o quante volte possa succedere ma è un tipo di tentazione che c'è spesso quella di allontanarsi dalla realtà 'locale' e presente e preferire prendere un'altra forma inserendo le proprie credenziali o scrivendo qualche messaggio su un dispositivo. Si vuole stare sempre altrove, in un altrove virtuale. Internet, in particolare i forum, i social, ecc. sono una specie di via di mezzo tra quello che si può fare nella realtà comunemente detta e quanto si proverebbe a figurarsi con la sola mente senza supporti e assist virtuali. Ti alzi dal letto per attaccarti al pc pensando di fare qualcosa di più concreto e in effetti lo fai, ma non si sa quanta illusione ci sia in questa operazione. Magari uno decide un giorno di lasciare il forum e tutto ciò che esso aveva rappresentato cade. Ma uno che è solo se non avesse neanche la connessione dove cavolo andrebbe e cosa farebbe? Ci sarebbe un calo della comunicazione con il mondo esterno e la noia sarebbe vissuta al 100%. Ci vorrebbero più luoghi di ritrovo alla portata di un vasto numero di persone, di vari tipi di persona. Dei posti e delle iniziative anche per chi non riesce bene a socializzare; che arrivata la sera uno può decidere di raggiungere, dove non è vietato l'uso degli smartphone ma è privilegiato il tentativo di vivere proprio quel luogo con quelle persone. |
Re: Una volta si era più felici pur avendo meno
Io sono totalmente dipendente da Internet: panno intere giornate tra Instagram, Youtube ed Fobiasociale.com.
A volte mando curriculum senza, ovviamente, successo. |
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