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Pure van gogh sosteneva l ultilità di diventare bravi in una cosa, cosi da poter trarre insegnamenti da applicare anche in altri ambiti
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Re: L'ha detto Reinhold.
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purtroppo per sapere quello che uno sa fare deve provarne un boato di cose prima , e certe volte manco lo scopri :D , però si come concetto ci sta . |
Re: L'ha detto Reinhold.
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Perché pensavi che non mi sarebbe piaciuto quello che ha detto? :D |
Re: L'ha detto Reinhold.
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Si pone soltanto un problema: e se non ti piacesse per nulla quel che sai fare veramente? Equivarrebbe a fare nella vita solo quel che a te non piace. Comunque l'ultima riflessione potrebbe anche essere questa: siccome nessuno sa fare veramente bene alcunché, nessuno dovrebbe fare assolutamente nulla. E' una scemenza questa comunque :mrgreen:. La cosa che ho scritto prima invece per me risulta più problematica davvero. |
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Re: L'ha detto Reinhold.
sinceramente la considero una boiata, ci sono tante persone che hanno tentato di fare una determinata cosa tante volte fallendo allo stesso identico modo però si tende sempre a considerare coloro che ce l'hanno fatta dimenticando quelli che hanno fallito.. probabilmente c'è posto solo per i più "fortunati", per i "vincenti" nella società mentre per quelli come noi o ancora meglio, per quelli come me no :perfetto:
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Re: L'ha detto Reinhold.
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Una persona potrebbe avere un talento, che so saper giocare a calcio, suonare uno strumento musicale, insomma saper fare bene qualcosa davvero al di sopra della media, ma potrebbe non piacerle fare questa attività in modo assoluto per svariati motivi. Capita spesso che i genitori osservando che il figlio ha un certo talento in qualche campo vorrebbero che questo debba occuparsi soprattutto di questo. Ma chi lo ha detto che al figlio interessi occuparsi soltanto di queste cose? Occuparsi solo di quel che si sa fare bene ha senso se a te piace in modo assoluto anche quello di cui dovresti occuparti. Io penso che sia utile anche fare qualcosa non così bene ma che in fin dei conti piace e dà senso alla propria esistenza piuttosto che fare qualcosa alla perfezione ma che per noi risulta detestabile. Bisognerebbe trovare un equilibrio tra questi fattori per me, saper fare qualcosa bene non implica che piaccia farla in modo esclusivo ed assoluto, per questo non trovo poi così saggio usare questo tipo di impostazione. Trovare un equilibrio tra soddisfazione personale e riconoscimenti oggettivi è cosa tutt'altro che facile, a volte bisogna per forza di cose separare certi ambiti perché magari l'attività che si sa svolgere bene e riconosciuta socialmente non piace poi tanto. Occuparsi soltanto di questa distruggerebbe l'anima della persona, viceversa investire tutte le risorse in attività che non si sanno svolgere bene in modo professionale poi produrrebbe altri malanni perché poi magari si ha bisogno di uno stipendio e riconoscimenti sociali. Per questo poi penso che sia meglio occuparsi di più cose, come dice varykino, le possibilità di trovare completa soddisfazione dei propri bisogni oggettivi ed interiori in un'unica attività secondo me sono scarsissime perché devono trovarsi allineate molte variabili per poterlo fare concretamente. Magari un chirurgo nel tempo libero dipinge, ora questa cosa ha senso perché il chirurgo non possiede il talento per svolgere questa attività in modo professionale ma gli dà soddisfazione occuparsi di queste cose. Occuparsi soltanto del suo lavoro lo frustrerebbe in maniera totale, viceversa trasformare quel che gli piace davvero fare in professione lo ridurrebbe sul lastrico, al chirurgo conviene occuparsi perciò di più cose e anche di cose che non sa fare poi così bene. Le sue competenze nel dipingere saranno più superficiali in senso tecnico ma più profonde in termini di soddisfazione. Le persone introverse tendono più facilmente a non riconoscersi soltanto in quel che sanno fare bene, perché tutte queste tendenze le sentono più degli estroversi che si identificano subito soltanto nell'attività riconosciuta socialmente. |
Re: L'ha detto Reinhold.
Mi interessa più cosa ne pensa Reynolds. :pensando:
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Re: L'ha detto Reinhold.
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Per quanto riguarda la frase di Messner, trovo che spesso non sia affatto facile capire cosa si è in grado di fare bene, e una volta capito potervisi dedicare appieno. |
Re: L'ha detto Reinhold.
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Re: L'ha detto Reinhold.
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Lo stesso Reinhold dice:"scalare montagne mica è un lavoro.. il mio non è un lavoro "ma ha avuto la fortuna di non diventare povero. Chi scala montagne ed è povero secondo il suo discorso dovrebbe continuare a farlo perché è la sua strada... per questo parlavo di verità ma pure di utopia.. |
Re: L'ha detto Reinhold.
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Adesso che hai specificato meglio il contenuto del discorso, non mi sento tanto di condividerlo :pensando: Poi, non so, dipende. |
Re: L'ha detto Reinhold.
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Fallire-vincere non c'entra niente quando si parla dell'esprimere se stessi, idem non c'entrano mastieri e denaro che non dovrebbero esserci. Se Reinhold fosse rimasto povero avrebbe comunque continuato a scalare montagne perché si sente chiamato a quello e quando scali una montagna non c'è chi vince ne'chi perde, c'è l'uomo e la natura. Questa società ti spinge a ottenere l'ammirazione degli altri o a diventare celebri o a fare un mestiere preciso ma se a te piace conoscere e collezionare foglie più di ogni altra cosa, quello devi fare. Perché esiste l' uomo.. e la donna e il loro bisogno di esprimersi. |
Re: L'ha detto Reinhold.
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Hai mai scalato una montagna, tirato con l'arco, canto gospel, cucinato, addestrato un cane ecc ecc. Immagino si debba trovare ciò che sappiamo fare ma che ci piaccia anche.. E Saper fare non vuol dire necessariamente essere dei genii o raggiungere la perfezione |
Re: L'ha detto Reinhold.
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Re: L'ha detto Reinhold.
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Ci sta bene quel detto: non importa se il bicchiere sia piccolo o grande, basta riempirlo. Magari il tuo vero essere ti porterà a dipingere parei in Polinesia e fare il pescatore :nonso: E'che prima bisogna sapersi ascoltare e non è per tutti facile. |
Re: L'ha detto Reinhold.
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Re: L'ha detto Reinhold.
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Che bisogno c'è di affermare che nella vita bisogna fare quel che si sa fare veramente se poi in pratica questo livello di abilità è variabile praticamente a piacere e non c'è proprio alcun criterio per stabilire se io so far qualcosa o meno? :nonso: Se mi divertisse cucinare ma se andassi ad una gara di cuochi farei ultimo... Dovrei smettere di cucinare e decidere di fare altro perché non sono abbastanza bravo? Sì o no? Decido io a piacere quel che so fare? O ci sono criteri che sovrastano questa mia decisione? Saper fare qualcosa che significa? E' poco chiara l'affermazione a monte per me. Van Gogh è stato buttato fuori dall'accademia, per i criteri oggettivi dell'epoca non sapeva fare quel che ha fatto per tutta la vita. Saper fare qualcosa a questo punto per me è un concetto piuttosto problematico, in base a cosa io posso verificare che so fare una certa cosa? :nonso: Io direi di fare quel che interessa davvero e che dà soddisfazione in vari sensi (compreso quello economico), saper fare o non fare non si sa bene che significa se non si prendono dei criteri oggettivi che eliminano molte persone classificandole come "incapaci" nello svolgere certe attività. |
Re: L'ha detto Reinhold.
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A non fare ciò che fa parte di noi però non saremmo più noi. Il podio e il mestiere sono inganni e catene. Esiste solo l'uomo e il suo essere che può evolvere nei modi più disparati e senza che qualcun altro se ne debba accorgere per forza |
Re: L'ha detto Reinhold.
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O è una cosa che creiamo direttamente noi? :nonso: C'è bisogno di una forma di condivisione sociale o se ne può fare a meno? |
Re: L'ha detto Reinhold.
Io, se scoprissi di saperci fare ai fornelli, come prima cosa penserei di andare a fare un corso per perfezionare la tecnica ed imparare cose utili al mestiere.
Non andrei certo a fare una gara di cuochi, così... allo sbando. Non mi pare una tappa necessaria una competizione con altri appassionati. |
Re: L'ha detto Reinhold.
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Cosa fai poi? Sto supponendo che non riesci ad ottenere alcun riconoscimento sociale né a migliorare secondo i criteri diffusi... Bisogna smettere o no di occuparsi di queste cose in base alla frase del nostro alpinista? Secondo me c'è qualcosa di molto più forte che spinge ad agire rispetto al "saper fare" a monte. Chi possiede questa forza può essere ucciso ma non fermato, fa delle cose non perché le sa fare ma perché non potrebbe fare altrimenti. Io comunque non sono una di queste persone, mi baso anche io sul "saper fare" e mi appoggio a criteri vari, ma sono debole, molto debole. |
Re: L'ha detto Reinhold.
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Ormai il mio pensiero, quello di Reinhold e di Vincent si sono uniti in un unico pensiero perché credo di pensarla allo stesso modo ma non è facile da spiegare, è quasi come parlare di fede ad un ateo. Però capisco quello che intendi. Van Gogh sapeva di saper fare perché era in grado di autogiudicarsi, in grado di vedere ciò che era il suo essere: quando sei in grado di riconoscere il tuo essere in cio' che esprimi allora sai fare. |
Re: L'ha detto Reinhold.
Chiaro però che se ti servono i soldi e non riesci a guadagnare con ciò che sei o sopravvivi a stento come ha fatto van gogh e come farebbe reinhold oppure rinunci al tuo essere
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Re: L'ha detto Reinhold.
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Se li avessi potrei insistere tentando un corso analogo altrove oppure aspettando il prossimo giro, nel caso il corso fosse a numero chiuso. Cosa intendi per migliorare secondo i criteri sociali e diffusi? |
Re: L'ha detto Reinhold.
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Re: L'ha detto Reinhold.
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Re: L'ha detto Reinhold.
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Però penso che la vera felicità (una volta che hai la salute ovviamente) sia un mix di di malinconia e divertimento. Ma un giorno te ne parlo in privato magari perché non mi va di partire in quarta con l'off topic |
Re: L'ha detto Reinhold.
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Insomma il fatto che sia stato riscoperto poi ci fa dire adesso che sapeva autogiudicarsi, ma perché mai un altro artista rimasto sconosciuto che ha fatto più o meno lo stesso (ma non ha avuto la critica artistica a favore negli anni a seguire) non avrebbe saputo autogiudicarsi ugualmente? :interrogativo: Continuo a pensare che certe persone riescono ad agire senza giudizio, non è che si valutano brave (un narcisista si comporterebbe così), non si valutano proprio, agiscono e basta come farebbe un bambino spinto dall'interesse per qualcosa, per questo sono così forti, l'esser bravi o non bravi non li tocca. Io sono una persona che si preoccupa continuamente di esser brava, per questo sto messo così male, non mi diverto più a far nulla, non sono motivato, non ho interessi. Questa discussione invece è riuscita a farmi attivare per qualche attimo in modo vivo. |
Re: L'ha detto Reinhold.
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Re: L'ha detto Reinhold.
Comunque bisogna fidarsi di qualcosa di soggettivo perché i canoni cambiano
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Re: L'ha detto Reinhold.
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Comunque se sei bravo in qualcosa che non fa parte di te, che non ti interessa.. allora forse non fa per te. La prima cosa che devi guardare è dentro di te.. è la spontaneità che ti deve far avvicinare a qualcosa e non il narcisismo o lo stare li a valutarti e soppesare quanto sei bravo o meno. Lo devi fare per te, non per un esercito di gente in attesa di tue strabilianti performances |
Re: L'ha detto Reinhold.
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So leggere, leggere tanto. E' l'unica cosa che so fare bene ma non frega un cazzo a nessuno, quindi non serve. Se il succo della frase del topic è "rimani da solo a fare quello che non ti dà ansia e ti fa stare bene", eggrazie... ma fare l'eremita non è per tutti. Se invece è "trova un qualcosa che ti piaccia fare e ti faccia stare bene anche con gli altri", eh lallero. |
Re: L'ha detto Reinhold.
ero convintissimo che fosse morto :mannaggia: ho scoperto che è ancora vivo
mi ricordo che da bambino diventò un idolo per il fatto che sosteneva di aver visto lo yeti, poi non si è mai capito come andò a finire quella storia |
Re: L'ha detto Reinhold.
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Per stare bene con gli altri devi dare dimostrazione di estrema bravura in qualcosa che piaccia a tutti?! Il succo della frase del topic è "conosci te stesso", conosci te stesso, accettalo e continua ad approfondire quello che sei. Non fingere di amare qualcosa perché lo amano gli altri perché se lo fai, ti sentirai comunque solo. |
Re: L'ha detto Reinhold.
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I pensieri, le parole sanno anche loro cambiare il mondo. |
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