Originariamente inviata da xtal*
(Messaggio 1984317)
Uscivo spesso da sola con le cuffie, e guarda caso andavo proprio nelle strade del centro di Roma, dove c'era più gente.
Mi sedevo in un bar, possibilmente all'angoletto con più visuale, oppure sulla panchina che mi ispirava di più, mi bevevo la mia birra, mi fumavo la mia cicca e mi sentivo parte di quel brulicare di società, solo che stavo al mio posto, sola, dove avevo piacere di stare.
Certo, vedere miei coetanei che ridevano, scherzavano e facevano i matti tra loro mi lasciava un po' di dolce-amaro, mi sarebbe piaciuto poter fare lo stesso in quel momento, con i miei amici (immaginari, poiché difficilmente ho trovato persone adatte ad amicizie vere)... Ma alla fine è come se mi saziassi attraverso la semplice vista della vita sociale altrui. Accettavo il mio stato (in parte voluto) e mi accontentavo di starmene per cavoli miei a guardare, come le vecchie di paese. Mi potevo godere un'ottica molto più ampia in solitudine.
Il piacere di stare con gli altri è qualcosa che dipende dallo stato d'animo, ma anche da quanto è forte il rapporto con chi mi trovo a condividere il tempo e lo spazio. Alla fine so che potrei essere parte del gruppetto di amici che si diverte e nel frattempo starmi a massacrare le meningi perché parte di ciò non mi ci sento affatto, il che è ciò che succede ora (perché sono conoscenze acquisite) e che è sempre successo in passato, perché non erano amicizie autentiche. Non sono mai riuscita a sentirmi parte di niente, se non del mio personale universo.
Avrei l'invidia dell'aperitivo se avessi degli amici veri, che conosco bene e con cui ho avuto il tempo di sentirmi completamente a mio agio.
E anche ce li avessi, so che per mia natura rimarrei spesso a casa a farmi gli affari miei, senza particolari sofferenze.
Pensa che una volta sono andata al ristorante da sola, e mi sono comprata pure una rosa :D Il fatto di non essere in compagnia non mi preclude dal fare cose che si fanno usualmente con altre persone, tipo uscite, bevute o altro.
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