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Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
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è che risentì dei tuoi usuali stimoli ambientali, più quelli endogeni a cui non fai piú caso. Io a volte ho dei picchi maniacali, non gravi, ma che riconosco. La mania è l'opposto della depressione: vi è iperattività, troppa energia, troppe idee. Si può complicare, se interagisco con altri. Quindi per un giorno me ne sto solo a casa, stacco telefoni e computer, abbasso quasi del tutto le tapparelle e cerco di fare il meno possibile. Poi esco un po', ma in giardini poco frequentati, senza il rumore di auto. La solitudine fisica mi placa. Non è che smetto di pensare, ma rallento il flusso dei pensieri e riduco l'intensità delle emozioni. Tutto questo si chiama stare a riposo. La compagnia in certi casi, non è riposante. |
Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
Anche la biblioteca è rasserenante: è distraente, perché sei libero di prendere e mollare i libri che vuoi. C'è poca gente, in religioso silenzio.
2 ore di biblio sono meglio di 3 pillole. |
Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
vabbè ok nn ho letto neanche un post,xò posso dire che quando facevo servizio civile sulle ambulanze,ho visto una ragazza GIOVINE,che in preda all'agitazione durante il ricovero in TSO,veniva spogliata nuda da 2 infermieri maschi e spruzzata d'acqua fredda a pressione piuttosto alta....fate voi
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Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
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Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
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Presi in malomodo per riuscire a fare la puntura (pure violentemente se necessario e ben scarsa attenzione alla privacy) e legati al letto, anche per giorni. Dosi di psicofarmaci spesso ben alte (di fatto anche svariate volte le dosi massime consigliate sul bugiardino). Appena un po' meglio se solo "a rischio tso" (giusto formalmente evitato) ma anche farmaci possono dartene tanti e non puoi andartene o protestare dietro minaccia di altrimenti procedere a tso. Ma d'altronde in questi casi non e' una scelta. (Confesso ...a 21 anni parlavo di Dio e discorsi apparentemente strani, ero anche parecchio tesa e c'era anche molta tensione in famiglia...mia madre chiama la guardia medica...arrivano dottoressa e volontario di un'ambulanza, mia mamma parla in una stanza con la dottoressa, io nel frattempo resto col volontario, gli racconto che anch'io avevo fatto servizio in ambulanza e che c'era stato un malinteso, mia mamma si stava preoccupando per nulla, io semplicemente pensavo cosi' e cosa', dopotutto c'e' liberta' di pensiero, no? Mia mamma dice di mettermi la giacca che andiamo in ospedale perche' la dottoressa mi ha trovato debole e vogliono misurarmi la pressione (poi mi spieghera' che sta trovata era per evitarmi i carabinieri, piu' traumatico) . Debole insomma, di certo non ero violenta e aggressiva. In ospedale sorpresa...niente misuramento pressione, vogliono darmi degli psicofarmaci. Io rifiuto, e la dottoressa dell'ospedale si ostina. Capisco la situazione e inizio interiormente a agitarmi , non so come mostrare che io non son fuori di testa, leggo un annuncio sulla porta, faccio vedere che lo capisco, che so leggerglielo piu' veloce, che so dirgli che giorno e', dove abito, pure parlargli di storia o matematica... che devo dirgli o fare maledizione? Un tipone intanto blocca la porta da cui sono entrata. C'e' un'altra porta aperta e di la' vengo indotta ad andare e....mi ritrovo gli infermieri addosso, mentre di la' la porta alle mie spalle si chiude ...sono nel reparto di psichiatria. Nel corridoio, davanti agli altri pazienti mi abbassano i pantaloni per farmi la puntura, buttandomi per terra con calci mentre io mi divincolo (io nella situazione ho cercato di difendermi, ho pure morso uno di loro). Mi legano al letto, io penso che e' la fine, nella confusione del momento e forse anche dei farmaci che entravano in circolo ho pensato che sarei morta, quando poi mi hanno detto che c'era l'orario visite mi e' sembrato quasi troppo bello da credere, perche' io l'ho vissuto come si puo' vivere un rapimento. Venerdi' ancora ero all'universita'. Domenica pomeriggio li'. Ne sono uscita solo 5 mesi dopo (considerando anche il passaggio a un'altra struttura) e con 20 kg in piu'. Chiaramente ci ho messo un bel po' a perdonare ai miei genitori il loro "tradimento". Mi spiace un'esperienza cosi' traumatizzante in un topic che vuole essere tranquillizzante. Ma insomma si parla di tso, altra cosa. ) non quotate la parte personale perfavore |
Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
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nn so se la legge è cambiata,ma prima dopo 3 settimane massimo,si veniva lasciati andare comunque. :interrogativo: |
Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
fanno tso anche agli ubriachi,a chi è semplicemente molto arrabbiato e dà in escandescenza
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Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
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Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
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Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
Alcune testimonianze sono agghiaccianti, da non credere :o Mi spiace molto, spero che siano stati solo casi sporadici e non la normalità di come si viene trattati :(
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Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
Cara Ila,
Le brutte maniere a volte sono inevitabili. Una volta ricordo un energumeno furioso, che a contenerlo, ci volevano 4 Myke Tyson. Però qualcosa non quadra. Non tengono 5 mesi una persona che sembra ricoverata per poco. 5 mesi equivalgono a una patologia in forma molto grave. Prima di un ricovero così lungo, ci dev'essere una storia lunga. Non è che per un'arrabbiatura si fa un TSO. |
Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
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Io sono a favore degli psicofarmaci, si prendono farmaci anche per il cagotto perché non per la mente se possono far stare bene??? Meglio le vecchie camice di forza? |
Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
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Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
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Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
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ma che bello quando si poteva fare liberamente i piccoli chimici(a nostro rischio e pericolo) ora deve essere approvato pure pubblicare un farmaco ufficialmente riconosciuto e già in commercio :pensando: |
Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
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Pero' si' mi divincolavo per non farmi fare l'iniezione ...poi l'infermiere che ho morso , un ragazzo giovane, quando ero legata e' venuto a darmi dell'acqua, mi ha detto che anche lui credeva in Dio, che l'avevo morso (io l'ho fatto presa dal difendermi e neanche piu' di tanto ci ho fatto caso o mi ricordavo) e che piu' che altro la sua paura era per il rischio di malattie contagiose (Aids e simili). Che non ho. Ma capisco il diverso punto di vista e mi e' spiaciuto, da fuori sembra la classica pazza che aggredisce gente che non c'entra nulla, fa il suo lavoro e anche con buone intenzioni. Pero' dal mio punto di vista finire in psichiatria e' stato davvero inaspettato (tant'e' che a volte mi dico "manca la prigione", a volte davvero penso che ci finissi innocentemente non mi stupirei) Quote:
Se non che timida, fobica, isolata, ste cose qua insomma e gravi problemi relazionali con mia mamma. In quel periodo ok ero un po' esaurita (notti senza dormire per un motivo) e conseguenti pensieri confusi, piu' molto abbandonata a me stessa in famiglia (pure economicamente). Il porsi contro gli psichiatri poi non e' mai d'aiuto a far loro pensare che si ha poco e venirti incontro. In ospedale ho trovato degli amici (pure un fidanzato), ci trovavamo nei bagni a parlare di come sopravvivere, come riuscire a non inghiottire le pastiglie, cosa dire allo psichiatra per convincerlo a mandarci a casa, cosa mai bisognava rispondergli. Dopo circa 3 settimane volevano darmi un farmaco conosciuto per poter avere gravi effetti collaterali e mio padre allora si e' opposto e ha firmato per farmi uscire. Pero' si sa (o almeno ora so) che i farmaci non andrebbero interrotti di colpo per cui se prima comunque avevo il senso della realta' dopo un po' di giorni a casa per la prima volta l'ho proprio perso... ritorno in psichiatria... fra le risatine mi dicono di infermieri e altri che se l'aspettavano. E li' il tempo e' passato, almeno due mesi mi sa, poi una volta ritrovato il senno, mi hanno voluto mandare in una struttura (non piu' coattivamente) anche per togliermi dall'ambiente familiare e darmi un'occasione di autonomia e socializzazione con coetanei. Ma con scarso successo. Non parlavo con nessuno (per carattere e anche perche' anche gli altri erano tutti poco loquaci) e complici i farmaci passavo il tempo a mangiare bulimicamente. Alla fine l'hanno capito e anche loro sono stati d'accordo nel porre fine a quell'esperienza (appena tornata a casa l'ho rifatto, interrotto di colpo tutti i farmaci, ma stavolta mi e' andata bene) |
Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
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Sistematicamente di pomeriggio ero vicina allo svenire e mi dovevo mettere sdraiata mentre mi riempivo di succhi di frutta e acqua per resistere . Gli infermieri la prendevano alla leggera "quando stai per svenire basta che suoni l'allarme"...sti ca...io stavo per svenire sistematicamente tutti i giorni...se aspettavo che diventava piu' forte e svenivo davvero mica potevo suonare il campanello...e poi loro coi campanelli se la pigliano comoda... boh, forse sono io che ho troppo istinto vitale...:pensando: Poi una volta il medico mi fa " perche' io ci impiego niente volendo a prescriverti una compressa che tiri su la pressione". Ma vaff! E dirmelo prima? (o meglio, e diminuirmi le dosi assurde di psicofarmaci alla base di cio'?) . Poi forse ho interpretato male io ma l'impressione sul momento e' stata che fosse un sottolineare l'onnipotenza loro e dei farmaci "una pillola e ti affossiamo" " un'altra (a volerlo) e ti tiriamo su" (pilola che comunque ora non so bene dire perche' ma alla fine non mi e' stata data). Poi c'e' stato il periodo in cui avevo nausea. Non e' proprio una sensazione gradevole stare tutto il giorno che stai per vomitare per di piu' in mezzo agli altri e essere continuamente a dovere correre in bagno. Mica hanno voluto darmi una bustina di biochetasi, con la spiegazione che volevano tenere sotto controllo la cosa perche' poteva essere un effetto collaterale dei farmaci. Biochetasi di un'innocuita' spaventosa confrontato alle dosi emormi, quotidiane di psicofarmaci che mi davano (e di cui mi permetto di mettere in dubbio l'utilita'). Poi altre cosine...i bagni senza chiavi (maschi e fermmine insieme)... e poi la mancanza d'aria, ricordo... perche' la vita passa per settimane, mesi in quei pochi metri... gli ambienti venivano areati solo una volta al giorno per il rischio fughe o suicidi (non c'erano le sbarre alle finestre e le bloccavano) e a me per un bel po' non facevano proprio uscire del tutto, ad altri reputati meno gravi veniva permesso di uscire a prendere il caffe' alle macchinette con gli infermieri e uscire accompagnati durante l'orario visite. |
Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
Ragazze interrotte...il film;nn mi sto riferendo a nessuno di quà,xò le tematiche erano quelle;
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Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
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Almeno la mensa nell'ospedale della mia città è ottima. |
Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
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Se ti stanno sulle scatole i "senza speranza" puoi benissimo fare amicizia con altre persone... In ogni caso un ospedale nn è neanche lontanamente un luogo adatto per pazienti che nn siano in imminente pericolo di ledere sè stessi o gli altri, e quindi nn adatto alla stragrande maggioranza di quelli che ci stanno qua dentro. Le cliniche private convenzionate, ripeto, sono tutt'altra cosa, spesso sono immerse nel verde, ci sono i parchi, si fanno attività, i pazienti vengono messi in reparti per compatibilità, nn mescolati assieme anoressiche con psicotici gravi. Poi ci saranno i centri migliori e quelli peggiori come per ogni cosa |
Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
So benissimo come ci si sente. Sperimentato in una struttura privata dove facevano iniezioni a caterva se poco poco facevi notare qualcosa che non andava bene, o piangevi.
Ho ancora l'orologio scheggiato di una volta in cui mi hanno gettato a terra con particolare impeto. Comunque la violenza più grave non è quella fisica, ma psicologica. Ti senti svuotato da ogni umanità, da ogni dignità, da ogni speranza. Non mi sento di raccontare completamente l'esperienza, comunque sto male solo al pensiero di chi è ancora li dentro. Criminali coloro che lavorano consapevolmente li dentro, ed i media che tacciono. |
Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
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Ti blocco preventivamente prima di farmi bannare. |
Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
Capisco una persona pericolosa per gli altri, ma venire legati mani e piedi al letto o fare violenza è barbarico, robe da medioevo..
Bisogna denunciare questi fatti alle autorità competenti. |
Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
Una pensa di aver passato dei brutti momenti nella vita, poi legge certe testimonianze e ridimensiona la propria prospettiva... Mi dispiace tanto.
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Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
Mi dispiace ila per tutto quello che hai passato. A me sembra quasi da denuncia. Agghiacciante gli infermieri che ti spogliano a forza in mezzo agli altri per l'iniezione. E tu chissà il dolore che hai provato sapendo di essere innocua e senza bisogno di quel trattamento.
Quell'esperienza deve averti lasciato tante ferite psicologiche dentro, che dolore che avrai provato. Quote:
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Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
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Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
Ila 82, un momento! col vittimismo rischiamo di disinformare.
Gli infermieri usano le mani, se il paziente reagisce fisicamente. Se è prescritta una terapia, va fatta, per amore o per forza. Non diamo la colpa sempre agli altri! Se ti dicono di assumere un dato farmaco, lo devi prendere, perché chi te lo dice, in quella situazione, ha autorità su di te, perché la legge gliela conferisce. Non sempre siamo liberi di fare quello che vogliamo. Al di là di questo, assestare un morso a un infermiere, è un fatto gravissimo, che denota violenza e una situazione di squilibrio mentale. Se poi non fai neanche la terapia, grazie ai conciliaboli nei bagni, è chiaro che la degenza si allunga anche di mesi. Un reparto di psichiatria è uno di quei posti in cui, più ti agiti, più ti costringono. Ma in tutti i posti in cui vigono severe regole di sicurezza, non ti devi agitare, se non vuoi essere impacchettato. Prova a fare le scalmane in un grande aeroporto: ti sbattono a terra e ti immobilizzano. Ma possono anche sparare. |
Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
Se vabbe' Superpippo,e le "guardie son sempre rispettose della legge" :ci son brave persone e professionali e ci son quelli che son incappati in merdosi e te ne è stato ampiamente scritto.
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Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
ok Bersersk, fatti mordere tu, poi ne parliamo.
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Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
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Non so il caso di Ila82, ma chi viene ricoverato per stato maniacale, è sempre convinto di stare benone e che i pazzi sono tutti gli altri. E per tenerlo, ci vuole molta forza. Figurati poi se vuole prendere i farmaci! Tu come faresti? "Scusi, sa, non è la smetterebbe di sfasciarmi la scrivania e mi prenderebbe queste due pilloline? zuu!... zuuu!... zuuu!... solo queste due..." L'ospedale è ospedale per tutti, non è mica una ludoteca. |
Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
Si possono dire tante cose, che il ricovero fa bene, le pillole giovano, ecc ogni caso è diverso ma dal racconto di ila82 emergono particolari abbastanza drammatici...poi la giustificazione che le persone lì dentro sono tutte agitate furiose e vanno calmate con la violenza, non tiene proprio..da quello che racconta non sembra proprio fosse in uno stato di agitazione tale da giustificare di essere strattonata così e pure spogliata a forza, forse si poteva prima spiegarle la situazione e farle capire perchè fosse necessaria quell'iniezione..magari in caso di rifiuto si insiste ..ma arrivare a quei punti c'era proprio bisogno? mah
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Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
L'ultimo mio ricovero , non volevo proprio farlo e si poteva anche evitare. In accettazione ero un po' nervoso e agitato, temendo il ricovero. Però ebbi la lucidità di pensare: "se adesso sto calmo, tra tre giorni sono fuori (come è poi accaduto); mentre , se mi agito e m'incazzo, mi tengono tre settimane.
Il perché è chiaro: immaginatevi di essere psichiatri: dimettereste un paziente aggressivo, col rischio che va fuori e stende qualcuno? Dovete mettere in conto che, se il vostro paziente ferisce o uccide qualcuno, ne siete responsabili. Il magistrato viene da voi e chiede: "perché, se era pericoloso , lo avete dimesso?" Sareste corresponsabili di un ferimento o di un omicidio. (p.s.: non sono parole grosse, ma cose che accadono) Oppure: dimettereste un paziente che intende suicidarsi? Se lo dimettete e lui si butta sotto un treno, che fate? |
Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
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Certo tso, trattamento sanitario obbligatorio. Io ce l'ho perche' io non ero un pericolo per me o per altri, me ne stavo a casa tranquilla. Iinfatti in un'altra famiglia le cose sarebbero andate diversamente. So di famiglie dove si' hanno un parente che letteralmente da' di matto e anche e' violento e ne hanno paura e si fanno un sacco di scrupoli perche' non vogliono finisca in "manicomio". Non una ragazzina esaurita. Quote:
se non mi divincolavo e agitavo ok sarebbe stato diverso ma il morso non ha influito Quote:
Voglio dire...che sia vigile, infermiere, giudice o insegnante...se mi metti le mani addosso e mi vuoi inserire una sostanza (conosciuta per avere gravi effetti collaterali) nel mio corpo io cerco di impedirtelo in tutti i modi. Altrimenti secondo il tuo ragionamento anche ribellarsi a un ufficiale che ti conduce ai forni crematori durante il nazismo dovrebbe essere considerata una cosa ugualmente grave, dopotutto fa il suo lavoro e cosi' vuole la legge (ora agirei diversamente, mi rendo conto dell'inutilita' e insensatezza di un simile comportamento ma sul momento e' andata cosi'). Comunque quell'infermiere probabilmente ha capito la situazione, visto che e' stato poi con me piu' gentile di quanto dovesse (fara' parte del loro lavoro comunque se a loro danno questo compito di immobilizzare gli agitati). Quote:
Cioe' e' chiaro che una situazione la racconto dal mio punto di vista. Ma non e' tanto per il tuo topic, era per boh...provare a raccontare sta cosa della vita e vedere le reazioni. Anche rifletterci io. Il tuo topic l'ho usato in effetti opportunisticamente. E comunque non disinformo nel momento in cui racconto i fatti come si sono svolti. Quote:
Il metodo in effetti non e' chiaramente prendersela con infermieri o medici o che sia . Ci son le vie legali. Il telefono viola, per esempio. Che quanto possa davvero venire in aiuto concreto non so, all'epoca non lo conoscevo, ma ora sta sulla mia rubrica. Anche se si' ora farei buon viso a cattivo giovo il che ho imparato essere sempre il metodo migliore nella vita. Comunque (opinione personale) per me una cosa piu' tremenda dell'impacchettamento o la degenza (tralasciando ora il discorso psicologico, umiliazioni e traumi) sono i maledetti farmaci (a quelle dosi poi, con danni che se va bene sconto ancora oggi), avrei fatto di tutto per evitarli. Viva le camicie di forza, avrei preferito. Ma nulla. Anche se ti legano dai farmaci non e' permesso prescindere. Mi avessero detto se ti metti seduta e muta in un cantuccio nessuno ti tocca probabilmente avrei accettato di corsa. |
Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
I metodi che si usano in psichiatria durante un Tso non sono così piacevoli, non vedo come può essere terapeutico assicurare un paziente al letto con le fasce. Ci sono associazioni serie che combattono questi metodi "medievali" ... fortunatamente ... Questo però è un discorso complesso ma si può realizzare.
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Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
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Quindi pensavo, magari quello che vi divide è che tu parti da un punto di vista di accettazione di quest'autorità e della sua violenza. Sei arrivato anche ad accettare un ricovero pur se non lo ritenevi necessario (per renderlo almeno il più breve possibile, cioè limitare le conseguenze sulla tua persona). Lei invece non è stata "lucida" e si è ribellata fin dall'inizio con i mezzi a sua disposizione. La violenza è stata la conseguenza della decisione di ricoverarla (a tradimento) e del suo rifiuto. Se invece vuoi semplicemente dire: "Ila82, non ti credo, le cose non si sono svolte così" è un altro discorso. |
Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
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Comunque storie drammatiche in psichiatria se ne sentono per cosi' (come c'e' gente -anche se quasi sempre si tratta di ricoveri volontari- che invece e' soddisfatta). La mia non vuole essere significativa. E ribadisco che e' chiaro che io racconto dal mio punto di vista. Io ho voluto fare vivere le cose a chi legge come io le ho vissute. Va da se' che poi ognuno trarra' le sue conclusioni e giudichera' la situazione dall'esterno e non dico che sia sbagliato. Piu' che altro non mi aspettavo potesse succedere. Le mie idee potevano essere bizzarre quanto vuoi (ma una mia teoria su un tema potro' averla?) ed inoltre ero molto tesa (la notte avevo sentito come se una mano mi toccasse e mi ero spaventata) ma visto che il mio era un semplice parlarne su richiesta o comunque in piena civilta' con chi interessato mai avrei pensato che queste potessero essere ragioni sufficienti per darmi coattivamente farmaci o rinchiudermi. Ora si puo' dire che quete cose siano facilmente indicative di una psicosi, per me che all'epoca non avevo alcuna familiarita' col mondo della psichiatria - roba vista solo nei film- lo svolgersi di quella giornata e' stato uno shock totale) |
Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
La riduzione della libertà provoca per forza la voglia di sottrarsi. E' istintivo e naturale. Ma bisogna pensare che siamo in ospedale, che ci può succedere? La depressione è 1000 volte peggio dell'ospedale!
@ Ila. Avrai una diagnosi che giustifica il ricovero. Qual è? Non è pensabile che si tenga una persona in regime di TSO, per ben 5 mesi, senza una solida motivazione |
Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
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e quelle che di solito sono alla base di un tso sono un gruppo abbastanza ristretto quello che si puo' mettere in dubbio e' la validita' di tale diagnosi, gli psichiatri non sono infallibili. Ma il punto non e' neanche quello se giusta o sbagliata e' come da un momento all'altro una cosa simile puo' capitare...cioe' fino al giorno prima neanch'io avrei mai pensato una cosa simile mi potesse succedere (ho aggiunto da poco un pezzo al messaggio precedente, non so se hai letto, forse trovi la risposta). Ma non c'entra troppo col tuo topic tutto il mio divagare (e non mi dire "eh, ma allora han fatto bene" ecc. ripeto, io ho solo voluto raccontare la mia esperienza come l'ho vissuta). |
Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
OK, non ho pregiudizi. Io ho parlato della mia malattia davanti a platee. E se la situazione lo permette, lo dico agli amici . Dico che vado dallo psichiatra ( non dico pudicamente "neurologo"). Non ci sono malattie di serie A e di serie B.
Puoi dire la diagnosi. |
Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
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