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Re: bruttezza vs dismorfofobia
è il problema che mi causa depressione,apatia sociale,e tutto il resto.
Alla fine il confine tra dismorfofobia e bruttezza vera e propria è labile,ma certamente chi soffre di dismorfofobia ha dei problemi fisici reali. |
Re: bruttezza vs dismorfofobia
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Re: bruttezza vs dismorfofobia
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Re: bruttezza vs dismorfofobia
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Credo di averlo già scritto altrove, ma quando ti ho visto parlare nel video che hai inserito ti ho trovato fotogenico e anche disinvolto. Guarda che già solo questa cosa qua produce un effetto gradevole ed estetico positivo. Ora penserai che dico queste cose per farti star meglio e tirarti su... No, no, ricordo di averle scritte anche in quell'altra discussione in cui fui criticone nei confronti dei contenuti. Il video per me era ben riuscito e ti spiegavi bene accompagnando quel che dicevi con i movimenti del corpo. Da quel che ricordo comunque non ho notato nessun difetto fisico che spiccava in particolar modo, porti i capelli rasati questo l'ho visto, però (sono sempre sincero) nell'insieme non mi sembrava una caratteristica che penalizzava esteticamente il tuo aspetto, nel tuo caso mi sembrava addirittura che funzionasse. Queste le mie impressioni. Se non le pensavo davvero queste cose, non avrei scritto nulla. |
Re: bruttezza vs dismorfofobia
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Ma proprio l'individuo, la bestia, il corpo... è qui il problema. Se sono ispirato e dico qualcosa, può essere (ma non in questo periodo) che incuriosisca (e morta lì, anche perché poi faccio 0,00 per creare/mantenere rapporti), ma finché mi vedono e basta... è come se fossi trasparente, insignificante, un sacco di cellule buttato lì a cazzo... E ultimamente questa cosa mi sta distruggendo, day by day... Perché mi blocca a 360°. I pensieri e tante altre cose sono prodotti secondari, acquisiti, cangianti, ecc. ma l'essenza è racchiusa in questo oscuro fazzoletto di cellule brasate... -.- |
Re: bruttezza vs dismorfofobia
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Re: bruttezza vs dismorfofobia
anche marilyn monroe non si sentiva bella ...
le donne hanno una vera e propria ossessione per il loro aspetto estetico e si capisce il perchè , oltre ad una naturale propensione biologica diciamo così, è tutta la società che ruota intorno al corpo femminile giovane e seducente , mentre ai maschi sono generalmente richieste altre caratteristiche : tipo il carattere , il successo sociale e i soldi, poi se sei pure bello tanto di guadagnato :mrgreen: |
Re: bruttezza vs dismorfofobia
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Può capitare che una persona ha frequentato un ambiente limitato e la percezione reale generale della persona magari non coincide con quella che ha sperimentato questa persona in quell'ambiente là. La persona in seguito inizia a credere che tutto il mondo sia fatto così. Questa può essere una spiegazione, alla fine magari è vero che nell'ambiente che ha frequentato veniva percepita così (difficile che una persona si convinca da sola che ha qualcosa che non va... Così per sport), ma una volta fuori da quell'ambiente ha introiettato la cosa e non se ne riesce a liberare più. Certi fenomeni possono dipendere anche da certi messaggi diffusi dai mass media, 'sta cosa che diverse donne sono fissate coi labbroni e si sottopongono ad interventi chirurgici assurdi non me la riesco a spiegare diversamente. Anche la chirurgia al seno viene usata spesso là dove non ce n'è affatto bisogno. Dei motivi per cui le persone non si percepiscono così come mediamente vengono percepite dalla maggioranza delle altre persone ci possono essere. Io, ad esempio, avrei dovuto sottopormi a diversi interventi chirurgici al naso e roba del genere se non avessi preso le distanze da certi giudizi e vessazioni subite in ambito scolastico. Magari altre persone vedono lo stesso naso e lo trovano a posto sulla tua faccia. La percezione media generale del naso che hai è ben diversa poi da quella che hai sperimentato in un certo ambiente specifico. |
Re: bruttezza vs dismorfofobia
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e mi hanno inculcato per anni l'idea che mi mancava qualcosa , solo oggi ormai coi capelli bianchi accetto il mio corpo , non sono figo ma sono fatto così ecco :) |
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Re: bruttezza vs dismorfofobia
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per anni ho creduto di essere debole e non ho mai fatto sport , era appunto una dismorfobia ho in realtà un fisico agile e sono (anzi sarei perchè ormai è un po' tardi) in grado di fare qualsiasi sport ed attività fisica . |
Re: bruttezza vs dismorfofobia
Ah io sono eumorfico, sono relativamente secco con una protuberanza alla panza da birraiolo sedentario. Diciamo da 4° mese.
E nonostante tutto sono eumorfico (se esiste la parola), cioé mi piaccio. Fanculo agli altri, mi piaccio. Non devo piacere agli altri, non me ne frega proprio un cazzo. Sono gli altri che devono piacere a me! Devo dire che è un esperienza nuova. Non mi sono quasi mai dispiaciuto come immagine (sebbene non abbia mai ottenuto equivalenti riscontri all'esterno, da parte di terzi), ma sempre con un certo grado di oggettività, finora. La pancia la consideravo un difetto. L'ipotonia muscolare un difetto. Le gambe storte, il nasone, la pelle rovinata dall'acne. Dicevo "nonostante tutto, non son così male, rispetto alla media". Adesso invece no, da un po' di tempo a questa parte mi guardo allo specchio e mi sento figo. E non figo "nonostante" la pancetta. Figo "anche per" la pancetta. Cos'è cambiato? La terapia che sto seguendo. La crisi pre-terapia. Il mio recente rimettermi in discussione totalmente: chi sono, a cosa servo, qual è il senso della vita, esisto veramente, ecc. Quindi alla luce di questa nuova esperienza mi verrebbe da suggerire che in una certa quantità di casi la dismorfobia potrebbe essere conseguenza, e non causa, di problemi. Problemi di insicurezza molto più inconsci e radicati. Se ti senti bene, ti senti bello. Quindi perché cercare di sentirsi belli, quando dovremmo cercare innanzitutto di sentirci bene? |
Re: bruttezza vs dismorfofobia
Odio la mia faccia, la ODIO! me la staccherei se solo potessi, ma sono cocciuto. Vedo in giro gente brutta tanto quanto me o peggio che ha una vita normale. Quindi voglio imparare a dirmi: Sei un cesso. Va bene così!...ma non ci riesco. E' un impedimento per me, sento che gli altri mi giudicano, e spero costantemente in feedback positivi da parte degli altri, per sentirmi più sicuro -.-. Insomma una grandissima rottura di scatole, e se prima il problema maggiore era la fobia sociale ora lo è il sentirmi ripugnante. Mi sembra che nessuna pettinatura, cura di ogni genere, abito di chissà quale tipo, possa rendermi anche solo normale, come gli altri, perchè sembrano portare avanti i loro difetti con una certa nonchalance :nonso:
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Re: bruttezza vs dismorfofobia
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Statisticamente non è neanche impossibile in linea di principio che una certa persona possa osservare solo persone più belle. Su gruppi di persone finite un minimo potrebbe essere anche unico, su un grosso numero di persone è impossibile che chi si trova in mezzo alla classifica non abbia nessun altro sotto o grosso modo allo stesso livello, ma chi si trova alle estremità potrebbe non condividere questo primato con nessun altro e non avere nessun altro sotto. Si può fare un discorso analogo con qualità come l'altezza o la bassezza. Se sei la persona più bassa della terra potrebbe essere e come che tutti quelli che vedi in giro sono più alti di te e che non c'è nessuno che condivida con te questo primato e abbia grosso modo la tua stessa altezza. Certo è che più ti posizioni verso l'estremità inferiore molto meno probabile sarà trovare persone meno attraenti di te (e viceversa sarà molto ma molto più probabile trovare persone più attraenti). Stesso discorso vale al contrario per le persone molto attraenti, sarà poco probabile che una di queste trovi in giro persone più belle, la stragrande maggioranza di quelle che incontrerebbe un super bello/a risulterebbe più brutta. |
Re: bruttezza vs dismorfofobia
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Grazie:) |
Re: bruttezza vs dismorfofobia
io invece vedo certi brutti in giro , che mi chiedo come mai hanno la tipa :mrgreen:
ed alcuni palesemente fuori forma , parlo di quelli della mia generazione o di poco più giovane è evidente ... sui ragazzi giovani invece vedo della bella gioventù sia maschi che femmine , come è giusto che sia , non so valutare se sono più belli di quando avevo 20 anni io o no, però mi pare possibile , non ero un granchè sopratutto fisicamente ero un'acciughina :mrgreen: |
Re: bruttezza vs dismorfofobia
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La cosa che non capisco e che mi fa salire il nazismo oltre i livelli di guardia, è che qui c'è (anche) gente che i feedback positivi da parte di terzi ce li ha eccome, uomini alti, avevo pure letto che qualcuno ha fatto un calendario, ecc. E... Se io sapessi di arrivare da una donna con un packaging interessante e non come "fastidioso venditore porta a porta della Folletto" penso che avrei molte meno paturnie. Sarebbe figo una sorta di "Sliding Doors" in cui capire ad oggi che vita avrei avuto, col packaging diverso. Però ho un ricordo di quand'ero piccolo... ero andato da mia sorella (abitavamo distanti), anni 8 o 9, e c'era una sua amica che ci aveva salutati da un cancello, e aveva chiesto a mia sorella chi ero... poi aveva detto "Carino" e dopo dovevano andare a fare due passi insieme, e mia sorella mi aveva detto di venire con loro.. Non ci sono andato!!! Ero timido, non sapevo gestire la cosa, mi sono chiuso in casa a riccio... Mia zia mi aveva dato del selvatico! Poi effettivamente ci siam visti, e quella si aspettava che io facessi qualcosa.. era pure carina. Sta dinamica è capitata qualche volta. Pochissimissime... ma sì, è successo. Della serie, una dinamica che potrebbe accadere: voglio piacere, ma se poi piaccio sul momento la cosa potrebbe mandarmi in "crisi mistica"... Out of the comfort zone. Marco Russo, pensa che delirio che ho in testa... Pensa che roba ... |
Re: bruttezza vs dismorfofobia
Ecco questo thread cade proprio a fagiolo sulla mia situazione.
Ho 31 anni, mi è stata diagnosticata la dismorfofobia da uno psichiatra quando avevo 21 anni (in quel periodo mi vedevo fronte e testa enorme come una specie di alieno, deliravo proprio). Ora quella fase acuta l'ho passata ma ancora mi porto dietro lo spettro dei miei complessi, tanto da essermi rivolto un anno fa a tre diversi specialisti, nello specifico un chirurgo plastico e due chirurghi maxillo-facciali, tutti e tre mi hanno detto che l'unica cosa di cui ho bisogno è di dimagrire (in effetti sono molto sovrappeso essendo alto 1.73 x 96 kg di peso, o meglio di grasso) e l'unico intervento che mi farebbero è una liposuzione del doppio mento per definire meglio il contorno mandibolare del terzo inferiore del volto, per il resto non mi toccherebbero nulla perché dicono che non ho nulla che non va, nessuna asimmetria esagerata ed evidente ecc. ma nonostante questo continuo sempre a vedere qualcosa che non va nel mio viso. |
Re: bruttezza vs dismorfofobia
Inconsciamente vediamo ciò che vogliamo vedere (persone più belle, pregi altrui, nostri difetti) e ignoriamo il resto (persone più brutte, difetti altrui, nostri pregi).
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Re: bruttezza vs dismorfofobia
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Re: bruttezza vs dismorfofobia
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È sufficiente fare un confronto pregi altrui vs propri difetti per perdere pressoché sempre. |
Re: bruttezza vs dismorfofobia
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Se è vero che sei poco attraente vedrai in giro soprattutto persone più attraenti. I discorsi probabilistici si possono fare su un campione e scelte casuali su questo campione non sulle caratteristiche di una persona specifica, tu o sei bionda o non lo sei, o sei molto brutta o mediamente bella o bella non è più una questione probabilistica questa qua. Quel che può essere vero è che una persona è convinta di esser più brutta o più bella di quel che è davvero, ma anche se fosse convinta in modo distorto non credo si possa convincere con un discorso probabilistico del genere. Se ti guardi allo specchio e ti vedi bionda non è che dicendoti che i biondi sono (che so invento) il 10% della popolazione totale ti convinco che non lo sei bionda e che in realtà dovresti esser bruna perché la maggior parte delle persone i capelli li ha scuri e per questo dovresti arrivare alla conclusione che i tuoi occhi o lo specchio hanno qualcosa che non va. E' come dire che siccome la maggior parte delle persone è più alta di un metro e cinquanta io non posso essere più basso di un metro e cinquanta. Se misuro la mia altezza con metro alla mano e trovo un risultato che stride con i dati probabilistici bisogna concludere che devo aver sbagliato per forza a misurare la mia altezza perché risulta poco probabile che io sia così basso? :nonso: Si potrebbe riuscire a convincere un nano vero che non lo è mostrandogni che i nani sono pochi in relazione alla stragrande maggioranza delle persone? |
Re: bruttezza vs dismorfofobia
Credo che molti siano un po' fuori strada, potrei sbagliarmi ma per esperienza diretta con una persona che soffre di questo tipo di problema il confronto con gli altri è un aspetto secondario, c'è ma non è così rilevante come la visione distorta della propria fisicità e l'ossessione verso il proprio corpo che arrivano a livelli inimmaginabili e rendono assolutamente irrilevante qualsiasi tipo di feed back positivo.
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Re: bruttezza vs dismorfofobia
se notate quelli che vivono meglio la propria cnodizione estetica sono quelli che hanno un'autostima inversamente proporzionale alla bellezza :pensando:
brutto + pavone = contento bello + umiltè = contento bello + pavone = disagiato (perchè comunque c'è un tronista o un ragazzo cubo che lo batterà sempre) brutto + umiltè = disagiato |
Re: bruttezza vs dismorfofobia
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in effetti pensavo più alo caso femminile stragnocca umiltè, in 5 o 10 minuti (tempo stimato per eccesso ò_ò) arriva il belloccio e la fidanza, magari impara ad accettarsi un pò di più, non so :pensando: |
Re: bruttezza vs dismorfofobia
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Re: bruttezza vs dismorfofobia
La mia classificazione però è ben diversa.
brutto + pavone = narcisista (persona che crede di essere ma non è e che fallisce perché fa leva su caratteristiche estetiche che non possiede. Nel pavoneggiarsi una persona sgradevole esteticamente si renderebbe solamente ridicola come recita la canzone su Pippo... "Si crede bello come un apollo e saltella come un pollo") bello + umiltè = timido, insicuro (persona che crede di esser meno di quel che è e non sfrutta pienamente le sue potenzialità estetiche) bello + pavone = consapevole e sicura in relazione alle sue reali possibilità (se hai una bella ruota e la metti in mostra, ottieni qualcosa davvero) brutto + umiltè = consapevole e sicura in relazione alle sue reali possibilità (se non hai una bella ruota devi cercare di far leva su altro, simpatia, personalità, c'è poco da fare, pavoneggiarsi non aiuta, se sei brutto davvero mostrare una ruota logora secondo me peggiora soltanto la situazione) Secondo me è sempre meglio che l'autostima sia abbastanza allineata, magari solo un po' spostata verso l'alto, ma abbastanza allineata con la realtà concreta. |
Re: bruttezza vs dismorfofobia
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Re: bruttezza vs dismorfofobia
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Quello che intendevo dire è che osservadola pareva molto più ossessionata da quelli che percepiva come propri difetti, dal come correggerli e anche dal peggioramento dovuto all'invecchiamento, che dai pregi altrui o più in generale dal confronto. Chiaramente parlo di un caso, può essere che da una persona all'altra alcuni aspetti caratteristici della patologia siano maggiormente presenti rispetto ad altri.... |
Re: bruttezza vs dismorfofobia
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e a molte donne sopratutto in cerca di altro che una figurina, il maschio pavone non piace , magari piacerà alle ragazzine in tempesta ormonale , beh qui la perdita è poca diciamo ... |
Re: bruttezza vs dismorfofobia
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Re: bruttezza vs dismorfofobia
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Un'altra cosa che mi chiedo è come si fa a convincere un dismorfofobico che è dismorfofobico e che non è realmente deforme o brutto come sostiene. Se un dismorfofobico è arrivato a dirsi "sono dismorfofobico" qualche prova che non è davvero brutto deve essere riuscito a costruirsela qualche volta in relazione a certe esperienze. Quindi non può essere totalmente vero che vede in ogni caso le cose in questo modo, altrimenti non sarebbe arrivato a dire nemmeno di esser stato dismorfofobico, avrebbe continuato a sostenere che risultava soltanto più brutto o più deforme degli altri. In alternativa bisogna solo credere che queste convinzioni possano esser curate chimicamente, si assume un farmaco e la convinzione svanisce. Se non sparisce con un farmaco non ci sarebbe nulla da fare, nessuna disputa o esibizione di prove potrebbe mai estirparla. Un dismorfofobico se risulta completamente convinto di esser tale, non è più dismorfofobico :mrgreen:. E' uno scherzo paradossale. Talvolta esser consapevoli della verità di qualcosa rende falsa la cosa stessa. Se dici "sono dismorfofobico" e ci credi davvero, allora non lo sei: se sei davvero dismorfofobico, in base alla definizione, credi di essere brutto e basta. E' come per la paranoia, un paranoico consapevole dei propri deliri e di esser tale, non è più paranoico perché dovrà per forza di cose annoverare questa roba tra le fantasie. Mi sa che rischio di sbroccare anche io, sempre se non l'ho già fatto, perché in modo analogo credo che non me ne accorgerei. Buonanotte M.me Adelaide. |
Re: bruttezza vs dismorfofobia
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Secondo me l'analogia più corretta è con una fobia. Tu puoi anche comprendere razionalmente che ad esempio non hai nessun motivo di aver paura dei ragni e che questi non possono farti nulla ma nonostante questo appena ne vedi uno scappi dalla paura. |
Re: bruttezza vs dismorfofobia
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Re: bruttezza vs dismorfofobia
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Se io evito qualcosa perché ho paura di certe conseguenze sgradevoli quando divento sicuro al cento per cento che queste conseguenze non ci saranno la mia paura svanisce completamente. Però devo esserne davvero convinto, non è che poi ho dubbi, se ho dei dubbi la paura ritorna. Per esempio ho paura di espormi in certe situazioni, ma perché credo che davvero poi andrò incontro con buone probabilità ad una serie di umiliazioni e rifiuti, se non ci credessi più che c'è questo grosso rischio, già avrei meno paura di espormi. Mi si può dire "ma le umiliazioni e i rifiuti non uccidono", sì ma io li trovo comunque sgradevoli in sé. Per me questo sentire qua viene influenzato fortemente dalle credenze, ovviamente però, come ho già detto, comunque penso che ci sono situazioni sgradevoli in sé che voglio evitare, queste non è che sono influenzate dalle credenze. D'altra parte penso anche che a qualcuno i ragni possano far schifo e voglia evitarne il contatto e la vista, ma questa non è mica una paura irrazionale, non è che ci deve essere pericolo di vita affinché debba ritenersi una certa situazione, ambiente, animale o persona molto sgradevole. Per esempio a fare una doccia di pipì magari non muori, però potresti ritenere sgradevole la cosa e quindi evitarla, in casi del genere la paura irrazionale che c'entra? :nonso: Che significa dire che il sentire in casi del genere è irrazionale? Non è che veicola informazioni, è solo un giudizio di preferenza a monte. Faccio ancora un altro esempio, se io avessi delle allucinazioni e vedessi cose che tu non vedi, nel momento in cui rieuscissi a distinguerle chiaramente da quelle che non sono allucinazioni, avrei solo un modo di percepire diverso il mondo circostante, tutte le cose aggiuntive che osservo finirebbero col diventare sogni e fantasie ad occhi aperti per me. E' quando una persona non può o non riesce a tracciare questa linea di demarcazione che sorgono grossi problemi. Una persona che afferma "sono completamente persuasa che quel fuoco davanti a me non esiste e non può bruciarmi o ferirmi o farmi male" e poi va a prendere un secchio d'acqua per spegnerlo, esempio che ho fatto altrove, non è davvero persuasa che non esiste. Non è il vedere il fuoco da solo che ci spinge ad andare a prendere un secchio d'acqua per spegnerlo, se lo guardiamo in tv per esempio, nessuno di noi si spaventerebbe, mentre qualcuno che non conosce il funzionamento di quel mezzo potrebbe andare a prenderlo questo secchio d'acqua. Quando i fratelli Lumiere proiettarono l'arrivo di un treno, alcune persone spaventate scapparono via. In casi del genere non è il sentire che attiva la paura sono le credenze relative a questo sentire che la fanno scattare. Se vedo una cannuccia immersa in un bicchiere d'acqua la percepisco come se fosse spezzata visivamente, ma non mi comporto poi come se fosse spezzata. Qua non posso proprio correggere il mio modo di sentire, la vedo e continuerò a vedere per sempre così la cannuccia, ma sapendo che non è spezzata succhio lo stesso dalla cannuccia per bere il liquido nel bicchiere, non è che cerco di aggiustarla prima, il sentire non può influenzare cose del genere se poi non viene intepretato come un certo tipo di realtà. Non è il sentire in casi del genere che mi fa comportare in certi modi è l'interpretazione di questo sentire come una certa realtà che mi fa fare certe cose piuttosto che altre. Alla fine quel che vedo è un'immagine, questa sento, la realtà non è mai questa immagine, il sentire da solo non può produrre alcuna realtà, bisogna per forza di cose aggiungerci qualcos'altro. La paura può essere catalogata come irrazionale soltanto se c'è una situazione temuta e ci si comporta in certi modi per evitarla quando poi non c'è alcun pericolo reale di incappare in questa situazione qua. Ma che la situazione sia sgradevole è qualcosa che viene giudicato a monte, qua non ha senso parlare di razionale e irrazionale. I problemi veramente grossi sorgono quando non si riescono a distinguere le allucinazioni o credenze false dalla realtà. Per questo si possono catalogare le persone e gli individui in più o meno deliranti. Nel momento in cui sai che un delirio è un delirio già ne sei fuori dal delirio. |
Re: bruttezza vs dismorfofobia
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quando ho cambiato look e attitudine sociale anche la mia immagine riflessa è cambiata :) |
Re: bruttezza vs dismorfofobia
@XL
Secondo me non hai ben compreso il significato di paura irrazionale se me la paragoni a una semplice reazione di schifo. Ti faccio un esempio. Qualche tempo fa io e mio padre siamo rimasti bloccati nell'ascensore ed è passato qualche minuto prima che lo sbloccassero. Di fatto non c'era nessun pericolo di alcun tipo perché il portiere era in servizio e avrebbe sentito il campanello d'allarme inoltre, non essendo periodo di ferie era pieno di inquilini che avrebbero potuto intervenire. Io non ho detto nulla ma oggettivamente c'era caldo e avevamo fretta quindi una reazione seccata o innervosita sarebbe stata sempre esagerata ma comprensibile. Beh mio padre nel giro di 30 secondi ha iniziato a perdere la testa, battere con forza sulla porta dell'ascensore, urlare per chiedere aiuto, sudare come se stesse correndo e, non appena sono arrivati soccorsi (meno di 5 minuti), ha iniziato a urlare offese pesanti perché a suo dire erano stati troppo lenti. In quella situazione è stato PALESE che si trattava di claustrofobia e non solo di fastidio. Una volta conclusosi tutto lui stesso si è reso conto di aver reagito in modo esagerato, al limite deo ridicolo, eppure non può farci nulla. |
Re: bruttezza vs dismorfofobia
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Sapere che sei al sicuro e non rischi di finire soffocato in quella situazione è una credenza, un'elaborazione ben più complicata, non qualcosa che senti direttamente come quando percepisci un suono o annusi un odore. Torniamo al discorso di prima. Una persona che ha un dolore al petto e crede di avere un infarto inizia ad aver paura e reagisce in modo diverso da un'altra proprio per questo. Qua il sentire delle due persone magari è identico a livello sintomatico, sentono lo stesso ed identico dolore e gli stessi sintomi, solo che una crede siano dolori intercostali l'altra che si sta per fermare il cuore e ha bisogno di soccorsi e di un'ambulanza e reagiranno perciò in modi diversi proprio per questo. Non è che sentono qualcosa di diverso, qua intepretano proprio, rappresentano e valutano, in base ad una bella massa di esperienze e vissuti precedenti, quel che sentono adesso. Chiaro che se una persona non è davvero convinta siano solo dolori intercostali reagirà così perché avrà paura che le cose possono evolvere con buone probabilità realmente in un infarto. Se tuo padre veramente credeva in quel momento che eravate al sicuro e che non si rischiava nulla, qualora i soccorsi non fossero stati tempestivi, non avrebbe reagito così. Ma lo credeva questo in quel momento come supponi? Io penso proprio di no. Non è che credeva una cosa e ne sentiva un'altra, no non credeva proprio che la situazione era sicura, credeva a tutt'altro. Che poi dopo abbia cambiato idea non è che conta, in quel momento non ci credeva che eravate al sicuro, il problema è questo. Dal tuo punto di vista credeva a qualcosa di falso ma dal suo punto di vista in quel momento la credenza era vera, non è che credeva alle stesse cose che credevi tu e sentiva altro, non ci credeva proprio alle stesse cose che credevi tu in quel momento. Se lo avesse saputo in quel momento che era falsa sarebbe stato automaticamente calmo come te. |
Re: bruttezza vs dismorfofobia
che poi io lo vedo giallo , ma te potresti vederlo anche rosso chi lo sa :D
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Re: bruttezza vs dismorfofobia
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