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Re: Ecco cosa pensano dei "timidi", esperienza in gruppo sociale
Se considerate che il parlare è alla base della socializzazione umana non hanno tutti i torti le persone "normali" a trovare strani o non apprezzare quelli che non lo fanno. Infatti io tendo ad evitare proprio le situazioni sociali di qualsiasi tipo perché il mio carattere non mi rende adatta a stare tra la gente, non esiste che io vado ad una festa e faccio la taciturna, non ha neanche senso visto che lo scopo delle occasioni sociali è quello di interagire verbalmente con altri esseri umani. Non frequento l'università, non faccio corsi, non faccio nulla perché so che probabilmente darei solo fastidio alla gente intorno a me, le persone come me devono stare in cima ad una montagna in una bella caverna monolocale, arredata in modo sobrio ma elegante.
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Sembra che in molti ignorino questo fatto essenziale. |
Re: Ecco cosa pensano dei "timidi", esperienza in gruppo sociale
Dobbiamo renderci conto che questo tipo di reazioni sono indotte da noi, dal nostro comportamento, con questo non voglio assolutamente dire che ci si debba sentire in colpa per questo, né tantomeno sbagliati, semplicemente con il nostro modo di comportarci mandiamo segnali che, come è normale che sia, non sempre vengono recepiti correttamente, anzi spesso vengono interpretati come scarso interesse se non addirittura ostilità, per cui capita di trovarsi anche di fronte a soggetti poco empatici e talvolta maleducati che reagiscono male ed esplicitano il loro diappunto di fronte al nostro comportamento.
L'ideale sarebbe a parer mio provare a desensibilizzarsi di fronte a queste reazioni ostili, non giustificandole, ma comprendendone la natura, le motivazioni, cercando di ridurre la capacità di questi soggetti di influenzare negativamente il nostro umore, più facile a dirsi che a farsi, me ne rendo conto ogni giorno. Altra cosa importante come qualcuno ha fatto notare, sarebbe quella di cercare piano piano di modificare il nostro comportamento in questi contesti, cercare di partecipare di più, essere un po' più propositivi, ma per far questo ci vuole tempo, applicazione, e non sempre è possibile, dipende dal grado di timidezza/fobia/evitamento della persona. |
Re: Ecco cosa pensano dei "timidi", esperienza in gruppo sociale
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Re: Ecco cosa pensano dei "timidi", esperienza in gruppo sociale
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Re: Ecco cosa pensano dei "timidi", esperienza in gruppo sociale
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In ogni caso come avevo specificato non intendo giustificare certe reazioni, dico semplicemente che è del tutto normale assumendo questo comportamento, imbattersi anche in soggetti di questo tipo, che ti mancano di rispetto e risultano invadenti, perché incapaci di comprendere il tuo disagio e di rispettarlo. Quello che riceviamo in negativo è certamente spesso colpa dell'insensibilità altrui, ma è prima di tutto una conseguenza del nostro comportamento, che ci espone a questo tipo di situazioni. |
Re: Ecco cosa pensano dei "timidi", esperienza in gruppo sociale
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Ovviamente la strada che devi trovare è quella dell'asserività controllata, che però è più vicina a quella aggressiva che a quella passiva... Essere assertivi vuol dire esprimere la propria opinione in modo corretto e non arrecare danno verbalmente al tuo interlocutore. Riuscire a far capire come la si pensa e come ci si sente in modo appropriato è la strada giusta. Se si è passivi si rischia di ingoiare sempre, e poi può diventare una brutta abitudine, è da non fare assolutamente, se non in rari episodi dove il silenzio può evitare disastri. L'essere assertivo aggressivo invece può starci in alcune situazioni. Certo se con "aggressivo" intendi che salti addosso alla persona e la meni no, ma se c'è della cattiveria o malizia quando ti dicono le cose (come il fatto del telecomando) allora assertività con una punta di aggressività ci stà, aiuta ad eliminare la passività...(sempre che tu non usi la passività per provare a cancellare gli spunti aggressivi...). Comunque devi solo controllare l'aggressività e indirizzarla nel canale giusto ovvero quello di essere più assertivo possibile. |
Re: Ecco cosa pensano dei "timidi", esperienza in gruppo sociale
A me danno fastidio gli estroversi, eppure non vedo che si tolgono mai dalle scatole per non urtarmi con la loro eccessiva allegria.
Non so a voi, ma io non ho nessun problema ad essere taciturna e ad escludermi alle volte da conversazioni o altro, é nel mio carattere non posso farne a meno e non mi vergogno o mi sento in colpa per questo. |
Re: Ecco cosa pensano dei "timidi", esperienza in gruppo sociale
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Re: Ecco cosa pensano dei "timidi", esperienza in gruppo sociale
in un certo senso è una forma di timidezza disprezzare chi è più riservato, denota l'incapacità di riuscire a rapportarsi dovendo magari sforzarsi un pò di più
ci sono estroversi (rari) che riescono ad interagire anche con chi è più silenzioso http://emoticonforum.altervista.org/.../sieno/146.gif |
Re: Ecco cosa pensano dei "timidi", esperienza in gruppo sociale
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Re: Ecco cosa pensano dei "timidi", esperienza in gruppo sociale
Non è per forza che le persone molto estroverse odiano o non sopportano le persone taciturne e/o introverse; è che fondamentalmente le persone citate in quegli episodi sono dei simpaticissimi stronzi. Che, in quanto tali, non tardano un secondo a ricordare agli altri come si dovrebbero comportare e/o apparire fregandosene alquanto del rispetto della personalità e delle esigenze altrui.
Non sta scritto da nessuna parte che bisogna per forza parlare, in continuazione e nei modi dettati del gruppo più forte; non stai facendo lo speaker radiofonico o una conferenza. Il punto è che se non ti conoscono, alcune persone tenderanno a pensare che sei una persona antipatica o che "vale di meno" per l'atteggiamento che hai; perchè, per forza di cose, l'atteggiamento e ciò che si dice sono le uniche cose che senza conoscenza parlano un po' di noi senza che necessariamente lo vogliamo. C'è una differenza però tra il pensiero(che è un po' inevitabile per alcuni se non ci si conosce e, soprattutto, non si conosce bene il "mondo" di certe persone e delle diversità) e chi fa gesti di derisione, insicuri di fondo o perlomeno sicuri nel modo sbagliato che cercano di affermare la propria personalità attraverso l'esclusione delle persone diverse o a loro incomprensibili. Da ciò che vedo in giro non penso sia un atteggiamento così diffuso quello descritto di questi "estroversoni"; e sono anche il primo a dire che abbastanza spesso molti nostri comportamenti e azioni tendono involontariamente a creare tensione e malinterpretazione... ma gli stronzi esistono, punto. Quando ci capiti in mezzo a queste situazioni; valuti caso per caso, visto che neanche "loro" sono fatti con lo stampino e ti armi di santa pazienza. Il loro giudizio conta davvero poco se è basato sulla non accettazione della diversità. |
Re: Ecco cosa pensano dei "timidi", esperienza in gruppo sociale
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Re: Ecco cosa pensano dei "timidi", esperienza in gruppo sociale
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Re: Ecco cosa pensano dei "timidi", esperienza in gruppo sociale
Se capitasse a me la scena del telecomando aspetterei che il/la tizio/a appoggi il telecomando, poi lo prenderei io e glielo punterei dicendogli/le "voglio accenderti il cervello, ma non ci riesco".
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Re: Ecco cosa pensano dei "timidi", esperienza in gruppo sociale
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Re: Ecco cosa pensano dei "timidi", esperienza in gruppo sociale
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Io mi accorgo che il mio stare zitta causa imbarazzo/fastidio per chi il comunicare con gli altri è naturale e normalissimo. Vengo avvertita come un ingombro, a volte sembro addirittura musona, quando in realtà è che non riesco a esprimermi. Quindi la soluzione è una caverna in montagna :mrgreen::mannaggia: |
Re: Ecco cosa pensano dei "timidi", esperienza in gruppo sociale
Mi sembra più che altro una questione di mancanza di sensibilità.
Una persona estroversa che da per scontato che un introverso sia 'uno che se la tira' ha saltato qualche gradino del percorso. |
Re: Ecco cosa pensano dei "timidi", esperienza in gruppo sociale
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Bravo. E aggiungo un'altra cosa: la rivalità tra uomini è manifesta. Cioè, per guadagnare punti sull'altro sesso, i ragazzi, più che le ragazze, fanno sfoggio della loro alfità su un bersaglio considerato meritevole di essere preso in giro. Solitamente questo bersaglio è inoffensivo proprio per la debolezza e per l'ignoranza dei presenti, che non rivedono il rapporto con questo accusatore (es. ragazza che accusa il proprio compagno di "fare lo stronzo", ma continua a stare con lui e a prestarsi sessualmente) di fronte alla nuova informazione. Prendendo in giro il soggetto sindacalmente debole, si fa sfoggio di aggressività e anche di comicità, oltre a mandare il messaggio di essere caratterialmente opposto alla vittima. |
Re: Ecco cosa pensano dei "timidi", esperienza in gruppo sociale
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Re: Ecco cosa pensano dei "timidi", esperienza in gruppo sociale
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Re: Ecco cosa pensano dei "timidi", esperienza in gruppo sociale
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E' troppo più facile per chi ha doti sociali, essere aggressivi, perché sa che "se perde punti", prima o poi è in grado di "risalire in classifica". L'iposociale, invece, che fa fatica a trovare occasioni di socialità e argomentazioni per avvicinarsi, sa che nella scarsità dei contatti, a un suo atteggiamento sopra le righe non potrà essere messo rimedio. Ci avevo aperto anche un thread, per spiegare questa cosa. |
Re: Ecco cosa pensano dei "timidi", esperienza in gruppo sociale
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Infatti, lo dico in maniera molto sintetica, se la donna non fosse così di valore rispetto all'uomo, oggi si potrebbe pescare una donna all'interno di una festa e conversarci. Invece che cosa succede? C'è una prevalenza dell'apparire sul sentire, per cui approcciare una timida rischia di far invischiare l'uomo in tempistiche inaccettabili ai giorni d'oggi; ma questo è il minimo. Il vero problema è che ormai, più che conoscerci in maniera naturale, si fanno performance dialettiche e la ragazza vota la performance come se fosse una gara di tuffi. Alla fine la conoscenza reciproche è legata alla possibilità di trombata e quindi di avanzamento sociale. In questo contesto, una ragazza introversa, che è percepita come più mentale e meno disposta a starmi a sentire, cioè in pratica viene percepita come una che chiede di doverle dire qualcosa di intelligente, cosa che ormai noi non sappiamo più fare, rincoglioniti dallo small talk a tutti i costi (e il frastuono della discoteca sicuramente non agevola), ecco questa questa ragazza introversa sarà meno incentivante l'approccio, rispetto ad una più svampita, più sorridente, magari anche alticcia. Essendo il gap a causare sessocentrismo, manca lo spazio umana per una lenta e sana chiacchierata fine a se stessa. Però è sbagliato fare come dice Darkrose, perché l'introverso non è sbagliato: è fatto volutamente per coprire un ruolo, senza il quale il mondo sarebbe peggiore. Se ci allontaniamo dalla società, questa perde della nostra introversione e involve. A questo punto, si decide se il nostro servizio merita di essere dato. Cioè se in una festa, arrivo io e tutti mi prendono in giro per la mia diversità, il mio ruolo di introverso sarà lo stesso ruolo di un difensore che arriva in una squadra dove gli attaccanti, sapendo che ora a difendere ci stai tu, smettono di rientrare. In pratica l'azione introversa, arrivando in una situazione già degenerata, può causare il peggioramento della situazione. Ma noi non sappiamo se la situazione è già degenerata: solitamente un difensore rafforza le capacità difensive di una squadra, non è che le indebolisce. Noi siamo come difensori che servono alla squadra a non subire gol. Se i compagni se ne approfittano, è giusto che vengano responsabilizzati e lasciati a loro stessi. |
Re: Ecco cosa pensano dei "timidi", esperienza in gruppo sociale
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Non hanno niente da perdere e tutto da guadagnare ad avere attegiamenti di questo tipo.... |
Re: Ecco cosa pensano dei "timidi", esperienza in gruppo sociale
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Nei saloon dei film western forse. O in prima media. |
Re: Ecco cosa pensano dei "timidi", esperienza in gruppo sociale
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Re: Ecco cosa pensano dei "timidi", esperienza in gruppo sociale
Io pure mi sono ritrovato a frequentare un corso serale due anni fa per conseguire finalmente il diploma.
E mi sono trovato in mezzo ad alcune situazioni in parte descritte da voi, sia piacevoli e altre meno, proprio perché con una persona timida o sociofobica, non tutti si comportano allo stesso modo. Ma nonostante questo posso dire che la mia esperienza è stata positiva nel complesso, specie perché almeno ho raggiunto l'obiettivo che mi ero prefissato dall'inizio del conseguimento diploma, e poi perché non mi sono litigato con nessuno anche con quelli più strafottenti. Quindi rispetto ad altre volte non ero concentrato sui rapporti umani, tipo fare amicizie magari o buone conoscenze, ovvio che se ne valeva la pena non mi sarebbe affatto dispiaciuto, pero' penso che più una cosa la si vuole e spesso non la otteniamo. |
Re: Ecco cosa pensano dei "timidi", esperienza in gruppo sociale
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Re: Ecco cosa pensano dei "timidi", esperienza in gruppo sociale
Come già scritto da altri a mio avviso il problema è che per moltissime persone il parlare poco viene visto come maleducazione/snobbare il prossimo...
Per questo motivo alcune volte persone con cui ero/sono a contatto mi chiedevano ''Ma ti stiamo sul cazzo?'' :mrgreen: Per ironia della sorte con alcune mi trovo tuttora anche bene... Io credo che chi ci vuole spingere a tutti i costi a socializzare sbagli e risulti anche fastidioso, ma a volte basterebbe aprirsi un poco di più per far nascere anche bei rapporti fra le persone..... |
Re: Ecco cosa pensano dei "timidi", esperienza in gruppo sociale
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Solo così potrà nascere un buon rapporto che vada oltre la semplice conoscenza. Il problema è che quando si comincia con osservazioni come quella del telecomando e del condizionatore, si parte già con il piede sbagliato. |
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