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Crystal 21-06-2015 16:39

Re: Il disagio sociale
 
Quote:

Originariamente inviata da Fluviale (Messaggio 1540385)
perdonare, tollerare, smontare l'ego, non trascurarsi.

4 cose che io invece dovrei aumentare, a parte l'ultima che và a giorni.:)
Comunque mi fa piacere che grazie anche (soprattutto?) all'aiuto di un genitore tu stia rialzando la testa.
Può essere una risposta a chi dice che i genitori non fanno altro che deprimere, mettere i bastoni frà le ruote, inibire, colpevolizzare e giudicare...e se fossimo noi che vedessimo sempre il male nelle parole dei nostri genitori, mentre spesso il loro intento è un altro?
Ogni famiglia fà storia a sè, ma sforziamoci anche ogni tanto di vedere aldilà dell'intento che appare quando mamma e papà ci dicono qualcosa.

cancellato15306 21-06-2015 16:43

Re: Il disagio sociale
 
Quote:

Originariamente inviata da Crystal (Messaggio 1540398)
4 cose che io invece dovrei aumentare, a parte l'ultima che và a giorni.:)
Comunque mi fa piacere che grazie anche (soprattutto?) all'aiuto di un genitore tu stia rialzando la testa.
Può essere una risposta a chi dice che i genitori non fanno altro che deprimere, mettere i bastoni frà le ruote, inibire, colpevolizzare e giudicare...e se fossimo noi che vedessimo sempre il male nelle parole dei nostri genitori, mentre spesso il loro intento è un altro?
Ogni famiglia fà storia a sè, ma sforziamoci anche ogni tanto di vedere aldilà dell'intento che appare quando mamma e papà ci dicono qualcosa.

Ti ringrazio molto per le tue parole. Mi rendo conto di essermi comportato abbastanza male in questo post, e ciò dimostra proprio un buco nei miei principi che devo riempire. Probabilmente devo mettere al primo posto in assoluto la comprensione e l'identificazione nel problema del prossimo.

A mio parere i genitori sono una risorsa di informazioni importantissima, perché non si deve mai sottovalutare 50, 60 anni di esperienza umana :)
In generale tutti possono essere delle risorse importanti, secondo me, basta saper vedere le cose positive in giro, come dici tu :)

eVito Corleone 21-06-2015 16:46

Re: Il disagio sociale
 
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Originariamente inviata da Fluviale (Messaggio 1540355)
Credo di potervi dare una mano.

Ci vuole parecchia superbia e tracotanza a credere una cosa del genere.

Crystal 21-06-2015 16:51

Re: Il disagio sociale
 
Quote:

Originariamente inviata da Fluviale (Messaggio 1540404)
Ti ringrazio molto per le tue parole. Mi rendo conto di essermi comportato abbastanza male in questo post, e ciò dimostra proprio un buco nei miei principi che devo riempire. Probabilmente devo mettere al primo posto in assoluto la comprensione e l'identificazione nel problema del prossimo.

A mio parere i genitori sono una risorsa di informazioni importantissima, perché non si deve mai sottovalutare 50, 60 anni di esperienza umana :)
In generale tutti possono essere delle risorse importanti, secondo me, basta saper vedere le cose positive in giro, come dici tu :)

Non ti sei comportato male. Il tuo tono (se così si può definire in un forum dove si scrive...) poteva risultare "da superiore", ma l'intento era buono.
Quando si è con un piede fuori dal baratro si percepiscono un pò meno i disagi che ci affliggevano (e meno male, per buona pace dell'umore:mrgreen:) per cui l'empatia con chi stà male e ha un problema similare al nostro viene meno. E' facile sbagliare tono e apparire più forte più "capace" e magari sminuire chi ci è dentro (non'è il tuo caso) è la cosa più facile che può succedere quando si prova a spiegare come ce la si è fatta...lo sò perchè è successo anche a me.

PazzoGlabroKK 21-06-2015 17:14

Re: Il disagio sociale
 
Quote:

Originariamente inviata da Fluviale (Messaggio 1540389)
Sono anch'io una persona, se ti ho offeso in qualche modo ciò non giustifica la logica occhio per occhio.

Uffa, lo sapevo che dovevo specificare!
Non intendevo assolutamente sminuirti, il botta e risposta era fine a sé stesso.
Infatti ero indeciso se aggiungere una breve spiegazione, ma ovviamente ho fatto la scelta sbagliata, a quanto pare -_-

Blimunda 21-06-2015 18:10

Re: Il disagio sociale
 
Quote:

Originariamente inviata da Fluviale (Messaggio 1540100)
A mio parere, almeno stando al mio post su cosa spaventa l'utenza della socialità, molti utenti di questo forum sono o sono stati vittime di un male che io definirò "disagio sociale".
Il disagio sociale ha vari sintomi, nei quali probabilmente gran parte di noi si riconoscerà:

1. I rapporti con gli altri vengono concepiti come poco interessanti;
2. Solo alcuni rapporti ben selezionati sono bene accetti;
3. Il giudizio è applicato in maniera poco equilibrata, spesso troppo impietosa verso se stessi;
4. La fuga in qualche attività, che sia sportiva, intellettuale o ricreativa, viene vista come una salvezza stabilizzante;
5. I rapporti sociali vengono visti come una minaccia per l'integrità del proprio ego;
6. C'è una forte identificazione tra il disagio e la vittima del disagio (della serie: io non mi avvicino agli altri perché sono fatto in questo modo e sto bene così).
7. In presenza di altre persone, specialmente poco conosciute o poco stimate, la nostra mente può andare in subbuglio portando ad ulteriori disagi psichici di varia natura, soprattutto disturbi d'ansia come il DOC;
8. I criteri adottati nella valutazione delle persone e di sé sono largamente oggettivi, in maniera molto più esasperata del normale;
9. Un rapporto che non sia (quasi) sicuramente eterno viene visto come fasullo e fine a se stesso;
10. Si vedono conformismi, mode, usi come qualcosa da respingere.
E tanto altro.

Il disagio sociale è un male universale, dove "universale" è da intendersi come prescindente da elementi specifici della persona. Tutti gli utenti che hanno risposto al mio topic ( http://www.fobiasociale.com/cosa-vi-...9665/pagina-5/ ) riportano la stessa sintomatologia, indipendentemente dall'età, dal sesso, dall'occupazione, dalla storia personale. Identificare le cause di questo male con qualcuno di questi fattori individuali probabilmente porterà fuori strada.

Il disagio sociale non siamo noi. Fra i sintomi del disagio sociale c'è l'identificazione del soggetto con esso: evidentemente, chi entra in uno stato d'ansia in presenza della maggior parte degli individui del globo starà meglio da solo e di conseguenza crede che ciò sia caratteristico della sua persona. Non è così. Ci sono persone più o meno solitarie, più o meno chiacchierone: un eremita in salute, però, non lamenta ansia in presenza di altre persone. Un eremita in salute gradisce una visita, ne riconosce l'importanza ma trascorre la maggior parte del suo tempo da solo. E' fatto così di carattere. Ad esempio buona parte dei ragazzi sono molto più "eremiti" delle ragazze; è piuttosto raro vedere un gruppo di uomini fare comunella per 2 ore. Ciò non pregiudica il loro stato di salute.

Noi invece stiamo male in presenza delle persone. Il nostro vero carattere è diverso e quello vero è privo di ansia in qualsiasi situazione. Ad esempio, io mi sono accorto che superando il disagio sociale sono una persona chiacchierona, a cui piace intrattenere attività di molti tipi con molte persone (chiaramente non tutti...), morigerato sì ma senza eccessi. Quando ero vittima del disagio sociale invece credevo di voler frequentare solo poche persone perché mi identificavo con tale disagio.

Come si supera il disagio sociale? Ci sto riflettendo.

Bella analisi. Sono piuttosto concorde. Una frase che una volta ho letto in un libro e mi ha colpito è stata che se c'è disagio non c'è libertà, finchè il disagio persiste non possiamo nemmeno scegliere liberamente che cosa ci piace, che cosa no, che cosa vorremmo fare, e finiamo per essere "plagiati" dalla paure, con il rischio di perdere chi siamo.

Quote:

Originariamente inviata da XL (Messaggio 1540114)
Un eremita magari è in salute perché non desidera proprio avere delle cose che si ricavano da certi contatti sociali (un eremita ad esempio, desidera per caso avere relazioni sessuali? :interrogativo: :nonso:), visto che se n'è andato a vivere su una montagna suppongo di no.

Io delle cose le desidero dalla socialità, il problema è che certe altre invece mi infastidiscono molto e non ho trovato ancora il sistema per ottenere le prime ed evitare le seconde.

Ad esempio vorrei avere relazioni sessuali e una serie di contatti intimi, ma per avere questo (in linea di principio) devo comunque sottostare ad una serie di consuetudini, cure della persona e del corpo, forme di competizione e corteggiamento alle quali non sono mai riuscito ad adattarmi davvero.

Questo atteggiameneto mi sembra senza via d'uscita. Voglio quello che hanno gli altri ma lo voglio senza fare nulla per averlo..:pensando:
Permettimi la semplificazione ma è come se volessi essere pagato per non svolgere nessun lavoro... Poi se proprio proprio vuoi avre rapporti sessuali il modo di averli senza corteggiamento, competizione ecc, lo si trova. Chat, siti d'incontri.

Quote:

Originariamente inviata da Mortino (Messaggio 1540118)
Il disagio sociale si supera semplicemente essendo più forti. Buona parte delle persone sofferenti soffrono perché sono degli smidollati e dei piagnoni.

Non sono per nulla d'accordo. Casomai si inizia a superare il disagio essendo più flessibili, meno rigidi. Non è mai una questione di forza. La buona parte dei sofferenti, soffre perchè non ha trovato un modo efficace per uscire dalla sofferenza, perchè si è abituato ad essa, e ha paura di abbandonare questa sicurezza.

Quote:

Originariamente inviata da Mortino (Messaggio 1540310)
No no... non c'è nessuna soluzione. Le soluzioni sono per i deboli che non riescono a reggere il ritmo e che vorrebbero che tutto si risolva per poter smettere appunto di dover essere forti. Invece non c'è nessun punto di arrivo. Colui che è forte ed è sopravvissuto ogni giorno fra le difficoltà, deve fare ancora un pizzico di sforzo in più per arrivare a non lamentarsene. A quel punto è a posto.
Essere forti significa non avere bisogno di credere e sperare in future soluzioni.

Non c'è soluzione al disagio sociale? CI sono persone che l'hanno superato, se lo sono inventate?

Quote:

Originariamente inviata da eVito Corleone (Messaggio 1540409)
Ci vuole parecchia superbia e tracotanza a credere una cosa del genere.

Ma perchè chi cerca nel suo piccolo, con i suoi limiti (siamo umani) di aiutare, dare consigli, viene visto come arrogante? Questo forum è solo per lamentarsi del proprio dolore?

eVito Corleone 21-06-2015 18:14

Re: Il disagio sociale
 
Quote:

Originariamente inviata da Blimunda (Messaggio 1540467)

Ma perchè chi cerca nel suo piccolo, con i suoi limiti (siamo umani) di aiutare, dare consigli, viene visto come arrogante? Questo forum è solo per lamentarsi del proprio dolore?

Non lo so nemmeno io perché. So solo che mi dà questa sensazione in questo caso.
No, il forum non deve essere solo per lamentarsi, anzi.

Blimunda 21-06-2015 18:17

Re: Il disagio sociale
 
Quote:

Originariamente inviata da eVito Corleone (Messaggio 1540470)
Non lo so nemmeno io perché. So solo che mi dà questa sensazione in questo caso.
No, il forum non deve essere solo per lamentarsi, anzi.

Mi sbaglierò ma sembra che in queste circostanze, il tono non sia mai giusto...

XL 22-06-2015 08:03

Re: Il disagio sociale
 
Quote:

Originariamente inviata da fluviale
Questo atteggiameneto mi sembra senza via d'uscita. Voglio quello che hanno gli altri ma lo voglio senza fare nulla per averlo..
Permettimi la semplificazione ma è come se volessi essere pagato per non svolgere nessun lavoro... Poi se proprio proprio vuoi avre rapporti sessuali il modo di averli senza corteggiamento, competizione ecc, lo si trova. Chat, siti d'incontri.

Io ho compreso che certe cose mi infastidisco, via d'uscita o meno, è così...
Per ottenere rapporti sessuali non mercenari con siti di incontri e senza corteggiamento non ho le competenze sociali né l'avvenenza che ci vorrebbe per riuscirci.

Quote:

Originariamente inviata da Fluviale (Messaggio 1540334)
Il mio concetto di globalità non ha niente a che vedere con la statistica :)

Vediamo se riesco a chiarire la differenza fra individuale e globale.
Allora, mettiamo che nel mondo ci siano 10 persone. Ciascuna di queste persone si autoproduce il cibo, si ripara l'impianto elettrico, installa pannelli solari per l'energia, eccetera. Stanno tutti bene? Se sì, questo è un benessere individuale. Separato. Isolato.

Se invece ci sono 10 persone, dove alcune riparato gli impianti elettrici degli altri, dove alcune forniscono l'acqua ad altre, dove alcune coltivano il cibo per altre. Se tutti ricevono e tutti danno, allora questo è un benessere globale. Di gruppo. Basato sulla dazione.

Il secondo benessere è più stabile perché nel caso ci manchi una risorsa possiamo contare sul sostegno reciproco e sul fatto che qualcun altro avrà quella risorsa. Inoltre è bello dare, no? :)

Ma se a noi stessi che siamo in difficoltà ci viene ripetuto in continuazione che i nostri problemi dobbiamo risolverli noi...
Da cosa deduci che siamo noi ad auspicarci che non si verifichi una situazione del genere?

Certo che se ci sono forme di cooperazione vantaggiose per tutti è meglio, ma se gli altri tentano di fregarti? :nonso:
Non è uno scenario che necessariamente non si verificherà (quello in cui l'altro tenta di fregarti), e nel prendere una qualsiasi decisione bisogna tenerne conto.
Il dilemma del prigioniero pone una serie di problemi veramente complicati da risolvere...

La cooperazione conviene se cooperano tutti, ma se non c'è questa cooperazione non conviene più al singolo cooperare.
Ecco riporto questo giochino qua... Probabilmente lo conosci già...

https://it.wikipedia.org/wiki/Dilemma_del_prigioniero

Dal punto di vista razionale non si può escludere lo scenario in cui l'altro non coopera... E come si risolve questa cosa?

Secondo me non è detto che dare fiducia sia una strategia necessariamente vincente o che aumenterà il guadagno (perché poi dipenderà dalla scelta dell'altro la riuscita o meno del piano).

Se un amico ti chiede 5000 euro (e tu li possiedi) e ti promette che te li restituirà sicuramente e te ne darà 500 in più entro un mese, tu che fai, gli dai fiducia o no?
In base a quel che hai scritto prima dovremmo darglieli tranquillamente i 5000 euro, casomai avessimo questa somma da parte?
Credendo che tutto andrà bene...
O no?
Perché poi praticamente bisogna prendere delle decisioni in situazioni del genere.


Dipende da tutto il contesto la riuscita di un piano del genere e dalla stima probabilistica che facciamo in relazione alla possibilità di esser fregati. Sinceramente nel contesto in cui vivo io dare fiducia in automatico per me è risultato abbastanza svantaggioso, io ora dò fiducia in modo molto limitato là dove ci sono una serie di garanzie, perché ho preso delle misure di sicurezza.

Una volta detti un passaggio ad una persona che aveva detto che si trovava in difficoltà (pensando che se mi trovavo io in una situazione così sarebbe stato bello che un altro si fosse preoccupato per me) però poi questa persona mi rapinò minacciandomi con un coltello. Dopo questa esperienza non dò più passaggi tanto facilmente a degli sconosciuti che dicono di trovarsi in difficoltà per svariati motivi.
In tal senso non coopero più se non ci sono delle garanzie (che verifico preventivamente). Così io mi difendo, ma trovo che sia anche giusto farlo.

Mi si chiede a me di cambiare? E il contesto in cui vivo, non dovrebbe cambiare anche questo affinché riesca questo piano?
Se dopo che ho aperto gli occhi da un bel po' mi accorgo che vivo in un mondo in cui c'è una sperequazione enorme, in cui ci sono forme di competizione a diversi livelli per accaparrarsi qualcosa e così via, secondo te ha senso dare tutta questa fiducia all'altro?

Io osservo, ed in base a quel che osservo vedo che le sarde si mangiano le alici. E da alice tutta questa fiducia di non esser magiata da una sarda non la dò più.

cancellato15306 22-06-2015 09:20

Re: Il disagio sociale
 
Quote:

Originariamente inviata da XL (Messaggio 1540824)
Io ho compreso che certe cose mi infastidisco, via d'uscita o meno, è così...
Per ottenere rapporti sessuali non mercenari con siti di incontri e senza corteggiamento non ho le competenze sociali né l'avvenenza che ci vorrebbe per riuscirci.

Cos'è quel quote? lol

Quote:

Originariamente inviata da XL (Messaggio 1540824)
Ma se a noi stessi che siamo in difficoltà ci viene ripetuto in continuazione che i nostri problemi dobbiamo risolverli noi...
Da cosa deduci che siamo noi ad auspicarci che non si verifichi una situazione del genere?

Non è che non ce lo auspichiamo... sostanzialmente non ci crediamo affatto, perché tendiamo a non avere fiducia nel prossimo, e puntiamo su tutt'altro.
(Scusami se ti rispondo a pezzi, temo di non ricordarmi tutto quello che hai scritto altrimenti)

Quote:

Originariamente inviata da XL (Messaggio 1540824)
Certo che se ci sono forme di cooperazione vantaggiose per tutti è meglio, ma se gli altri tentano di fregarti? :nonso:
Non è uno scenario che necessariamente non si verificherà (quello in cui l'altro tenta di fregarti), e nel prendere una qualsiasi decisione bisogna tenerne conto.
Il dilemma del prigioniero pone una serie di problemi veramente complicati da risolvere...

Certo, qualcuno che cercherà di fregarti ci sarà. E' per questo che esiste un sistema di giustizia, per questo esistono i controlli di qualità, eccetera.
Il sistema di cooperazione funziona bene se conosci a sufficienza tutti i componenti del tuo gruppo sociale; se affidi qualsiasi cosa nelle mani di chiunque, allora naturalmente rischierai di essere fregato. Però devi considerare che la maggior parte delle persone agiscono in buona fede, e non viceversa, quindi sarebbe un peccato non credere a dei meccanismi positivi che comunque si verificano ogni giorno, nel quotidiano.

Quote:

Originariamente inviata da XL (Messaggio 1540824)
La cooperazione conviene se cooperano tutti, ma se non c'è questa cooperazione non conviene più al singolo cooperare.
Ecco riporto questo giochino qua... Probabilmente lo conosci già...

https://it.wikipedia.org/wiki/Dilemma_del_prigioniero

Dal punto di vista razionale non si può escludere lo scenario in cui l'altro non coopera... E come si risolve questa cosa?

Secondo me non è detto che dare fiducia sia una strategia necessariamente vincente o che aumenterà il guadagno (perché poi dipenderà dalla scelta dell'altro la riuscita o meno del piano).

Se un amico ti chiede 5000 euro (e tu li possiedi) e ti promette che te li restituirà sicuramente e te ne darà 500 in più entro un mese, tu che fai, gli dai fiducia o no?
In base a quel che hai scritto prima dovremmo darglieli tranquillamente i 5000 euro, casomai avessimo questa somma da parte?
Credendo che tutto andrà bene...
O no?
Perché poi praticamente bisogna prendere delle decisioni in situazioni del genere.


Dipende da tutto il contesto la riuscita di un piano del genere e dalla stima probabilistica che facciamo in relazione alla possibilità di esser fregati. Sinceramente nel contesto in cui vivo io dare fiducia in automatico per me è risultato abbastanza svantaggioso, io ora dò fiducia in modo molto limitato là dove ci sono una serie di garanzie, perché ho preso delle misure di sicurezza.

Una volta detti un passaggio ad una persona che aveva detto che si trovava in difficoltà (pensando che se mi trovavo io in una situazione così sarebbe stato bello che un altro si fosse preoccupato per me) però poi questa persona mi rapinò minacciandomi con un coltello. Dopo questa esperienza non dò più passaggi tanto facilmente a degli sconosciuti che dicono di trovarsi in difficoltà per svariati motivi.
In tal senso non coopero più se non ci sono delle garanzie (che verifico preventivamente). Così io mi difendo, ma trovo che sia anche giusto farlo.

Mi si chiede a me di cambiare? E il contesto in cui vivo, non dovrebbe cambiare anche questo affinché riesca questo piano?
Se dopo che ho aperto gli occhi da un bel po' mi accorgo che vivo in un mondo in cui c'è una sperequazione enorme, in cui ci sono forme di competizione a diversi livelli per accaparrarsi qualcosa e così via, secondo te ha senso dare tutta questa fiducia all'altro?

Io osservo, ed in base a quel che osservo vedo che le sarde si mangiano le alici. E da alice tutta questa fiducia di non esser magiata da una sarda non la dò più.

Quello che dici è sostanzialmente una forte mancanza di fiducia verso il prossimo. Quello che dico io è molto intuitivo, non intendo metterci un ragionamento di tipo probabilistico/di calcolo dietro perché comunque non funzionerebbe molto bene... Non ho un tale cervello direi :)

Ti faccio l'esempio della società del mio paese. Luogo: biblioteca.
In biblioteca ci sono dei miei amici che lavorano, direi piuttosto bene. Se gli fai una domanda rispondono, se gli chiedi un favore lo attuano, se chiedi un prestito interbibliotecario si impegneranno affinché l'altra biblioteca collabori.
Non tutto però è rose e fiori. Il comune paga poco queste persone per il lavoro che svolgono, i convegni culturali non vengono incoraggiati, e tanto altro.

Supponiamo di adottare la strategia della sfiducia: il comune lo taglio fuori, non ci interagisco più per nessun motivo. Niente più eventi culturali, anzi, niente più biblioteca, visto che la sua esistenza dipende dal comune.
Evidentemente non è la strada migliore.

Si potrebbe invece provare a negoziare con il comune, partendo dalla buona fede (magari il comune non si rende conto che la paga è troppo bassa considerando la mole di lavoro e il livello di specializzazione di chi lavora lì ) e gli si fa presente il problema. Anche supponendo che anche stavolta il comune possa non collaborare, se abbiamo successo abbiamo evitato di mandare a monte il progetto biblioteca e il servizio per i cittadini continua.

Ora, uno si può tranquillamente domandare cosa ciò abbia a che fare con la fobia sociale.
Beh, quando si è prede della fobia sociale non ci si fida quasi mai e gli altri vengono spesso visti come qualcuno da evitare. Mi sbaglio? Correggimi se sbaglio. Quando ho delle crisi, vedo tutto abbastanza nero, ogni difetto mi sembra enorme, ogni atto di ingiustizia mi sembra imperdonabile.
Invece, io dico che questo modo di vedere il mondo può provocare degli enormi danni a se stessi non solo per l'isolamento, ma anche per la mancanza di fiducia nel fatto che gli altri ci possono volere assai bene. Pensa a questo: io ho fiducia che 20 persone, che realmente mi possono voler bene, mi vogliono bene. Una di loro magari non mi dà quanto speravo, ma le altre 19 sì, e quindi si crea un circolo virtuoso fantastico.

Io capisco perfettamente che molte persone non ispirino questa grande fiducia, infatti fino a poco tempo fa non gliela davo, però per estensione spesso non si dà fiducia a tantissime persone che invece la meritano e questa è una grossa privazione che facciamo a noi stessi. Dobbiamo dare agli altri la possibilità di pensare agli altri, tra cui a noi stessi.

cancellato15306 22-06-2015 09:23

Re: Il disagio sociale
 
Quote:

Originariamente inviata da PazzoGlabroKK (Messaggio 1540438)
Uffa, lo sapevo che dovevo specificare!
Non intendevo assolutamente sminuirti, il botta e risposta era fine a sé stesso.
Infatti ero indeciso se aggiungere una breve spiegazione, ma ovviamente ho fatto la scelta sbagliata, a quanto pare -_-

Scusa :nonso:
Comunque tranquillo, non mi sono offeso, ma chiarire è meglio che lasciare le cose fare :)

claire 22-06-2015 09:30

Re: Il disagio sociale
 
Io vorrei capire come si passa dalla presa di consapevolezza e razionalizzazione del problema, all'agire per risolverlo.Come, concretamente, si cambiano i processi e gli schemi mentali.

Io sono fermamente convinta a livello razionale di molti concetti (quelli giusti,buoni, che portano a "star bene"),ma continuo a rosicare, soffrire, evitare, fare le stesse cose di sempre, comportarmi con me stessa e con la gente nello stesso modo, quello che ha rovinato la mia socialità e mi fa star male.
Non voglio dire che è così e basta e non si può far nulla; ma vorrei capire cos'è che devo fare a parte convincermi.Qual è il passaggio che mi manca?

cancellato15306 22-06-2015 09:43

Re: Il disagio sociale
 
Ciao claire :)
Ti espongo la mia esperienza nella speranza di poterti aiutare.
Allora, partiamo da una mia esperienza negativa: mi innamorai di una ragazza che però non condivideva affatto il mio sistema valoriale profondo, almeno nei suoi comportamenti. Mi innamorai di lei in quanto di grande profondità intellettuale. Tuttavia lei di nascosto mi prendeva in giro, apertamente mi scherniva. Mi diceva addirittura che non aveva intenzione di stringere rapporti con nessuno, se non lo reputava estremamente interessante.

La storia finì male, naturalmente, e cessai di interagire con questa ragazza.
Però capii una cosa. Partendo dal presupposto che in amore vogliamo una persona che sia almeno compatibile col nostro modo di pensare, ho capito che tutto ciò che diceva non era compatibile col mio modo di pensare profondo. La freddezza, il distacco, lo scherno, l'isolamento intellettuale, erano cose che non mi si confacevano. E di riflesso pensai: se io mi isolassi, non sarei forse tutto ciò che non sono?

Ho quindi iniziato a cercare ragazze che si comportassero diversamente. Ne ho incontrata una, ci ho interagito molto e a lungo e tramite di lei (anche se è finita male) ho capito quale è il mio ideale di persona. E' un ideale opposto rispetto alla prima ragazza. Dopo aver capito appieno questo ideale, mi sono impegnato per realizzarlo e ho subito riscontrato dei miglioramenti.

Quindi il mio consiglio può essere quello di osservare le altre persone, capire cosa desideriamo realmente, nelle nostre viscere, tramite il feeling che proviamo, l'ammirazione pura, benefica. E poi cercare di imitare queste persone di esempio e vedere i risultati...

claire 22-06-2015 09:48

Re: Il disagio sociale
 
Quote:

Originariamente inviata da Fluviale (Messaggio 1540859)
Ciao claire :)
Ti espongo la mia esperienza nella speranza di poterti aiutare.
Allora, partiamo da una mia esperienza negativa: mi innamorai di una ragazza che però non condivideva affatto il mio sistema valoriale profondo, almeno nei suoi comportamenti. Mi innamorai di lei in quanto di grande profondità intellettuale. Tuttavia lei di nascosto mi prendeva in giro, apertamente mi scherniva. Mi diceva addirittura che non aveva intenzione di stringere rapporti con nessuno, se non lo reputava estremamente interessante.

La storia finì male, naturalmente, e cessai di interagire con questa ragazza.
Però capii una cosa. Partendo dal presupposto che in amore vogliamo una persona che sia almeno compatibile col nostro modo di pensare, ho capito che tutto ciò che diceva non era compatibile col mio modo di pensare profondo. La freddezza, il distacco, lo scherno, l'isolamento intellettuale, erano cose che non mi si confacevano. E di riflesso pensai: se io mi isolassi, non sarei forse tutto ciò che non sono?

Ho quindi iniziato a cercare ragazze che si comportassero diversamente. Ne ho incontrata una, ci ho interagito molto e a lungo e tramite di lei (anche se è finita male) ho capito quale è il mio ideale di persona. E' un ideale opposto rispetto alla prima ragazza. Dopo aver capito appieno questo ideale, mi sono impegnato per realizzarlo e ho subito riscontrato dei miglioramenti.

Quindi il mio consiglio può essere quello di osservare le altre persone, capire cosa desideriamo realmente, nelle nostre viscere, tramite il feeling che proviamo, l'ammirazione pura, benefica. E poi cercare di imitare queste persone di esempio e vedere i risultati...

Scusa....ma da come la metti tu ora, sembra che la soluzione alla FS sia trovare la fidanzata ideale...e di imitare il partner o la persona desiderata...scusa ma mi perdo.

cancellato15306 22-06-2015 09:50

Re: Il disagio sociale
 
Quote:

Originariamente inviata da claire (Messaggio 1540863)
Scusa....ma da come la metti tu ora, sembra che la soluzione alla FS sia trovare la fidanzata ideale...e di imitare gli altri...scusa ma mi perdo.

Hai perfettamente ragione. Purtroppo la mia esperienza è stata molto complessa e sono entrati in gioco molti fattori che non ho avuto modo di inserire in quel post.
Adesso apro un topic che spiega in maniera completa tutta la mia esperienza, così se avrai voglia potrai leggerlo... va bene? :)

claire 22-06-2015 09:51

Re: Il disagio sociale
 
Quote:

Originariamente inviata da Fluviale (Messaggio 1540865)
Hai perfettamente ragione. Purtroppo la mia esperienza è stata molto complessa e sono entrati in gioco molti fattori che non ho avuto modo di inserire in quel post.
Adesso apro un topic che spiega in maniera completa tutta la mia esperienza, così se avrai voglia potrai leggerlo... va bene? :)

Va bene esponi pure, ma non so se hai capito quello che chiedevo...

cancellato15306 22-06-2015 10:36

Re: Il disagio sociale
 
Quote:

Originariamente inviata da claire (Messaggio 1540866)
Va bene esponi pure, ma non so se hai capito quello che chiedevo...

Esprimevi dubbi sul fatto che la nostra fobia implica un forte disagio verso ciò che gli altri sono, verso il fatto che gli altri sembrano essere più di noi, e quindi sembrerebbe una contraddizione provare ad imitarli perché potremmo divenirne succubi. Giusto?

Se è così, la contraddizione si risolve nel seguente modo: il rifiuto del proprio ego. Che importa se io sono imperfetto e qualcuno può insegnarmi qualcosa? L'importante sarebbe tendenzialmente sentirci più a nostro agio. Se ciò deriva dall'apprendimento da altre persone questo non dovrebbe costituire un problema, a patto che abbiamo smantellato a sufficienza la chiusura nel nostro ego.

tersite 22-06-2015 10:43

Re: Il disagio sociale
 
per me fate male a sottovalutare l'importanza di una relazione sentimentale nel disagio sociale , a volte faccio fatica a seguirvi : mi domando ma cos'è che volete veramente ? avere 100 amici tipo quelli del gelato Sammontana sulla spiaggia ? O quelli della barca equilibrium aia in mezzo al mare che si divertono un sacco ?
a meno di non avere gravi problemi di FS tipo aver paura ad uscire di casa , prendere il treno e così via , per molti interagire con gli altri significa semplicemente avere una ragazza e qualche amico fidato , non certo diventare socialoni

claire 22-06-2015 10:55

Re: Il disagio sociale
 
Quote:

Originariamente inviata da tersite (Messaggio 1540914)
per me fate male a sottovalutare l'importanza di una relazione sentimentale nel disagio sociale , a volte faccio fatica a seguirvi : mi domando ma cos'è che volete veramente ? avere 100 amici tipo quelli del gelato Sammontana sulla spiaggia ? O quelli della barca equilibrium aia in mezzo al mare che si divertono un sacco ?
a meno di non avere gravi problemi di FS tipo aver paura ad uscire di casa , prendere il treno e così via , per molti interagire con gli altri significa semplicemente avere una ragazza e qualche amico fidato , non certo diventare socialoni

Non sottovaluto nulla, per me l'importante sarebbe star bene nelle relazioni sociali che intrattengo in quanto cittadina del mondo, che siano amicizie strette, fidanzati, conoscenti, la cassiera del supermercato, il collega di lavoro, i passanti,le amicizie virtuali.
Che io viva in solitudine o da socialona non importa, mi importa smettere di soffrire dentro alla mia vita.

claire 22-06-2015 10:59

Re: Il disagio sociale
 
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Originariamente inviata da Fluviale (Messaggio 1540910)
Esprimevi dubbi sul fatto che la nostra fobia implica un forte disagio verso ciò che gli altri sono, verso il fatto che gli altri sembrano essere più di noi, e quindi sembrerebbe una contraddizione provare ad imitarli perché potremmo divenirne succubi. Giusto?

Se è così, la contraddizione si risolve nel seguente modo: il rifiuto del proprio ego. Che importa se io sono imperfetto e qualcuno può insegnarmi qualcosa? L'importante sarebbe tendenzialmente sentirci più a nostro agio. Se ciò deriva dall'apprendimento da altre persone questo non dovrebbe costituire un problema, a patto che abbiamo smantellato a sufficienza la chiusura nel nostro ego.

Io ho sempre cercato di imitare gli altri e ancora lo faccio.Questo mi ha portato nella situazione in cui mi trovo, di evitamento pesante.
Probabilmente perché l'ho fatto nel modo sbagliato,seguendo il tuo ragionamento.
Allora il problema sarebbe lo smantellamento del mio ego...e qui mi perdo ancora.

Blue Sky 22-06-2015 11:04

Re: Il disagio sociale
 
@ Claire, non è facile rispondere alla tua domanda, anche perché, come diciamo sempre, ognuno è diverso sia nei problemi sia nelle cause. Io non ho risolto un bel nulla finora, però qualche piccolo e risibile miglioramento l'ho avuto. E appunto, riflettendoci un pò su, per capire quali sono stati i motivi, non ho saputo darmi una vera risposta.
E' qualcosa che nasce dal razionale (io sono molto razionale nell'approccio alle cose, quindi per me ragionare su una cosa vuol già dire tanto), però prosegue nel lato emotivo (perché sono anche molto emotivo :mrgreen:), e questo "sostrato" emotivo deve crearsi di pari passo con quello razionale. E' illusorio credere che ragionando diversamente su qualcosa si possa smettere di soffrire per essa. Non basta "pensare" bisogna anche "sentire", il problema è che se per ragionare basta leggere un libro, per sentire non c'è una ricetta :(
Io ho trovato vantaggi in un approccio che può vagamente ricordare, in alcuni aspetti, la PNL, ma non tanto perché sia una cosa valida in sè, piuttosto perché funziona bene su di me. E allora torniamo daccapo, sulle differenze individuali.
Insomma, dieci righe per dire niente, se non che capisco bene cosa vuoi dire...

claire 22-06-2015 11:10

Re: Il disagio sociale
 
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Originariamente inviata da Blue Sky (Messaggio 1540926)
@ Claire, non è facile rispondere alla tua domanda, anche perché, come diciamo sempre, ognuno è diverso sia nei problemi sia nelle cause. Io non ho risolto un bel nulla finora, però qualche piccolo e risibile miglioramento l'ho avuto. E appunto, riflettendoci un pò su, per capire quali sono stati i motivi, non ho saputo darmi una vera risposta.
E' qualcosa che nasce dal razionale (io sono molto razionale nell'approccio alle cose, quindi per me ragionare su una cosa vuol già dire tanto), però prosegue nel lato emotivo (perché sono anche molto emotivo :mrgreen:), e questo "sostrato" emotivo deve crearsi di pari passo con quello razionale. E' illusorio credere che ragionando diversamente su qualcosa si possa smettere di soffrire per essa. Non basta "pensare" bisogna anche "sentire", il problema è che se per ragionare basta leggere un libro, per sentire non c'è una ricetta :(
Io ho trovato vantaggi in un approccio che può vagamente ricordare, in alcuni aspetti, la PNL, ma non tanto perché sia una cosa valida in sè, piuttosto perché funziona bene su di me. E allora torniamo daccapo, sulle differenze individuali.
Insomma, dieci righe per dire niente, se non che capisco bene cosa vuoi dire...

Apprezzo :)

Mortino 22-06-2015 11:28

Re: Il disagio sociale
 
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Originariamente inviata da Blimunda (Messaggio 1540467)
Non c'è soluzione al disagio sociale? CI sono persone che l'hanno superato, se lo sono inventate?

Hanno smesso di essere deboli e lamentevoli.


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Originariamente inviata da Blimunda (Messaggio 1540467)
Non sono per nulla d'accordo. Casomai si inizia a superare il disagio essendo più flessibili, meno rigidi. Non è mai una questione di forza. La buona parte dei sofferenti, soffre perchè non ha trovato un modo efficace per uscire dalla sofferenza, perchè si è abituato ad essa, e ha paura di abbandonare questa sicurezza.
?

La buona parte dei sofferenti soffre perchè non resiste al dolore. Non resiste al dolore perchè è debole e lamentevole. E vi si crogiola giorno per giorno.

XL 22-06-2015 11:29

Re: Il disagio sociale
 
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Originariamente inviata da Fluviale
Invece, io dico che questo modo di vedere il mondo può provocare degli enormi danni a se stessi non solo per l'isolamento, ma anche per la mancanza di fiducia nel fatto che gli altri ci possono volere assai bene.

A me non sembra che le donne, per esempio, mi vogliano "assai bene" come desidero io. So già che se mi metto insieme a qualcuna che mi piace (ammesso anche che ci riesca) questa pretenderà certe cose da me (ed in tal senso dal mio punto di vista non mi vuole bene affatto).

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Originariamente inviata da Fluviale
Pensa a questo: io ho fiducia che 20 persone, che realmente mi possono voler bene, mi vogliono bene. Una di loro magari non mi dà quanto speravo, ma le altre 19 sì, e quindi si crea un circolo virtuoso fantastico.

Se 19 donne su 20 mi dessero quel che spero non sarei qui a lamentarmi.

Quote:

Originariamente inviata da Fluviale
Io capisco perfettamente che molte persone non ispirino questa grande fiducia, infatti fino a poco tempo fa non gliela davo, però per estensione spesso non si dà fiducia a tantissime persone che invece la meritano e questa

Ma la meritano in base a cosa questa fiducia?
Se affermi questo vuol dire che anche tu pensi che si faccia una preselezione usando dei criteri, ma se è così non è mai vero né che non si dà fiducia a nessun tipo di persona, né che non la si dà a nessuno, in qualsiasi posizione si trovi.
Io ti ho fatto l'esempio del prestito in cui si investe e rischia qualcosa concretamente... Tu cosa faresti in concreto?
I soldi glieli dai o no? Tieni presente che non darglieli significa proprio non dare questa fiducia a questa persona in certi sensi.


Delle volte, quando mi chiedono questi prestiti, io in verità mi comporto diversamente, i soldi magari li do, se non li ritengo troppi, in certe circostanze, ma penso che siano già soldi persi, li do senza aspettarmi poi che mi vengano restituiti... Però in un certo senso la fiducia non gliela do comunque.

Io avendo prestato diverse volte delle cose, che poi non sono tornate indietro, ora come ora non presto più così facilmente qualcosa (soprattutto se è qualcosa a cui tengo) a qualcuno.
Sinceramente non vedo perché, dal punto di vista razionale, dovrei dare tanta fiducia o più fiducia a tante persone indifferentemente, visto che i fatti precedenti mi hanno fatto arrivare a valutare la situazione diversamente.
Si dà più fiducia se si riesce a verificare che il metodo per darla o toglierla è sbagliato... Se tu sostieni che è sbagliato il metodo devi poi riuscire a dimostrare e mostrare, nei casi specifici di sfiducia, che è sbagliato.

Ad esempio una banca dei soldi in mano non te li dà se non si può parare il sedere e perciò fa diverse verifiche e richiede garanzie... Ma secondo me non sbaglia la banca a non dar fiducia a chi chiede dei soldi e poi magari, in relazione a tutto il resto, sembra proprio che non possa restituirli così facilmente con certi interessi.
Se vuoi prova tu a mettere su una banca che dà fiducia a tutti aspettando poi in seguito e a posteriori se le cose vanno bene. Una banca del genere fallirebbe velocemente secondo me, visto che praticamente tutti a parole si dicono meritevoli di fiducia nei confronti delle capacità di restituire questi soldi e mantenere la parola data, ma le parole non contano nulla per me. Io osservo e vedo, e in base a quel che vedo tutte queste persone meritevoli di tutta questa fiducia non ci sono proprio.

Quote:

Originariamente inviata da Fluviale
è una grossa privazione che facciamo a noi stessi. Dobbiamo dare agli altri la possibilità di pensare agli altri, tra cui a noi stessi.

Non mi hai convinto ancora che sia davvero una privazione. Io sono stato un po' meglio nel momento in cui ho iniziato a difendermi dalla mia ingenuità nei confronti di tutta questa buona disposizione del prossimo nel cooperare insieme a me.

Secondo te perché le nazioni hanno ancora delle armi e degli eserciti? Sono tutti così irrazionali nel non fidarsi tanto dei propri vicini? :nonso:

Alla luce dei fatti per me non si può dare tutta questa fiducia. Io che ho subito attacchi e perdite, ora come ora questa fiducia non la do più tanto facilmente, a meno che non mi mostrino chiaramente che la possibilità di subire queste perdite sia davvero molto ma molto limitata. In base a quel che vedo in giro il discorso relativo alla fiducia non regge per me, le persone danno fiducia a tutti (ad esempio certi anziani) non vedo che poi stiano così bene (vengono truffati e imbrogliati piuttosto spesso)... Il problema perciò secondo me non è questo qua.
Io non sono deficitario in questo, anzi, ne ho data in passato troppa e troppo facilmente agli altri e per questo poi ho subito molto, e non mi ritrovo affatto in quel che hai scritto.
Sono andato nella direzione opposta per stare un po' meglio, perciò non riesco a condividere le cose che sostieni... Rispetto a questo ovviamente.

Quote:

Originariamente inviata da Blimunda
Questo atteggiameneto mi sembra senza via d'uscita. Voglio quello che hanno gli altri ma lo voglio senza fare nulla per averlo..
Permettimi la semplificazione ma è come se volessi essere pagato per non svolgere nessun lavoro... Poi se proprio proprio vuoi avre rapporti sessuali il modo di averli senza corteggiamento, competizione ecc, lo si trova. Chat, siti d'incontri.

Io ho compreso che certe cose mi infastidisco, via d'uscita o meno, è così...
Per ottenere rapporti sessuali non mercenari con siti di incontri e senza corteggiamento non ho le competenze sociali né l'avvenenza che ci vorrebbe per riuscirci.

P. S. scusami per l'errore Fluviale

tersite 22-06-2015 12:12

Re: Il disagio sociale
 
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Originariamente inviata da Mortino (Messaggio 1540934)
Hanno smesso di essere deboli e lamentevoli.




La buona parte dei sofferenti soffre perchè non resiste al dolore. Non resiste al dolore perchè è debole e lamentevole. E vi si crogiola giorno per giorno.

quindi la soluzione è essere forti e non lamentarsi :mrgreen:

Winston_Smith 22-06-2015 12:47

Re: Il disagio sociale
 
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Originariamente inviata da Blimunda (Messaggio 1540467)
Questo atteggiameneto mi sembra senza via d'uscita. Voglio quello che hanno gli altri ma lo voglio senza fare nulla per averlo..:pensando:
Permettimi la semplificazione ma è come se volessi essere pagato per non svolgere nessun lavoro...

Come ho già detto in un altro topic, accostare le relazioni interpersonali a una transazione economica (lavoro dietro compenso, per avere tot si deve fare tot, e tutti in riga e omologati) mi pare uno degli abomini dell'epoca moderna.
Invece mi pare del tutto legittimo e naturale aspirare ad avere delle relazioni in una maniera personale e congeniale, non seguendo per forza "regole" che non si capisce bene da chi o cosa (e soprattutto a quale titolo) siano imposte.

Quote:

Originariamente inviata da Blimunda (Messaggio 1540467)
Poi se proprio proprio vuoi avre rapporti sessuali il modo di averli senza corteggiamento, competizione ecc, lo si trova. Chat, siti d'incontri.

Dove notoriamente non bisogna corteggiare e non bisogna affrontare N competitori alla volta... ^^
(a meno di non essere strafighi, s'intende)

Quote:

Originariamente inviata da Blimunda (Messaggio 1540467)
Ma perchè chi cerca nel suo piccolo, con i suoi limiti (siamo umani) di aiutare, dare consigli, viene visto come arrogante? Questo forum è solo per lamentarsi del proprio dolore?

No, ma dà fastidio che ogni tot arrivi qualcuno che si sente tutte le soluzioni in tasca e più o meno velatamente ti fa capire che o sei un idiota per non aver capito prima il da farsi (ed era tanto ovvio) o sei uno smidollato che non ha voglia di fare un cavolo e vuole la pappa pronta (basta poco che ce vo'). Non sto dicendo che sia il caso di Fluviale, attenzione.

PazzoGlabroKK 22-06-2015 12:56

Re: Il disagio sociale
 
Quote:

Originariamente inviata da Mortino (Messaggio 1540934)
La buona parte dei sofferenti soffre perchè non resiste al dolore. Non resiste al dolore perchè è debole e lamentevole. E vi si crogiola giorno per giorno.

A noi ce piace stare così.
:nonso:

XL 22-06-2015 13:35

Re: Il disagio sociale
 
Quote:

Originariamente inviata da Mortino
La buona parte dei sofferenti soffre perchè non resiste al dolore. Non resiste al dolore perchè è debole e lamentevole. E vi si crogiola giorno per giorno.

L'ennesima persona che sostiene che la vita vada affrontata stoicamente.

Non sarebbero esistiti medici e nessuno avrebbe mai migliorato certe cure se al dolore bisognava rassegnarsi a resistere piuttosto che trovare sistemi per aggirarlo o curare le malattie e le disfunzioni alla base che lo provocano.

Se hai mal di schiena o altro che fai? Tu resisti?
Questo è il motivo fondamentale e più importante per liberarti da questo dolore?
Io non la penso così... Cerco di capire come fare per alleviare questo dolore.
Secondo queste cape gloriose qua una persona soffre perché non si è convita a resistere al dolore.

Io preferisco l'anestesia e le più svariate cure rispetto alla resistenza al dolore, poi vedi tu, non condivido questi punti di vista morali qua. Niente è più lontano da me rispetto alla filosofia esistenziale degli stoici.

Tu vivi pure resistendo al dolore, fai bene a fare questo se è quello in cui credi... Ma direi che sia buona cosa non rompere le palle agli altri rispetto a queste questioni, perché non è mica detto che si condivida questo punto di vista qua.

Quel che credi il tuo bene conseguilo (e se consiste nel resistere al dolore niente di più facile e a portata di mano, fallo e vivi così e non lamentarti più di nulla in questo forum, perché non ce n'è motivo), ma non aspettarti che questa cosa sia condivisa da tutta l'umanità. Se vuoi farti operare senza anestesia o altro, fallo pure, nessuno te lo vieta, però poi se a noi non sta bene, e preferiremmo avere a disposizione qualcos'altro, continuerà a non starci bene.

Se tu sei felice così va bene, ma non aspettarti che nelle stesse condizioni altri debbano esserlo per forza felici. Che poi tutti questi stoici a parole fossero almeno coerenti con quel che sostengono, vengono sempre a piangere qua loro stessi e lamentarsi.

Mortino 22-06-2015 13:44

Re: Il disagio sociale
 
Quote:

Originariamente inviata da XL (Messaggio 1541001)
Tu vivi pure resistendo al dolore, fai bene a fare questo se è quello in cui credi... Ma direi che sia buona cosa non rompere le palle a chi non condivide questo punto di vista qua.

Quel che credi il tuo bene conseguilo, ma non aspettarti che questa cosa sia condivisa da tutta l'umanità. Se vuoi farti operare senza anestesia o altro, fallo pure, nessuno te lo vieta, però poi se a noi non sta bene, e preferiremmo avere a disposizione qualcos'altro, continuerà a non starci bene.

Se tu sei felice così va bene, ma non aspettarti che nelle stesse condizioni altri debbano esserlo per forza felici.


Un momento... frena... Non ho mica aperto io il topic di aiuto.
Io ho dato la mia risposta.
In che modo avrei "rotto le palle agli altri" semplicemente rispondendo al topic?

Blimunda 22-06-2015 13:59

Re: Il disagio sociale
 
Quote:

Originariamente inviata da Winston_Smith (Messaggio 1540965)
Come ho già detto in un altro topic, accostare le relazioni interpersonali a una transazione economica (lavoro dietro compenso, per avere tot si deve fare tot, e tutti in riga e omologati) mi pare uno degli abomini dell'epoca moderna.
Invece mi pare del tutto legittimo e naturale aspirare ad avere delle relazioni in una maniera personale e congeniale, non seguendo per forza "regole" che non si capisce bene da chi o cosa (e soprattutto a quale titolo) siano imposte.

Era un paragone che lascia il tempo che trova lo so bene, era per capirci... si è legittimo aspirare di avere relazioni in maniera congeniale e personale. Ok. Ma molte di queste "regole" si basano sul modo in cui funziona la l'essere umano. L'essere umano ha delle necessità di base nei rapporti. Se queste necessità non vengono soddisfatte è difficile che la persona sia disponibile a relazionarsi. Per natura la relazione è un scendere a un compromesso, ma anche qui il compromesso non va secondo me visto come negativo, è il modo in cui si funziona.

Quote:

Dove notoriamente non bisogna corteggiare e non bisogna affrontare N competitori alla volta... ^^
(a meno di non essere strafighi, s'intende)
Ci sono siti meno elettivi (tipo tinder) in cui la necessità di "fare colpo" è molto limitata a si riduce a mi piaci-ti piaccio, ok incontriamoci e vediamo che succede.


Quote:

No, ma dà fastidio che ogni tot arrivi qualcuno che si sente tutte le soluzioni in tasca e più o meno velatamente ti fa capire che o sei un idiota per non aver capito prima il da farsi (ed era tanto ovvio) o sei uno smidollato che non ha voglia di fare un cavolo e vuole la pappa pronta (basta poco che ce vo'). Non sto dicendo che sia il caso di Fluviale, attenzione.
Il dire io ce l'ho fatta non equivale a dire: io ce l'ho fatta quindi sono migliore di te, tu non ce l'hai fatta sei stupido. Ma permettimi di mettere in discussione le strategie che ognuno di noi affronta per stare meglio "guarire", superare il disagio, ecc... Ma ho trovato che è molto difficile qui dire " la tua strategia, la tua visione del mondo è disfunzionale allo stare bene" senza essere più o meno "flagellati".

Blimunda 22-06-2015 14:03

Re: Il disagio sociale
 
Quote:

Originariamente inviata da Mortino (Messaggio 1540934)
Hanno smesso di essere deboli e lamentevoli

La buona parte dei sofferenti soffre perchè non resiste al dolore. Non resiste al dolore perchè è debole e lamentevole. E vi si crogiola giorno per giorno.

Non sono d'accordo! Non è un discorso di forza e debolezza. L'equazione
debolezza:sofferenza=forza:benessere, non sta in piedi neanche con le stampelle.
Io non ho smesso di stare male corazzandomi...anzi più uno si corazza, si fa forza, più diventa fragile. Casomai la rigidità porta alla sofferenza, mentre la flessibilità al benessere (tendenzialmente).

Winston_Smith 22-06-2015 14:09

Re: Il disagio sociale
 
Quote:

Originariamente inviata da Blimunda (Messaggio 1541018)
Era un paragone che lascia il tempo che trova lo so bene, era per capirci... si è legittimo aspirare di avere relazioni in maniera congeniale e personale. Ok. Ma molte di queste "regole" si basano sul modo in cui funziona la l'essere umano. L'essere umano ha delle necessità di base nei rapporti. Se queste necessità non vengono soddisfatte è difficile che la persona sia disponibile a relazionarsi. Per natura la relazione è un scendere a un compromesso, ma anche qui il compromesso non va secondo me visto come negativo, è il modo in cui si funziona.

Sono abbastanza allergico alle considerazioni che poggiano su "gli esseri umani funzionano così" (sottinteso: o così o ti attacchi), comincio subito a pensare a scenari di sci-fi con umanoidi robotizzati o a distopie tipo 1984. Purtroppo sono affezionato all'idea di unicità e irripetibilità di ogni essere umano e preferirei spararmi piuttosto che vivere in un mondo di droidi o replicanti. Sono grave? :mrgreen:

Quote:

Originariamente inviata da Blimunda (Messaggio 1541018)
Ci sono siti meno elettivi (tipo tinder) in cui la necessità di "fare colpo" è molto limitata a si riduce a mi piaci-ti piaccio, ok incontriamoci e vediamo che succede.

Quindi bisogna essere strafighi ^^
(altrimenti non capisco sulla base di cosa scatti il mi piaci-ti piaccio in così poco tempo: se non è la foto, sarà il profilo, dunque bisogna "presentare bene il CV", come direbbe liuk ^^)
E poi, per essere chiari, su 'sto tinder come funziona? Sono gli uomini ad approcciare le donne, di solito? Già solo questo (andare a rompere le palle dal nulla a una di cui non sai nulla) può essere un impatto devastante per un fobico. Infatti per me i siti d'incontri sono, quale più quale meno, un mercato delle vacche, almeno stando alle esperienze che ne vedo riportate.

Quote:

Originariamente inviata da Blimunda (Messaggio 1541018)
Il dire io ce l'ho fatta non equivale a dire: io ce l'ho fatta quindi sono migliore di te, tu non ce l'hai fatta sei stupido. Ma permettimi di mettere in discussione le strategie che ognuno di noi affronta per stare meglio "guarire", superare il disagio, ecc... Ma ho trovato che è molto difficile qui dire " la tua strategia, la tua visione del mondo è disfunzionale allo stare bene" senza essere più o meno "flagellati".

Eh beh, e giustamente direi. Una salutare discesa dal piedistallo.
A meno che non si dimostri di avere una strategia o una visione del mondo più funzionale allo stare bene della persona a cui viene rivolto il consiglio.
Perché a dire quello che ha funzionato per noi siamo tutti bravi, il problema è capire cosa può funzionare per un altro.

Blimunda 22-06-2015 14:42

Re: Il disagio sociale
 
Quote:

Originariamente inviata da Winston_Smith (Messaggio 1541029)
Sono abbastanza allergico alle considerazioni che poggiano su "gli esseri umani funzionano così" (sottinteso: o così o ti attacchi), comincio subito a pensare a scenari di sci-fi con umanoidi robotizzati o a distopie tipo 1984. Purtroppo sono affezionato all'idea di unicità e irripetibilità di ogni essere umano e preferirei spararmi piuttosto che vivere in un mondo di droidi o replicanti. Sono grave? :mrgreen:

Ok l'unicità, ma alcuni funzionamenti di base, preferenze, le accetti? Esempio, ognuno di noi vuole essere amato.


Quote:

Quindi bisogna essere strafighi ^^
(altrimenti non capisco sulla base di cosa scatti il mi piaci-ti piaccio in così poco tempo: se non è la foto, sarà il profilo, dunque bisogna "presentare bene il CV", come direbbe liuk ^^)
E poi, per essere chiari, su 'sto tinder come funziona? Sono gli uomini ad approcciare le donne, di solito? Già solo questo (andare a rompere le palle dal nulla a una di cui non sai nulla) può essere un impatto devastante per un fobico. Infatti per me i siti d'incontri sono, quale più quale meno, un mercato delle vacche, almeno stando alle esperienze che ne vedo riportate.
Foto+profilo fanno la differenza ok. Ma per una relazione puramente sessuale il partner dovrà piacerti fisicamente o no? Pretenderai mica che si guardi la bellezza interiore? Poi concordo con presentare bene il CV, nel lavoro come nella vita.


Quote:

Eh beh, e giustamente direi. Una salutare discesa dal piedistallo.
A meno che non si dimostri di avere una strategia o una visione del mondo più funzionale allo stare bene della persona a cui viene rivolto il consiglio.
Perché a dire quello che ha funzionato per noi siamo tutti bravi, il problema è capire cosa può funzionare per un altro.
Partendo dal pressuposto che ognuna delle persone che frequentano questo forum ha dei problemi/disagi, posso dedurre che il loro modo di pensare, agire, vivere nel mondo sia disfunzionale allo stare bene con se stessi e con gli altri? Certo che è più facile dire stai sbagliando che dire dove e come stai sbagliando e quindi come correggerti. Ma non sono un indovina. So per certo che alcuni pensieri, atteggiamenti, attitudine, ecc sono disfunzionali al vivere bene. Su questo punto non mi smuovo.

Winston_Smith 22-06-2015 14:51

Re: Il disagio sociale
 
Quote:

Originariamente inviata da Blimunda (Messaggio 1541065)
Ok l'unicità, ma alcuni funzionamenti di base, preferenze, le accetti? Esempio, ognuno di noi vuole essere amato.

Beh, questa è un'affermazione molto generica. Anche ammesso che sia vera, però, io mi riferivo a certe dinamiche che vengono date per assodate e "universali": posto che tutti vogliono essere amati, chi l'ha detto che tutti sono obbligati a seguire pedissequamente le stesse norme comportamentali per raggiungere l'obiettivo? Lo capirei solo se tutti fossimo uguali e potessimo essere amati nello stesso modo e dalle stesse persone.

Quote:

Originariamente inviata da Blimunda (Messaggio 1541065)
Foto+profilo fanno la differenza ok. Ma per una relazione puramente sessuale il partner dovrà piacerti fisicamente o no? Pretenderai mica che si guardi la bellezza interiore? Poi concordo con presentare bene il CV, nel lavoro come nella vita.

Io veramente non avevo posto limitazioni di sorta e non stavo parlando di relazioni solamente sessuali. In ogni caso sì, ovviamente ci sta la gradevolezza dell'aspetto fisico, il punto è che tu parlavi di siti d'incontro su cui fosse possibile sfuggire alla logica corteggiamento/competizione. Epperò se per sfuggire a questa logica bisogna puntare tutto sull'aspetto fisico e sulla relazione solo sessuale, allora mi pare di capire che per questa via se non sei figo ti attacchi (specie se sei uomo). Difficile, molto difficile che un uomo di aspetto fisico ordinario, che non corteggia e non si "espone" rispetto agli altri, venga approcciato da una donna per una relazione solamente sessuale. E' per questo, ripeto, che i siti d'incontro per me e, credo, per chi la pensa come me, sono da evitare. A primo impatto, è decisiva l'immagine che dai di te, non quello che sei, e di norma non sono concesse seconde possibilità.
E ribadisco la mia tristezza e profonda amarezza nel constatare altre persone che supportano l'idea che per trovarsi bene con gli altri bisogna curare il CV. Soprattutto se questo CV non consta di qualità morali o interessi culturali/hobby, ma di "sono andato qui, lì e là, ho fatto N foto/video in contesti cool, conosco Tizio, Caio e Sempronio, ho una certa posizione in società, ho un certo reddito"...

Quote:

Originariamente inviata da Blimunda (Messaggio 1541065)
Partendo dal pressuposto che ognuna delle persone che frequentano questo forum ha dei problemi/disagi, posso dedurre che il loro modo di pensare, agire, vivere nel mondo sia disfunzionale allo stare bene con se stessi e con gli altri?

No, potrebbe essere anche il contesto in cui vivono, per fare un esempio.
Ma OK, ammettiamo che la risposta sia sempre sì. Quello che contesto è il venire a dire "la tua visione del mondo è disfunzionale e ti fa stare male, questa qua invece è meglio, vedi? io ci sto benissimo". Che faccia stare meglio te NON è argomento sufficiente per stabilire una volta per tutte la superiorità o la maggiore correttezza della tua visione del mondo, il pensarlo denota presunzione ed egocentrismo (se va bene a me, buona camicia a tutti). Non so se sono stato chiaro.

Mortino 22-06-2015 15:03

Re: Il disagio sociale
 
Quote:

Originariamente inviata da Blimunda (Messaggio 1541065)
Partendo dal pressuposto che ognuna delle persone che frequentano questo forum ha dei problemi/disagi

Ma... ognuna delle persone che frequenta il mondo ha dei problemi e disagi^^
Quote:

Originariamente inviata da Blimunda (Messaggio 1541065)
posso dedurre che il loro modo di pensare, agire, vivere nel mondo sia disfunzionale allo stare bene con se stessi e con gli altri?

Così facendo però partiresti da un assunto sbagliato.. perchè no, non è così. Io per esempio stò benissimo con me stesso e non di rado anche con gli altri, quelle rare volte che ho compagnia.

XL 22-06-2015 17:59

Re: Il disagio sociale
 
Quote:

Originariamente inviata da Blimunda
Ok l'unicità, ma alcuni funzionamenti di base, preferenze, le accetti? Esempio, ognuno di noi vuole essere amato.

Più correttamente ognuno di noi desidera relazionarsi con l'altro in certi modi e modalità che chiamerebbe "amore"...
Che questi modi (a volte solo immaginati, perché in concreto magari non li si è riusciti ancora a realizzare) sono identici per tutti io ormai lo dubito fortemente.

Se io immagino di ricevere amore nel momento in cui ho a che fare con una donna comprensiva, che mi accetta e che mi attrae e non mi chiede di fare certe cose, voglio essere magari amato in certi modi che probabilmente nessuna persona (più simile a me) è mai riuscita a sperimentare.

Che altri si dicano soddisfatti (e magari lo sono davvero) di certe forme o tipi di relazione che chiamano di "amore" non implica che lo sarei anche io.

Io quando dico di desiderare certe forme di amore mi è ben chiaro che non mi riferisco a certe relazioni che altri tengono in piedi con l'altro sesso e che chiamano "relazioni di amore", è un concetto personale questo, tanto è vero che non invidio direttamente certi tipi di relazione, perché io se stessi all'interno di queste relazioni starei male e maledirei il partner. Se qualcuno cercasse di piazzarmi all'interno di questo tipo di relazioni qua di "amore", lo so bene questo, me la darei a gambe levate e non le considererei relazioni di amore o rapporti in cui io ricevo amore da qualcuno.

Vorrei intrattenere certi tipi di relazioni con certi tipi di donne, ma sinceramente modelli già esistenti da copiare ed imitare non ne vedo. Ormai credo di cercare qualcosa che ancora non c'è (e non so nemmeno se sia possibile che ci sia).

Quote:

Originariamente inviata da Blimunda
Partendo dal pressuposto che ognuna delle persone che frequentano questo forum ha dei problemi/disagi, posso dedurre che il loro modo di pensare, agire, vivere nel mondo sia disfunzionale allo stare bene con se stessi e con gli altri? Certo che è più facile dire stai sbagliando che dire dove e come stai sbagliando e quindi come correggerti. Ma non sono un indovina. So per certo che alcuni pensieri, atteggiamenti, attitudine, ecc sono disfunzionali al vivere bene.

E in cosa consiste il vivere bene? :nonso:
Penso che ognuno di noi ha un concetto diverso di cosa sia una vita piacevole perciò l'idea di poter rintracciare oggettivamente e in generale cosa è funzionale e cosa no cade subito, perché poi bisognerebbe chiedersi: ma è funzionale rispetto all'ottenere e far cosa?
Per qualcuno vivere bene potrebbe consistere nell'avere un buon lavoro interessante e svolgere svariate attività, per qualcun altro avere uno stipendio senza fare nulla... E così via...
Per me le persone sono semplicemente diverse. Bisognerebbe prima indagare individualmente in cosa consiste questo bene, e poi in base a questo cercare di indirizzare la persona con sistemi più efficaci verso questa situazione qua (se davvero si è motivati ad aiutare), sempre se è possibile, perché spesso non è detto che si possano migliorare in certi sensi certe situazioni.

XL 22-06-2015 18:35

Re: Il disagio sociale
 
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Originariamente inviata da Mortino (Messaggio 1541007)
Un momento... frena... Non ho mica aperto io il topic di aiuto.
Io ho dato la mia risposta.
In che modo avrei "rotto le palle agli altri" semplicemente rispondendo al topic?

Tu hai scritto questo

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Originariamente inviata da Mortino (Messaggio 1541007)
La buona parte dei sofferenti soffre perchè non resiste al dolore. Non resiste al dolore perchè è debole e lamentevole. E vi si crogiola giorno per giorno.

E hai fatto un'affermazione generale in cui magari fai rientrare anche me. Il senso che do io alla risoluzione della sofferenza è un altro. Non parlare in generale e dici "io farei così e in questo consiste il mio bene e l'assenza di sofferenza", e freno e non ti contraddico, ma se parli in generale e fai rientrare anche me in quel che affermi non freno affatto perché non condivido questi valori o preferenze, sono tue e tienitele per te, non far rientrare anche altri all'interno di ciò che tu ritieni problematico, perché quel che è problematico per te potrebbe non esserlo per me ed altre persone (e viceversa).

A te stesso da fastidio essere lamentoso e non ti va di non resistere al dolore? Bene, questo è un problema tuo, non nostro. Tu vai in questa direzione qua se ti fa felice, direi che hai risolto tutto, sai anche cosa fare... Non pensi? :nonso:

Ma magari noi altri (non so chi è d'accordo con me qualcuno ci sarà pure) cerchiamo sistemi per alleviarlo il dolore, e quindi non condividiamo affatto i tuoi obiettivi. La tua soluzione va bene per il tuo problema, non spacciarla come una soluzione anche per i nostri, bisogna poi vedere bene quali sono questi problemi per poter affermare che la tua è la ricetta giusta in generale.

tersite 22-06-2015 19:15

Re: Il disagio sociale
 
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Originariamente inviata da Blimunda (Messaggio 1540467)
Poi se proprio proprio vuoi avre rapporti sessuali il modo di averli senza corteggiamento, competizione ecc, lo si trova. Chat, siti d'incontri.


E' una pia illusione secondo me , i siti di incontro servono per incontrarsi e basta per avere rapporti sessuali serve altro , ho incontrato molte più donne nel mondo reale (e ne ho incontrate pochissime) che sulle chat e siti vari , il guaio è che poi devi passare al 'corteggiamento' è la solita storia appena vedono come sei realmente scappano :mrgreen:
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Bella analisi. Sono piuttosto concorde. Una frase che una volta ho letto in un libro e mi ha colpito è stata che se c'è disagio non c'è libertà, finchè il disagio persiste non possiamo nemmeno scegliere liberamente che cosa ci piace, che cosa no, che cosa vorremmo fare, e finiamo per essere "plagiati" dalla paure, con il rischio di perdere chi siamo.
la verità è che la 'nevrosi' è una difesa non un malattia e nemmeno un brutta cosa in sè , serve a difendersi dal mondo quando si capisce questo siamo sulla buona strada, spesso non vogliamo affatto cambiare perchè cambiare significa distruggere l'armatura che ci siamo costruiti e mettersi a nudo , ma l'armatura serve o serviva in passato se no non l'avremmo costruita

kosymy 22-06-2015 19:18

Fluviale intanto ti ringrazio per aver aperto una discussione molto interessante. Sono sicuro che non era tua intenzione come dire "Io ci sono riuscito e voi ancora no". Anzi apprezzo quello che hai scritto. Purtroppo scrivere è diverso dal conversare e spesso si cade in qualche incomprensione. Ho solo un disappunto nei tuoi confronti..perché dici approfittarne finché potete? Quindi vuol dire che non sei uscito del tutto? E come se un tossicodipendente dopo tempo ritrova i suoi amici e gli dice"Ragazzi sto bene, sono uscito dalla droga. Non faccio più uso da mesi!!" E poi dopo due giorni si rifà ancora...

Blimunda 22-06-2015 21:43

Re: Il disagio sociale
 
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Originariamente inviata da Winston_Smith (Messaggio 1541072)
No, potrebbe essere anche il contesto in cui vivono, per fare un esempio.
Ma OK, ammettiamo che la risposta sia sempre sì. Quello che contesto è il venire a dire "la tua visione del mondo è disfunzionale e ti fa stare male, questa qua invece è meglio, vedi? io ci sto benissimo". Che faccia stare meglio te NON è argomento sufficiente per stabilire una volta per tutte la superiorità o la maggiore correttezza della tua visione del mondo, il pensarlo denota presunzione ed egocentrismo (se va bene a me, buona camicia a tutti). Non so se sono stato chiaro.

Ho capito. Però sarebbe più costruttivo se uno viene qui a dire " a me ha aiutato questo" invece di rispondere "eh va be" "per me non è così" "non guarirò mai", vedere se la sua esperienza può giovare alla tua situazione, insomma prendere quello che può essere utile e ignorare il resto.

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Originariamente inviata da Mortino (Messaggio 1541082)
Così facendo però partiresti da un assunto sbagliato.. perchè no, non è così. Io per esempio stò benissimo con me stesso e non di rado anche con gli altri, quelle rare volte che ho compagnia.

Tu hai aperto il post "tutto è pressochè impossibile" e poi sapendoti frequentatore del forum io deduco che sei fobico o comunque hai problemi di autostima, insicurezza, nelle relazione. Insomma un motivo ci sarà se sei qui, quindi il tuo "io sto benissimo con me stesso e non di rado anche degli altri", mi lascia un po' spiazzata. Poi, insisto, se si sta male si ha un modo di porsi, visione, atteggiamento (chiamalo come vuoi) disfunzionale, cioè che causa sofferenza,dolore, ecc. Se poi i tuoi problemi sono altri ok, ma non vedo dove stia l'errore.

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Originariamente inviata da XL (Messaggio 1541186)
E in cosa consiste il vivere bene? :nonso:
Penso che ognuno di noi ha un concetto diverso di cosa sia una vita piacevole perciò l'idea di poter rintracciare oggettivamente e in generale cosa è funzionale e cosa no cade subito, perché poi bisognerebbe chiedersi: ma è funzionale rispetto all'ottenere e far cosa?
Per qualcuno vivere bene potrebbe consistere nell'avere un buon lavoro interessante e svolgere svariate attività, per qualcun altro avere uno stipendio senza fare nulla... E così via...
Per me le persone sono semplicemente diverse. Bisognerebbe prima indagare individualmente in cosa consiste questo bene, e poi in base a questo cercare di indirizzare la persona con sistemi più efficaci verso questa situazione qua (se davvero si è motivati ad aiutare), sempre se è possibile, perché spesso non è detto che si possano migliorare in certi sensi certe situazioni.

Il vivere bene è quando uno sta bene con se stesso, con gli altri, con il mondo. Poi vabbè se vai a cercare una definizione precisq non so come ribattere, ma credo che si capisca cosa intendo dire. è ovvio che il bene è diverso per ciascuno, ciononostante, ognuno desidere il proprio bene. Se sta male, qualcosa non va.

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Originariamente inviata da tersite (Messaggio 1541280)
la verità è che la 'nevrosi' è una difesa non un malattia e nemmeno un brutta cosa in sè , serve a difendersi dal mondo quando si capisce questo siamo sulla buona strada, spesso non vogliamo affatto cambiare perchè cambiare significa distruggere l'armatura che ci siamo costruiti e mettersi a nudo , ma l'armatura serve o serviva in passato se no non l'avremmo costruita

sono stra stra stra d'accordo. Io ho capito che la mia corazza era nata in un particolare momento e ne ho riconosciuto l'utilità, ma poi ho dovuto fare il passo successivo (decisivo) e togliermela di dosso, perchè non serviva più a nulla. Nel mio caso, poi magari ognuno ha un'esperienza diversa, la fobia sociale era un disagio anacronistico, soffrivo per qualcosa che era nel passato, qualcosa che nel presente non troverò più.(Il dolore è ovvio, c'è, ma la fobia sociale fossilizza il ricordo di un dolore vecchio, subito quando non avevamo gli strumenti per gestirlo)


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