FobiaSociale.com

FobiaSociale.com (https://fobiasociale.com/)
-   SocioFobia Forum Generale (https://fobiasociale.com/sociofobia-forum-generale/)
-   -   Aiutare un figlio (https://fobiasociale.com/aiutare-un-figlio-49371/)

The_Sleeper 29-05-2015 22:23

Re: Aiutare un figlio
 
Quote:

Originariamente inviata da cat (Messaggio 1524291)
ma come fate a mettere due quote?

[..]

il tasto in basso a destra in ciascuna risposta col più +, se clickato " salva" quel post ( diventa rosso, mi pare, per dirti che ha " memorizzato" il post) come un quote per quando andrai a scrivere la tua di risposta.

Quindi basta che scorri la lista dei post, premi quel tasto + in quelli che vuoi quotare per " metterli in coda" e quando andrai a rispondere ti ritrovi l'ammasso di quote pronti nel riquadro dove scrivi. :)

Per spezzettare una singola risposta in più quote invece devi creare tu manualmente tanti piccoli blocchi. Ma non credo sia questo che ti serviva sapere ( nel caso provo a spiegarti).

Spero sia comprensibile come spiegazione

liuk76 29-05-2015 22:27

Re: Aiutare un figlio
 
Inanzitutto @cat, un suggerimento sull'uso del forum: è buon uso non rispondere con due o più post in successione in una discussione ma accorpare in un unico post tutte le risposte, quantomeno finché un altro utente non risponde dopo il tuo post.
Questo per rendere più agevole la lettura e per rispetto del regolamento.

Detto ciò...
Premetto che non sono sociofobico, né ho mai avuto un disagio a livello patologico ma ho vissuto nel (lontano) passato situazioni vagamente assimilabili a quanto descrivi.

Da come ti stai ponendo e descrivendo qui, mi trasmetti l'immagine di un genitore anche fin troppo presente e che si presenta come un modello di successo ed ottimismo nonché troppo razionale ed analitico.
Non è proprio una critica ma un'osservazione.
Paradossalmente vedo queste attenzioni e tentativo di counseling come soffocanti nonché il tuo modello come molto oneroso da replicare.

Senza che implichi trascurarlo o sottovalutare il tutto, dai tempo al tempo e non pianificargli la "terapia" ma lascia che sia lui a decidere gli step da seguire.

Semmai stabilisci dei termini oltre i quali intervenire, interessati con discrezione ai suoi progressi e, sopratutto, fatti guidare da uno specialista.

Secondo me è fondamentale capire da dove nasce la delusione d'amore, cosa l'ha deluso, perché ha paura d'incontrare lei e quest'esperienza dove mina la sua visione del futuro.


Mi sono trovato in una situazione VAGAMENTE simile poco dopo i 20 anni. Ero stato lasciato e lo stallo nasceva dalla visione di un futuro senza sesso e senza relazioni sentimentali.
Il sesso e le relazioni all'epoca, come oggi seppur diversamente, erano i pilastri della mia esistenza, da qui la forte correlazione col resto.
Nel mio caso la convinzione che mi fosse precluso ciò nasceva dalla convinzione che l'esteriorità e la rispondenza a modelli modaioli, scontava tutto, unitamente ad un senso d'inferiorità.

Ho vissuto alla giornata e senza motivazione qualche anno accademico per questo motivo.

Nella mia logica distorta concludevo che esistendo un uomo più bello di me io sarei stato sempre scartato e che, in virtù di questo assioma, se una era interessata a me ci avrebbe provato lei.

Sono uscito dalla situazione, durata qualche anno, grazie appunto ad un percorso interiore di consapevolezza del (gran) valore che avevo e sullo scardinamento di tali distorsioni.
Mi è stata d'aiuto anche qualche donna che ho conosciuto e che, concedendosi sessualmente ed instaurando una relazione con me, ha rafforzato la componente ottimista.

Quote:

Originariamente inviata da cat (Messaggio 1524247)
Gli propongo di fare cose divertenti perché credo che abbia bisogno di ritrovare il piacere della vita.

Abbandona quest'idea perché può non coincidere con la sua visione di piacere.

Quote:

Originariamente inviata da cat (Messaggio 1524065)
Allora, nessuno mi ha dato una diagnosi, fino a qualche tempo fa lo psichiatra parlava di depressione reattiva (per la delusione d'amore); poi, visto che sei mesi dopo era ancora chiuso in casa, pochi giorni fa ha parlato di fobia sociale.

Sconsiglio le autodiagnosi. Sarebbe il caso di un consulto approfondito con uno psichiatra e/o psicologo.

Quote:

Sentire lo psicoterapeuta o lo psichiatra, è una cosa, parlare con voi e sentire quello che provate dentro, un'altra.
Personalmente trovo utilissimo quanto dici a livello empatico e di comprensione ma da ponderare bene nel tentativo di risolvere i problemi di tuo figlio.
Segui i consigli degli specialisti ma anche di persone NON sociofobiche che con occhio esterno, non coinvolto o, magari, che hanno rielaborato certe dinamiche.
Focalizzarsi solo sulle testimonianze di chi c'è dentro rischia di maturare idee negazioniste oppure di non individuare percorsi risolutivi.


Quote:

Originariamente inviata da cat (Messaggio 1523779)
Non lo considero inferiore! Tutt'altro! Lo considero fantastico! E' intelligente, sensibile, nobile d'animo, leale…

Perché è tuo figlio o perché è realmente così? Un genitore difficilmente è obiettivo e, proprio per questo motivo, è un counselor poco indicato.

Quote:

ho avuto paura, vi dico francamente, che fosse completamente matto, perché non ho mai conosciuto nessuno che si fosse isolato, sono venuta qui. Ho visto che ci siete voi, mi siete sembrati "sani" nella vostra stranezza e mi sono rassicurata
Soffrire di un disturbo mentale non è sinonimo di pazzia ma non necessariamente è sinonimo di normalità.
Bada che lo dico senza alcun intento offensivo o denigrante.

E' altrettanto giusto, su un piano formale, non cercare di evitare certe definizioni o prendere consapevolezza su certi temi delicati.

Se uno si ammala di raffreddore non c'è il minimo problema nel definirlo malato o con una patologia.
Quando si parla invece di fobia sociale, c'è sempre questo rifiuto di definire, ripeto formalmente, la persona come paziente psichiatrico o persona con uno stato patologico da DSM.

Questo per dire cosa? Per dire che, fatto salvo che solo uno psichiatra o psicologo può stabilire se tuo figlio è affetto da disturbo d'ansia sociale o meno, non bisogno nemmeno rifiutare quest'ipotesi o tranquillizzarsi cercando per forza di ricondurre le dinamiche a forme atipiche di normalità.

Se fosse in una condizione patologica, è giusto, nella speranza che condivida, che intraprenda un percorso di psicoterapia o di terapia farmacologica se ce ne fosse il bisogno e che venga educato al concetto che non c'è nulla di vergognoso in tutto ciò.

Quote:

Originariamente inviata da cat (Messaggio 1523776)
gli ho chiesto di scrivere una lista dei suoi desideri, da quelli che ha sepolto quando era bambino, a quelli inconfessabili, dai più seri ai più banali. Si è fermato al barattolo di nutella gigante.

Mi sento di consigliarti più pragmatismo. Prova a capire cosa cerca nell'immediato.

Quote:

Il massimo l'ho raggiunto quando gli ho proposto di farci i dreadlock e andare insieme in Giamaica.
Quoto solo questa frase tralasciando il resto.
Apprezzabili le proposte ma detto in modo simpatico ma non offensivo, la tua mi sembra una proattività tipica di una persona che NON soffre di FS.
Lascia che sia LUI ad indicarti dei percorsi.

Alla fine io e te siamo quasi coetanei (hai 5 anni in più di me se non erro).

cancellato15252 29-05-2015 22:31

Re: "Guarire" si può. Leggete, per favore.
 
Quote:

Originariamente inviata da cat (Messaggio 1524261)
Grazie, sei stato utilissimo. mi hai dato molte indicazioni veramente importanti.
Lui non esce per niente di casa, solo ogni tanto in giardino. Forse hai ragione sulle cose entusiasmanti. Infatti sono riuscita a trascinarlo al cinema (in un'altra città ovviamente, perché ha paura di incontrare Quella Là), anche se non mando tanto giù che non voglia andare a vivere sulla spiaggia per curare i nidi delle tartarughe caretta caretta (non vorresti andarci tu? guarda, mi faresti felice! :D )
Anche tu pensavi al suicidio? Per me quella è la paura più terribile. Come sei guarito da quel pensiero?

O non pensavo a niente guardando il vuoto / lo schermo del pc, o uscivo e pensavo al suicidio. Non era un brutto pensiero, anzi era l'unica cosa dolce che mi veniva da pensare. Le cose che avevo attorno erano nere e morte e senza speranza, tutto era senza speranza. Mi angosciava quasi tutto e spesso non riuscivo a tenere la forchetta in mano o a stare con la bocca chiusa, da cascare per terra. Se mi forzavano a esternare qualcosa, o dicevo qualcosa che faceva piangere mia mamma (per quanto si sforzasse di, ogni tanto cedeva), o mi angosciavo appunto perchè non vedevo speranza e cose buone in niente (non mi riferisco solo a me stesso, ma all'umanità).
Sottolineo che c'entrava più neppure la ragazza, dentro di me avevo risolto la faccenda da più di un anno, dopo un'ultima volta circa due anni e mezzo fa in cui l'avevo vista per strada e mi era venuto un attacco di panico non ho avuto più problemi nell'incontrarla, anzi vedendola mi pareva come se non la conoscessi neppure, una completa estranea. Questo non vuol dire che la depressione non continuasse, anzi, è peggiorata dopo questa "accettazione".
I miei sapevano che continuando così forse non sarei arrivato ai trent'anni. Mi hanno fatto cambiare città e ho ricominciato gli studi (questo non volevo propriamente farlo, ma va bè), scegliendo una città per cui avevo in qualche modo identificato il mio cambiamento.
Cosa che è effettivamente successa, autosuggestione o meno adesso non sarò completamente apposto (esco molto poco ma mi sta bene, sono per natura introverso e evitante e non mi pesa, poi ogni tanto mi faccio prendere dal malessere ma niente di grosso) ma il brutto sembra essere passato.
Questo è ovviamente stato il mio modo, supportato in toto dai genitori, poi a ognuno il suo.

milton erickson 29-05-2015 22:35

Re: Aiutare un figlio
 
Quote:

Originariamente inviata da cat (Messaggio 1524271)
Anche io, vi voglio bene e fra un pochino di tempo incomincerò a proporvi campi di fotografie in Islanda, corsi di restauro di motociclette d'epoca, stage di danze sciamaniche, nidi di caretta caretta da curare, tour della birra….

be' a parte gli scherzi se questo gruppo di persone virtuali divenisse una associazione reale che cioè non si limita a fare raduni ma cerca di aiutare le persone nel reale io ci starei eccome!

Ps: non che i raduni non siano utili ma qualcosa di più organizzato ecco (ma forse pretendo troppo)

cat 29-05-2015 22:52

Re: Aiutare un figlio
 
Quote:

Originariamente inviata da The_Sleeper (Messaggio 1524304)
il tasto in basso a destra in ciascuna risposta col più +, se clickato " salva" quel post ( diventa rosso, mi pare, per dirti che ha " memorizzato" il post)
Spero sia comprensibile come spiegazione

Quote:

Originariamente inviata da liuk76 (Messaggio 1524307)
Inanzitutto @cat, un suggerimento sull'uso del forum: è buon uso non rispondere con due o più post in successione in una discussione ma accorpare in un unico post tutte le risposte,

e questa cosa mi pare di averla capita

cat 29-05-2015 23:08

Re: Aiutare un figlio
 
Quote:

Originariamente inviata da liuk76 (Messaggio 1524307)
Da come ti stai ponendo e descrivendo qui, mi trasmetti l'immagine di un genitore anche fin troppo presente e che si presenta come un modello di successo ed ottimismo nonché troppo razionale ed analitico.

Sono ottimista, razionale e analitica, ma anche viscerale e fisica. Sicuramente mi piaccio abbastanza e ho i miei buoni motivi, capisco che per mio figlio possa essere un modello difficile, ma spesso in questo periodo gli racconto di quando sono stata triste o vittima di bullismo…


Quote:

Originariamente inviata da liuk76 (Messaggio 1524307)
sono trovato in una situazione VAGAMENTE simile poco dopo i 20 anni. Ero stato lasciato e lo stallo nasceva dalla visione di un futuro senza sesso e senza relazioni sentimentali.
Nel mio caso la convinzione che mi fosse precluso ciò nasceva dalla convinzione che l'esteriorità e la rispondenza a modelli modaioli, scontava tutto, unitamente ad un senso d'inferiorità.

E' più o meno quel che è accaduto a mio figlio: vede il suo futuro come una melma triste, senza amore, senza sesso, senza nulla per cui valga la pena vivere.
Lui aveva già un problema: il suo senso di colpa nei confronti di suo fratello con disabilità motoria.
E immediatamente dopo la fine della sua relazione con quella ragazza, un nostro giovane e amato zio è morto cadendo con l'ultraleggero. Era disperato e continuava a dire che nulla aveva un senso.

Quote:

Originariamente inviata da liuk76 (Messaggio 1524307)
Sconsiglio le autodiagnosi. Sarebbe il caso di un consulto approfondito con uno psichiatra e/o psicologo.

Non è un'autodiagnosi. E' seguito da uno psichiatra e da una psicoterapeuta.

Quote:

Originariamente inviata da liuk76 (Messaggio 1524307)
Personalmente trovo utilissimo quanto dici a livello empatico e di comprensione ma da ponderare bene nel tentativo di risolvere i problemi di tuo figlio.
Segui i consigli degli specialisti ma anche di persone NON sociofobiche che con occhio esterno, non coinvolto o, magari, che hanno rielaborato certe dinamiche.
Focalizzarsi solo sulle testimonianze di chi c'è dentro rischia di maturare idee negazioniste oppure di non individuare percorsi risolutivi.

Ho bisogno di questa visione interna per capire. Gli specialisti mi danno appunto altri apporti, di altro genere.

Quote:

Originariamente inviata da liuk76 (Messaggio 1524307)
Se fosse in una condizione patologica, è giusto, nella speranza che condivida, che intraprenda un percorso di psicoterapia o di terapia farmacologica se ce ne fosse il bisogno e che venga educato al concetto che non c'è nulla di vergognoso in tutto ciò.

Già fatto, convivo con la disabilità motoria dell'altro figlio da venti anni, sono abbastanza immune da stereotipi. Ho avuto paura che questo suo isolarsi fosse una prima manifestazione di un terribile distacco dalla realtà, nel senso che ho avuto paura che perdesse completamente la testa.


Quote:

Originariamente inviata da liuk76 (Messaggio 1524307)
Alla fine io e te siamo quasi coetanei (hai 5 anni in più di me se non erro).

Mi dispiace, sono impegnata :D :ridacchiare: :)

ilPaul 30-05-2015 11:15

Re: Aiutare un figlio
 
Cara cat, io credo di aver capito ciò che potrebbe passare nella testa di tuo figlio e secondo me non c'è da essere così allarmati. Che sia una situazione seria non ci sono dubbi, probabilmente ci vorrà anche un anno di tempo,ma il modo in cui lo state già aiutando secondo me porterà i suoi frutti, fosse anche tra molto tempo, ma comunque funzionerà. Io ho vissuto un po' come lui i primi anni del liceo: andando a studiare fuori paese non avevo più amicizie di scuola, non sono mai stato uno "che si fa sentire" e quindi mi isolai. Fu proprio mia madre a iniziare a risolvere la situazione attraverso un'altra madre di un mio ex compagno di scuola che stava più o meno nella stessa mia condizione di isolamento. Da allora ho il mio gruppettino di amici.

Secondo me tuo figlio dopo l'enorme delusione provata a causa di una ragazza, che definire insensibile e doppiogiochista è dire poco, forse ha paura di venire additato da tutti come "il fesso che si è fatto fregare". Cioè io non ho mai avuto esperienze con le ragazze, ma sicuramente al suo posto e alla sua età avrei paura di rivedere chi conosca quella travagliata storia d'amore. E poi l'effetto domino: "Se lo sanno gli amici lo sanno le amiche, se lo sanno le amiche lo diranno a altre ragazze e da lì in poi rimarrò "marchiato" quando ci proverò con le altre, quindi meglio non farsi più vedere in giro e quando tutti si saranno dimenticati di me si ricomincia da capo."
E invece no, si finisce male e ricominciare diviene difficile.

Non voglio sembrare indelicato, ma secondo me il primo passo che deve fare è iniziare a odiare e mandare al diavolo quella ragazza e cercare di non pensarla più. Ed è tosta, molto, soprattutto in simili frangenti visto che potrebbe ora avere dei pregiudizi negativi e assoluti contro l'intero genere femminile.
E se posso ancora permettermi, non stare là a proporgli tutte quelle cose da fare. Se non vuole, non vuole. Se non ti parla perchè non vuole farti preoccupare digli sempre con dolcezza che è tutto apposto, che capisci cosa passa e che infondo è sempre lui, non è mica cambiato.
Il mio consiglio è di spronarlo attraverso gli amici. Finchè sei tu a invitarlo non accetterà mai perchè lui sa che di te può fidarsi e che lo vedrai sempre come il figlio adorato. Ma degli amici no: io credo che lui abbia paura del giudizio esterno dopo quell'esperienza e di conseguenza ora credo che abbia una sorta di disturbo paranoide di personalità misto a bassissima autostima.

Insistete con le visite psichiatriche ma chiedi aiuto agli amici. Sempre e continuamente. Senza avere paura di dirlo in giro e mettendo anche loro nelle condizioni di non essere bruschi nei suoi confronti. Bisogna andare a gradi e assolutamente non avere fretta, altrimenti potrebbe chiudersi ancora di più.

Questi sono i miei poveri consigli. Spero funzioni qualcosa perchè dall'idea che mi sono fatto tu e tuo figlio siete bravissime persone. Tu in particolare mi ricordi mia sorella: tutto il contrario di me in quanto a carattere, cerca sempre di spronarmi ma non ce la fa, e i maggiori cambiamenti favorevoli in campo di fobia sociale li sto ottenendo da solo o grazie all'intervento di amici.

Ti chiedo scusa per il papiro che ho scritto

cat 30-05-2015 13:01

Re: Aiutare un figlio
 
Quote:

Originariamente inviata da ilPaul (Messaggio 1524460)

Secondo me tuo figlio dopo l'enorme delusione provata a causa di una ragazza, che definire insensibile e doppiogiochista è dire poco, forse ha paura di venire additato da tutti come "il fesso che si è fatto fregare". Cioè io non ho mai avuto esperienze con le ragazze, ma sicuramente al suo posto e alla sua età avrei paura di rivedere chi conosca quella travagliata storia d'amore. E poi l'effetto domino: "Se lo sanno gli amici lo sanno le amiche, se lo sanno le amiche lo diranno a altre ragazze e da lì in poi rimarrò "marchiato" quando ci proverò con le altre, quindi meglio non farsi più vedere in giro e quando tutti si saranno dimenticati di me si ricomincia da capo."

E' esattamente quello che dice lui, come se gli avessi letto nella mente. E poi ha paura di incontrarla, di stare malissimo al momento dell'incontro, di avere un attacco di panico ed essere ricordato per sempre come un pazzo scatenato.

Quote:

Originariamente inviata da ilPaul (Messaggio 1524460)
Non voglio sembrare indelicato, ma secondo me il primo passo che deve fare è iniziare a odiare e mandare al diavolo quella ragazza e cercare di non pensarla più. Ed è tosta, molto, soprattutto in simili frangenti visto che potrebbe ora avere dei pregiudizi negativi e assoluti contro l'intero genere femminile.

Purtroppo lui dice di amarla ancora. E si colpevolizza, è convinto di avere sbagliato tutto lui! A lei ha perdonato tutto, il doppio gioco, le menzogne, la superficialità, e a se stesso non perdona nulla.

Quote:

Originariamente inviata da ilPaul (Messaggio 1524460)
chiedi aiuto agli amici. Sempre e continuamente. Senza avere paura di dirlo in giro e mettendo anche loro nelle condizioni di non essere bruschi nei suoi confronti. Bisogna andare a gradi e assolutamente non avere fretta, altrimenti potrebbe chiudersi ancora di più.

lui non vuole che io chieda aiuto agli amici e che dica loro cosa gli sta succedendo. Solo due di loro sanno, perché è stato lui a raccontare più o meno come stava. Io non posso scavalcarlo così, non posso tradirlo.
Gli amici ogni tanto vengono a trovarlo e cercano di coinvolgerlo.
Lui per ora non risponde

Quote:

Originariamente inviata da ilPaul (Messaggio 1524460)
[LEFT] sono i miei poveri consigli. Spero funzioni qualcosa perchè dall'idea che mi sono fatto tu e tuo figlio siete bravissime persone. Tu in particolare mi ricordi mia sorella: tutto il contrario di me in quanto a carattere, cerca sempre di spronarmi ma non ce la fa, e i maggiori cambiamenti favorevoli in campo di fobia sociale li sto ottenendo da solo o grazie all'intervento di amici.

QUOTE=ilPaul;1524460]
chiedo scusa per il papiro che ho scritto

ti ringrazio per il papiro che mi hai scritto!

Onizuka 30-05-2015 13:26

Re: Aiutare un figlio
 
Io mi sono ritirato a 15 anni dalla scuola proprio per la fobia sociale, ma ci sono ritornato a 18 anni ed attualmente, a 20 anni ci vado ancora. In quei 3 anni non uscivo quasi mai, ora esco un po' di più grazie al fatto che c'è la scuola di mezzo. Ovviamente ho ancora molte paure e non so se ce la farò, ma porto la mia testimonianza per dirti che tuo figlio potrebbe sicuramente uscirne. Io non ne sono uscito del tutto, eppure con la mia sola forza di volontà e senza aiuto di farmaci, psichiatri, psicologi ecc, sono riuscito addirittura a tornare a frequentare, cosa che per me prima era impensabile. Lasciando da parte alcune complicazioni della mia situazione, come genitori non troppo comprensivi ed altro ancora, credo che il supporto (inteso soprattutto come tentare di instaurare un dialogo, di capire i problemi, di non pressare) dei genitori accompagnato ad una psicoterapia possa portare a dei miglioramenti. Ma come hanno già detto alcuni, devi cercare di non essere frettolosa, né pressante, cosa che in molti genitori fanno. Io ci ho messo ben 3 anni per riuscire a tornare a fare qualcosa. Ora non dico che tutti ci debbano mettere anni, ma tieni almeno in considerazione questa possibilità e armati di tanta pazienza. Vi auguro il meglio :)

cat 30-05-2015 13:37

Re: Aiutare un figlio
 
Quote:

Originariamente inviata da marcoonizuka (Messaggio 1524508)
credo che il supporto (inteso soprattutto come tentare di instaurare un dialogo, di capire i problemi, di non pressare) dei genitori accompagnato ad una psicoterapia possa portare a dei miglioramenti. Ma come hanno già detto alcuni, devi cercare di non essere frettolosa, né pressante, cosa che in molti genitori fanno. Io ci ho messo ben 3 anni per riuscire a tornare a fare qualcosa. Ora non dico che tutti ci debbano mettere anni, ma tieni almeno in considerazione questa possibilità e armati di tanta pazienza. Vi auguro il meglio :)

Avere pazienza, in questa mia vicenda, per me, era davvero impensabile fino a qualche giorno fa. Vi dico sinceramente che, se psichiatra e psicoterapeuta stanno aiutando mio figlio, voi state aiutando tantissimo me.
Le vostre testimonianze mi stanno finalmente riportando nel concreto delle vite vissute, con tutte le loro possibili variabili e, pur senza darmi certezze, mi danno speranza e forza.
Grazie, siete meravigliosi.
In bocca al lupo anche a te, per tutto.

Onizuka 30-05-2015 13:53

Re: Aiutare un figlio
 
Quote:

Originariamente inviata da cat (Messaggio 1524511)
Avere pazienza, in questa mia vicenda, per me, era davvero impensabile fino a qualche giorno fa. Vi dico sinceramente che, se psichiatra e psicoterapeuta stanno aiutando mio figlio, voi state aiutando tantissimo me.
Le vostre testimonianze mi stanno finalmente riportando nel concreto delle vite vissute, con tutte le loro possibili variabili e, pur senza darmi certezze, mi danno speranza e forza.
Grazie, siete meravigliosi.
In bocca al lupo anche a te, per tutto.

E' proprio questo che molti genitori sbagliano, molto spesso in buona fede. Non avendo loro stessi problemi di questo tipo, non riescono ad immedesimarsi nei pensieri di un figlio che ha questo tipo di problemi. E da figlio ti dico che è proprio questo che fa soffrire di più: non essere compresi dalle persone più importanti della propria vita. Molti di noi qui possono contare solo sui propri genitori, ma se non si viene compresi nemmeno da loro le cose si fanno davvero difficili e la situazione si complica. Io vivo una situazione difficile in casa, a volte. I miei pressano spesso affinché io lavori, ma gli ho spiegato che per me è già un grandissimo passo l'essere tornato a scuola, figurarsi il lavorare. Questo perché pur essendo tornato a scuola ho ancora molti problemi. Ho provato ad andare da una psicologa ma non riuscivo a trovarmi bene, ho fatto un altro tentativo ed anche la seconda volta non mi trovavo bene. Ancora oggi dopo 3 anni ho tante difficoltà e tendo a chiudermi in me stesso. Ma ripeto, il mio è stato un percorso diverso e non sono mai riuscito a digerire l'aiuto di uno psicologo. Con me non funziona. Ma so di tantissime persone che sono riuscite ad ottenere grandissimi miglioramenti grazie a psicologi e tutto il resto. Un ultimo appunto: alcune persone, come il sottoscritto, quando sono in difficoltà, anziché provare ad affrontare i problemi e buttarsi, si chiudono in se stesse ed evitano il problema, rinviando per paura di soffrire. E questo è un circolo vizioso. Ancora oggi evito tantissime cose, mi sono perso tantissime esperienze e continuo a perderle tuttora, e sono pienamente consapevole di questa situazione. Spesso lo faccio perché non sono interessato ad alcune di queste cose, avendo un carattere chiuso ed amando stare a casa, ma altre volte lo faccio solo per paura di soffrire. So che si soffre anche evitando, ma molto spesso si preferisce quest'alternativa. Potrei andare avanti per ore ma mi fermo qui, volevo solo riportarti uno stralcio di pensieri di una persona che almeno in qualcosa è sicuramente simile a tuo figlio :)

primomaggio75 30-05-2015 16:16

Re: Aiutare un figlio
 
Quote:

Originariamente inviata da cat (Messaggio 1522770)
Innanzitutto grazie Blimunda. Grazie per aver scritto quel che provavi e del tuo processo di guarigione.
Io non ho mai avuto problemi di fobia sociale. Ho avuto molti molti altri problemi, anche molto gravi, ma sono sempre andata avanti nella vita come una guerriera, con la spada sguainata, felice e positiva anche nel dolore, grata di tutto anche quando era niente... Insomma, io funziono così.
Qui sono un'infiltrata. Sono nel dolore più atroce, perché uno dei miei figli si è isolato dal mondo e vive nella disperazione e nell'evitamento di... tutto. Ho bisogno del vostro aiuto. Ho bisogno di capire. Ho bisogno di Blimunda e di tutti voi, perché fino a poco prima di leggere i vostri messaggi, io mi stavo convincendo che mio figlio fosse un alieno. Dovete capirmi. Non sono stupida, né poco empatica, né insensibile e conosco bene la sofferenza. Ma per una come me che, se ha un problema va a cercare ogni soluzione nel mondo esterno, nella maggiore socializzazione, nelle nuove attività, avere un figlio che invece si chiude e si isola era semplicemente inconcepibile.... e magari riuscirò a trovare il modo per comunicare con lui senza ferirlo.
Ora vi descrivo meglio la situazione. Ho 45 anni, faccio l'avvocato, sono sposata da vent'anni e ho tre figli (due gemelli di venti anni e una bimba di otto) che adoro. La nostra è una famiglia molto unita. Uno dei miei gemelli ha una vera e propria fobia sociale. E' depresso. E' completamente chiuso in casa, da otto mesi. Tutto è cominciato per una delusione d'amore. Anche se, devo dirvi la verità, c'erano problemi preesistenti, una sua angoscia profonda, dovuta al fatto che il suo gemello ha una gravissima disabilità motoria e lui vive con sensi di colpa da una vita. Nonostante il nostro (mio e di mio marito) carattere tendenzialmente ottimista e non stereotipato)...
Ora, per colpa di una delusione forte, per una storia d'amore andata male con una ragazza (per me) insensibile e distruttiva, ha lasciato l'università e… tutto il resto. Ha paura di tutto. Di uscire ed incontrarla. Di uscire e di essere visto come uno che soffre. Di non riuscire a superare gli esami universitari. Di non trovare la sua strada.... Non so più come fare per aiutarlo. E' in terapia con una psicologa ed è seguito da uno psichiatra…. Noi non sappiamo più cosa fare, né cosa non fare. Come vi dicevo, io non riesco a capirlo veramente. Abbiamo sempre parlato tanto e abbiamo un bellissimo rapporto, ma io questa sua situazione attuale non la conosco! Non ce la faccio, io non mi sono mai sentita così. Ho avuto tanti gravi problemi nella mia vita, ma non mi sono mai isolata. Sono sempre stata molto attiva ed estroversa. Vederlo così solo, isolato, disperato, senza speranza, mi angoscia tantissimo. E temo di sbagliare. Temo di avere già sbagliato tanto, tutte le volte in cui, in questi otto mesi, ho tentato di forzarlo a fare cose che non voleva fare oppure quando ho ridicolizzato le sue esperienze…. Quando ho letto i vostri messaggi, mi si è aperto il cuore. Cosa hanno fatto i vostri genitori, per aiutarvi? Secondo voi, proporre, ad esempio, a uno che sta così male di andare in Islanda a fare uno stage di fotografia, è così sbagliato? Visto che ha paura di incontrarla (la sua amata che non lo ama-e non sa quel che si perde) qui, non potrebbe andare un po' lontano, a fare esperienze nuove? Secondo voi, lo potrei convincere o forzare o è meglio lasciarlo in pace, annichilito su quel divano, aspettando che risorga? E se non risorgesse?

Avere una famiglia che lo supporta, che lo aiuta, una mamma che non capisce il suo problema ma si prende la briga di fare ricerche su internet...credimi è moltissimo, potrai forse sbagliare qualche mossa ma essere circondato da così tanto amore e supporto gli farà bene... secondo me è solo questione di tempo e tuo figlio starà meglio.

ilPaul 30-05-2015 17:21

Re: Aiutare un figlio
 
Quote:

Originariamente inviata da cat (Messaggio 1524502)

lui non vuole che io chieda aiuto agli amici e che dica loro cosa gli sta succedendo. Solo due di loro sanno, perché è stato lui a raccontare più o meno come stava. Io non posso scavalcarlo così, non posso tradirlo.
Gli amici ogni tanto vengono a trovarlo e cercano di coinvolgerlo.
Lui per ora non risponde

Anche solo loro due vanno benissimo se sono amici sinceri, di quelli fraterni.
Se gli amici già cercano di coinvolgerlo alleatevi tra voi. Perchè pensare che lo state tradendo? Lo fate a fin di bene.

Ribadisco che questo potrebbe funzionare ma non per tutte le persone valgono le stesse ricette.

AloneInTheDARK 30-05-2015 20:57

Re: Aiutare un figlio
 
Non voglio dare consigli sbagliati, ma la depressione è a fasi... se hai qualche cosa in mente da proporgli per sbloccarlo, cogli la fase giusta.

milton erickson 30-05-2015 22:00

Re: Aiutare un figlio
 
Ti faccio una domanda che ti potrebbe sembrare un po' strana ma forse potrebbe aiutarti a capire alcuni lati di tuo figlio che non capisci. Prima che tu figlio si chiudesse in te stesso, tu cosa avresti pensato leggendo gli interventi degli utenti di questo forum?

cat 31-05-2015 06:23

Re: Aiutare un figlio
 
Quote:

Originariamente inviata da ilPaul (Messaggio 1524662)
Anche solo loro due vanno benissimo se sono amici sinceri, di quelli fraterni.
Se gli amici già cercano di coinvolgerlo alleatevi tra voi. Perchè pensare che lo state tradendo? Lo fate a fin di bene.

Mi sembrerebbe di tradirlo, di scavalcarlo, se fossi io a chiedere ai suoi amici di intervenire più spesso… più che altro perché gli avevo detto che avevo intenzione di farlo e lui non era d'accordo…

Quote:

Originariamente inviata da marcoonizuka (Messaggio 1524517)
E da figlio ti dico che è proprio questo che fa soffrire di più: non essere compresi dalle persone più importanti della propria vita. Molti di noi qui possono contare solo sui propri genitori, ma se non si viene compresi nemmeno da loro le cose si fanno davvero difficili e la situazione si complica. Io vivo una situazione difficile in casa, a volte. I miei pressano spesso affinché io lavori, ma gli ho spiegato che per me è già un grandissimo passo l'essere tornato a scuola, figurarsi il lavorare.

Anche io, (e soprattutto mio marito) ho pressato molto su mio figlio in questi ultimi mesi. Soprattutto quando ho visto che era uscito dalla fase più terribilmente depressa. mi dicevo "ma come, è di nuovo lui, è allegro, in casa sta bene, ha ricominciato a fare battute e a interessarsi di cose strane, perché non esce, perché non va a fare un corso di shiatsu cucina danza afro percussioni scrittura creativa etc?" Finché non ho deciso di affrontare questo problema come affronto di solito i problemi: cercando risposte. Questo perché, da persona non "sociofobica", come prima cosa viene da pensare, anzi da sperare, che basterebbe uno sforzo di volontà, uno, singolo, veloce, risolutivo. E' l'ansia della mamma preoccupata perché il suo bambino ha la febbre. Antipiretico e via. Mi sto rendendo conto che è un processo più lungo, in cui, forse, si devono resettare alcuni circuiti viziosi, come dici tu.

Quote:

Originariamente inviata da AloneInTheDARK (Messaggio 1524783)
Non voglio dare consigli sbagliati, ma la depressione è a fasi... se hai qualche cosa in mente da proporgli per sbloccarlo, cogli la fase giusta.

Spero che arrivi!!!:)

Quote:

Originariamente inviata da milton erickson (Messaggio 1524833)
Ti faccio una domanda che ti potrebbe sembrare un po' strana ma forse potrebbe aiutarti a capire alcuni lati di tuo figlio che non capisci. Prima che tu figlio si chiudesse in te stesso, tu cosa avresti pensato leggendo gli interventi degli utenti di questo forum?

Domanda interessante.
Avrei pensato che la nostra cultura e la nostra società, con le sue veloci superficialità e il culto dell'apparenza, stanno rovinando e soprattutto schiacciando i nostri giovani migliori.
Avrei pensato "che spreco! le menti migliori, quelle più dotate di intelligenza e introspezione stanno chiuse in casa, mentre lì fuori è pieno di deficienti totali, pressappochisti, vanagloriosi, boriosi, incapaci, che pensano di fare tutto loro e non fanno che fare cazzate… ecco perché le cose vanno male nel mondo! cosa fate! Uscite fuori! Venite allo scoperto!".
Avrei anche pensato "cavoli, io ho un figlio che non cammina, che sta su una sedia a rotelle e non parla, che lotta ogni giorno, da quando è nato, per raggiungere quello che per tutti è scontato, e non ci riesce, scrive bellissime poesie e desidera solo stare fuori e godere del mondo ogni giorno… se questi ragazzi facessero un'esperienza di volontariato con lui, ne uscirebbero trasformati.."

morgana 31-05-2015 10:15

Re: Aiutare un figlio
 
Ciao Cat non sono intervenuta in questo topic xke' ho visto che avevi ricevuto gia' molti buoni consigli da utenti con problematiche simili a quelle di tuo figlio o cmq vicini x eta'.
Ho letto il tuo ultimo post e siccome parli di volonta' volevo solo dire che purtroppo non basta, se x esempio tu non riuscissi piu' a svolgere il tuo lavoro xke' l' ansia dovuta al giudizio degli altri o alla paura di sbagliare ti bloccasse, e iniziassi a sbagliare sempre di piu' come ti sentiresti? Ti assicuro che la depressione sarebbe dietro l ' angolo e pure la fs
Purtroppo chi non prova certe cose non riesce a capirle, non x mancanza di empatia o di intelligenza ..lo vedo anche in chi mi vuole bene,, anzi neanch' io lo capivo anni fa.
sentivo parlare di persone depresse e mi chiedevo il xke', provavo ad immedesimarmi.ma niente.. solo provarlo sulla mia pelle mi ha fatto capire..ahime'
Per tuo figlio io sono abb. sicura che stara' meglio e te lo auguro

p.s.anch' io leggendoti ho pensato subito che avrei voluto mi adottassi..ma sono troppo grande..'

milton erickson 31-05-2015 10:49

Re: Aiutare un figlio
 
Quote:

Originariamente inviata da cat (Messaggio 1524995)

Avrei anche pensato "cavoli, io ho un figlio che non cammina, che sta su una sedia a rotelle e non parla, che lotta ogni giorno, da quando è nato, per raggiungere quello che per tutti è scontato, e non ci riesce, scrive bellissime poesie e desidera solo stare fuori e godere del mondo ogni giorno… se questi ragazzi facessero un'esperienza di volontariato con lui, ne uscirebbero trasformati.."

Ecco questo è un punto importante..mi viene da pensare che nella tua famiglia la presenza di una situazione di difficoltà così "forte" impedisca a volte anche di pensare ai propri momenti di fragilità, al bisogno di rifiatare e pensare a sè senza sentirsi egoisti..

ed è anche difficile pensare, immagino, per un figlio, di lasciare il nido (ovvero laurearsi, sposarsi, andarsene da casa) lasciando una madre da sola a reggere la situazione..e questo può portare ad un blocco, al di là della situazione contingente di essere abbandonato dalla fidanzata..

ma ovviamente tutti sti meccanismi non si affrontano su un social ..hai bisogno di parlarne meglio e approfondire con gente competente in privato..

poi magari ciò che dico non ci azzecca niente, ma è quello che mi viene in mente

Onizuka 31-05-2015 12:56

Re: Aiutare un figlio
 
Quote:

Originariamente inviata da cat (Messaggio 1524995)


Anche io, (e soprattutto mio marito) ho pressato molto su mio figlio in questi ultimi mesi. Soprattutto quando ho visto che era uscito dalla fase più terribilmente depressa. mi dicevo "ma come, è di nuovo lui, è allegro, in casa sta bene, ha ricominciato a fare battute e a interessarsi di cose strane, perché non esce, perché non va a fare un corso di shiatsu cucina danza afro percussioni scrittura creativa etc?" Finché non ho deciso di affrontare questo problema come affronto di solito i problemi: cercando risposte. Questo perché, da persona non "sociofobica", come prima cosa viene da pensare, anzi da sperare, che basterebbe uno sforzo di volontà, uno, singolo, veloce, risolutivo. E' l'ansia della mamma preoccupata perché il suo bambino ha la febbre. Antipiretico e via. Mi sto rendendo conto che è un processo più lungo, in cui, forse, si devono resettare alcuni circuiti viziosi, come dici tu.


Sono certo che con una madre come te lui riuscirà a stare meglio. Credimi, il supporto di un genitore che si informa sul problema e che lo comprende è quello che tutti noi vorremmo.

ilPaul 31-05-2015 14:24

Re: Aiutare un figlio
 
Quote:

Originariamente inviata da cat (Messaggio 1524995)
Mi sembrerebbe di tradirlo, di scavalcarlo, se fossi io a chiedere ai suoi amici di intervenire più spesso… più che altro perché gli avevo detto che avevo intenzione di farlo e lui non era d'accordo…

Ma è logico che ora non voglia. Lui non vuole fare niente, vedere nessuno, provare nessun sentimento...
Perchè ha paura del finale negativo. Se ci pensi è anche quello che stai facendo tu: non vuoi farlo perchè lo tradiresti. Renditi conto che il non fare cose relativamente normali perchè si ha paura del rifiuto o dell'apparire in un certo modo rimanendo quindi fermi per poi dilaniarsi nei pensieri negativi e nella desolazione è il dramma esistenziale di alcuni di noi qui, me compreso.
Io non credo che lo staresti tradendo, ma fai come ritieni sia più giusto secondo te.

_Diana_ 31-05-2015 15:03

Re: Aiutare un figlio
 
Dopo quasi 6 mesi di antidepressivo, sto notando chiaramente che il mio problema non è solo l'umore terribilmente a terra, ma anche i pensieri e le ansie. Ora che sono leggermente più motivata, rischio di tornare giù proprio a causa di quei problemi che mi paralizzano.

Ho un pessimo rapporto con i miei, mi sono isolata anche durante i pasti (quando li faccio) e meno ci parlo, meglio sto. Mi trascuro e sentire qualcuno che mi insulta o si arrabbia per questa mia condizione, mi fa star peggio. Non mi sento compresa, mi sento rifiutata e sminuita. Sto male psicologicamente e mi sono sentita dire dai miei che faccio la bella vita, mah. Non vedo spazio e rispetto per un dolore come quello psicologico da parte loro, mi dicono pure che mi comporto come una bambina capricciosa.

Non è la prima volta che cado e mi rialzo, ma di sicuro non devo ringraziare i miei.
Invece, tu mi sembri realmente disposta a comprendere tuo figlio.

Magari il mio caso può esserti di una qualche utilità... :nonso:

Quote:

Originariamente inviata da cat (Messaggio 1524253)
Anche io, vi voglio bene e fra un pochino di tempo incomincerò a proporvi campi di fotografie in Islanda, corsi di restauro di motociclette d'epoca, stage di danze sciamaniche, nidi di caretta caretta da curare, tour della birra….

Quote:

Originariamente inviata da cat (Messaggio 1524284)
Vieni cucciola, ti adotto. C'è un posticino favoloso dove fanno i dread, a Milano. Se ci vado da sola, alla mia età, mi prendono per pazza, ma se andiamo insieme, diciamo che lo faccio per te, per aiutarti a guarire, per farti stare bene!!!!

:ridacchiare: Grazie di :cuore:

Quote:

Originariamente inviata da pokorny (Messaggio 1524294)
Io non sono intervenuto prima di tutto perché il post TS era "ad personam"; non essendo Blimunda o come si scrive, non avrei scritto niente nemmeno se avessi avuto qualcosa di interessante da dire

Peccato. ;)

~~~ 31-05-2015 15:31

Re: Aiutare un figlio
 
Io non coinvolgerei i suoi amici, che si vedano quando vogliono, se la mamma si intromette lui potrebbe pensare che lo facciano per obbligo... Se ci sono questi amici e ogni tanto si vedono (non ho capito ogni quanto) è già molto.
Certe cose magari fatte in buona fede possono arrivare come una violenza...



Parlando del mio caso personale, quando mia madre torna a casa ed è di buon umore ed è dolce con me mi si toglie un peso dal cuore, anche se poi non faccio un cazzo comunque ma questo è un altro discorso : D però è vero, anche mia madre sa essere molto entusiasta in stile caretta caretta, magari per cose più banali però, cose tipo: adesso oggi puliamo e mettiamo in ordine tutta la tua stanza! : D oppure: dai che domenica andiamo a fare un giro in bici!
Poi magari c'è la fase sclero in cui lei è esausta e non ne può più di me e di mio padre, e si sfoga dicendo che sto in casa a non fare un cazzo, che lei ci serve e ci riverisce etc., allora poi io esplodo dicendo che loro mi hanno rovinato la vita etc. ...
Insomma la cosa peggiore è il senso di colpa e a volte l'impossibilità di avanzare pretese perché già è tanto che non ti buttano fuori di casa (questo non me lo hanno detto ma è quello che penso io e che condiziona ogni mia azione), in generale ho notato che a contatto con i miei (specialmente con mio padre) mi rimbambisco, divento isterica, capricciosa, nevrotica, insopportabile etc. etc., perché si vive nella contraddizione di voler essere indipendenti, autonomi, e nel dramma di non riuscire o di non potere diventarlo nei fatti...
Io non desidero la morte, quindi c'è una parte della questione che non comprendo e che non vivo, però non voglio lavorare, non riesco a reggere i rapporti con gli altri, non voglio mostrarmi etc. etc., se penso a quello che desidero è chiudermi in casa a guardare film serie tv e cartoni animati, il passo successivo sarebbe riuscire a studiare cose e disegnare da autodidatt., ma già sarebbe oro rispetto a quello che faccio di solito.
Al di là della scarsità di opportunità che offre oggi il panorama, non mi sento molto in sintonia con i valori che muovono il mondo, con l'imperativo della fatica, del sudore sulla fronte, del farsi il culo perché nessuno ti regala niente, della forza di volontà, del volere è potere, dell'avidità, della competizione, dell'arrivismo etc., e al di là di quello che non mi va giù, nemmeno saprei sopravvivere in un ambiente lavorativo.

cat 01-06-2015 07:20

Re: Aiutare un figlio
 
Quote:

Originariamente inviata da morgana (Messaggio 1525030)
Ho letto il tuo ultimo post e siccome parli di volonta' volevo solo dire che purtroppo non basta
Purtroppo chi non prova certe cose non riesce a capirle, non x mancanza di empatia o di intelligenza ..lo vedo anche in chi mi vuole bene,, anzi neanch' io lo capivo anni fa.
'

Ora l'ho capito, razionalmente, anche se dentro di me c'è ancora un profondo dolore che urla le sue ragioni! Vedere un figlio che potrebbe fare tutto ciò che desidera e sta così male è terribile; leggere le storie di quanti, tra voi, ce la stanno piano piano facendo mi calma e mi consola… e mi aiuta a pormi nel modo giusto, anche se la soluzione non dipenderà solo dal mio pormi in modo giusto!:)

Quote:

Originariamente inviata da milton erickson (Messaggio 1525047)
Ecco questo è un punto importante..mi viene da pensare che nella tua famiglia la presenza di una situazione di difficoltà così "forte" impedisca a volte anche di pensare ai propri momenti di fragilità, al bisogno di rifiatare e pensare a sè senza sentirsi egoisti..

Hai proprio ragione, questo è un punto molto importante. Abbiamo sempre dovuto essere forti e positivi, non abbiamo mai potuto permetterci fragilità e anche le vacanze non sono mai state un momento in cui rifiatare veramente, da venti anni a questa parte….
Ora, la crisi del gemello "forte", se dapprima ha innescato i consueti meccanismi di incredulità, rabbia e dolore, forse ora potrebbe indurci tutti a darci più tempo per rifiatare e magari migliorare la nostra situazione complessiva, spingendoci a soluzioni migliori. Alla fine sarà stata una risorsa in più.

Quote:

Originariamente inviata da milton erickson (Messaggio 1525047)
ed è anche difficile pensare, immagino, per un figlio, di lasciare il nido (ovvero laurearsi, sposarsi, andarsene da casa) lasciando una madre da sola a reggere la situazione..e questo può portare ad un blocco, al di là della situazione contingente di essere abbandonato dalla fidanzata..

Forse questo non era ancora nei suoi pensieri, ma immagino di sì, che anche per lui sia difficile pensare di lasciare suo fratello, che adora. Ogni tanto vorrei aver avuto sette figli, invece che solo tre, almeno il senso diresponsabilità sarebbe stato diviso, ma questo è, e non posso farci nulla. Mio figlio ovviamente sa che, se vorrà, sarà libero di andare anche in Australia a lavorare… ma non credo che lui per primo desideri allontanarsi, perché per lui i legami familiari e amicali sono molto importanti.

Quote:

Originariamente inviata da marcoonizuka (Messaggio 1525104)
Sono certo che con una madre come te lui riuscirà a stare meglio. Credimi, il supporto di un genitore che si informa sul problema e che lo comprende è quello che tutti noi vorremmo.

Ma grazie!!! Però c'è un modo per aiutare i vostri genitori a comprendere: so che è difficile parlare fino in fondo di quel che provate e di come vi sentite, ma fino a che non lo farete, loro non potranno comprendere… e soprattutto, fate loro leggere qualcosa sulla fobia sociale. Se non si informano, informateli!

Quote:

Originariamente inviata da ilPaul (Messaggio 1525153)
Ma è logico che ora non voglia. Lui non vuole fare niente, vedere nessuno, provare nessun sentimento...
Perchè ha paura del finale negativo. Se ci pensi è anche quello che stai facendo tu: non vuoi farlo perchè lo tradiresti. Renditi conto che il non fare cose relativamente normali perchè si ha paura del rifiuto o dell'apparire in un certo modo rimanendo quindi fermi per poi dilaniarsi nei pensieri negativi e nella desolazione è il dramma esistenziale di alcuni di noi qui, me compreso.
Io non credo che lo staresti tradendo, ma fai come ritieni sia più giusto secondo te.

Io so che se coinvolgessi i suoi amici raccontando loro cosa sta passando mio figlio, molto probabilmente loro cercherebbero di aiutarlo di più… non ho paura di un finale negativo, ho paura di fare un torto a mio figlio, raccontando ciò che lui non vuole raccontare. Forse potrei limitarmi a dire che è davvero molto triste e che dovrebbero aiutarlo a organizzare qualcosa di bello quest'estate, per le vacanze…

Quote:

Originariamente inviata da _Diana_ (Messaggio 1525181)
Dopo quasi 6 mesi di antidepressivo, sto notando chiaramente che il mio problema non è solo l'umore terribilmente a terra, ma anche i pensieri e le ansie.
Ho un pessimo rapporto con i miei, mi sono isolata anche durante i pasti (quando li faccio) e meno ci parlo, meglio sto. Mi trascuro e sentire qualcuno che mi insulta o si arrabbia per questa mia condizione, mi fa star peggio. Non mi sento compresa, mi sento rifiutata e sminuita. Sto male psicologicamente e mi sono sentita dire dai miei che faccio la bella vita, mah. Non vedo spazio e rispetto per un dolore come quello psicologico da parte loro, mi dicono pure che mi comporto come una bambina capricciosa.
Non è la prima volta che cado e mi rialzo, ma di sicuro non devo ringraziare i miei.
Invece, tu mi sembri realmente disposta a comprendere tuo figlio.

Tu mi sei stata utile , e molto, perché parlare di ciò che provi mi ha consentito di vedere quel che mio figlio stava cercando di dirmi, senza riuscirci.
Forse posso esserti utile anche io. Un genitore che vede il figlio adorato o la figlia adorata distrutto da un dolore così forte, paralizzato dall'ansia, recluso senza colpe, come prima cosa si sente impazzire! Ma come! è lì, bella, forte, intelligente, ha tutto il mondo da scoprire e si isola dalla realtà? E dunque cerca di scuotere. Anche mio marito, all'inizio, gli diceva cose terribili! Tu non hai voglia di fare un ca**o, vai a lavorare, troppo comodo così, etc etc. Il problema è che non serve, perché non dipende dalla volontà. Perché è come un meccanismo che si è rotto e si deve riparare. Vedendo che mio marito si stava dirigendo verso la strada sbagliata e vedendo l'acuirsi del dolore di mio figlio, ho chiesto un incontro con lo psichiatra, per capire cosa potevamo fare noi, come dovevamo comportarci noi. Lo specialista non ci ha dato molte indicazioni; ci ha detto comunque di dargli tempo e di non pressarlo, ma la vera lampadina è scattata quando ha parlato di fobia sociale. Non mi servivano tanto quei consigli sul comportamento migliore, quanto quella diagnosi, quel dare un nome a una cosa sconosciuta. Ho cominciato a cercare informazioni sull'argomento e sono approdata qui, dove ho letto come vi sentite voi, da una prospettiva interna e non esterna come è anche quella dello specialista. Qui ho capito cosa intendesse dire lo psichiatra e perché. Prima non l'avevo capito! Qui ho visto cosa stava vivendo mio figlio e ho anche considerato eroico il suo tacere temendo di farci preoccupare ancora di più. Ma tacere non va bene!
Io sono sicura che i tuoi, se fanno così con te, non abbiano ancora capito cosa ti sta succedendo. Se non riesci a parlarne con loro, falli leggere. Lascia una pagina stampata sulla fobia sociale, informali! Magari potrebbero cominciare a mettersi in discussione. Ci vorrebbe un gruppo di auto aiuto per i genitori, ci vorrebbe un forum a parte o un sotto forum.

Quote:

Originariamente inviata da ~~~ (Messaggio 1525200)
Io non coinvolgerei i suoi amici, che si vedano quando vogliono, se la mamma si intromette lui potrebbe pensare che lo facciano per obbligo... Se ci sono questi amici e ogni tanto si vedono (non ho capito ogni quanto) è già molto.

Stanno arrivando sempre meno. All'inizio, ogni tanto piombavano in casa, anche perché mio figlio non rispondeva più ai messaggi… poi, lentamente, hanno cominciato a diradare le visite e le proposte…

Quote:

Originariamente inviata da ~~~ (Messaggio 1525200)
sa essere molto entusiasta in stile caretta caretta,

Yeah!!! :thumbup1: :clap: :broccolo:

Quote:

Originariamente inviata da ~~~ (Messaggio 1525200)
Al di là della scarsità di opportunità che offre oggi il panorama, non mi sento molto in sintonia con i valori che muovono il mondo, con l'imperativo della fatica, del sudore sulla fronte, del farsi il culo perché nessuno ti regala niente, della forza di volontà, del volere è potere, dell'avidità, della competizione, dell'arrivismo etc., e al di là di quello che non mi va giù, nemmeno saprei sopravvivere in un ambiente lavorativo.

Forse potresti davvero anche tu informare i tuoi genitori: non limitarti a raccontare quel che provi, però, passa loro le info scientifiche sulla fobia sociale. Per me è stato illuminante vedere che il comportamento e il pensiero di mio figlio si rispecchiava in quello di praticamente tutti voi, naturalmente con le variabili individuali. Come si fa a parlare di volontà!
Anche io non mi sento in sintonia con i valori che muovono il mondo, soprattutto con quelli da te elencati. Ma stare reclusi, senza prospettive per il futuro, rappresenta una resa incondizionata proprio a quei valori, equivale ad alzare bandiera bianca, è come darla vinta agli arrivisti superficiali qualunquisti che popolano il mondo e si riproducono pure. Io ho capito che, nella mia vita, potevo far trionfare i miei valori. Ho scelto di avere accanto persone come me, le ho trovate e sto bene.
E faccio trionfare i miei valori persino nel mio lavoro, quando posso e per quanto io possa. Aiutare una donna violentata ad avere giustizia, aiutare un perseguitato politico togolese o un omosessuale pachistano con la schiena piena di cicatrici per le frustate ad ottenere lo status di rifugiato, aiutare una lavoratrice mobbizzata ad avere il giusto risarcimento…
Il resto del mondo continui pure a cazzeggiare con il lusso, il gossip, la corruzione, l'arrivismo; nel mio mondo si sta bene e si vive nella collaborazione, nel rispetto, nell'empatia, nell'amore per gli altri, nella fede in Qualcosa di più grande. Ti abbraccio. Forza, forza, un giorno ce la farai e sarai felice.

Alex88 01-06-2015 07:58

Re: Aiutare un figlio
 
Quote:

Originariamente inviata da ~~~ (Messaggio 1525200)
allora poi io esplodo dicendo che loro mi hanno rovinato la vita etc. ...

E questo e che no va....ho letto anche delle cose su internet l'altra volta, e mi pare si parlava i fs, dicevano appunto che molti si crogiolano su sta cosa, incolpando i genitori....lo stesso faccio io eh, non parlo solo per te.....e una cosa antiproducente, forse e vero ci crogioliamo troppo su sta cosa.

ilPaul 01-06-2015 10:53

Re: Aiutare un figlio
 
Tanti auguri per tutto a tuo figlio e congratulazioni a te.

Vedrai che riuscirà a superare questo momento

:)

_Diana_ 01-06-2015 21:33

Re: Aiutare un figlio
 
Quote:

Originariamente inviata da cat (Messaggio 1525609)
Però c'è un modo per aiutare i vostri genitori a comprendere: so che è difficile parlare fino in fondo di quel che provate e di come vi sentite, ma fino a che non lo farete, loro non potranno comprendere… e soprattutto, fate loro leggere qualcosa sulla fobia sociale. Se non si informano, informateli!

Questo è saggio, sì, solo che personalmente non riesco a fidarmi di loro...

Trovo che sia molto importante che ci sia serenità in casa, comprensione e accoglimento dei problemi e delle fragilità dei componenti della famiglia. Io non le ho avute e non credo di avere molte speranze in tal proposito. La prima volta che mi ero isolata abbandonando tutto e tutti con un taglio netto, avevo quasi vent'anni: mi son rivista molto in tuo figlio e solamente ora posso dire, col senno di poi, che a quei tempi era l'ansia ad avermi dato il colpo di grazia. Dopo un lustro ci sono ricaduta, stavolta però mi son tenuta stretta un paio di persone importanti che sanno e che vedo una volta ogni tanto quando le energie me lo permettono, perché mi fanno stare bene. Insomma, qualcosa è cambiato ed ho imparato la lezione; tutto sommato questo per me è un percorso formativo importante, anche se impregnato di ombre e sofferenza. Forse anche tuo figlio dovrà capire da solo e col tempo tutte queste cose, potrebbe essere pure confuso o non riuscire ad accettare questa sua sofferenza interiore, non ne rimarrei stupita, se fosse così, proprio perché l'ho provato. Da fuori quindi potrebbe essere ancora più difficile aiutare una persona in una condizione simile ed è comprensibile che tu ti senta spaventata ed impotente...

Comunque a pelle mi piace molto leggerti. :timidezza:

Onizuka 01-06-2015 22:27

Re: Aiutare un figlio
 
Quote:

Originariamente inviata da cat (Messaggio 1525609)

Ma grazie!!! Però c'è un modo per aiutare i vostri genitori a comprendere: so che è difficile parlare fino in fondo di quel che provate e di come vi sentite, ma fino a che non lo farete, loro non potranno comprendere… e soprattutto, fate loro leggere qualcosa sulla fobia sociale. Se non si informano, informateli!


Non gli ho detto il nome specifico, ma ho provato tante volte a spiegargli come mi sento, che ho determinate paure, che sono più fragile, ma niente da fare. Per loro bisogna soltanto andare avanti, punto e basta. E' come se non accettassero che loro figlio possa avere questi problemi e non tengono in considerazione quello che dico. Poi aggiungiamo il fatto che sono abbastanza ignoranti, e quindi sento che le mie parole alle loro orecchie risultano soltanto ridicole. Non possono capire. Non so se capirebbero neanche se glielo facessi leggere su internet. Se solo fossero più all'avanguardia... davvero, io un po' invidio tuo figlio per avere una madre come te. Piacerebbe anche a me.

cat 02-06-2015 06:23

Re: Aiutare un figlio
 
[quote=Alex88;1525611 molti si crogiolano su sta cosa, incolpando i genitori..
[/QUOTE]
e se non si incolpano i genitori, chi si deve incolpare!?!
il fatto è che i genitori non sono onnipotenti, ma ci vuole tanto tempo per capirlo…

Quote:

Originariamente inviata da ilPaul (Messaggio 1525643)
Tanti auguri per tutto a tuo figlio e congratulazioni a te.
Vedrai che riuscirà a superare questo momento

grazie caro, speriamo….

Quote:

Originariamente inviata da _Diana_ (Messaggio 1526029)
Questo è saggio, sì, solo che personalmente non riesco a fidarmi di loro...
Trovo che sia molto importante che ci sia serenità in casa, comprensione e accoglimento dei problemi e delle fragilità dei componenti della famiglia. Io non le ho avute e non credo di avere molte speranze in tal proposito. La prima volta che mi ero isolata abbandonando tutto e tutti con un taglio netto, avevo quasi vent'anni: mi son rivista molto in tuo figlio e solamente ora posso dire, col senno di poi, che a quei tempi era l'ansia ad avermi dato il colpo di grazia. Dopo un lustro ci sono ricaduta, stavolta però mi son tenuta stretta un paio di persone importanti che sanno e che vedo una volta ogni tanto quando le energie me lo permettono, perché mi fanno stare bene. Insomma, qualcosa è cambiato ed ho imparato la lezione; tutto sommato questo per me è un percorso formativo importante, anche se impregnato di ombre e sofferenza. Forse anche tuo figlio dovrà capire da solo e col tempo tutte queste cose, potrebbe essere pure confuso o non riuscire ad accettare questa sua sofferenza interiore, non ne rimarrei stupita, se fosse così, proprio perché l'ho provato. Da fuori quindi potrebbe essere ancora più difficile aiutare una persona in una condizione simile ed è comprensibile che tu ti senta spaventata ed impotente...
Comunque a pelle mi piace molto leggerti. :timidezza:

Diana, prova, non dico a fidarti… prendilo come un dovere civico: sto così, sono così e spiego a chi mi circonda come si chiama e cosa succede a me e a chi sta come me… devono capire che è una condizione che accomuna molte persone, piene di valore… se capiscono meglio, se non capiscono, sarà come prima tanto, peggio di così…
baci :)

Quote:

Originariamente inviata da marcoonizuka (Messaggio 1526086)
Non gli ho detto il nome specifico, ma ho provato tante volte a spiegargli come mi sento, che ho determinate paure, che sono più fragile, ma niente da fare. Per loro bisogna soltanto andare avanti, punto e basta. E' come se non accettassero che loro figlio possa avere questi problemi e non tengono in considerazione quello che dico. Poi aggiungiamo il fatto che sono abbastanza ignoranti, e quindi sento che le mie parole alle loro orecchie risultano soltanto ridicole. Non possono capire. Non so se capirebbero neanche se glielo facessi leggere su internet. Se solo fossero più all'avanguardia... davvero, io un po' invidio tuo figlio per avere una madre come te. Piacerebbe anche a me.

Stampa una pagina e lasciagliela sul divano. L'ignoranza si vince con l'informazione. Senti, sono laureata e ho sempre letto tanto, ma non avevo mai sentito parlare di fobia sociale… (sarà perché i fobici sociali si chiudono in casa? bisognerebbe fare un'associazione di fobici ed ex fobici e genitori di fobici)… all'inizio vedevo la depressione di mio figlio, la sua tristezza, e mi dicevo che dovevo dargli un pochino di tempo, poi, quando ho visto che la fase più acuta della depressione era passata, tutta questa sua paura di uscire di casa, io non la capivo proprio!!! mi sembrava assurdo, mi sembrava un alieno! ora che ho capito cosa sta passando, gli ho potuto dire che mi era tutto più chiaro, gli ho anche raccontato che vi ho letto, che mi avete aiutata a capire molte cose di lui e di quello che prova e, vi giuro, l'ho visto veramente sollevato… anche per me bisogna andare avanti e, a volte, per andare avanti, bisogna fare un passo indietro per prendere lo slancio… ti abbraccio forte


Tutti gli orari sono GMT +2. Attualmente sono le 21:26.

Powered by vBulletin versione 3.8.8
Copyright ©: 2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.