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Re: non cambierò mai.
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alice oggettivamente non ha fatto nulla di male e ci mancherebbe pure ergo il tizio che l'ha messa palesemente a disagio è stato un cafone alice, ci son tanti ragazzi, timidi e non, molto più alla mano e rispettosi di quello. :-) per kody, io sono il primo a dire che alice debba cercar di accettar se stessa in toto. ma la cafoneria, la cattiveria c'è ed esiste a prescindere. quell'essere ha dimostrato di averla. ho avuto a che fare con gente simile e io non è che passo tanto per timido e che parla poco.. ma i problemi rimangano, nel mio caso tendo a ignorare completamente quelli come lui e isolarmi con altri socializzando. poi capita che magari nota che io non lo cago completamente e lo escludo.. ovunque son stato in contesti alla normalona son capitate cose simili. c'è sempre stata quell' 1 o 2 persone che ignoravo, il resto tendevo a socializzarci tranquillamente e spesso sono io il tipo che si mette al centro dell'attenzione e a dir più battute.... incomincio a pensare che sia fisiologico.. in gruppi normaloni di diverse persone c'è il cafone/cattivello. è statistica almeno secondo la mia esperienza c'è tanta gente apposta, che senso ha aver a che fare coi cafoni quando esiste gente alla mano.. son una perdita di tempo, sonun inutile ed evitabile scocciatura |
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muttley esiste il linguaggio del corpo, le frecciate, le cose dette o non dette, le cattiverie etc.
magari non si potrà mai esserne certi al 101% ma esserne al 90% si.. la comunicazione non verbale impatta molto di più del verbale.. tutti ci facciamo caso.. è nel nostro dna, siano programmati cosi.... |
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Certo, ma il discorso è più ampio: l'altro giorno mi sono trovato a parlare con un perfetto sconosciuto ed a un certo punto ho avuto l'impressione di non essergli simpatico, probabilmente a causa di qualche segnale inavvertitamente lanciato dal suo extraverbale e da me percepito inconsciamente. Ma la timidezza riguarda anche il modo in cui si elaborano i segnali dell'esterno, un complesso di pregiudizi verso se stessi e gli altri. Ad esempio: siccome non sono piaciuto a lui non piacerò ad altri come lui, siccome mi ha mostrato segnali di ostilità stasera non potremo mai andare d'accordo, non piacerò alla maggioranza delle persone, tanto vale che me ne stia a casa, quelli come me saranno sempre presi in giro e via discorrendo.
Tutto questo complesso di pregiudizi e autopregiudizi svalutanti va combattuto per migliorare la qualità della vita. |
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Io sono d'accordo con Alice. Non trovo carino nè come si è rapportato nè come si è congedato, perchè se si vede che una persona ha una difficoltà non ci si marcia sopra con il tatto di un elefante come ha fatto lui. Magari cercava di coinvolgerla, cercava di aiutarla, ma secondo me l'ha fatto nel modo sbagliato. Ti faccio un esempio stupido Kody. Fa finta ad esempio che tu balbetti o che tu abbia qualche disturbo della parola, esci con un tipo che nemmeno ti conosce e questo mette tutto il tempo in risalto il fatto che balbetti, che non sai parlare ... e poi alla fine magari ti saluta dicendo "C-C-Cccccc-cciii--ciiaoo eh!" Penseresti "Oh come è gentile, come è simpatico" ? Puoi essere la persona più sicura al mondo, ma io mi sarei sentita presa in giro e trattata come una menomata. Si può prendere in giro una persona sui propri difetti quando la conosci da un certo tempo e quando lei stessa ci si prende in giro e quindi non le pesano i propri difetti. Non come ha fatto lui. |
Re: non cambierò mai.
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Ovvio che la timidezza non lo sia, ma se una persona se ne sente limitata, non capisco chi consiglia ad essa "Ah, accettala fa parte di te NON puoi cambiarla". La timidezza poi secondo me non è genetica o che, è solo l'aver paura del giudizio altrui e di parlare di fronte agli altri. Come dici tu, si cambia durante la vita, come mai? Secondo me perchè durante la vita vieni PER FORZA esposto [a meno di non evitare tutto e di più] a situazioni che piano piano ti sbloccano, diminuendo gli effetti di timidezza e talvolta anche di FS. Quote:
Come me, dopo un po' ti stai accorgendo di essere migliorata ma che non vai avanti. Serve arrivare al gradino di pensiero ulteriore. Chiediti "Cosa è normale per te? Esiste la normalità per te?" "Cosa può darmi fastidio? Cosa può intaccare il mio stato interiore?" "Chi voglio essere? Che qualità caratteriali voglio avere?" E' evidente che il tuo stato interiore può essere intaccato da un semplice "Sei una timidona". Ti chiedo: "E' utile che tu senta disagio?" Per quanto tu dica di avere accettato la timidezza, certo in parte, ma non tutta. La verità la sai tu, sii sincera con te stessa, ma secondo me vedi nella timidezza una cosa anormale. Quote:
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Vedi che sei tu a DECIDERE di reagire sentendoti a disagio se uno sottolinea una tua particolarità? Perchè con questa domanda mi stai dicendo che "in fondo è giusto sentirsi a disagio ". Certo che non devi andare fiera di avere questi problemi, ma ciò non vuol dire che l'altro sia uno stronzo o maleducato perchè sottolinea una cosa. Pensa se avesse sottolineato che eri vestita in modo bellissimo. Gli dai ancora del maleducato? "Sei bella" "Hai molti nei sulla pelle" "Sei timida" Alla prima si sentirebbero prese per il culo TUTTE quelle che CREDONO fermamente di essere brutte. Alla seconda si sentirebbero a disagio TUTTE quelle che CREDONO che la normalità sia avere la pelle liscia e da star della TV. Alla terza si sentirebbero a disagio TUTTE quelle che CREDONO che la normalità non sia essere timidi e che NON CREDONO molto in se stesse. Come reagisci agli eventi esterni [parole altrui, ecc] dipende SOLO da te e da ciò che credi internamento tu. Quote:
Io credo invece che la volontà serva, sopratutto nei problemi psicologici su cui possiamo agire anche noi da soli. Ignori chi ti mette a disagio. Ok, ma se fossero offese lo capirei. Qui si tratta di ignorare che dice una cosa su una tua qualità che NON accetti completamente. Quote:
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Se questa sia negativa, neutra o positiva sta nel soggetto che riceva la battuta e azzardo che chi crede sia negativa starà a disagio, gli altri no. Quote:
Sennò lo chiediamo: Alice, questo ragazzo diceva le cose con disprezzo verso di te, con fare aggressivo/offensivo, ecc, ecc? |
Re: non cambierò mai.
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Perchè per loro NON è un problema, come non è un problema se uno balbetta. E non venite a dire che chi non lo considera un problema è perchè NON lo ha. Ho visto amici timidi vivere tranquillamente, io stesso ho ancora parte della timidezza in certe situazioni e non me ne fascio la testa, mi sfottono su altre cose tipo fisico da bimbo, ma fottesega veramente. Perchè per me e per tante persone, questi NON sono problemi, difficoltà. Lo diventano nel momento in cui uno li crede problemi e soprautto problemi SENZA soluzione o con soluzioni complessissime. Avevo un prof alle superiori che balbetta e cazzo quanto ci ha fatto ridere CON LUI, non di lui per le babuzie, perchè lui per primo ci marciava sopra. Sei di Firenze, se non mi credi, ti ci porto. E' stato un grande prof. Sei caduta male con quell'esempio perchè ho anche un amico che se parla veloce si impappina, ma cavolo se è simpatico. Molto più di me per dire. E se ne frega altamente del suo balbettare. Se fossi io certo non gli direi "Che simpatico", ma perchè c'è bisogno di dire af ogni battuta "Oh mi hai messo a disagio" oppure "Che simpatico"? Posso stare zitto e ridermela, o stare zitto e basta, o fare una battuta su una particolarità dell'altro. Senza bisogno di sentirmi a disagio. Chi si sente pero' ferito, se fa una controbattuta, finirà per farla su cose negative dell'altra persona, usando un linguaggio aggressivo per sottolineare l'offesa e non la battuta. |
Re: non cambierò mai.
Kody leggi meglio ciò che uno scrive..
io non ho mai detto che lui l'ha offesa e denigrata esplicitamente e alice ha detto che lanciare frecciatine e insistere con le battute è maleducazione poi.. il linguaggio del corpo eccetto per gli autistici è chiaro a tutti. quindi il tizio o è autistico o mooolto probabilmente notava il disagio di alice e se ne è sbattuto.... altra cosa.. come per tutte le cose esiste la predisposizione che è genetica. quindi c'è chi è ansioso e insicuro per natura. certo ovviamente si può sempre migliorare etc. ma si avrà più difficoltà rispetto ad altri. meglio prenderne atto altra cosa ancora.. kanama ha detto che si può ironizzare se la persona oggetto dello scherzo lo consente. evidente che il tuo prof e il tuo amico lo consentivono. è cafoneria e cattiveria insistere quando l'altra persona NON lo consente. nessuno qua ha detto che la timidezza è da vergogna e che è vietato scherzarci sopra, ma per carità. |
Re: non cambierò mai.
Certo, come per tutto ci sono due opinioni!
C'è chi prende in giro la timidezza perchè pensa che sia una cosa come un'altra e non un problema, e chi invece lo fa con cattiveria. Io alle superiori ero sempre molto silenziosa, tranne che con le mie amiche. I miei compagni di classe mi definivano "muta" o "suora" , ma non credere che lo dicessero così per scherzare alla leggera. Quello che pensavano di me erano cose tutt'altro che carine, solo perchè appunto ero un po' diversa dalle altre ragazze. Ed era anche inutile cercare di far vedere come eri, perchè ormai ti avevano affibbiato l'etichetta di "noiosa, muta, suora" e vedevano solo questo. Apparte questa divagazione, e apparte l'esempio che è la prima cosa che mi è venuta in mente, il tuo prof e il tuo amico ironizzavano sui loro "disagi" perchè loro stessi avevano deciso di farlo. Quindi anche tu puoi farlo, sempre con un certo limite. Se Alice, per assurdo, avesse detto qualcosa tipo "Spero di non monopolizzare la discussione, a volte ciarlo così tanto ...!" , la battutina del tipo "Accidenti Alice, quanto parli" ci poteva anche stare, perchè era stata lei per prima a scherzarci sopra! Ma per come sono andate le cose, lui ha solo sottolineato il suo modo di essere in modo cattivo. Dire "Grazie per la chiacchierata eh" a una persona che è stata zitta quasi tutto il tempo (non ti offendere Alice :p non ricordo bene), a me sa solo di presa in giro bella e buona! |
Re: non cambierò mai.
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Indirettamente gli hai ricordato che a volte non basta la parlantina a tenere su la facciata. |
Re: non cambierò mai.
Ho provato a leggere qui e là, e sono d'accordo con Kaname.
Per carità, c'ha anche ragione Kody quando dice che non sempre la gente ci prende in giro per cattiveria, molto spesso siamo noi che la viviamo come un'offesa quando nelle intenzioni non lo è. Spesso è così ed è un capitolo importante su cui lavorare. Però c'è un limite, varrebbe anche se fossimo tutti estroversoni e simpaticoni. Uno non può di sua iniziativa portare l'attenzione di tutti su un mio difetto (la timidezza è un difetto). Vogliamo anche ammettere che farlo una volta va pure bene, fa parte del gioco. Tre volte no dai. Poi, se io per primo ci rido su ok, sono io che gli do il permesso di ridere della cosa (anzi, è una buona strategia, la suggerisco), ma non è questo il caso. Poi si può vedere come reagire: rispondere male, venire a botte, o semplicemente fare buon viso a cattivo gioco. Ma la base del discorso è che c'è uno che è maleducato e una che non ha fatto del male a nessuno. Insomma, per una volta si può anche ammettere che sono gli altri ad aver sbagliato e non noi a costruirci delle paranoie ;). Anche questo fa bene in un percorso di miglioramento. |
Re: non cambierò mai.
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Io comunque non ho detto che lei ha fatto qualcosa di male, ma esplicitamente il contrario ("non colpevolizzarti"). Limitarsi a dire "tizio è stronzo e basta" non serve a molto, perché da un lato la rabbia ci intossica, dall'altro, volenti o nolenti, continuiamo a farci mille paranoie, considerandoci difettosi (come fa notare Kody). |
Re: non cambierò mai.
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io non ho detto che deve limitarsi solo a dire di incolpare l'altro ma molto meglio incolpare l'altro per una cosa cattiva che ha fatto che incolpare se stessi ingiustamente. poi non è per nulla detto che incolpando l'altro ci si continua a farsi le paranoie etc. etc. sono due problemi diversi. anzi magari è il contrario.. se s'incolpa l'altro con fondamenta ci si allieva il senso di colpa e si sta meglio. che poi manco è detto che incolpare l'altro si abbia rabbia.. magari anche un "alla fine è solo un'idiota superficiale, colpa sua, che vuoi che ne capisce..." senza per forza farsi il sangue amaro paradossalmente il tuo intervento e quello di kody pare sminuire alice e farle aumentare il senso di colpa. "è colpa tua che ti vedi cosi"(non che voi abbiate detto proprio ste parole ma l'intento....), intervento che trovo dannosissimo in una persona fobica anzi son proprio visioni simili che alimentono la fobia e la frustrazione.. |
Re: non cambierò mai.
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Forse è per questo che il tipo ha detto "alice mi starà odiando per quanto parlo". |
Re: non cambierò mai.
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Ottimo |
Re: non cambierò mai.
Simpatico come un calcio sulle gengive, proprio.:moltoarrabbiato:
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Re: non cambierò mai.
'Grazie della chiacchierata'
Risposta: 'E' stato un piacere' |
Re: non cambierò mai.
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probabilmente non è un tipo ne molto interessante ne molto cortese :interrogativo: |
Re: non cambierò mai.
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Se magari crede che generalmente non suscita molta attrazione e cose del genere per me non è che si sbaglia, ed allora cosa c'è da curare a questo livello qua? Nulla per me. A stare male starà male e qualcosa magari si dovrà escogitare, ma anche se io non so cosa vada fatto di preciso (ammesso che si possa fare qualcosa che a questa donna va bene) penso che la soluzione non può di certo consistere in quel che sostieni tu: non vedo in che senso migliorerà poi effettivamente l'esistenza di una persona così se non ad un livello un po' allucinatorio nel raccontarsi di piacere di più di quel che poi piace effettivamente. Che ha scarse possibilità di "far presa" poi è vero, e non dipende solo da lei, c'è poco da fare. Se sono io a non sentirmi attratto da questo tipo di donna non è che se inizia a pensare di piacermi poi arriverà a piacermi davvero. O tu credi che il suo puro e semplice pensiero positivo relativo alla fiducia che poi susciterà attrazione in me (restando comunque nell'aspetto identica a com'era) trasmigrerà per magia nella mia mente ed inizierà ad influenzarla? Non sei tu a creare direttamente quel che pensano gli altri di te e a produrre le loro reazioni con la tua pura e semplice opinione o idea che hai di te stesso. Se gli altri pensano che sei geniale, ti vorrebbero pagare montagne d'oro per quel che fai e tu sostieni il contrario direi che andresti curato, ma se poi invece è vero il contrario e cioé quel che pensano gli altri di te lo riesci ad intercettare bene, non vedo cosa ci sia da curare nel caso in cui l'opinione degli altri nei tuoi confronti è realmente negativa come credi. Ora se la mappa di queste reazioni è scorretta sono d'accordo che va corretta, ma se non è scorretta più di tanto cosa ci sarebbe da correggere? Non è che correggendo una mappa a piacere viene modificato anche il territorio. Se il territorio è più bello della mappa orrenda che ci siamo fatti (di questo territorio), correggendo la mappa guadagnamo qualcosa in benessere (ecco ci togliamo gli occhiali scuri come si suol dire), ma se è il territorio stesso ad essere uno schifo non è che disegnando una mappa mentale più bella con giardini, aiuole e parchi, là dove c'è un deserto, andiamo a cambiare direttamente pure il territorio, abbiamo in mano così solo una bella mappa immaginaria. Andrebbe modificato prima il territorio in questi casi e poi si ridisegna la mappa in relazione a queste modifiche qua (che non si sa nemmeno se siano poi attuabili). Cosa sia poi la qualità della vita è qualcosa di soggettivo, per te magari consiste nel resistere al dolore, per me consiste nel provarne il meno possibile, e già su questo piano non ci troveremmo per nulla d'accordo su cosa sia un'esistenza dignitosa e positiva. Tu avresti un atteggiamento stoico e questa cosa ti farebbe sentire bene, il mio invece sarebbe un atteggiamento più edonistico e non proverei alcun piacere aggiuntivo nel resistere al dolore virilmente, e così cambia anche il senso di come valutare la qualità della vita. Prima perciò di mettersi a combattere contro qualcuno o qualcosa bisognerebbe chiedersi: io cosa desidero davvero ottenere? Perché può essere che non vogliamo affatto le stesse cose, io almeno una vita da "guerriero resistente" non la vorrei affatto, personaggi come "il gladiatore" mi stanno sulle palle, non mi piace la mia di vita (lo dico apertamente), ma non la scambierei di certo con quella di certi tipi di persone così. P. S. Mi fermo qua :mrgreen: |
Re: non cambierò mai.
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Comunque io non sono uno stoico propriamente detto, mi sono esposto a determinate situazioni che mi creavano benessere e malessere al medesimo tempo (e in molti casi soltanto malessere), ora le stesse situazioni non mi creano più malessere ma solo benessere o tutt'al più indifferenza. Visto che sei tu a sostenere l'impossibilità di uscire dal dualismo tra determinazioni causali o casuali, allora perché rifiutare di esporsi nell'eventualità che l'esposizione all'evento esterno ci cambi? E una volta cambiati non si tratterà più di resistere al dolore, perché avremo smesso di patirlo. Tante cose che un tempo reputavo ansiogene oggi non mi sfiorano nimmanco. PS Non ricominciare a modificare i messaggi migliaia di volte :D |
Re: non cambierò mai.
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Se ti esponi una volta e non passa, ti esponi un'altra e non passa, ti esponi ancora e non passa, poi cosa ci guadagneresti a lungo andare se non dessi tu un valore positivo pure a questa resistenza e ne ricavassi un qualche piacere secondario? (io direi un po' masochistico simile a quello delle persone che si fanno inchiodare le palle per provare più piacere grazie alla autopercezione di persone resistenti e grazie al sollievo che si prova poi). E tu glielo dai, apristi una discussione in cui sostenevi che venivi motivato soprattutto da questa cosa qua. Io personalmente sopporto poco la frustrazione (e non do a questa alcun valore morale positivo, non le provo queste cose qua) perciò già questa strategia qua sarebbe dispendiosa per me. Io posso provare una volta, due, ma se vedo che non passa, e soprattutto non ottengo quel che desidero, non ci tengo proprio ad insistere (secondo la mia economia il gioco non varrebbe la candela). Oltretutto ho parlato anche della scuola e di come fossi un disadattato anche là. Ci sono andato per un bel po' ma non mi è passato affatto né il senso di costrizione né il senso di disgusto che provavo per quell'ambiente, perciò non trovo che sia vera la teoria secondo cui esponendosi ci si abitua a tutto come se nulla fosse (ed inizia pure magari a piacerci). Anzi in me viene a crearsi un effetto opposto. Il problema relativo alle determinazioni causali è qualcosa che ha a che fare con la filosofia della mente, in senso pratico non è che poi va ad intaccare più di tanto le cose (se non in ambito morale), almeno per me. Certo che però la teoria secondo cui un evento esterno doloroso poi ci cambia in positivo e bisogna rischiare seguendo quello che dice questa o quella persona quando va applicata? A sentire i flagellanti a far quel che fanno si sta meglio... Ma io dovrei seguirli? E quelli che vanno a messa a sentire litanie (cosa che ho fatto per un certo periodo in gioventù quando ero ragazzino sotto insistenza di mia madre) pure sostengono che seguire quelle cerimonie noiose fa bene alla salute, e quelli come te che sostengono ancora altro, che esporsi a certe frustrazioni poi fa bene... Pure dovrei seguirli? Di filosofie esistenziali che spingono le persone a sopportare la frustrazione ce ne sono a bizzeffe, seguendo una o l'altra di sicuro rischio di passare tutta l'esistenza in mezzo alla frustrazione senza eliminarla o ridurla indirizzandomi verso una forma di godimento più pura come davvero vorrei. Poi svariate cose le ho provate, a differenza di altre persone, ma tutto questo benessere sinceramente ancora non l'ho visto. Io per la verità non ho trovato ancora qualcosa che sia davvero sensato da fare per me e per i miei disagi, questo lo ammetto, però le soluzioni che spesso vengono proposte lo stesso lasciano a desiderare. Si evita la fatica faticando di più? Per me questo è un ossimoro. Se è la fatica il problema di fondo non può essere risolto faticando, bisognerebbe escogitare altro se possibile. E' come voler creare energia senza averne, o risparmiarla spendendola, un assurdo. Se un processo è dispendioso e i problemi di fondo sono causati proprio da questo sistema economico qua, finché non se ne trova uno che sia realmente più economico e agevole (ammesso che esista) non si risolverà mai nulla. P. S. ora non modifico più il messaggio, puoi rispondere se vuoi :mrgreen:. |
Re: non cambierò mai.
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Re: non cambierò mai.
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Se il problema o il giudizio negativo è nostro, perché sono presenti poi realmente questi atteggiamenti qua da parte di altre persone? :nonso: Una cosa del genere è capitata anche a me. I conti perciò non tornano. Per questo non sono d'accordo con te muttley, certo si può cercare di dirsi che non ce ne frega nulla di un giudizio negativo sociale che è presente su larga scala, però non si può negare che poi esista veramente perché bisognerà conviverci, dirsi che questo giudizio è presente per magia solo nella nostra mente ed è questo che produce il disagio è una cazzata bella e buona, c'è poco da fare. Ad esempio il fatto che una persona non lavori e non ha reddito e a causa di questo viene giudicata socialmente in modo negativo, ecco secondo le idee di muttley (ed altri) questo giudizio negativo sociale dipende per magia da un giudizio negativo presente nella mente della persona stessa, basta far sparire questo giudizio dalla singola mente di una persona sola (lasciandola così com'è) e poi quello sociale e diffuso per magia si accomoda e sparisce e la persona trova una donna che lo ammira, amici e altro... Viene attribuito ad una singola mente un potere di influenzare tutto il mondo circostante che non esiste affatto. Per me invece succede l'esatto contrario, noi valutiamo in modo negativo qualcosa, ossia ce ne vorremmo sbarazzare, perché è il contesto circostante a giudicare negativamente così certe caratteristiche. Perché mai ad esempio un ladro di punto in bianco dovrebbe iniziare a mettere in discussione la sua condotta se poi realmente questa non producesse alcun effetto sociale negativo? Secondo te è il ladro che si autogiudica male? E' il ladro che si mette in galera da solo quando ruba? A me sembra di no. Siccome siamo animali sociali non possiamo andare in conflitto più di tanto con i desideri degli altri nei confronti di quello che dovremmo essere per tornare a questi utili e mantenere contemporaneamente un buon livello di socialità: il vero problema è questo. Ma più che un problema di auto accettazione è un problema legato ad una forma di conflittualità tra il come vorremmo essere e come siamo e il come vorrebbero che noi siamo le persone circostanti (con cui magari desideriamo relazionarci positivamente, soprattutto se sono belle donne :mrgreen:). Ad esempio se io non parlo e non spiccico parola in un certo contesto sociale, questa cosa potrebbe poi produrre problemi relazionali nel caso in cui le persone attorno a me non vogliono avere a che fare con persone taciturne (e nella mia esistenza sono venuti a crearsi problemi così) perché si annoiano, iniziano ad innervosirsi a causa del silenzio (come il tipo dell'esempio di sopra, che irritandosi a causa del silenzio dell'altro scarica su questo motivazioni inesistenti) o altro. Cosa me ne potrebbe mai fregare del giudizio delle persone e degli esseri umani se questo giudizio poi non producesse effetti concreti sulla mia esistenza? Una persona obesa che viene derisa, svalorizzata, non amata dalle persone dell'altro sesso, secondo te prova queste cose e un certo disagio e crede che molti altri abbiano questi atteggiamenti qua con lei perché si è costruita da sola questi pensieri e perché non aveva nulla da fare? :nonso: Il problema così non è più soltanto situato localmente e legato ad una certa distorsione dei fatti, è ben più complesso. Se si racconta a queste persone un'altra storia, che sono loro per magia che non si accettano e producono tutto il resto, le si prende per i fondelli due volte. Io non ho creato affatto il mondo circostante e le reazioni degli altri nei confronti di certe mie caratteristiche e nei confronti di quel che faccio o non faccio, è questa la pura e semplice verità. Rileggete l'esempio della mappa, è inutile che mi ripeta. |
Re: non cambierò mai.
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Ma questo le persone con buone social skills lo sanno. Anche le battute sul mio fisico: una o due ogni tanto, fossero continuate diventano noiose, superano appunto il limite. Ma no noise per me, per tutti quelli che ascoltano anche, non fanno più ridere. Da quello che ha detto alice, il ragazzo si è soffermata sulla sua timidezza un paio di volte durante l'uscita e una terza alla fine per salutare. Non mi pare gravissimo, per me, è ben entro il limite. Lo avesse fatto ogni minuto, certo passa il limite, ma 3 volte in una uscita. Sono cose che capitano, anche io una ragazza appena conosciuta mi pare le feci due o tre battute, appena conosciuta proprio, ma la serata sarà stata di 2-3 ore. Capisci che non ero fisso lì a far battute. Io credo che il limite per una persona a cui viene fatto notare QUELLO CHE ESSA CREDE UN DIFETTO sia pressochè zero. |
Re: non cambierò mai.
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Per quanto si voglia girare la frittata, la timidezza un difetto lo è, in quanto ci fa procedere nelle relazioni con gli altri con il freno a mano tirato: ma in primo luogo non è stata causata direttamente da noi, in quanto ce la portiamo dietro per cause legate a tempi in cui eravamo tutto tranne che consapevoli di noi e del mondo, e secondo... in sè e per sè non sarebbe così devastante. Lo diventa quando ci si sente in dovere di essere sempre ed immediamente perfetti e conformi ad una propria "proiezione mentale", per presentare subito un' immagine di sè artificiosa, senza alcuna zona d' ombra: ma così si innesca il solito processo del "gatto che morde la coda", per cui più ci si ripete "cosa faccio per non sembrare timido? Sto sembrando timido! Cosa dico adesso?" più ci si blocca, palesando la timidezza. Paradossalmente la timidezza si sconfigge accettandola, non tentando inutilmente di reprimerla del tutto fin da subito. Ovviamente comunque certi contesti non aiutano, ci sono persone ( che a loro volta non stanno bene ) che ci sguazzano nel colpire metodicamente le debolezze altrui. |
Re: non cambierò mai.
kody leggi bene quello che ha detto alice.. ha detto espressamente che le ha dato della timida per tre volte + altre chiari riferimenti a lei
pessimo modo per socializzare sopratutto quando la persona non lo consente. se una persona non lo consente (e si capisce..) è cattiveria insistere, anche solo fosse due volte. insomma il ragazzo ha fatto una pessima figura.... |
Re: non cambierò mai.
Quoto fortissimamente questa osservazione, verità assoluta
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Io ormai che sono timido lo dico da solo ridendo, tanto meglio. In ogni caso è la verità quindi c'è poco da nascondere. Quote:
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Re: non cambierò mai.
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In questo caso specifico, pur avendo solo letto il resoconto di Alice e non avendovi assistito, secondo me il limite il ragazzo lo ha passato. Pace. La nostra Alice deve comunque essere tranquilla, capita di essere trattati in modo inelegante dalle persone, capita anche ai più socialmente inseriti. Bisogna imparare a farsi scivolare addosso questi imprevisti. Anzitutto non vedendoli come accuse radicali alla nostra persona :). Questo è importante, se non sbaglio l'ha detto pure Muttley qui: la gente è interessata a noi meno di quanto pensiamo. Sì, si fanno un'idea di noi, ma questa conta poco ed è comunque provvisoria. Basterebbe pensare che noi per primi non giudichiamo in modo impietoso gli altri, se vediamo che sbagliano o hanno un difetto non per questo li riteniamo degli idioti totali. |
Re: non cambierò mai.
mah io non è che mi vedo come una persona generalmente timida e sinceramente preferisco etichettarmi come ansioso o disagiato o anche malato da compatire
e in tal caso mi sento meglio e l'ansia/disagio si riduce indubbiamente poi quando provo nessun o poca ansia/disagio e mi scoccia di parlare mi dico che son introverso |
Re: non cambierò mai.
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Il mio problema fondamentale è la timidezza, la paura del giudizio degli altri, e la scarsa autostima. Quote:
Vuol dire semplicemente capire che ci si può mostrare agli altri anche con i propri difetti, che non per questo si è immeritevoli di rispetto, educazione, apprezzamento ecc., che è normale avere difetti, che tutti ne hanno chi uno chi l'altro, e che la gente non passa la vita a condannarci senza appello perché quella volta al bar siamo stati taciturni o noiosi. |
Re: non cambierò mai.
Epitteto sosteneva che "Gli uomini non sono agitati e turbati dalle cose, ma dalle opinioni che essi hanno delle cose." Forse conosci già questo famoso aforismo, ma ti suggerisco di applicarlo a quell'episodio.
Quel ragazzo dichiarandosi timido, ha fatto un'apertura per relazionarsi con te e mettersi sul tuo piano. Il problema è che hai un cattivo rapporto con le tue esperienze interne. Ti è bastato sentirti definire timida, per precipitare in un turbinio di pensieri ed emozioni negative, a sentirti una condannata o marchiata a vita. Le persone sanno che la timidezza non è sinonimo di incapacità ma di inibizione ansiogena. Non è neanche vero che una persona timida non sia in grado di sostenere una conversazione, molto dipende da come si svolge la conversazione, dal tipo di rapporto si ha con le persone con cui si parla, dalla situazione contingente. Dato che l’emotività prende il sopravvento su di te, forse sei indotta a considerare come causate da tue colpe o da tue inadeguatezze ciò che, invece, è causata dalla inibizione ansiogena. Se mi permetti un suggerimento, potresti provare a riflettere sulle cause reali delle tue scene mute e dello stare in “un angolino”. Sai che per molte persone non ansiose, la timidezza è una qualità? In Cina e Giappone è persino il modo d’essere favorito. In effetti, la timidezza induce spesso alla riflessività e, quindi, ad acquisire una capacità di osservazione e sensibilità superiore alla media. Ovviamente non è così per tutti i timidi: ogni regola ha la sua eccezione, chi è deficiente lo è a prescindere, ma questo vale sia per i timidi, sia per i non timidi. Posso comprendere che per te, dato i risvolti negativi che ha nel relazionamento sociale, consideri la timidezza un difetto o addirittura, come hai scritto, l’espressione del “peggio di te”. Penso che questo modo di vederti, nella veste di persona timida, dimostri una fondamentale non accettazione di te stessa e la tendenza ad avere un atteggiamento fortemente giudicante e negativo verso la tua persona. A mio parere è proprio da qui che potresti cominciare a lavorare per il cambiamento: con l’accettazione della persona che sei oggi, con i pregi e con i difetti che hai; in fondo, la perfezione non appartiene alla condizione umana, e i difetti ce li hanno tutti. Prova ad accettare te stessa anche nella timidezza. Se ho ben capito, ma in questo chiedo a te conferma sulla validità della mia impressione, hai la paura di apparire timida, ti preoccupi molto di come ti vedono gli altri e che ti preoccupa molto l’idea stessa che se gli altri ti vedono timida diventi una marchiata a vita come una prigioniera di Auschwitz e, quindi, una condannata alla solitudine e all’emarginazione. Potrebbe esserti utile provare con le tecniche meditative della mindfulness per evitare che questi flussi di pensieri negativi restano fattori permanentemente centrali e invadenti nelle tue attività mentali e/o ruminative. :) |
Re: non cambierò mai.
@alice89
non te prendere per queste banalità, purtroppo certa gente non vede oltre il proprio naso.....sii superiore e non te la prendere... |
Mi ritrovo molto in ciò che hai scritto. È la mia stessa identica situazione.
Forse il ragazzo ti stava stuzzicando, chissà... Comunque non abbatterti, se cadi puoi rialzarti. Ti pongo una domanda: Preferisci essere timida o una di quelle persone che continuano a parlare ininterrottamente e ti fanno salire l'istinto omicida? |
Re: non cambierò mai.
Indipendentemente dalla dolcezza (:mrgreen:) del suo gesto...
Non penso l'abbia fatto con cattiveria, il suo era un modo modo di stuzzicarti, di renderti partecipe. Certo un modo un po' troglodita, ma da quando i calci in culo sono delicati? |
Re: non cambierò mai.
mi è venuto in mente che una cosa che potresti fare quando qualcuno ti dice che sei timida è di rispondergli con una cosa del genere: "Visto che tenti di fare il sensibile, allora sappi che non si dice mai alle persone timide che lo sono, e che devono prendere confidenza. Così come non gli si deve chiedere "raccontaci qualcosa" perché i timidi non sanno da dove cominciare. La prossima volta fa una domanda tipo "che pensi di..." o "che idea hai su...""
Così la smette anche di fare il Re, che di queste cose ne capisce ben poco. Con una reazione verbale di questo tipo, fai un'apertura (comunichi qualcosa di te) e dai una informazione sul come comportarsi o non comportarsi nei confronti delle persone timide. |
Re: non cambierò mai.
Forse non pensava di arrecarti dispiacere con quei commenti, i non timidi in genere hanno il vizio di parlare senza riflette poi tanto sulle cose, di esprimere facilmente giudizi sugli altri, a loro sembra naturale, a noi pare indelicato. Non prenderla in modo negativo, come loro non capiscono noi e il nostro modo di fare noi spesso non capiamo loro, quindi forse hai frainteso ed hai pensato che ci fosse malizia nelle sue parole.
Per quanto riguarda la questione timidezza e il fatto che ti sembrava di essere migliorata in tal senso, questo capita anche a me. Certe volte penso di aver fatto una buona impressione e di essere parsa spigliata, simpatica e socievole poi mi rendo conto che in realtà ho fatto l'impressione opposta. Questo perchè per chi vive la timidezza anche un piccolo cambiamento può sembrare un grande cambiamento, ma per chi è estroverso e abituato a rapportarsi con persone estroverse e spigliate è più facile individuare segni di imbarazzo, chiusura, nervosismo. |
Re: non cambierò mai.
Quote:
La seconda... capita tante volte anche a me di pensare di aver fatto buona impressione, di essere stato socievole ed esuberante, e invece poi riflettendoci mi rendo conto che, magari buona impressione l'ho fatta comunque, però la timidezza si è notata. Questo perchè la gente è abituata a standard di socialità che per noi sono impensabili :mrgreen: Alla fine c'è poco da fare, un pò timidi lo saremo sempre e questo si noterà sempre almeno un pò: bisogna capire che non è per forza un difetto. Quel poco di socievolezza che riusciamo ad avere può essere sufficiente per far trasparire le persone che siamo e il buono che c'è in noi, così chi è interessato potrà approfondire la nostra conoscenza. |
Re: non cambierò mai.
Quote:
Purtroppo quando si è timidi, tutto ciò che, proveniente dall'esterno, ci rammenta la nostra condizione, è vissuta male: ci si sente scoperti nei nostri segreti, indifesi, oggetto di valutazioni da parte degli altri. Questo percepirsi fragili attiva i nostri flussi di pensieri negativi e, di conseguenza, l'inibizione ansiogena. Ma le cose andrebbero diversamente se si leggessero questi comportamenti con un pensiero tipo "oh! ho trovato un amico/a". Quote:
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