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Re: Il dramma del dialetto
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Re: Il dramma del dialetto
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Ho scritto trentini, avrei dovuto scrivere abitanti della regione trentino alto Adige, (come ho puntualizzato poi) .... ma forse avrei dovuto scrivere......nella provincia Xx coordinate di latitudine e longitudine Y e Z ...così saresti stato contento !! xché a quanto pare del discorso che si sta facendo non ti interessa nulla ;) |
Re: Il dramma del dialetto
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E' un discorso diverso riguardo a quello inerente l' uso dei dialetti, quindi l' affermazione con cui hai esordito non ha significato. |
Re: Il dramma del dialetto
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Re: Il dramma del dialetto
In Alto-Adige mi è capitato più di una volta di rivolgere la parola a qualcuno in italiano e sentirmi rispondere in tedesco (o in qualche dialetto, non saprei), mi è capitato persino in un paio di negozi :o
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Re: Il dramma del dialetto
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Non è un po' troppo il C2? Entro quanto tempo bisognerebbe raggiungerlo secondo te? |
Re: Il dramma del dialetto
Qui in Emilia si sta perdendo la tradizione del dialetto. Lo parlano solo gli anziani ed i contadini...i giovani manco sanno cosa sia. Forse la mia è l'ultima ganerazione che lo parla e lo capisce un po'....anche perchè ormai i giovani d'oggi qui sono a dir poco "multietnici" diciamo....i tempi cambiano, e pure la nostra identità culturale si annacqua sempre di più. :pensando:
Ps: non sentirti inferiore o diverso perchè parli italiano...hai solo ricevuto un'educazione diversa. Se questo fa sentire a disagio i tuoi amici, è un problema loro, non tuo. Siamo in Italia (purtroppo o per fortuna), e parliamo in italiano. |
Re: Il dramma del dialetto
Non quoto tutto il post iniziale per sottolineare quanto io sia d'accordo. Uno dei miei grandissimi motivi di sofferenza è che parlo un italiano da telegiornale (eccetto quando sono incaxxato caso in cui i "mortacci tua" et similia si sprecano) e questo mi ha sempre fatto etichettare come il nerd-sfigato-diverso. Se ci faccio un minimo ma proprio minimo di attenzione è quasi impossibile capire da che regione io provenga.
Almeno tu se decidi puoi parlarlo il dialetto; se io provassi a parlare in romano farei e faccio ridere. Ho capito tardi che è meglio essere sé stessi e se mi si accetta così bene, senno' ciccia, ma ci ho sofferto tanto e tuttora non è che la cosa non mi pesi. |
Re: Il dramma del dialetto
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Nei pubblici esercizi dei centri maggiori di solito la popolazione ha un buon livello di bilinguismo, nelle vallate secondarie l' italiano viene usato quasi solo nei rapporti con i turisti, quindi in alcuni può essere un po' "arruginito": anche perché qui il sistema dell' istruzione è quel che è ( con pregi e difetti ). |
Re: Il dramma del dialetto
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Comunque il sud è così, come un monumento che non si può intaccare. Ma l'Italia intera non è tanto diversa. Io ho deciso di abbandonare l'italiano a favore dell'inglese o del francese (la lingua più bella). |
Re: Il dramma del dialetto
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esiste il dialetto milanese ? :o comunque io sono del sud e anche da me spesso mi sono sentito inadeguato perche incapace di parlar correttemente in dialetto.. certo ci sta chi parla in dialetto in maniera cafone ma anche chi lo parla e non risulta cafone (e io invidio questi) se uno parla in dialetto non è detto che sia per forza un cafone o che se parla in italiano sia "colto" e "superiore" comunque mia madre non voleva che parlassimo dialetto e cercava di parlar sempre in italiano.. ecco, io ora lo parlo malemente il mio dialetto. avrei senz'altro preferito averlo imparato degnamente come molti miei compaesani. |
Re: Il dramma del dialetto
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Re: Il dramma del dialetto
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Tendo a dire culétto strétto anziché culètto strètto. Però dico dòccia anziché dóccia e pòrno anziché pórno. Quote:
A grandi linee porrei come limite 10 anni, un compromesso tra i requisiti per vedersi riconosciuta la cittadinanza e nella previsione che il permesso di soggiorno sia rinnovato per presenza degli altri requisiti. |
Re: Il dramma del dialetto
:pensando: IO NON HO NULLA CONTRO LE MIE RADICI VENETE MA cazzo!!!!! IL MIO ACCENTO è MARCATISSIMO,
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Re: Il dramma del dialetto
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Re: Il dramma del dialetto
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....anche a me é capitato di essere additato per la mia dizione, niente di che sia chiaro, fosse che coniugavo i congiuntivi....nel mio caso si trattava di persone veramente "ignoranti" per cui sentire un italiano pseudo corretto scatenava un "ma guarda questo come parla".... .....una cosa Muttley nel 90% dei post il tuo life motive é ipotizzare quello di dire ....i tuoi problemi ti portano a pensare quello, vedere solo la parte negativa e compagnia cantante.....sempre su questo registro cmnq..... .....se coniugo 3 congiuntivi di fila e mi danno del marziano (e son stato buono), oppure come l'autore del thd, tende a venire escluso xché parla italiano anziché dialetto.... ....ma che cavolo ci stiamo a raccontare ?? ...percezione di cosa ?? ....autostima de che ?? ....possiamo prenderci per i fondelli anche 10 ore, la verità é che ste cose succedono comunemente e persone "stupide" del genere ce ne sono e saranno sempre, vuoi per ignoranza, vuoi per invidia vuoi anche solo per un gioco sadico.... ....ergo che sia conformandosi, confrontandosi, fregandosene, cambiando frequentazioni (ove possibile) o reagendo....qualcosa bisogna fare....xché se non si fa nulla comincia la "discesa agli inferi" dell'umore.. ...certo avere buona autostima o avere più skill sociali porta a reazioni ponderate e con un effetto socialmente migliore... ....xché noi tutti possiamo lavorare su noi stessi finché si vuole, ma "illuminati" a parte; quando sto h24 in situazione negative se non imparo a difendere me stesso, finisco in coriandoli !! |
Re: Il dramma del dialetto
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Re: Il dramma del dialetto
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Re: Il dramma del dialetto
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Insomma, lo sloveno servirà giusto a chi vive sul confine. Il tedesco è sicuramente più utile, ma più per motivi commerciali che per una questione di lingua minoritaria in italia. Tuttalpiù introdurrei una terza lingua (dando per scontato l'inglese come seconda) con possibilità di scelta tra due/tre opzioni già dalle elementari. Quote:
Dalle mie parti si parla più un dialetto bergamasco, con influenza milanese. Il bergamasco "puro" lo rivendicano gli abitanti delle valli orobiche. :D |
Re: Il dramma del dialetto
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Comunque è vero, la cadenza calabrese è forte e difficile da eliminare, ma non credo che una cadenza possa compromettere la comprensione di una lezione, ecco. Forse all'inizio si fa fatica a capire qualche parola in un discorso perché si è sviati dal colore delle parole, questo sì, ma non mi sembra tanto difficile. :nonso: |
Re: Il dramma del dialetto
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Comunque mi sembra strano che possa dipendere da come ti hanno insegnato a leggere, anche perché si fa poca attenzione ad insegnare gli accenti corretti alle elementari (almeno da me, magari al Nord li insegnano per bene solitamente). |
Re: Il dramma del dialetto
Io vivevo in provincia di Milano e per studio ho sempre frequentato Il capoluogo.
Persone anziane o di passate generazioni a parte, il dialetto non si usa proprio più, almeno in cittá. Abbiamo la cadenza, forse scappa qualche intercalare ma l'italiano regna sovrano (per fortuna!). Io fossi in te, pensando anche al tuo futuro non mi rinchiuderei in una lingua di nicchia con poco sbocco lavorativo. Un abbraccio |
Re: Il dramma del dialetto
mah ho la fortuna di essere in toscana dove un vero dialetto non esiste nemmeno
tuttavia esiste una parlata volgare , indispensabile per vivere e commerciare in certi quartieri fossi in te scapperei dal paesello appena possibile almeno che non ti leghi a quei luoghi affetti e amicizie molto profonde |
Re: Il dramma del dialetto
io per colpa del mio bilinguismo italiano-spagnolo appreso in tenera età spesso sbaglio il congiuntivo con alcuni verbi, ad esempio con "credere" e "sembrare che" ho sempre usato l'indicativo perchè pensavo si usasse come in spagnolo nella forma affermativa ("creo que es" "me parece que està", ecc..mentre nella forma negativa va al congiuntivo "no creo que sea", "no me parece que esté") fino a che poi non mi hanno fatto notare che sbagliavo...ma io continuo a usarlo perchè mi viene automatico :nonso:
chiusa parentesi..beh se sei del profondo sud penso sia normale che si usi il dialetto nei paesi di provincia anche tra giovani..ti conviene però cercarti un gruppo di persone IRL di piu alto livello con cui integrarti e conversare in italiano |
Re: Il dramma del dialetto
qua a roma parlano in dialetto i giovani , c è da dire che è facile come dialetto e gran parte dei vocaboli di romano avanzato son andati persi , insomma lo capiscono tutti anche chi nn ha mai sentito parlar romano prima , in certi soggetti puo accentuarsi la componente cafonazza , in altri accentua la simpatia. io capisco sia il romano che il veneto ... e durante il liceo ho dovuto assaggiare pure il napoletano , ecco questa è una cosa assurda a parer mio... beccarsi un insegnante che parla in dialetto di un altra regione , che cazz almeno dai prof uno s aspetta che parlino in italiano.
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Re: Il dramma del dialetto
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Per il resto ribadisco che se per tre cafoncelli a cui non piace l'uso corretto della dizione e dei congiuntivi, ce ne sono tremila che queste cose le apprezzano. A quanto pare però non li notate. |
Re: Il dramma del dialetto
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....tralascia la pappardella dei meccanismi mentali un attimo !! ....immagina sei in una classe, ci devi stare 5-6ore/GG tutta la settimana, non é questione di meccanismi mentali negativi ed autostima; siccome il gruppo é quello in quella situazione devi stare.... ....e li i tuoi discorsi "ma c'è gente che apprezza" non valgono niente, sei in un microcosmo che inizia e finisce coi compagni di scuola !! .....tu parli italiano, loro l'italiano lo schifano xché il dialetto é più fico; anzi .....tu sei emarginato da loro xché il dialetto non lo parli.... Questa é la realtà, il reagire passa per le skill sociali, il riuscire ad inserirsi nel gruppo nonostante la differenza che loro discriminano, o quantomeno essere neutrale al gruppo..... .... certo in primo acchito c'è il non farai abbattere dai loro comportamenti..... ma qua mi sembra si parli troppo spesso di brainstorming psicanalitico tutte le volte che qualcuno sternuta !! |
Re: Il dramma del dialetto
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Re: Il dramma del dialetto
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E poi se loro non ti apprezzano non sei certo obbligato ad averli come amici, ci sono sempre altri generi di persone, e per fortuna abbiamo la possibilità di scegliere. Oltretutto tu sei cresciuto a Milano, mi pare, non in un paesello di tre abitanti, c'è maggiore scelta umana e relazionale. Insomma a me pare che il tuo pensiero sia quello della resa alla volontà altrui, una dichiarazione di impotenza e di assoggettamento agli altri. |
Re: Il dramma del dialetto
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....adesso per favore, mi dici nella situazione pratica di cui sopra cosa deve fare il ragazzo emarginato dai compagni xché nn parla il dialetto !! ....xché seguendo il modo di pensare che dici, dovrebbe fregarsene e rimanere solo come un asparago !! In pratica di innescare un meccanismo voi non mi volete / io non vi voglio !! Questo può funzionare se esiste una scelta, per cui si può scegliere persone più simili o in cui é più facile inserirsi, ma di fatto in ambienti come scuola/lavoro etc....non si può scegliere quelle son le persone e quelli son i gruppi ! Bada bene, non ho mai detto di arrendersi, ma di reagire di cercare con un pochino di skill sociali di interagire cmnq e pian piano di farsi accettare o quanto meno non discriminare nonostante il gruppo veda come negativo il fatto che lui non parli il dialetto, di aggirare l'ostacolo se non lo si può abbattere o distruggere ;) |
Re: Il dramma del dialetto
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Re: Il dramma del dialetto
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