Originariamente inviata da Marco Russo
(Messaggio 923505)
non ti ho risposto prima perché non volevo scriverti frettolosamente, ma ogni volta rimando, quindi provo a sparare quel che mi viene in mente e al massimo integro.
la mia idea è che ci troviamo in una società poco attenta ad insegnare la socialità ai ragazzi e ai bambini. Li riempie di concetti e contenuti spesso fino all'orlo, ma pretende che le capacità sociali vengano acquisite in maniera autonoma semplicemente per il fatto che sono insieme in classe a "interagire".
Poi però li punisce quando interagiscono troppo, o in contesti considerati non appropriati.
Crea un conflitto di interesse tra le esigenze di crescita sociale dell'individuo, e il valore riconosciuto dal sistema educativo/scolastico di crescita individuale (individualistica).
Ad esempio c'è pochissimo "gioco di squadra" a scuola, tutto relegato a materie di serie B come l'educazione fisica, l'arte o il disegno, eventuali sperimentazioni di compresenze.
A questo aggiungici i nuovi media comunicativi, che atrofizzano le capacità sociali legati al non verbale e al paraverbale, e completa il tutto con la sempre minor presenza dei genitori, che delegano quasi totalmente il compito educativo agli insegnanti, alla televisione, ai videogiochi, ai libri/compiti a casa, a internet. E hai un quadro piuttosto desolante di come i ragazzi ne escano socialmente atrofizzati da questo percorso, e bisognosi di reintegrare conoscenze che in altre epoche esercitavi in continuazione per strada, sul lavoro, nel gioco (importantissimo nei bambini/ragazzi!!!), nelle dinamiche di gruppo comprese quelle più incomprese e banalizzate (come le dinamiche di dominanza/sottomissione, che non vengono quasi mai analizzate in ottica etologica). Ad esempio il bullismo.
Ah dimenticavo: ovviamente il sistema educativo ti insegna anche a saltare nei cerchi. Il sistema è progettato per premiare chi salta, come un leone circense nel cerchio di fuoco, dandogli il contentino, e non chi si rifiuta di saltare perché pensa di avere un'idea migliore. A furia di salti le persone si abituano e diventano tutti perfettamente addestrati.
Ci sono persone addestrate a risolvere equazioni differenziali, persone addestrate ad operare a cuore aperto, persone addestrate a progettare ponti, ecc.
Ma il senso critico è una conquista a cui il sistema non è orientato a portartici, e sta tutto al buon cuore e all'intelligenza dei singoli insegnanti, e alle capacità recettive/elaborative del povero studente capitato in questo sistema di ingranaggi massacranti.
Piccolo ot: ho il presentimento che il sistema sia stato scientemente progettato per produrre automi e discriminare persone con senso critico, escludendole dal sistema scolastico e quindi dal potenziamento intellettivo necessario per dotare di efficacia e di efficienza alle persone. Non a caso i "ribelli" dei giorni nostri sono spesso persone molto sanguigne ma poco analitiche, e incapaci di azioni coordinate e utili, ma buoni solo a gesti di rabbia e non focalizzati (es: spaccare le vetrate delle banche per protesta).
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