Re: "Nessun sé, nessun problema"
Prima non scrivevo proprio, mi limitavo a confermare la mia partecipazione ai raduni :sarcastico:
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Re: "Nessun sé, nessun problema"
Gli dici che è migliorato dopo quel paragrafo-mattone che ha scritto poco sopra? ._.
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Re: "Nessun sé, nessun problema"
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Ansia sconforto e tristezza sono emozioni. Le emozioni servono ad indicare cosa è meglio e cosa è peggio per l'individuo. Secondo la teoria freudiana cosa è meglio e cosa è peggio viene deciso da Es, Io e Super Io. È chiaro che eliminando il sé si elimina tutto il meccanismo alla radice ma in questo modo l'individuo ha i centri di giudizio compromessi e questo si traduce in maggiori probabilità di estinzione. Se questo può non importare all'individuo perché compromesso resta comunque basilare per la vita e l'evoluzione stessa. Se l'uomo rinnega il sé rinnega il suo percorso evolutivo. In tal caso si devono offrire dei validi modelli alternativi ma progressisti nella scala evolutiva come l'inconscio collettivo, cosa che oggi nonostante lo sviluppo dei mass-media è ancora fantascientifica. |
Re: "Nessun sé, nessun problema"
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Se invece diamo a "sé" un significato piu ampio la frase sembra un invito all'apatia, al rinunciare a prescindere... Sono d'accordo che il carattere di una persona non debba essere immutabile, anzi ritengo che bisogna essere in grado di riconoscere i propri difetti per poterli superare e potersi elevare dalla propria natura. E nella frase "sono fatto così, è la mia natura" io ci vedo una mancanza di volontà, un'accettazione passiva di ciò che la vita li ha portati ad essere. |
Re: "Nessun sé, nessun problema"
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Più azione e meno parole e sia da guida a tutti noi in tal senso! ;) |
Re: "Nessun sé, nessun problema"
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In questa dicotomia insanabile tra finito e infinito nasce appunto l'infelicità e il senso di insoddisfazione dell'uomo. Comunque è vero che, come dici tu, l'insoddisfazione è stata la molla principale che lo ha spinto a non accontentarsi mai e quindi a scoprire e a trovare nuovi modi per fare quello che sino allora aveva fatto solo in un certo modo e ad esplorare nuovi mondi. Se l'uomo non fosse insoddisfatto o curioso vivrebbe ancora sugli alberi come le scimmie. A parte ciò, non sono d'accordo con la tua visione negativa del film di Kim-Ki-Duc. La storia è concentrata sul cambiamento interiore dell'uomo, non è mica contro il progresso o altro. Certo, il film fa capire che per raggiungere la spersonalizzazione e l'atarassia (l'abbandono di ogni desiderio terreno che crea solo infelicità) vivere nella natura, al di fuori della civiltà, è la situazione ideale. Bè, sono d'accordo poi con l'idea di base del film. La nostra società dei consumi è concentrata sul soddisfacimento continuo di desideri fittizi, ma siccome la società continua a produrre oggetti su oggetti, l'uomo rimarrà sempre e comunque insoddisfatto e continuerà a bramare sempre di più, mai pago definitivamente di ciò che possiede; invece solo scrollandosi di dosso il bisogno di desiderare sempre si può raggiungere un equilibrio interiore, disancorato da bisogno esterni a se stessi, come possono esserlo gli oggetti concreti e materiali...io banalmente leggo l'intera questione in questo modo: reputo curiosità e insoddisfazione positivamente, se divengono molla di conoscenza e progresso, ma se questa naturale insoddisfazione genera soltanto un bisogno di appagamento tramite beni fittizi e illusori (come lo sono gli oggetti concreti) allora l'uomo sarà sempre infelice. L'appagamento reale dovrebbe sempre avere a che fare con la nostra dimensione interiore, con il nutrimento spirituale, insomma... |
Re: "Nessun sé, nessun problema"
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A mio parere il tuo errore è di considerare il cervello a compartimenti stagni, non considerando le inevitabili e continue interazioni tra le componenti più primitive e istintuali e quelle malleabili. E' chiaro che ciò disegna delle forme piuttosto prevedibili, nulla togliendo alla plasticità del cervello. Esattamente come, se tu indossassi per un anno un guanto privo di dita, la mappa cerebrale che controlla le sensazioni tattili e propriocettive delle tue dita si fonderebbe, e ti renderebbe assai difficoltoso al togliere del guanto il controllare le singole dita individualmente, allo stesso modo una reazione congenita, anomala e continuativa dell'amigdala al reiterarsi di particolari stimoli disegnerebbe nel tuo cervello plastico una serie di controcomportamenti che per quanto non strettamente istintuali, hanno un'eziologia istintuale e non ambientale. Quote:
indiani d'america che non avevano paura delle altezze (cresciuti in tribù che come prova di iniziazione chiedevano ai giovani di camminare in equilibrio su tronchi sospesi a molti metri di altezza): utilizzati estesamente nel passato nell'edilizia dei grattacieli. alcune tribù indigene africane geneticamente affette da discalcolia. non mi sembra così inverosimile una propensione genetica all'introversione (che ovviamente può essere o meno accentuata dagli stimoli ambientali ricevuti in fase di sviluppo, la genetica non è definitiva). Quote:
Ma non puoi escludere l'importanza, per quanto relativa e non assoluta, dei fattori elettrochimici, comprovati tra l'altro dagli effetti, a volte drastici, che alcuni psicofarmaci hanno sul carattere di un individuo: ovvero su tratti che secondo la tua visione dovrebbero essere *squisitamente* definiti sulla base dello sviluppo ambientale. E invece sono definiti dall'interazione tra questa, l'endocrina dell'individuo ed eventuali interferenze elettrochimiche esterne. |
Re: "Nessun sé, nessun problema"
nessun sè = non esistenza di sè stessi = morti = nessun problema
sono d'accordo |
Re: "Nessun sé, nessun problema"
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Re: "Nessun sé, nessun problema"
D'altronde come dice lui stesso in quanto esseri umani non possiamo esser perfetti, ma solo perfettibili.
:ridacchiare: |
Re: "Nessun sé, nessun problema"
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Re: "Nessun sé, nessun problema"
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Re: "Nessun sé, nessun problema"
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io da credente so che brucerò all'inferno per l'eternità, per cui non m'ammazzo solo perchè so che non cambierebbe niente. invidio gli atei, possono ammazzarsi tranquillamente e riposare in pace. |
Re: "Nessun sé, nessun problema"
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Li consumate sul posto e alé, senza bisogno di pensarci su. La dicotomia spirituale/materiale è per poveri di spirito, che ignorano cosa sia il benessere. Non a caso s'è fatto il nome di Leopardi. Non a caso il “nutrimento spirituale” è solo un'altra forma di consumo, ovvero di mercato, che alimentate con libri sulla PNL, su come essere seduttori, su come avere fiducia, esoterismi e newage varie. Perché vi danno quel che volete. |
Re: "Nessun sé, nessun problema"
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Bè, allora fintanto che sei in vita cerca di redimerti, se credi nell'aldilà....sei ancora in tempo, almeno per il purgatorio! :ridacchiare: |
Re: "Nessun sé, nessun problema"
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Re: "Nessun sé, nessun problema"
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Re: "Nessun sé, nessun problema"
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Re: "Nessun sé, nessun problema"
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Lo dicevo solo per incoraggiarti; visto che tu sei un credente potresti magari riporre fiducia nell'idea di salvezza nell'aldilà. Per il cristianesimo comunque si è sempre in tempo per riparare ai propri errori, no? :) Tu dicevi che bruceresti perennemente all'inferno e questa idea mi lasciava dubbiosa...:interrogativo: |
Re: "Nessun sé, nessun problema"
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se ora mi prendesse un colpo, e sarebbe la cosa migliore che mi sia successa in tutta la vita, finirei di sicuro all'inferno. |
Re: "Nessun sé, nessun problema"
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Apparentemente le cose materiali superflue (ovvio, non parlo di quelle fondamentali per la sopravvivenza) appagano, ma a lungo andare ci si accorge di essere sempre e comunque insoddisfatti e si vuole sempre di più, di più, di più, fino ad accorgersi che questi bisogni sono indotti dal consumismo e sono senza fondo e senza fine. Non penso che fare shopping sia ugualmente appagante quanto l'arricchirsi culturalmente. Comperare un bel vestito nuovo ti rende felice lì per lì, ma a lungo andare le merci non ci offrono il vero benessere interiore, anzi... EDIT: scusa, ma che c'entra la PNL e compagnia bella, adesso? Io parlo di appagamento profondo attraverso l'arte, la conoscenza e tramite una visione dei rapporti umani più sincera e autentica... |
Re: "Nessun sé, nessun problema"
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più la gente ha cultura, più si fa domande, e più si fa domande, più rischia di essere vittima di depressione esistenzialista. meglio essere ignoranti e godersi la semplicità delle piccole cose, che essere dei professoroni depressi e angosciati dalla vastita dell'universo. (questo partendo dal presupposto che NON ci piaccia essere depressi) |
Re: "Nessun sé, nessun problema"
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Re: "Nessun sé, nessun problema"
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Re: "Nessun sé, nessun problema"
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Re: "Nessun sé, nessun problema"
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Re: "Nessun sé, nessun problema"
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Re: "Nessun sé, nessun problema"
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Re: "Nessun sé, nessun problema"
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Re: "Nessun sé, nessun problema"
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Re: "Nessun sé, nessun problema"
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ho parlato dei rischi che porta la cultura, non ho detto che la cultura sia il male assoluto e l'ignoranza il bene assoluto, ho detto che sono due stati di essere che predispongono maggiormente ad una situazione piuttosto che ad un'altra. hai un'idea estremamente dispregiativa dell'ignoranza, che non fa per me, guardiamo con ammirazione e rispetto a realtà differenti, inutile continuare a parlarne. |
Re: "Nessun sé, nessun problema"
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Re: "Nessun sé, nessun problema"
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Re: "Nessun sé, nessun problema"
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Re: "Nessun sé, nessun problema"
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Re: "Nessun sé, nessun problema"
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E poi non si sta parlando di persone, quanto di condizione: la condizione dell'ignoranza contrapposta a quella volta alla conoscenza e all'arricchimento. Io affermo solo di preferire la seconda condizione perché penso che mi offra più strumenti per muovermi nella vita e comprenderla, tutto qui. E poi per cultura io intendo l'arricchimento interiore continuo ed è qualcosa che non necessariamente passa attraverso il conseguimento di titoli, lauree o diplomi. Se hai voglia di fare polemiche io levo le tende, perché non ne sento proprio il bisogno e non mi interessano... |
Re: "Nessun sé, nessun problema"
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ok, se non c'è disprezzo nelle tue parole, nessun problema, ogni persona vive a modo suo |
Re: "Nessun sé, nessun problema"
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“I prototipi di inferno e purgatorio ed il paradiso terrestre si trovano tutti nell’Amenta Egiziana…. L’inferno Egizio non era un luogo di dolore eterno, ma di estinzione di coloro che erano malvagi irrecuperabili. Si deve ammettere, ad onore e gloria della divinità Cristiana, che un dio di tormento eterno è un ideale distintamente Cristiano, a cui gli Egizi non giunsero mai. Il loro era il dio tutto parentale, Padre e Madre in uno solo il cui cuore si pensava sanguinasse in ogni ferita di umanità sofferente, e il cui figlio era rappresentato nel personaggio del Confortatore.24” |
Re: "Nessun sé, nessun problema"
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Se l'anima va costruita per poter proseguire dopo la morte del corpo fisico, un comportamento malvagio impedisce questa costruzione e quindi dopo la morte c'è l'annullamento eterno. Se invece quella specifica tradizione ritiene che l'anima c'è già tutta completa ed immortale, dopo una vita di malvagità le spetteranno tormenti eterni. Alla fine cambia poco, l'obiettivo è comprtarsi in vita in un certo modo, se no son cavoli amari, in un senso o in un altro :mrgreen: Sinceramente non saprei cose preferire tra l'annichilazione eterna o tormenti atroci ma con la coscienza di esistere..... |
Re: "Nessun sé, nessun problema"
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