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muttley 19-04-2012 01:04

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Prima non scrivevo proprio, mi limitavo a confermare la mia partecipazione ai raduni :sarcastico:

Moonwatcher 19-04-2012 01:31

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Gli dici che è migliorato dopo quel paragrafo-mattone che ha scritto poco sopra? ._.

Kitsune 19-04-2012 02:12

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 735666)
Mi sono recentemente imbattuto in questa frase...che ne pensate?

Il problema crea ansia, sconforto e tristezza.
Ansia sconforto e tristezza sono emozioni.
Le emozioni servono ad indicare cosa è meglio e cosa è peggio per l'individuo.
Secondo la teoria freudiana cosa è meglio e cosa è peggio viene deciso da Es, Io e Super Io.
È chiaro che eliminando il sé si elimina tutto il meccanismo alla radice ma in questo modo l'individuo ha i centri di giudizio compromessi e questo si traduce in maggiori probabilità di estinzione.
Se questo può non importare all'individuo perché compromesso resta comunque basilare per la vita e l'evoluzione stessa.
Se l'uomo rinnega il sé rinnega il suo percorso evolutivo.
In tal caso si devono offrire dei validi modelli alternativi ma progressisti nella scala evolutiva come l'inconscio collettivo, cosa che oggi nonostante lo sviluppo dei mass-media è ancora fantascientifica.

avoidantDuck 19-04-2012 13:09

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 735826)
Marco, cosa ti spinge a dire che nell'uomo è innata una certa propensione all'insoddisfazione? I capitalisti sostengono che nell'essere umano è innata una certa propensione al possesso, i "bellicisti" invece che nell'uomo è innata la tensione allo scontro e al conflitto (sempre per il possesso di qualcosa, ed ecco che le due parti si accordano). Io ho risolto il dilemma in maniera abbastanza drastica, facendo mio l'assunto per cui qualsiasi tensione che abbia una strutturazione complessa e con basi cognitive stratificate (qualsiasi cosa che vada oltre il semplice soddisfacimento di bisogni e impulsi primordiali, come il nutrimento e la protezione dal pericolo fisico) nasca interamente dal contatto con l'ambiente e le sue molteplici sfaccettature.
Ma a parte questa precisazione, il titolo del topic è un po' forte e racchiude in sé una visione estrema, difficilmente perseguibile, ovvero la cancellazione del senso della propria identità, da sempre meta di molte filosofie orientali. A me non interessa perdere il senso della mia persona, semplicemente mi trovo abbastanza d'accordo con chi cerca di demistificare l'intera impalcatura ideologica del sé, della personalità, del carattere singolo come sistema monista e unicista e pertanto pressoché immodificabile, a tal punto che ogni tentativo di agire sul carattere risulterebbe per alcuni come un tentativo di snaturamento di questo famoso sé. Preferisco pensare che non esista nulla di impermanente nel carattere di una persona. Quando sento frasi come "sono fatto così, è la mia natura", non posso non pensare che vi sia dietro un atto della volontà da parte della persona che ha pronunciato quella frase: quella stessa persona sta costruendo se stesso, sta dettandosi le coordinate di ciò che deve essere, perché è così che vuole essere. Nulla di illegittimo in tutto ciò, ma preferisco rigettare le pretese di verità di chi appunto dice "io sono così perché è la mia natura".

Discorso molto interessante. Secondo me la frase può assumere diversi significati a seconda del senso che si da al "sé". Nel tuo discorso mi sembra che tu intenda solo l'ego, e quindi tutte le azioni e i comportamenti che sono solo atti a soddisfare le proprie "manie di grandezza". Questo discorso è condivisibile, specialmente quando questi comportamenti portano a conflitti, però è anche vero che senza un ego l'uomo potrebbe perdere la spinta ad eccellere nelle attività in cui si cimenta, siano esse arti, sport, studi scientifici o altro.
Se invece diamo a "sé" un significato piu ampio la frase sembra un invito all'apatia, al rinunciare a prescindere...
Sono d'accordo che il carattere di una persona non debba essere immutabile, anzi ritengo che bisogna essere in grado di riconoscere i propri difetti per poterli superare e potersi elevare dalla propria natura. E nella frase "sono fatto così, è la mia natura" io ci vedo una mancanza di volontà, un'accettazione passiva di ciò che la vita li ha portati ad essere.

clizia 20-04-2012 10:21

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 735826)
Quando sento frasi come "sono fatto così, è la mia natura", non posso non pensare che vi sia dietro un atto della volontà da parte della persona che ha pronunciato quella frase: quella stessa persona sta costruendo se stesso, sta dettandosi le coordinate di ciò che deve essere, perché è così che vuole essere. Nulla di illegittimo in tutto ciò, ma preferisco rigettare le pretese di verità di chi appunto dice "io sono così perché è la mia natura".

Allora signor Muttley, visto che è un così gran fautore del cambiamento interiore, spero che anche lei decida di lavorare umilmente su alcuni suoi tratti caratteriali inespugnabili, visto che predica a viva voce la necessità del cambiamento! :sarcastico:

Più azione e meno parole e sia da guida a tutti noi in tal senso! ;)

clizia 20-04-2012 10:43

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da Marco Russo (Messaggio 735797)
ma la domanda finale è: pensate veramente che quello sia un progresso?

ad esempio, mi hai citato un film che proprio non m'è piaciuto, nel significato.

Secondo me nell'uomo è innata una certa propensione all'insoddisfazione, che fa guardare a soluzioni di vita atipiche, e questo talvolta ha dato il via a nuove scoperte (specialmente nell'antichità, quando non esisteva la ricerca scientifica ma esistevano gli inventori e i filosofi).
Ma tutto sommato, a parte noi di FS, non credo che ci si possa lamentare. Guardando al passato, ritengo si siano fatti molti progressi. Non penso proprio che la filosofia del "nessun sé nessun problema" sia vantaggiosa, rispetto all'attuale, che per quanto eccessivamente incentrata sull'egocentrismo e sicuramente perfettibile, ci dà oggettivamente tanto.

Che l'uomo sia di natura insoddisfatto lo diceva anche il grande Leopardi. Egli infatti sosteneva che la mente umana è infinita, così come lo è la sua spasmodica e continua ricerca del piacere, mentre qualsiasi piacere è di per sé finito e limitato nello spazio e nel tempo.
In questa dicotomia insanabile tra finito e infinito nasce appunto l'infelicità e il senso di insoddisfazione dell'uomo. Comunque è vero che, come dici tu, l'insoddisfazione è stata la molla principale che lo ha spinto a non accontentarsi mai e quindi a scoprire e a trovare nuovi modi per fare quello che sino allora aveva fatto solo in un certo modo e ad esplorare nuovi mondi. Se l'uomo non fosse insoddisfatto o curioso vivrebbe ancora sugli alberi come le scimmie.

A parte ciò, non sono d'accordo con la tua visione negativa del film di Kim-Ki-Duc. La storia è concentrata sul cambiamento interiore dell'uomo, non è mica contro il progresso o altro.
Certo, il film fa capire che per raggiungere la spersonalizzazione e l'atarassia (l'abbandono di ogni desiderio terreno che crea solo infelicità) vivere nella natura, al di fuori della civiltà, è la situazione ideale.
Bè, sono d'accordo poi con l'idea di base del film. La nostra società dei consumi è concentrata sul soddisfacimento continuo di desideri fittizi, ma siccome la società continua a produrre oggetti su oggetti, l'uomo rimarrà sempre e comunque insoddisfatto e continuerà a bramare sempre di più, mai pago definitivamente di ciò che possiede; invece solo scrollandosi di dosso il bisogno di desiderare sempre si può raggiungere un equilibrio interiore, disancorato da bisogno esterni a se stessi, come possono esserlo gli oggetti concreti e materiali...io banalmente leggo l'intera questione in questo modo: reputo curiosità e insoddisfazione positivamente, se divengono molla di conoscenza e progresso, ma se questa naturale insoddisfazione genera soltanto un bisogno di appagamento tramite beni fittizi e illusori (come lo sono gli oggetti concreti) allora l'uomo sarà sempre infelice. L'appagamento reale dovrebbe sempre avere a che fare con la nostra dimensione interiore, con il nutrimento spirituale, insomma...

Marco Russo 20-04-2012 11:05

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 735975)
Io mi rifaccio grosso modo alla teoria dei tre cervelli di Mclean e ritengo che solo nella parte primitiva, per meglio dire "rettile", del nostro cervello risiedano le caratteristiche innate che ci contraddistinguono come specie. Per il resto, sia il sistema limbico che il lobo prefrontale sono sedi di elaborazione (il primo delle emozioni, il secondo delle cognizioni) e già la parola stessa "elaborazione" presuppone un materiale ambientale che subisce un interiorizzazione a posteriori e non sarebbe quindi presente in maniera innata.

ne parlammo già, ed espressi già la mia opinione.
A mio parere il tuo errore è di considerare il cervello a compartimenti stagni, non considerando le inevitabili e continue interazioni tra le componenti più primitive e istintuali e quelle malleabili.
E' chiaro che ciò disegna delle forme piuttosto prevedibili, nulla togliendo alla plasticità del cervello.
Esattamente come, se tu indossassi per un anno un guanto privo di dita, la mappa cerebrale che controlla le sensazioni tattili e propriocettive delle tue dita si fonderebbe, e ti renderebbe assai difficoltoso al togliere del guanto il controllare le singole dita individualmente, allo stesso modo una reazione congenita, anomala e continuativa dell'amigdala al reiterarsi di particolari stimoli disegnerebbe nel tuo cervello plastico una serie di controcomportamenti che per quanto non strettamente istintuali, hanno un'eziologia istintuale e non ambientale.
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 735975)

Per quanto riguarda le variabilità etniche direi che il discorso è molto pericoloso e va preso con le pinze, pena lo scadere in proclami escludenti e dal sapore razzista: tempo fa lessi che le popolazioni afroamericane (e le popolazioni negroidi in generale) sarebbero maggiormente predisposte ad atti di violenza e quindi di devianza sociale in virtù della maggiore concentrazione di testosterone nel loro organismo...discorso irrimediabilmente opposto per le popolazioni asiatiche invece.

a me di essere politically uncorrect non frega niente. Dico solo che la cosa non è implausibile. Due casi:
indiani d'america che non avevano paura delle altezze (cresciuti in tribù che come prova di iniziazione chiedevano ai giovani di camminare in equilibrio su tronchi sospesi a molti metri di altezza): utilizzati estesamente nel passato nell'edilizia dei grattacieli.
alcune tribù indigene africane geneticamente affette da discalcolia.

non mi sembra così inverosimile una propensione genetica all'introversione (che ovviamente può essere o meno accentuata dagli stimoli ambientali ricevuti in fase di sviluppo, la genetica non è definitiva).
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 735975)

Non contesto l'assunto di base, tuttavia non credo proprio una differente distribuzione delle componenti chimiche nell'organismo possa davvero influenzare acquisizioni cognitive ed emozionali...la maggiore predisposizione alla violenza può derivare da un temperamento più "testosteronico"? Ma il temperamento è nulla senza i condizionamenti ambientali e infatti costituisce una condizione esclusivamente potenziale...magari fornisce una maggiore predisposizione ma ha necessità dell'impatto con l'ambiente esterno per potersi realizzare (e non necessariamente si realizzerà in quella direzione). Ciò che è invece racchiuso nel nostro cervello rettile è già programmato dalla nascita: noi siamo programmati per reagire fisicamente a determinati stimoli fisici ma non emotivi o cognitivo-razionali. Sono soltanto l'ambiente, l'educazione, il background sociale e tutto il resto a formare la persona...puoi avere maggiori predisposizioni a sviluppare certi atteggiamenti ed emozioni se sei di una certa razza forse, ma non è detto che li svilupperai...invece, indipendentemente dalla tua razza e dalla tua estrazione sociale, ti scotterai sempre se avvicinerai una mano al fuoco, avrai sempre fame se starai a digiuno, avrai sempre desiderio sessuale (ovviamente ci sono le eccezioni: gente asessuale, frigida, inappetente, che non avverte il caldo e il freddo, ma queste sono appunto eccezioni dovute a squilibri biochimici, malattie, disturbi caratteriali).

E' l'avverbio "soltanto" che ti contesto. Per il resto sono d'accordo con te, è l'interazione tra genetica e ambiente che forma carattere e comportamenti.
Ma non puoi escludere l'importanza, per quanto relativa e non assoluta, dei fattori elettrochimici, comprovati tra l'altro dagli effetti, a volte drastici, che alcuni psicofarmaci hanno sul carattere di un individuo: ovvero su tratti che secondo la tua visione dovrebbero essere *squisitamente* definiti sulla base dello sviluppo ambientale. E invece sono definiti dall'interazione tra questa, l'endocrina dell'individuo ed eventuali interferenze elettrochimiche esterne.

lauretum 20-04-2012 11:07

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
nessun sè = non esistenza di sè stessi = morti = nessun problema

sono d'accordo

Who_by_fire 20-04-2012 12:04

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da Moonwatcher (Messaggio 736022)
Gli dici che è migliorato dopo quel paragrafo-mattone che ha scritto poco sopra? ._.

Gli ho detto che è migliorato, non che è perfetto. http://www.fobiasociale.com/picture....pictureid=1654

Moonwatcher 20-04-2012 12:37

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
D'altronde come dice lui stesso in quanto esseri umani non possiamo esser perfetti, ma solo perfettibili.

:ridacchiare:

clizia 20-04-2012 12:44

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da Moonwatcher (Messaggio 737121)
D'altronde come dice lui stesso in quanto esseri umani non possiamo esser perfetti, ma solo perfettibili.

:ridacchiare:

....E così ci illuminerà tutti quanti verso il cammino della perfettibilità umana...il nostro nuovo maestro-guida, sor Muttley! :mrgreen:

Winston_Smith 20-04-2012 12:45

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da lauretum (Messaggio 737024)
nessun sè = non esistenza di sè stessi = morti = nessun problema

sono d'accordo

Rileggiti il monologo di Amleto e capirai che l'ultima equazione non è verificata.

lauretum 20-04-2012 12:47

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da Winston_Smith (Messaggio 737135)
Rileggiti il monologo di Amleto e capirai che l'ultima equazione non è verificata.

ovviamente da un punto di vista ateo.
io da credente so che brucerò all'inferno per l'eternità, per cui non m'ammazzo solo perchè so che non cambierebbe niente.
invidio gli atei, possono ammazzarsi tranquillamente e riposare in pace.

Dedalus 20-04-2012 12:49

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da clizia (Messaggio 737008)
La nostra società dei consumi è concentrata sul soddisfacimento continuo di desideri fittizi

Sbagliato. Quel che si produce non sono desideri fittizi, ma godimenti effettivi.
Li consumate sul posto e alé, senza bisogno di pensarci su.

La dicotomia spirituale/materiale è per poveri di spirito, che ignorano cosa sia il benessere. Non a caso s'è fatto il nome di Leopardi. Non a caso il “nutrimento spirituale” è solo un'altra forma di consumo, ovvero di mercato, che alimentate con libri sulla PNL, su come essere seduttori, su come avere fiducia, esoterismi e newage varie.
Perché vi danno quel che volete.

clizia 20-04-2012 12:50

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da lauretum (Messaggio 737140)
ovviamente da un punto di vista ateo.
io da credente so che brucerò all'inferno per l'eternità, per cui non m'ammazzo solo perchè so che non cambierebbe niente.
invidio gli atei, possono ammazzarsi tranquillamente e riposare in pace.


Bè, allora fintanto che sei in vita cerca di redimerti, se credi nell'aldilà....sei ancora in tempo, almeno per il purgatorio! :ridacchiare:

lauretum 20-04-2012 12:52

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da clizia (Messaggio 737146)
Bè, allora fintanto che sei in vita cerca di redimerti, se credi nell'aldilà....sei ancora in tempo, almeno per il purgatorio! :ridacchiare:

il purgatorio non esiste, è una invenzione dell'uomo

Myway 20-04-2012 12:54

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da Dedalus (Messaggio 737143)
Sbagliato. Quel che si produce non sono desideri fittizi, ma godimenti effettivi.
Li consumate sul posto e alé, senza bisogno di pensarci su.

La dicotomia spirituale/materiale è per poveri di spirito, che ignorano cosa sia il benessere. Non a caso s'è fatto il nome di Leopardi. Non a caso il “nutrimento spirituale” è solo un'altra forma di consumo, ovvero di mercato, che alimentate con libri sulla PNL, su come essere seduttori, su come avere fiducia, esoterismi e newage varie.
Perché vi danno quel che volete.

Più che altro si fa leva su desideri fittizi di bassa lega per creare artificiosamente bisogni che vengono fatti passare per reali, da soddisfare pena mancati godimenti insostituibili....Ovviamente la spinta di questo tipo si vede anche creando mercati su spiritualità e robe simili, però come si dice chi cerca trova (in base a come si cerca)......:mrgreen: chi si accontenta del libretto new age in cui è tutto facile facile e chi no.....

Dedalus 20-04-2012 12:58

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da Myway (Messaggio 737153)
Più che altro si fa leva su desideri fittizi di bassa lega per creare artificiosamente bisogni che vengono fatti passare per reali

Se vengono accolti non c'è né fittizio né artificio.

clizia 20-04-2012 13:03

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da lauretum (Messaggio 737151)
il purgatorio non esiste, è una invenzione dell'uomo

Guarda, lo so che non esiste, lo dici a me che non sono affatto credente.
Lo dicevo solo per incoraggiarti; visto che tu sei un credente potresti magari riporre fiducia nell'idea di salvezza nell'aldilà. Per il cristianesimo comunque si è sempre in tempo per riparare ai propri errori, no? :)
Tu dicevi che bruceresti perennemente all'inferno e questa idea mi lasciava dubbiosa...:interrogativo:

lauretum 20-04-2012 13:05

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da clizia (Messaggio 737163)
Per il cristianesimo comunque si è sempre in tempo per riparare ai propri errori, no? :)

no per il cristianesimo ci si deve far trovare pronti, perchè non sappiamo nè dove nè quando.
se ora mi prendesse un colpo, e sarebbe la cosa migliore che mi sia successa in tutta la vita, finirei di sicuro all'inferno.

clizia 20-04-2012 13:09

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da Dedalus (Messaggio 737143)
Sbagliato. Quel che si produce non sono desideri fittizi, ma godimenti effettivi.
Li consumate sul posto e alé, senza bisogno di pensarci su.

La dicotomia spirituale/materiale è per poveri di spirito, che ignorano cosa sia il benessere. Non a caso s'è fatto il nome di Leopardi. Non a caso il “nutrimento spirituale” è solo un'altra forma di consumo, ovvero di mercato, che alimentate con libri sulla PNL, su come essere seduttori, su come avere fiducia, esoterismi e newage varie.
Perché vi danno quel che volete.

Ho parlato di desideri fittizi perché, in fin dei conti, non sono in grado di appagare veramente l'animo e le esigenze profonde di una persona e né sono in grado di contribuire nel profondo alla serenità e alla felicità reale di un individuo.
Apparentemente le cose materiali superflue (ovvio, non parlo di quelle fondamentali per la sopravvivenza) appagano, ma a lungo andare ci si accorge di essere sempre e comunque insoddisfatti e si vuole sempre di più, di più, di più, fino ad accorgersi che questi bisogni sono indotti dal consumismo e sono senza fondo e senza fine. Non penso che fare shopping sia ugualmente appagante quanto l'arricchirsi culturalmente. Comperare un bel vestito nuovo ti rende felice lì per lì, ma a lungo andare le merci non ci offrono il vero benessere interiore, anzi...

EDIT: scusa, ma che c'entra la PNL e compagnia bella, adesso? Io parlo di appagamento profondo attraverso l'arte, la conoscenza e tramite una visione dei rapporti umani più sincera e autentica...

lauretum 20-04-2012 13:12

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da clizia (Messaggio 737171)
Non penso che fare shopping sia ugualmente appagante quanto l'arricchirsi culturalmente.

elogio della cultura?
più la gente ha cultura, più si fa domande, e più si fa domande, più rischia di essere vittima di depressione esistenzialista.

meglio essere ignoranti e godersi la semplicità delle piccole cose, che essere dei professoroni depressi e angosciati dalla vastita dell'universo.

(questo partendo dal presupposto che NON ci piaccia essere depressi)

clizia 20-04-2012 13:17

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da lauretum (Messaggio 737180)
elogio della cultura?
più la gente ha cultura, più si fa domande, e più si fa domande, più rischia di essere vittima di depressione esistenzialista.

meglio essere ignoranti e godersi la semplicità delle piccole cose, che essere dei professoroni depressi e angosciati dalla vastita dell'universo.

(questo partendo dal presupposto che NON ci piaccia essere depressi)

Ma sperimentare anche la vertigine del nulla, l'angoscia dell'esistenza con tutte le sue contraddizioni lo vedo un modo più vero, completo e complesso di vivere la propria esistenza. Chi vive schiavo della società dei consumi, senza farsi mai domande conoscerà solo una misera parte della dimensione esistenziale e sperimenterà pochissimo della complessa natura umana....e poi credo che non si possa conoscere la vera felicità, quella profonda, se non si conosce anche il suo opposto e il risvolto oscuro insito in ogni elemento positivo che esiste...e comunque la mia idea di bello e buono non coincide certo con lo stile di vita consumistico imperante oggi...personalmente non mi renderebbe felice, anzi, mi deprimerebbe ulteriormente sentirmi così vuota e sterile...

mattia_zu86 20-04-2012 13:17

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da lauretum (Messaggio 737180)
elogio della cultura?
più la gente ha cultura, più si fa domande, e più si fa domande, più rischia di essere vittima di depressione esistenzialista.

meglio essere ignoranti e godersi la semplicità delle piccole cose, che essere dei professoroni depressi e angosciati dalla vastita dell'universo.

(questo partendo dal presupposto che NON ci piaccia essere depressi)

E' proprio grazie alla cultura che puoi godere della semplicità delle piccole cose.

Ishtar 20-04-2012 13:38

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da lauretum (Messaggio 737140)
ovviamente da un punto di vista ateo.
io da credente so che brucerò all'inferno per l'eternità, per cui non m'ammazzo solo perchè so che non cambierebbe niente.
invidio gli atei, possono ammazzarsi tranquillamente e riposare in pace.

Quindi se fossi vissuto prima del cristianesimo, non avresti avuto problemi di coscienza, di inferno eccetera?:pensando:

lauretum 20-04-2012 14:34

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da clizia (Messaggio 737183)
Ma sperimentare anche la vertigine del nulla, l'angoscia dell'esistenza con tutte le sue contraddizioni lo vedo un modo più vero, completo e complesso di vivere la propria esistenza. Chi vive schiavo della società dei consumi, senza farsi mai domande conoscerà solo una misera parte della dimensione esistenziale e sperimenterà pochissimo della complessa natura umana....e poi credo che non si possa conoscere la vera felicità, quella profonda, se non si conosce anche il suo opposto e il risvolto oscuro insito in ogni elemento positivo che esiste...e comunque la mia idea di bello e buono non coincide certo con lo stile di vita consumistico imperante oggi...personalmente non mi renderebbe felice, anzi, mi deprimerebbe ulteriormente sentirmi così vuota e sterile...

non stiamo parlando delle stesse cose

clizia 20-04-2012 14:41

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da lauretum (Messaggio 737258)
non stiamo parlando delle stesse cose

Se allora intendevi dire che è necessario essere ignoranti per poter apprezzare le piccole cose non è che chi studia e cerca di farsi una cultura perda necessariamente la capacità di apprezzare le piccole cose che fanno la vita bella. Per me la semplicità è un punto di arrivo, una conquista, non un punto di partenza. Se è tale, rischia di essere mera ingenuità o faciloneria, a meno che non si rimanga perennemente bambini, ma purtroppo si cresce...

Myway 20-04-2012 14:44

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da Ishtar (Messaggio 737200)
Quindi se fossi vissuto prima del cristianesimo, non avresti avuto problemi di coscienza, di inferno eccetera?:pensando:

Di inferno se ne parla da un pò prima del cristianesimo.....svariate migliaia di anni prima....

Ishtar 20-04-2012 14:46

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da Myway (Messaggio 737268)
Di inferno se ne parla da un pò prima del cristianesimo.....svariate migliaia di anni prima....

Da quello che ricordo, gli ebrei non avevano un'idea di inferno formato e completo, come lo intende il nuovo testamento.

Myway 20-04-2012 14:47

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da Ishtar (Messaggio 737272)
Da quello che ricordo, gli ebrei non avevano un'idea di inferno formato e completo, come lo intende il nuovo testamento.

Lo chiamavano in altri modi ma sempre quello era, come c'era chi lo chiamava ade, così come i demoni ci sono da sempre in tutte le culture....

lauretum 20-04-2012 14:52

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da clizia (Messaggio 737263)
Se allora intendevi dire che è necessario essere ignoranti per poter apprezzare le piccole cose non è che chi studia e cerca di farsi una cultura perda necessariamente la capacità di apprezzare le piccole cose che fanno la vita bella. Per me la semplicità è un punto di arrivo, una conquista, non un punto di partenza. Se è tale, rischia di essere mera ingenuità o faciloneria, a meno che non si rimanga perennemente bambini, ma purtroppo si cresce...


ho parlato dei rischi che porta la cultura, non ho detto che la cultura sia il male assoluto e l'ignoranza il bene assoluto, ho detto che sono due stati di essere che predispongono maggiormente ad una situazione piuttosto che ad un'altra.
hai un'idea estremamente dispregiativa dell'ignoranza, che non fa per me, guardiamo con ammirazione e rispetto a realtà differenti, inutile continuare a parlarne.

Ishtar 20-04-2012 14:54

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da Myway (Messaggio 737276)
Lo chiamavano in altri modi ma sempre quello era, come c'era chi lo chiamava ade, così come i demoni ci sono da sempre in tutte le culture....

Mi sembra un concetto molto cattolico, quello del "comportarsi male e bruciare in eterno in un posto terrificante". Per i sumeri era il regno dei morti dove si andava dopo il trapasso.

clizia 20-04-2012 14:57

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da lauretum (Messaggio 737278)
ho parlato dei rischi che porta la cultura, non ho detto che la cultura sia il male assoluto e l'ignoranza il bene assoluto, ho detto che sono due stati di essere che predispongono maggiormente ad una situazione piuttosto che ad un'altra.
hai un'idea estremamente dispregiativa dell'ignoranza, che non fa per me, guardiamo con ammirazione e rispetto a realtà differenti, inutile continuare a parlarne.

Io non disprezzo nessuno nell'affermare il fatto che per me la conoscenza aiuta l'uomo a vivere meglio e non faccio l'ipocrita nel dire che preferisco questa condizione a quella dell'ignoranza. Se leggi disprezzo nelle mie parole è un problema solo tuo...

Myway 20-04-2012 14:58

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da Ishtar (Messaggio 737279)
Mi sembra un concetto molto cattolico, quello del "comportarsi male e bruciare in eterno in un posto terrificante". Per i sumeri era il regno dei morti dove si andava dopo il trapasso.

C'è sia per gli induisti, per i buddisti, per gli egizi...poi che invece di esserci il fuoco c'è il ghiaccio o la non esistenza definitiva, invece del diavolo c'è il dio con la testa di coccodrillo che fa a pezzi l'anima non giustificata, non cambia molto....

lauretum 20-04-2012 15:00

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da clizia (Messaggio 737281)
Se leggi disprezzo nelle mie parole è un problema solo tuo...

sicuro, qui dentro i problemi ce li ho solo io

clizia 20-04-2012 15:05

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
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Originariamente inviata da lauretum (Messaggio 737287)
sicuro, qui dentro i problemi ce li ho solo io

Non ho detto questo, sto dicendo che sei tu che stai inferendo arbitrariamente del disprezzo nelle mie parole, quando il disprezzo non c'è affatto. Ovvio che se una persona non ha studiato perché non ha potuto mica è da disprezzare, soprattutto se è una brava persona e tutto il resto.
E poi non si sta parlando di persone, quanto di condizione: la condizione dell'ignoranza contrapposta a quella volta alla conoscenza e all'arricchimento. Io affermo solo di preferire la seconda condizione perché penso che mi offra più strumenti per muovermi nella vita e comprenderla, tutto qui.
E poi per cultura io intendo l'arricchimento interiore continuo ed è qualcosa che non necessariamente passa attraverso il conseguimento di titoli, lauree o diplomi. Se hai voglia di fare polemiche io levo le tende, perché non ne sento proprio il bisogno e non mi interessano...

lauretum 20-04-2012 15:08

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
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Originariamente inviata da clizia (Messaggio 737292)
Non ho detto questo, sto dicendo che sei tu che stai inferendo arbitrariamente del disprezzo nelle mie parole, quando il disprezzo non c'è affatto. Ovvio che se una persona non ha studiato perché non ha potuto mica è da disprezzare, soprattutto se è una brava persona e tutto il resto.
E poi non si sta parlando di persone, quanto di condizione: la condizione dell'ignoranza contrapposta a quella volta alla conoscenza e all'arricchimento. Io affermo solo di preferire la seconda condizione perché penso che mi offra più strumenti per muovermi nella vita e comprenderla, tutto qui.
E poi per cultura io intendo l'arricchimento interiore continuo ed è qualcosa che non necessariamente passa attraverso il conseguimento di titoli, lauree o diplomi. Se hai voglia di fare polemiche io levo le tende, perché non ne sento proprio il bisogno e non mi interessano...


ok, se non c'è disprezzo nelle tue parole, nessun problema, ogni persona vive a modo suo

Ishtar 20-04-2012 15:17

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
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Originariamente inviata da Myway (Messaggio 737284)
C'è sia per gli induisti, per i buddisti, per gli egizi...poi che invece di esserci il fuoco c'è il ghiaccio o la non esistenza definitiva, invece del diavolo c'è il dio con la testa di coccodrillo che fa a pezzi l'anima non giustificata, non cambia molto....

Cambia essere uccisi perchè malvagi, dall'essere tormentati in eterno...sugli egizi ho trovato questo spunto (su buddisti ed induisti non nascondo la mia infinita ignoranza):
“I prototipi di inferno e purgatorio ed il paradiso terrestre si trovano tutti nell’Amenta Egiziana…. L’inferno Egizio non era un luogo di dolore eterno, ma di estinzione di coloro che erano malvagi irrecuperabili. Si deve ammettere, ad onore e gloria della divinità Cristiana, che un dio di tormento eterno è un ideale distintamente Cristiano, a cui gli Egizi non giunsero mai. Il loro era il dio tutto parentale, Padre e Madre in uno solo il cui cuore si pensava sanguinasse in ogni ferita di umanità sofferente, e il cui figlio era rappresentato nel personaggio del Confortatore.24”

Myway 20-04-2012 15:34

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
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Originariamente inviata da Ishtar (Messaggio 737300)
Cambia essere uccisi perchè malvagi, dall'essere tormentati in eterno..

Sostanzialmente non c'è molta differenza....dipende da come si vede l'anima nella singola tradizione...
Se l'anima va costruita per poter proseguire dopo la morte del corpo fisico, un comportamento malvagio impedisce questa costruzione e quindi dopo la morte c'è l'annullamento eterno.

Se invece quella specifica tradizione ritiene che l'anima c'è già tutta completa ed immortale, dopo una vita di malvagità le spetteranno tormenti eterni.

Alla fine cambia poco, l'obiettivo è comprtarsi in vita in un certo modo, se no son cavoli amari, in un senso o in un altro :mrgreen:
Sinceramente non saprei cose preferire tra l'annichilazione eterna o tormenti atroci ma con la coscienza di esistere.....

Ishtar 20-04-2012 15:38

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
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Originariamente inviata da Myway (Messaggio 737320)
....Sinceramente non saprei cose preferire tra l'annichilazione eterna o tormenti atroci ma con la coscienza di esistere.....

Per me invece questo passaggio è essenziale. Se il dopo è il nulla totale, l'incoscienza, l'inattività, la morte viene vista come una liberazione.


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