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Winston_Smith 06-08-2012 16:51

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Quote:

Originariamente inviata da Rick Blaine (Messaggio 820402)
Donne ch’avete intelletto d’amore,
i’ vo’ con voi de la mia donna dire,
non perch’io creda sua laude finire,
ma ragionar per isfogar la mente.
Io dico che pensando il suo valore,

Amor sì dolce mi si fa sentire,
che s’io allora non perdessi ardire,
farei parlando innamorar la gente.
E io non vo’ parlar sì altamente,
ch’io divenisse per temenza vile;

ma tratterò del suo stato gentile
a respetto di lei leggeramente,
donne e donzelle amorose, con vui,
ché non è cosa da parlarne altrui.
Angelo clama in divino intelletto 15

e dice: "Sire, nel mondo si vede
maraviglia ne l’atto che procede
d’un’anima che ’nfin qua su risplende".
Lo cielo, che non have altro difetto
che d’aver lei, al suo segnor la chiede,

e ciascun santo ne grida merzede.
Sola Pietà nostra parte difende,
ché parla Dio, che di madonna intende:
"Diletti miei, or sofferite in pace
che vostra spene sia quanto me piace

là ’v’ è alcun che perder lei s’attende,
e che dirà ne lo inferno: O mal nati,
io vidi la speranza de’ beati".
Madonna è disiata in sommo cielo:
or voi di sua virtù farvi savere. 30

Dico, qual vuol gentil donna parere
vada con lei, che quando va per via,
gitta nei cor villani Amore un gelo,
per che onne lor pensero agghiaccia e pere;
e qual soffrisse di starla a vedere

diverria nobil cosa, o si morria.
E quando trova alcun che degno sia
di veder lei, quei prova sua vertute,
ché li avvien, ciò che li dona, in salute,
e sì l’umilia, ch’ogni offesa oblia.

Ancor l’ha Dio per maggior grazia dato
che non pò mal finir chi l’ha parlato.
Dice di lei Amor: "Cosa mortale
come esser pò sì adorna e sì pura?".
Poi la reguarda, e fra se stesso giura

che Dio ne ’ntenda di far cosa nova.
Color di perle ha quasi, in forma quale
convene a donna aver, non for misura:
ella è quanto de ben pò far natura;
per essemplo di lei bieltà si prova.

De li occhi suoi, come ch’ella li mova,
escono spirti d’amore inflammati,
che feron li occhi a qual che allor la guati,
e passan sì che ’l cor ciascun retrova:
voi le vedete Amor pinto nel viso,

là ’ve non pote alcun mirarla fiso.
Canzone, io so che tu girai parlando
a donne assai, quand’io t’avrò avanzata.
Or t’ammonisco, perch’io t’ho allevata
per figliuola d’Amor giovane e piana,

che là ’ve giugni tu dichi pregando:
"Insegnatemi gir, ch’io son mandata
a quella di cui laude so’ adornata".
E se non vuoli andar sì come vana,
non restare ove sia gente villana:

ingegnati, se puoi, d’esser palese
solo con donne o con omo cortese,
che ti merranno là per via tostana.
Tu troverai Amor con esso lei;
raccomandami a lui come tu dei.

Ah, comunque complimenti :occhiali:

rainbow 06-08-2012 17:30

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Sono stata sbagliata,
mi avevano accecata.
Era diverso quando si scriveva con la penna,
quando attraverso un manichino ci si inventa,
quando la tua carne è plastilina...
e non c'era modo per avermi vicina.

Ora sono scoperta,
sono quella giusta e sempre aperta.
Mi sento volare, dimenticare,
e subito ancora, ecco, sprofondare.
Non sarà mai giusto essere me
non è colpa del tempo, non è colpa di te
è che non c'è posto dove io possa stare
e non c'è nessuno che mi possa amare.

Rick Blaine 06-08-2012 17:33

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Quote:

Originariamente inviata da Winston_Smith (Messaggio 823713)
Ah, comunque complimenti :occhiali:

Complimenti al giovane e trascurato Sommo! :applauso:

Pluvia 09-08-2012 03:15

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Quote:

Originariamente inviata da Winston_Smith (Messaggio 823697)
Comunque lasciamo parlare qualcuno che ne capisce :occhiali:

http://it.wikipedia.org/wiki/Opere_d...laude_di_Dante

Il titolo "vulgato" aderisce perfettamente al tono di alto e quasi religioso elogio dell'opera.

Intorno alla figura del divino poeta vibra come un alone di leggenda conforme al tipo ideale che, nell'Alighieri, Boccaccio delinea e onora come primo, augusto ed eroico cultore della poesia e della scienza.


:occhiali:

Dall'epistola "Familiares XXI-15" scritta da Petrarca e rivolta a Boccaccio:

"Inseris nominatim hanc huius officii tui excusationem, quod ille tibi adolescentulo primus studiorum dux et prima fax fuerit. Iuste quidem, grate memoriter et, ut proprie dicam, pie; si enim genitoribus corporum nostrorum omnia, si fortunarum auctoribus multa debemus, quid non ingeniorum parentibus ac formatoribus debeamus? Quanto enim melius de nobis meriti sint qui animum nostrum excoluere quam qui corpus, quisquis utrique iustum precium ponit, intelliget, et alterum immortale munus, alterum caducum et mortale fatebitur. Age ergo, non patiente sed favente me, illam ingenii tui facem, que tibi in hoc calle, quo magnis passibus ad clarissimum finem pergis, ardorem prebuit ac lucem, celebra et cole, ventosisque diu vulgi plausibus agitatam atque ut sic dixerim fatigatam, tandem veris teque seque dignis laudibus ad celum fer. In quibus omnia placuerunt, nam et ille dignus hoc preconio, et tu, ut ais, huic officio obnoxius; ideoque carmen illud tuum laudatorium amplector et laudatum illic vatem ipse quoque collaudo".

Trad "Dici anche chiaramente, a giustificazione dalle tue lodi, che quand’eri giovinetto egli fu prima guida e primo lume ai tuoi studi; sentimento giusto, grato, memore e, per parlar più propriamente, pieno di pietà; che se tutto dobbiamo ai genitori, molto ai benefattori, di che non siamo debitori a chi guidò e formò le nostre menti? Quanto siano da noi più benemeriti quelli che ebbero cura della nostra mente di quelli che curarono il nostro corpo, comprenderà chi sa giustamente apprezzare l’una e l’altro, e dovrà convenire che quella è dono immortale, questo è mortale e caduco. Tu dunque, non col mio permesso ma con la mia approvazione, esalta e venera, quella face del tuo ingegno, che ti procurò ardore e luce in questa via, nella quale tu procedi a gran passi verso la gloria; face che a lungo agitata e vorrei dire stancata dai ventosi applausi del volgo, tu porterai al cielo con lodi finalmente vere e degne di te e di lui. Di tali lodi io mi compiacqui, poiché egli è degno di un tal banditore e tu, come dici, di questo gli sei debitore; e lodo perciò il tuo carme laudatorio e con lui il tuo vate".
:occhiali:


Con "qualcuno che ne capisce" intendi quel Boccaccio che ha sostenuto affermazioni simili anche riguardo ai seguenti poeti?

PUBLIO VIRGILIO MARONE: "...e Maro, sommo poeta, quella di Niso e di Eurialo cantando sopra l’altre pone, e tali sono che recitano quella di Damone e di Fizia avere tutte l’altre passate..." (Boccaccio, Filocolo, libro quinto capitolo 75)

PUBLIO OVIDIO NASONE: "E loro in brieve termine insegnate conoscer le lettere, fece loro leggere il santo libro d’Ovidio, nel quale il sommo poeta mostra come i santi fuochi di Venere si deano ne’ freddi cuori con sollecitudine accendere..." (Boccaccio, Filocolo, libro primo capitolo 45)

:occhiali:

Pluvia 09-08-2012 03:48

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Quote:

Originariamente inviata da Winston_Smith (Messaggio 823661)
Uno che ha dei pregiudizi verso un'opera solo perché scritta in volgare invece che in latino si squalifica da solo.

DANTE > Petrarca :occhiali:

Il Canzoniere è iL nome con cui fu designata, già anticamente la più importante raccolta poetica di Petrarca, non il titolo originale dato dall'autore, che era invece "Rerum volgarum fragmenta". Petrarca riteneva infatti che le sue oprere migliori fossero quelle composte in latino e la parola "frammenti" testimonia la sottovalutazione delle liriche volgari del Canzoniere (comunque riviste e ridimensionate fino al 1374).
Opere latine: Africa (poema eroico incompleto trattante la seconda guerra punica), Bucolicum carmen (dodici ecloghe), Epistolae metricae (66 lettere in esametri, Carmina varia (materiale disperso in vari luoghi), De viris illustribus (raccolta di biografie di uomini illustri in prosa latina), Rerum memorandum libri (raccolta di esempi storici e aneddoti a scopo d'educazione morale in prosa latina), Secretum (dialogo immaginario con Sant' Agostino), De vita solitaria, De otio religioso, De remediis utriusque fortunae (e molti altri);
Opere in volgare: Canzoniere, i Trionfi (poema allegorico).
Ora vado con il "relata refero"(ma niente parte latina, sarebbe troppo lungo)

"Ma, dimmi, come è mai possibile ch’io invidi uno che dedicò tutta la sua vita a quegli studi ai quali io dedicai appena il primo fiore della giovinezza, sì che quella che per lui fu, non so se unica, ma certo arte suprema, fu da me considerata uno scherzo, un sollazzo, un’esercitazione dell’ingegno? Come può esservi qui luogo all’invidia o al sospetto? Quanto a quel che tu dici, ch’egli poteva, se voleva, volgersi ad altro stile, io credo, in fede mia - poiché grande è la stima ch’io fo del suo ingegno - ch’egli avrebbe potuto fare tutto quello che avesse voluto; ma è chiaro che al primo si dedicò".

"Questo solo ho risposto a chi con più insistenza me ne domandava, che egli fu un po’ disuguale, perché è più eccellente negli scritti in volgare che non in quelli in poesia e in prosa latina; e questo neppur tu negherai, né vi sarà alcun critico di buon senso che non veda che ciò gli torna a lode e gloria. Poiché, chi mai, non dirò ora che l’eloquenza è ormai morta e sepolta, ma anche quando più era in fiore, fu sommo in ogni sua parte? Leggi le Declamazioni di Seneca: una tale eccellenza non si concede né a Cicerone, né a Virgilio, né a Sallustio, né a Platone. Chi può aspirare a una lode che è negata a ingegni così grandi?:occhiali:

"Mentiscono dunque quelli che affermano ch’io cerchi di diminuir la sua gloria, mentre forse io solo, meglio di molti di questi insulsi ed esagerati lodatori, so che sia quel non so che di incognito che accarezza loro le orecchie ma, poiché la via dell’ingegno è chiusa, non discende nel loro animo. Sono essi di coloro che Cicerone bolla nella sua Retorica: « Quando », egli dice, « leggono buone orazioni o buone poesie, approvano gli oratori e i poeti, ma non intendono per quale impulso li approvino, perché non possono sapere dove sia né che sia né come sia quello che li diletta ». E se questo avviene per Demostene e Cicerone e Omero e Virgilio tra uomini colti e nelle scuole, come non avverrà per questo nostro tra persone volgari nelle taverne e nelle piazze? Per quel che mi riguarda, io l’ammiro e l’amo, non lo disprezzo; e credo di potere sicuramente affermare che se egli fosse vissuto fino a questo tempo, pochi avrebbe avuto più amici di me, se quanto mi piace per l’opera del suo ingegno così mi fosse piaciuto anche per i costumi; e al contrario, che a nessuno sarebbe stato più in odio che a questi sciocchi lodatori, che non sanno mai né perché lodano né perché biasimano, e facendogli la più grave ingiuria che si possa fare ai poeti, sciupano e guastano, recitandoli, i suoi versi; del che io, se non fossi così occupato, farei clamorosa vendetta. Ma non posso fare altro di lamentarmi e disgustarmi che il bel volto della sua poesia venga imbrattato e sputacchiato dalle loro bocche; e qui colgo l’occasione per dire che fu questa non ultima cagione ch’io abbandonassi la poesia volgare a cui da giovane m’ero dedicato; poiché temei che anche ai miei scritti non accadesse quel che vedevo accadere a quelli degli altri e specialmente di quello di cui parlo, non potendo sperare che la lingua o l’animo di questi cotali si mostrassero più inclini o più miti verso le mie cose di quel che s’eran dimostrati verso quelle di coloro, cui il prestigio dell’antichità e il favor generale avevano resi celebri nei teatri e nelle piazze. E i fatti dimostrano che i miei timori non furono vani, poiché quelle stesse poche poesie volgari, che giovanilmente mi vennero scritte in quel tempo, sono continuamente malmenate dal volgo, sì che ne provo sdegno, e odio quel che un giorno amai; e ogni volta che, contro voglia e irato con me stesso, mi aggiro per le strade, dappertutto trovo schiere d’ignoranti, trovo il mio Dameta". (Petrarca, Familiares XI-15)

:occhiali:

Pluvia 09-08-2012 03:51

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
FRANCESCO PETRARCA MAESTRO DELLA LIRICA ITALIANA E MAGGIOR POETA DEL TRECENTO

RERUM VOLGARUM FRAGMENTA (CANZONIERE)


VOI CH’ASCOLTATE IN RIME SPARSE IL SUONO

Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono
Di quei sospiri ond’io nudriva il core
In sul mio primo giovenile errore
Quand’era in parte altr’uom da quel ch’i’ sono,

del vario stile in ch’io piango et ragiono
fra le vane speranze e’l van dolore,
ove sia chi per prova intenda amore,
spero trovar pietà, nonché perdono.

Ma ben veggio or sì come al popol tutto
favola fui grande tempo, onde sovente
di me medesmo meco mi vergogno;

et del mio vaneggiar vergogna è ’l frutto,
e’l pentersi, e ’l conoscer chiaramente
che quanto piace al mondo è breve sogno.


BENEDETTO SIA ‘L GIORNO, E ‘ MESE, ET L’ANNO
http://g1b2i3.files.wordpress.com/20...o-si-laura.jpg

Benedetto sia ‘l giorno, e ‘l mese, et l’anno,
et la stagione, e ‘l tempo, et l’ora, e ‘l punto,
e ‘l bel paese, e ‘l loco ov’io fui giunto
da due begli occhi che legato m’anno;

et benedetto il primo dolce affanno,
ch’i ebbi ad esser con Amor congiunto,
et l’arco, et le saette ond’io fui punto,
et le piaghe che ‘fin al cor mi vanno.

Benedette le voci tante ch’io
chiamando il nome de la mia donna o sparte,
e i sospiri, et le lagrime, e’l desio;

et benedette sian tutte le carte
ov’io fama l’acquisto, e’l pensier mio,
ch’è sol di lei, sì ch’altra non v’a parte.


VAGO AUGELLETTO CHE CANTANDO VAI

Vago augelletto che cantando vai,
over piangendo, il tuo tempo passato,
vedendoti la notte e ‘l verno a lato
e ‘l dì dopo le spalle e i mesi gai,

se, come i tuoi gravosi affanni sai,
così sapessi il mio simile stato,
verresti in grembo a questo sconsolato
a partir seco i dolorosi guai.

I’ non so se le parti sarian pari,
chè quella cui tu piangi è forse in vita,
di ch’a me Morte e ‘l ciel son tanto avari,

ma la stagione e l’ora men gradita,
col membrar de’ dolci anni e de li amari,
a parlar teco con pietà m’invita.

berserk 08-09-2012 20:33

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Traversare una strada per scappare di casa
lo fa solo un ragazzo, ma quest’uomo che gira
tutto il giorno le strade, non è più un ragazzo
e non scappa di casa.

Ci sono d’estate
pomeriggi che fino le piazze son vuote, distese
sotto il sole che sta per calare, e quest’uomo, che giunge
per un viale d’inutili piante, si ferma.
Val la pena esser solo, per essere sempre più solo?
Solamente girarle, le piazze e le strade
sono vuote. Bisogna fermare una donna
e parlarle e deciderla a vivere insieme.
Altrimenti, uno parla da solo. È per questo che a volte
c’è lo sbronzo notturno che attacca discorsi
e racconta i progetti di tutta la vita.

Non è certo attendendo nella piazza deserta
che s’incontra qualcuno, ma chi gira le strade
si sofferma ogni tanto. Se fossero in due,
anche andando per strada, la casa sarebbe
dove c’è quella donna e varrebbe la pena.
Nella notte la piazza ritorna deserta
e quest’uomo, che passa, non vede le case
tra le inutili luci, non leva più gli occhi:
sente solo il selciato, che han fatto altri uomini
dalle mani indurite, come sono le sue.
Non è giusto restare sulla piazza deserta.
Ci sarà certamente quella donna per strada
che, pregata, vorrebbe dar mano alla casa.

Cesare Pavese,Lavorare stanca,1936

Rick Blaine 02-11-2012 00:42

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Quanto ho cercato 'sto topic...
Ora ci posterò ogni giorno... (E tutti in coro: "NO!" :mrgreen:)

ALTRI VERSI

VENTO E BANDIERE

La folata che alzò l'amaro aroma
del mare alle spirali delle valli,
e t'investì, ti scompigliò la chioma,
groviglio breve contro il cielo pallido;

la raffica che t'incollò la veste
e ti modulò rapida a sua imagine,
com'è tornata, te lontana, a queste
pietre che sporge il monte alla voragine;

e come spenta la furia briaca
ritrova ora il giardino il sommesso alito
che ti cullò, riversa sull'amaca,
tra gli alberi, ne' tuoi voli senz'ali.

Ahimè, non mai due volte configura
il tempo in egual modo i grani! E scampo
n'è: ché, se accada, insieme alla natura
la nostra fiaba brucerà in un lampo.

Sgorgo che non s'addoppia, - ed or fa vivo
un gruppo di abitati che distesi
allo sguardo sul fianco d'un declivo
si parano di gale e di palvesi.

Il mondo esiste... Uno stupore arresta
il cuore che ai vaganti incubi cede,
messaggeri del vespero: e non crede
che gli uomini affamati hanno una festa.



Fuscello teso dal muro...

Fuscello teso dal muro
sì come l'indice d'una
meridiana che scande la carriera
del sole e la mia, breve;
in una additi i crepuscoli
e alleghi sul tonaco
che imbeve la luce d'accesi
riflessi - e t'attedia la ruota
che in ombra sul piano dispieghi,
t'è noja infinita la volta
che stacca da te una smarrita
sembianza come di fumo
e grava con l'infittita
sua cupola mai dissolta.

Ma tu non adombri stamane
più il tuo sostegno ed un velo
che nella notte hai strappato
a un'orda invisibile pende
dalla tua cima e risplende
ai primi raggi. Laggiù,
dove la piana si scopre
del mare, un trealberi carico
di ciurma e di preda reclina
il bordo a uno spiro, e via scivola.
Chi è in alto e s'affaccia s'avvede
che brilla la tolda e il timone
nell'acqua non scava una traccia.

VyCanisMajoris 02-11-2012 02:03

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Che ne direste di aggiungere qualche riga a piacere, spiegando perchè vi piace la poesia citata o se ha un significato per voi?

Ho parlato a una capra
Era sola sul prato, era legata.
Sazia d'erba, bagnata
alla pioggia, belava.

Quell'uguale belato era fraterno
al mio dolore. Ed io risposi, prima
per celia, poi perchè il dolore è eterno,
ha una voce e non varia.
Questa voce sentiva
gemere in una capra solitaria.

In una capra dal viso semita
sentiva querelarsi ogni altro male,
ogni altra vita.


Umberto Saba - La capra

L'universalità del dolore raccontata dal lessico piano di Saba...

Rick Blaine 02-11-2012 02:21

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Quote:

Originariamente inviata da VyCanisMajoris (Messaggio 904783)
Che ne direste di aggiungere qualche riga a piacere, spiegando perchè vi piace la poesia citata o se ha un significato per voi?


Si, si: sono d'accordo! :applauso:


Io sono ossessionato da quelle cinque sillabe (contando secondo metrica): Il mondo esiste... Il mondo esiste... Sono anni che le ripeto nella mia mente come un mantra: l'idea che esso seguiti a vivere a discapito della nostra volontà, del nostro stato umano, continua a sembrarmi un cosa bellissima; spaventosa e tristissima, ma infinitamente bella.

Riguardo i versi da te citati, io non riesco a spiegarmi come Saba sia riuscito a scrivere alcuni tra i versi più belli e alcuni tra i versi più brutti della nostra lingua: era incredibilmente inconstante! :mannaggia:

Se riesco a risollevare 'sto topic, voglio un regalo da Labocania! :mrgreen:

Rick Blaine 02-11-2012 15:58

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Ancora su Montale...

FLUSSI

I fanciulli con gli archetti
spaventano gli scriccioli nei buchi.
Cola il pigro sereno nel riale
che l'accidia sorrade,
pausa che gli astri donano ai malvivi
camminatori delle bianche strade.
Alte, tremano guglie di sambuchi
e sovrastano al poggio
cui domina una statua dell'Estate
fatta camusa da lapidazioni;
e su lei cresce un roggio
di rampicanti ed un ronzio di fuchi.
Ma la dea mutilata non s'affaccia
e ogni cosa si tende alla flottiglia
di carta che discende lenta il vallo.
Brilla in aria una freccia,
si configge s'un palo, oscilla tremula.
La vita è questo scialo
di triti fatti, vano
più che crudele.

Tornano
le tribù dei fanciulli con le fionde
se è scorsa una stagione od un minuto,
e i morti aspetti scoprono immutati
se pur tutto è diruto
e più dalla sua rama non dipende
il frutto conosciuto.
- Ritornano i fanciulli...; così un giorno
il giro che governa
la nostra vita ci addurrà il passato
lontano, franto e vivido, stampato
sopra immobili tende
da un'ignota lanterna.-
E ancora si distende
un dòmo celestino ed appannato
sul fitto bulicame del fossato:
e soltanto la statua
sa che il tempo precipita e s'infrasca
vie più nell'accesa edera.
E tutto scorre nella gran discesa
e fiotta il fosso impetuoso tal che
s'increspano i suoi specchi:
fanno naufragio i piccoli sciabecchi
nei gorghi dell'acquiccia insaponata.
Addio! - fischiano pietre tra le fronde,
la rapace fortuna è già lontana,
cala un'ora, i suoi volti riconfonde,-
e la vita è crudele più che vana.



Quello che mi ha fatto amare questa poesia è la contrapposizione netta tra le due parti: nella prima vengono presentati triti fatti a prova della vanità della vita umana e non. Poi c'è un ritorno, altr'acqua per dirla con Montale: c'è l'epifania: se la vita fosse solo vana, chi si darebbe peso? Chi soffrirebbe per questo escluso chi la ama, schiavo della volontà? La vita è crudele più che vana.

Labocania 02-11-2012 15:58

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Quote:

Originariamente inviata da Rick Blaine (Messaggio 904796)

Se riesco a risollevare 'sto topic, voglio un regalo da Labocania! :mrgreen:

Me lo auguro! Il premio? Una raccolta di poesie :mrgreen:.

Sì, scrivere due parole sulla poesia che condivide sarebbe un'ottima cosa da fare :bene:

Rick Blaine 02-11-2012 16:01

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Quote:

Originariamente inviata da Labocania (Messaggio 905014)
Me lo auguro! Il premio? Una raccolta di poesie :mrgreen:.

Cavolo, sono commosso! :piangere: Sarebbe il più regalo che una persona possa farmi! :riverenza::applauso:

berserk 02-11-2012 20:00

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
T.S. Eliot,Gli uomini vuoti


Gli occhi non sono qui
qui non vi sono occhi
in questa valle di stelle morenti
in questa valle vuota
questa mascella spezzata dei nostri regni perduti

in quest'ultimo dei luoghi d'incontro
noi brancoliamo insieme
evitiamo di parlare
ammassati su questa riva del tumido fiume

privati della vista, a meno che
gli occhi non ricompaiano
come la stella perpetua
rosa di molte foglie
del regno di tramonto della morte
la speranza soltanto
degli uomini vuoti.

Rick Blaine 02-11-2012 20:45

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Mezza poesia moderna (anglosassone soprattutto) nasce da questi versi, compreso l'Eliot citato da bersek.


To His Coy Mistress


Had we but world enough, and time,
This coyness, Lady, were no crime
We would sit down and think which way
To walk and pass our long love's day.
Thou by the Indian Ganges' side
Shouldst rubies find: I by the tide
Of Humber would complain. I would
Love you ten years before the Flood,
And you should, if you please, refuse
Till the conversion of the Jews.
My vegetable love should grow
Vaster than empires, and more slow;
An hundred years should go to praise
Thine eyes and on thy forehead gaze;
Two hundred to adore each breast,
But thirty thousand to the rest;
An age at least to every part,
And the last age should show your heart.
For, Lady, you deserve this state,
Nor would I love at lower rate.
But at my back I always hear
Time's wingèd chariot hurrying near;
And yonder all before us lie
Deserts of vast eternity.
Thy beauty shall no more be found,
Nor, in thy marble vault, shall sound
My echoing song: then worms shall try
That long preserved virginity,
And your quaint honour turn to dust,
And into ashes all my lust:
The grave's a fine and private place,
But none, I think, do there embrace.
Now therefore, while the youthful hue
Sits on thy skin like morning dew,
And while thy willing soul transpires
At every pore with instant fires,
Now let us sport us while we may,
And now, like amorous birds of prey,
Rather at once our time devour
Than languish in his slow-chapt power.
Let us roll all our strength and all
Our sweetness up into one ball,
And tear our pleasures with rough strife
Thorough the iron gates of life:
Thus, though we cannot make our sun
Stand still, yet we will make him run.

Rick Blaine 05-11-2012 15:57

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Una poesia per tutti gli sconfitti, gli esiliati, i rifiutati. Una poesia per tutti quelli che sentono di non avere un posto in questo mondo. (Il richiamo all'Andromaca virgiliana è degno del genio strabiliante di quest'uomo che si sentiva farraginoso).


Le Cygne

A Victor Hugo

I

Andromaque, je pense à vous! Ce petit fleuve,
Pauvre et triste miroir où jadis resplendit
L'immense majesté de vos douleurs de veuve,
Ce Simoïs menteur qui par vos pleurs grandit,

A fécondé soudain ma mémoire fertile,
Comme je traversais le nouveau Carrousel.
Le vieux Paris n'est plus (la forme d'une ville
Change plus vite, hélas ! que le coeur d'un mortel);

Je ne vois qu'en esprit tout ce camp de baraques,
Ces tas de chapiteaux ébauchés et de fûts,
Les herbes, les gros blocs verdis par l'eau des flaques,
Et, brillant aux carreaux, le bric-à-brac confus.

Là s'étalait jadis une ménagerie;
Là je vis, un matin, à l'heure où sous les cieux
Froids et clairs le Travail s'éveille, où la voirie
Pousse un sombre ouragan dans l'air silencieux,

Un cygne qui s'était évadé de sa cage,
Et, de ses pieds palmés frottant le pavé sec,
Sur le sol raboteux traînait son blanc plumage.
Près d'un ruisseau sans eau la bête ouvrant le bec

Baignait nerveusement ses ailes dans la poudre,
Et disait, le coeur plein de son beau lac natal:
"Eau, quand donc pleuvras-tu? quand tonneras-tu, foudre?"
Je vois ce malheureux, mythe étrange et fatal,

Vers le ciel quelquefois, comme l'homme d'Ovide,
Vers le ciel ironique et cruellement bleu,
Sur son cou convulsif tendant sa tête avide
Comme s'il adressait des reproches à Dieu!

II

Paris change! mais rien dans ma mélancolie
N'a bougé! palais neufs, échafaudages, blocs,
Vieux faubourgs, tout pour moi devient allégorie
Et mes chers souvenirs sont plus lourds que des rocs.

Aussi devant ce Louvre une image m'opprime:
Je pense à mon grand cygne, avec ses gestes fous,
Comme les exilés, ridicule et sublime
Et rongé d'un désir sans trêve! et puis à vous,

Andromaque, des bras d'un grand époux tombée,
Vil bétail, sous la main du superbe Pyrrhus,
Auprès d'un tombeau vide en extase courbée
Veuve d'Hector, hélas! et femme d'Hélénus!

Je pense à la négresse, amaigrie et phtisique
Piétinant dans la boue, et cherchant, l'oeil hagard,
Les cocotiers absents de la superbe Afrique
Derrière la muraille immense du brouillard;

A quiconque a perdu ce qui ne se retrouve
Jamais, jamais! à ceux qui s'abreuvent de pleurs
Et tètent la Douleur comme une bonne louve!
Aux maigres orphelins séchant comme des fleurs!

Ainsi dans la forêt où mon esprit s'exile
Un vieux Souvenir sonne à plein souffle du cor!
Je pense aux matelots oubliés dans une île,
Aux captifs, aux vaincus!... à bien d'autres encor!



Questa l'unica traduzione che son riuscito a trovare in rete:


Il cigno

A Victor Hugo

I

Andromaca, a voi penso! quell’esiguo torrente,
misero specchio dove rifulse un dì l’incanto
del vostro altero volto di vedova dolente,
il vostro simoenta gonfio del vostro pianto,

d’un tratto, attraversando Piazza del Carosello,
m’ha richiamato a mente un ricordo lontano.
il volto di Parigi oggi non è più quello
d’un tempo; muta in fretta, al par del cuore umano.

Rivedo le baracche pigiate sul piazzale,
i ciuffi d’erba, i cippi sbozzati, ed inverdito
dall’acqua qualche grosso blocco monumentale;
dietro i vetri, anticaglie di un mondo ormai finito.

C’era un serraglio, un tempo, laggiù; ed un mattino,
che il cielo fresco e chiaro si tingeva di rosa
e il lavoro destavasi e già qualche spazzino
alzava un grigio nembo nell’aria silenziosa,

là, giusto, io vidi un cigno che, uscito dal pattume
della gabbia e sfregando coi pie’ palmati il secco
selciato, strascicava al suol le bianche piume.
Presso un rivo senz’acqua, l’uccello, aprendo il becco,

intridea nella polvere l’ala, nervosamente,
e diceva, sognando il suo lago lontano:
Pioggia, quando precipiti? quando scrosci torrente?
io lo vedo, quel misero, mito fatale e strano,

che verso il ciel talvolta, come l’uom di Prometeo,
verso il ciel che splende sereno e derisore,
protende il collo e il becco, bruciato dalla sete,
come se rivolgesse rimproveri al Signore!


II

Parigi muta! e invece la mia malinconia
non varia! Case nuove. impalcature, ordigni,
vecchi borghi: in me tutto diventa allegoria,
e i miei ricordi pesan molto più dei macingni.

Dinanzi questo Louvre un pensiero m’opprime:
penso al mio grande cigno ed al suo gesto insano;
come gli esuli, anch’esso, ridicolo e sublime,
roso da un desiderio eternamente vano!

Andromaca, a voi penso, caduta dalle braccia
d’un grande sposo, in mano a Pirro senza freno,
sopra una tomba vuota china la mesta faccia:
ahimè, vedova di Ettore ed or moglie di Eleno!

Penso alla negra tisica, smagrita e sconsolata,
che scalpiccia nel fango, e in cuore si consuma
a ricercar le palme dell’Africa infuocata
dietro la fredda e spessa muraglia della bruna;

a quanti hanno perduto ciò che non si ritrova
mai più, mai più! a coloro che si nutron di pianto
e poppano l’Angoscia fedele che li cova!
all’orfano, colpito come un fiore, di schianto!

Così, nella foresta dov’esula il mio cuore,
squilla il corno d’un vecchio Ricordo, squilla ognora!
Penso ai naufraghi soli e obliati nel dolore,
ai prigionieri, ai vinti!… e ad altri, ad altri ancora!

Rick Blaine 06-11-2012 02:55

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Quote:

Originariamente inviata da Rick Blaine (Messaggio 906360)
traduzione perfetta (quasi: c'è un errore al verso 10, vediamo se Winston lo nota... :D)

Ancora niente? :D

Rick Blaine 07-11-2012 14:15

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Vorrei conoscere il tedesco per non leggere traduzioni così scadenti.


Morfina

Ambo son vaghe giovenili forme
Di grande somiglianza: è l'un più pallido
Assai de l'altro, e più severo; quasi
Stavo per dir, molto più nobil sembra;
Dell'altro, che soavemente stretto
Me tenne fra le braccia. Oh come dolce
suo riso e gentil, come beato
Era il suo sguardo! Allor per fermo avvenne
Ch'alia mia fronte s'accostò la florida
Di papaver ghirlanda ond' era cinto;
Ed il nuovo profumo ogni dolore
Dall'alma mia scacciò. Ma breve dura
Questo sollievo. Solamente allora
Potrò guarire appien quando la face
Cali il fratel, quegli si grave e pallido.
È buono il sonno, e più la morte: meglio
Veramente saria non esser nati.



Per chi invece possiede una tale gioia...

Morphine

Groß ist die Ähnlichkeit der beiden schönen
Jünglingsgestalten, ob der eine gleich
Viel blässer als der andre, auch viel strenger,
Fast möcht ich sagen viel vornehmer aussieht
Als jener andre, welcher mich vertraulich
In seine Arme schloß - Wie lieblich sanft
War dann sein Lächeln und sein Blick wie selig!
Dann mocht es wohl geschehn, daß seines Hauptes
Mohnblumenkranz auch meine Stirn berührte
Und seltsam duftend allen Schmerz verscheuchte
Aus meiner Seel - Doch solche Linderung,
Sie dauert kurze Zeit; genesen gänzlich
Kann ich nur dann, wenn seine Fackel senkt
Der andre Bruder, der so ernst und bleich. -
Gut ist der Schlaf, der Tod ist besser - freilich
Das beste wäre, nie geboren sein.

Rick Blaine 09-11-2012 19:06

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Maxwell Anderson in Italia non sanno manco chi è (e oramai neanche nel mondo anglosassone), quindi niente traduzioni. Ma l'inglese usato è davvero semplice, quotidiano quasi. Un poeta dimenticato troppo in fretta.


September Song



When I was a young man courting the girls
I played me a waiting game
If a maid refused me with tossing curls
I'd let the old Earth take a couple of whirls
While I plied her with tears in place of pearls
And as time came around she came my way
As time came around, she came.

But it's a long, long while from May to Decemeber
And the days grow short when you reach September
And the autumn weather turns the leaves to flame
And I haven't got time for the waiting game
And the wine dwindles down to a precious brew
September, November - and these few vintage years
I'd share with you. These vintage years I'd share with you.

But it's a long, long while from May to December
And the days grow short when you reach September
And I have lost one tooth and I walk a little lame
And I haven't got time for the waiting game

And the days turn to gold as they grow few
September, November,
And these few golden days I'd spend with you
These golden days I'd spend with you.

When you meet with the young men early in Spring
They court you in song and rhyme
They woo you with words and clover ring
But if you could examine the goods they bring
They have little to offer but the songs they sing
And a plentiful waste of time of day
A plentiful waste of time

But it's a long, long while from May to December
Will a clover ring last till you reach September
And I'm not quite equipped for the waiting game
But I have a little money and I have a little fame
And the days dwindle down to a precious few
September, November,
And these few precious days I'd spend with you
These precious days I'd spend with you.

Emil 09-11-2012 19:37

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Emily Dickinson - Non Avessi Visto il Sole

Had I not seen the sun
I could have borne the shade
But light a newer wilderness
My wilderness has made

Non avessi visto il sole
Avrei sopportato l'oscurità
Ma la luce un rinnovato deserto
Del mio deserto ha fatto

VyCanisMajoris 09-11-2012 22:09

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Una delle poesie del tardo Montale che mi piace di più.
Un triste addio alla moglie Drusilla che morì cadendo dalle scale.



Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.

Rick Blaine 10-11-2012 03:03

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Quote:

Originariamente inviata da VyCanisMajoris (Messaggio 911115)
Una delle poesie del tardo Montale che mi piace di più.
Un triste addio alla moglie Drusilla che morì cadendo dalle scale.



Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.

Bellissima come ogni poesia contenuta nei due Xenia.


Comunque Drusilla soffriva di spondilite.

VyCanisMajoris 10-11-2012 03:11

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Quote:

Originariamente inviata da Rick Blaine (Messaggio 911425)
Comunque Drusilla soffriva di spondilite.

In effetti ho controllato. Non so per quale strano motivo mi ricordavo che fosse morta per le fratture riportate cadendo da una rampa di scale :interrogativo:

Rick Blaine 10-11-2012 03:14

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Quote:

Originariamente inviata da VyCanisMajoris (Messaggio 911428)
In effetti ho controllato. Non so per quale strano motivo mi ricordavo che fosse morta per le fratture riportate cadendo da una rampa di scale

Perché fu così. Ma sarebbe sopravvissuta senza gravi complicazioni se non fosse stata affetta dalla spondilite.

VyCanisMajoris 10-11-2012 03:17

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Quote:

Originariamente inviata da Rick Blaine (Messaggio 911430)
Perché fu così. Ma sarebbe sopravvissuta senza gravi complicazioni se non fosse stata affetta dalla spondilite.

Ah ok... comunque della malattia non sapevo :)
Ecco, propongo poesie di cui non conosco manco la vera storia :miodio:

Rick Blaine 10-11-2012 03:22

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Quote:

Originariamente inviata da VyCanisMajoris (Messaggio 911431)
Ah ok... comunque della malattia non sapevo :)
Ecco, propongo poesie di cui non conosco manco la vera storia

Ma che c'entra la vicenda di cronaca con quei versi? :nonso:

Non avrai mica pensato che... ? :o

:mrgreen: Ehi, io scherzo eh!

VyCanisMajoris 10-11-2012 03:28

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Quote:

Originariamente inviata da Rick Blaine (Messaggio 911432)
Ma che c'entra la vicenda di cronaca con quei versi? :nonso:

Non c'entra direttamente, ma per capire la poesia è importante conoscere anche il background dell'autore... e dato che è collegata alla morte di Drusilla nel '63 magari era il caso che mi documentassi un po' di più :mannaggia:

Comunque se intendi che il buon Eugenio ce l'abbia lanciata lui dalle scale no, non l'ho mai pensato, però un po' sadicamente mi scompiscio solo ad immaginarlo :miscompiscio:

Rick Blaine 10-11-2012 03:28

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Comunque, come direbbe Brodskij, quando si inizia a citare Montale, bisogna impegnarsi a tempo pieno; quindi altre vette montaliane. Dopo Dante, nessuno, servendosi dell'italiano, scrisse versi più densi di pensiero, neanche Leopardi.

IRIDE


Quando di colpo San Martino smotta
le sue braci e le attizza in fondo al cupo
fornello dell’Ontario,
schiocchi di pigne verdi fra la cenere
o il fumo d’un infuso di papaveri
e il Volto insanguinato sul sudario
che mi divide da te;

questo e poco altro (se poco
è un tuo segno, un ammicco, nella lotta
che me sospinge in un ossario, spalle
al muro, dove zàffiri celesti
e palmizi e cicogne su una zampa non chiudono
l’atroce vista al povero
Nestoriano smarrito);

è quanto di te giunge dal naufragio
delle mie genti, delle tue, or che un fuoco
di gelo porta alla memoria il suolo
ch’è tuo e che non vedesti; e altro rosario
fra le dita non ho, non altra vampa
se non questa, di resina e di bacche,
t’ha investito.

*

Cuore d’altri non è simile al tuo,
la lince non somiglia al bel soriano
che apposta l’uccello mosca sull’alloro;
ma li credi tu eguali se t’avventuri
fuor dell’ombra del sicomoro
o è forse quella maschera sul drappo bianco,
quell’effigie di porpora che t’ha guidata?

Perché l’opera tua (che della Sua
è una forma) fiorisse in altre luci
Iri del Canaan ti dileguasti
in quel nimbo di vischi e pungitopi
che il tuo cuore conduce
nella notte nel mondo, oltre il miraggio
dei fiori del deserto, tuoi germani.

Se appari, qui mi riporti, sotto la pergola
di viti spoglie, accanto all’imbarcadero
del nostro fiume – e il burchio non torna indietro,
il sole di San Martino si stempera, nero.
Ma se ritorni non sei tu, è mutata
la tua storia terrena, non attendi
al traghetto la prua,
non hai sguardi, né ieri né domani;

perché l’opera Sua (che nella tua
si trasforma) dev’esser continuata.

Rick Blaine 10-11-2012 03:30

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
LA PRIMAVERA HITLERIANA

Né quella ch’a veder lo sol si gira…
Dante (?) a Giovanni Quirini


Folta la nuvola bianca delle falene impazzite
turbina intorno agli scialbi fanali e sulle spallette,
stende a terra una coltre su cui scricchia
come su zucchero il piede; l’estate imminente sprigiona
ora il gelo notturno che capiva
nelle cave segrete della stagione morta,
negli orti che da Maiano scavalcano a questi renai.

Da poco sul corso è passato a volo un messo infernale
tra un alalà di scherani, un golfo mistico acceso
e pavesato di croci a uncino l’ha preso e inghiottito,
si sono chiuse le vetrine, povere
e inoffensive benché armate anch’esse
di cannoni e giocattoli di guerra,
ha sprangato il beccaio che infiorava
di bacche il muso dei capretti uccisi,
la sagra dei miti carnefici che ancora ignorano il sangue
s’è tramutata in un sozzo trescone d’ali schiantate,
di larve sulle golene, e l’acqua séguita a rodere
le sponde e più nessuno è incolpevole.

Tutto per nulla, dunque? – e le candele
romane, a san Giovanni, che sbiancavano lente
l’orizzonte, ed i pegni e i lunghi addii
forti come un battesimo nella lugubre attesa
dell’orda (ma una gemma rigò l’aria stillando
sui ghiacci e le riviere dei tuoi lidi
gli angeli di Tobia, i sette, la semina
dell’avvenire) e gli eliotropo nati
dalle tue mani – tutto arso e succhiato
da un polline che stride come il fuoco
e ha punte di sinibbio…
Oh la piagata
primavera è pur festa se raggela
in morte questa morte! Guarda ancora
in alto, Clizia, è la tua sorte, tu
che il non mutato amor mutata serbi
fino a che il cieco sole in te porti
si abbacini nell’Altro e si distrugga
in Lui, per tutti. Forse le sirene, i rintocchi
che salutano i mostri nella sera
della loro tregenda, si confondono già
col suono che slegato dal cielo, scende, vince –
col respiro di un’alba che domani per tutti
si riaffacci, bianca ma senz’ali
di raccapriccio, ai greti arsi del sud…

Rick Blaine 10-11-2012 03:36

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
E infine (altrimenti finisco per postare tutto Montale! :mrgreen:), quella che è forse (un grande forse) la mia preferita.


ELEGIA DI PICO FARNESE





Le pellegrine in sosta che hanno durato
tutta la notte la loro litania
s'aggiustano gli zendadi sulla testa,
spengono i fuochi, risalgono sui carri.
Nell'alba triste s'affacciano dai loro
sportelli tagliati negli usci i molli soriani
e un cane lionato s'allunga nell'umido orto
tra i frutti caduti all'ombra del melangolo.
Ieri tutto pareva un macero ma stamane
pietre di spugna ritornano alla vita
e il cupo sonno si desta nella cucina,
dal grande camino giungono lieti rumori.
Torna la salmodia appena in volute più lievi,
vento e distanza ne rompono le voci, le ricompongono.

«Isole del santuario,
viaggi di vascelli sospesi,
alza il sudario,
numera i giorni e i mesi
che restano per finire».

Strade e scale che salgono a piramide, fitte
d'intagli, ragnateli di sasso dove s'aprono
oscurità animate dagli occhi confidenti
dei maiali, archivolti tinti di verderame,
si svolge a stento il canto dalle ombrelle dei pini,
e indugia affievolito nell'indaco che stilla
su anfratti, tagli, spicchi di muraglie.

«Grotte dove scalfito
luccica il Pesce, chi sa
quale altro sogno si perde,
perché non tutta la vita
è in questo sepolcro verde».

Oh la pigra illusione. Perché attardarsi qui
a questo amore di donne barbute, a un vano farnetico
che il ferraio picano quando batte l'incudine
curvo sul calor bianco da sé scaccia? Ben altro
è l'Amore - e fra gli alberi balena col tuo cruccio
e la tua frangia d'ali, messaggera accigliata!
Se urgi fino al midollo i diòsperi e nell'acque
specchi il piumaggio della tua fronte senza errore
o distruggi le nere cantafavole e vegli
al trapasso dei pochi tra orde d'uomini-capre,

(«collane di nocciuole,
zucchero filato a mano
sullo spacco del masso
miracolato che porta
le preci in basso, parole
di cera che stilla, parole
che il seme del girasole
se brilla disperde»).

il tuo splendore è aperto. Ma più discreto allora
che dall'androne gelido, il teatro dell'infanzia
da anni abbandonato, dalla soffitta tetra,
di vetri e di astrolabi, dopo una lunga attesa,
ai balconi dell'edera, un segno ci conduce
alla radura brulla dove per noi qualcuno
tenta una festa di spari. E qui, se appare inudibile
il tuo soccorso, nell'aria prilla il piattello, si rompe
ai nostri colpi! Il giorno non chiede più di una chiave.
E' mite il tempo. Il lampo delle tue vesti è sciolto
entro l'umore dell'occhio che rifrange nel suo
cristallo altri colori. Dietro di noi, calmo, ignaro
del mutamento, da lemure ormai rifatto celeste,
il fanciulletto Anacleto ricarica i fucili.

VyCanisMajoris 10-11-2012 04:00

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Quote:

Originariamente inviata da Rick Blaine (Messaggio 911436)
LA PRIMAVERA HITLERIANA

Né quella ch’a veder lo sol si gira…
Dante (?) a Giovanni Quirini


Stavo per postarla io ma mi hai preceduto! Smettila di leggermi nel pensiero. :mrgreen:

Postiamo allora questa.
La venuta di Clizia, donna salvifica per Montale, che ricorre intelligentemente all'uso del senhal tipico di Dante e Petrarca per rielaborarlo e reinterpretarlo 6 secoli dopo.

TI LIBERO LA FRONTE DAI GHIACCIOLI

Ti libero la fronte dai ghiaccioli
che raccogliesti traversando l’alte
nebulose; hai le penne lacerate
dai cicloni, ti desti a soprassalti.

Mezzodì: allunga nel riquadro il nespolo
l’ombra nera, s’ostina in cielo un sole
freddoloso; e l’altre ombre che scantonano
nel vicolo non sanno che sei qui.

(Da Le occasioni, 1939)

Rick Blaine 10-11-2012 20:35

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Uno dei pochissimi ad aver meritato quell'odioso premio. Dimostra da decenni che la via per ottenere un verso che sia moderno, e insieme corretto e credibile, è l'asindeto.


Death of a Naturalist



All year the flax-dam festered in the heart
Of the townland; green and heavy headed
Flax had rotted there, weighted down by huge sods.
Daily it sweltered in the punishing sun.
Bubbles gargled delicately, bluebottles
Wove a strong gauze of sound around the smell.
There were dragon-flies, spotted butterflies,
But best of all was the warm thick slobber
Of frogspawn that grew like clotted water
In the shade of the banks. Here, every spring
I would fill jampotfuls of the jellied
Specks to range on window-sills at home,
On shelves at school, and wait and watch until
The fattening dots burst into nimble-
Swimming tadpoles. Miss Walls would tell us how
The daddy frog was called a bullfrog
And how he croaked and how the mammy frog
Laid hundreds of little eggs and this was
Frogspawn. You could tell the weather by frogs too
For they were yellow in the sun and brown
In rain.
Then one hot day when fields were rank
With cowdung in the grass the angry frogs
Invaded the flax-dam; I ducked through hedges
To a coarse croaking that I had not heard
Before. The air was thick with a bass chorus.
Right down the dam gross-bellied frogs were cocked
On sods; their loose necks pulsed like sails. Some hopped:
The slap and plop were obscene threats. Some sat
Poised like mud grenades, their blunt heads farting.
I sickened, turned, and ran. The great slime kings
Were gathered there for vengeance and I knew
That if I dipped my hand the spawn would clutch it.

Rick Blaine 13-11-2012 14:49

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Per scrivere una villanelle tanto bella bisogna essere un genio. Niente di più accessibile comunque. Accompagnata da una delle più belle voci ch'io conosca: quella dell'autore stesso.


Do not go gentle into that good night

Do not go gentle into that good night,
Old age should burn and rave at close of day;
Rage, rage against the dying of the light.

Though wise men at their end know dark is right,
Because their words had forked no lightning they
Do not go gentle into that good night.

Good men, the last wave by, crying how bright
Their frail deeds might have danced in a green bay,
Rage, rage against the dying of the light.

Wild men who caught and sang the sun in flight,
And learn, too late, they grieved it on its way,
Do not go gentle into that good night.

Grave men, near death, who see with blinding sight
Blind eyes could blaze like meteors and be gay,
Rage, rage against the dying of the light.

And you, my father, there on that sad height,
Curse, bless, me now with your fierce tears, I pray.
Do not go gentle into that good night.
Rage, rage against the dying of the light.


Rick Blaine 13-11-2012 14:54

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
E ora: il peggiore poeta di lingua inglese, William McGonagall. Un genio inimitabile.


An Address to the Rev. George Gilfillan



All hail to the Rev. George Gilfillan of Dundee,
He is the greatest preacher I did ever hear or see.
He is a man of genius bright,
And in him his congregation does delight,
Because they find him to be honest and plain,
Affable in temper, and seldom known to complain.
He preaches in a plain straightforward way,
The people flock to hear him night and day,
And hundreds from the doors are often turn'd away,
Because he is the greatest preacher of the present day.
He has written the life of Sir Walter Scott,
And while he lives he will never be forgot,
Nor when he is dead,
Because by his admirers it will be often read;
And fill their minds with wonder and delight,
And wile away the tedious hours on a cold winter's night.
He has also written about the Bards of the Bible,
Which occupied nearly three years in which he was not idle,
Because when he sits down to write he does it with might and main,
And to get an interview with him it would be almost vain,
And in that he is always right,
For the Bible tells us whatever your hands findeth to do,
Do it with all your might.
Rev. George Gilfillan of Dundee, I must conclude my muse,
And to write in praise of thee my pen does not refuse,
Nor does it give me pain to tell the world fearlessly, that when
You are dead they shall not look upon your like again.






Da notare lo schema metrico completamente sbagliato. :riverenza:

berserk 13-11-2012 15:00

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Eu não sou eu nem sou o outro,
Sou qualquer coisa de intermédio:
Pilar da ponte de tédio
Que vai de mim para o Outro.


Mario de Sà-Carneiro,poeta portoghese

VyCanisMajoris 13-11-2012 15:35

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Un bel componimento di un autore del '900 ancora troppo poco considerato: Alfonso Gatto. Molto densa, molto cupa. Ne posterò altre in futuro

NOTTE

Tremo d'esile vena per lontane
arie di suono, mi lusingo in volto.
Come alleviate toccano le vane
solitudini il cielo vuoto, ascolto.

Lungo sereno dileguano piano
voci apparenti nel mondo sepolto:
m'adeguano nel sonno di montane
bare odorose, e il cuore n'è folto.

Phoenix 13-11-2012 15:41

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d’orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.

Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano
a sommo di minuscole biche.

Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
m entre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.

E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com’è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.


(Eugenio Montale)

Che dire, una stupenda poesia che esprime une visione pessimistica della vita, visione comune a molti qui


Sempre su questo tema vorrei citare Quasimodo

Ognuno sta solo sul cuor della terra,
trafitto da un raggio di sole,
ed è subito sera.

Rick Blaine 13-11-2012 16:02

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Quote:

Originariamente inviata da berserk (Messaggio 914029)
Eu não sou eu nem sou o outro,
Sou qualquer coisa de intermédio:
Pilar da ponte de tédio
Que vai de mim para o Outro.


Mario de Sà-Carneiro,poeta portoghese

:riverenza:

Bersek, non ti leggevo da un po'. Comunque, grazie per aver ricordato Mário de Sá-Carneiro. Sono sicuro che se non fosse tutto finito in quella stanza dell'Hôtel de Nice, sarebbe diventato un poeta grande quanto Pessoa. Non ne ha avuto il tempo materiale.
E poi mi hai fatto pensare a quanto son stati fortunati quelli che hanno potuto leggere l'Orpheu; quanto li invidio.

Rick Blaine 14-11-2012 13:51

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Dato che ho trovato una traduzione neanche troppo cattiva (beh... ), non lascio commenti: leggetela.


Aubade
BY PHILIP LARKIN

I work all day, and get half-drunk at night.
Waking at four to soundless dark, I stare.
In time the curtain-edges will grow light.
Till then I see what’s really always there:
Unresting death, a whole day nearer now,
Making all thought impossible but how
And where and when I shall myself die.
Arid interrogation: yet the dread
Of dying, and being dead,
Flashes afresh to hold and horrify.

The mind blanks at the glare. Not in remorse
—The good not done, the love not given, time
Torn off unused—nor wretchedly because
An only life can take so long to climb
Clear of its wrong beginnings, and may never;
But at the total emptiness for ever,
The sure extinction that we travel to
And shall be lost in always. Not to be here,
Not to be anywhere,
And soon; nothing more terrible, nothing more true.

This is a special way of being afraid
No trick dispels. Religion used to try,
That vast moth-eaten musical brocade
Created to pretend we never die,
And specious stuff that says No rational being
Can fear a thing it will not feel
, not seeing
That this is what we fear—no sight, no sound,
No touch or taste or smell, nothing to think with,
Nothing to love or link with,
The anaesthetic from which none come round.

And so it stays just on the edge of vision,
A small unfocused blur, a standing chill
That slows each impulse down to indecision.
Most things may never happen: this one will,
And realisation of it rages out
In furnace-fear when we are caught without
People or drink. Courage is no good:
It means not scaring others. Being brave
Lets no one off the grave.
Death is no different whined at than withstood.

Slowly light strengthens, and the room takes shape.
It stands plain as a wardrobe, what we know,
Have always known, know that we can’t escape,
Yet can’t accept. One side will have to go.
Meanwhile telephones crouch, getting ready to ring
In locked-up offices, and all the uncaring
Intricate rented world begins to rouse.
The sky is white as clay, with no sun.
Work has to be done.
Postmen like doctors go from house to house.



AUBADE


Lavoro tutto il giorno, a sera sono brillo.
Alle quattro sto sveglio nel buio muto, fisso.
Gli orli delle tende via via schiariranno.
Frattanto vedo quello che in realtà c’è sempre:
la morte infaticabile, d’un giorno intero più vicina,
che rende ogni pensiero impossibile tranne
come dove e quando dovrò morire io stesso.
Arido interrogarsi: eppure la paura
di morire, d’essere già morto,
lampeggia nuovamente, avvince e terrorizza.

La mente sbianca all’abbaglio. Ma non di rimorso
– il bene non fatto, l’amore non dato, il tempo
strappato e non usato – né disgraziatamente
perché una sola vita può spendersi tutta a riscattare
i suoi inizi sbagliati, e non riuscirci mai;
ma per il vuoto totale ed eterno,
la sicura estinzione alla quale andiamo incontro,
dove saremo persi per sempre. Non essere qui,
né in nessun altro luogo,
e presto. Nulla di più terribile, nulla di più vero.

Ecco un modo speciale di prendersi quella paura
che nessun trucco scaccia. Provò la religione,
quel logoro e vasto broccato musicale
creato a farci credere che non morremo mai,
tutte quelle sciocchezze del tipo Nessun essere pensante
può temere una cosa che non sente
, senza accorgersi
che è questo a spaventarci: niente vista, niente suono,
niente tatto o sapore, né odore, niente con cui pensare,
niente da amare e niente a cui legarsi,
l’anestesia dalla quale nessuno si risveglia.

Così rimane ai margini della visione,
una piccola fioca presenza, un freddo immobile
che frena i nostri impulsi fino all’indecisione.
Tante cose potrebbero non accadere mai:
questa accadrà, e il capirlo deflagra furioso
in bruciante paura se ci coglie senza niente
da bere o compagnia. Il coraggio non serve:
vale a non spaventare altri. L’essere forte
non risparmia la tomba a nessuno.
La morte non cambia se frigni o se l’affronti.

Lentamente la luce cresce, la stanza prende forma.
Certo come un armadio sta quello che sappiamo,
che abbiamo sempre saputo, che non si può sfuggire,
ma nemmeno accettare. Una parte dovrà cedere.
Frattanto i telefoni vegliano, pronti a squillare
in uffici ancora chiusi, e l’intero indifferente
intricato mondo in affitto comincia a svegliarsi.
Il cielo è bianco come calce, senza sole.
Il lavoro va fatto.
Postini come dottori vanno di casa in casa.

Rick Blaine 14-11-2012 19:21

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Uno dei maggiori scrittori britannici del dopoguerra, Roald Dahl, noto non certo per le sue raccolte di versi, ma per i suoi spesso straordinari scritti in prosa. Eppure, leggendolo, mi ritrovo spesso in quei metri. Ad esempio, tutto quello che ho sempre pensato riguardo i sistemi educativi moderni, può essere esplicitato in queste parole:



Television



The most important thing we've learned,
So far as children are concerned,
Is never, NEVER, NEVER let
Them near your television set --
Or better still, just don't install
The idiotic thing at all.
In almost every house we've been,
We've watched them gaping at the screen.
They loll and slop and lounge about,
And stare until their eyes pop out.
(Last week in someone's place we saw
A dozen eyeballs on the floor.)
They sit and stare and stare and sit
Until they're hypnotised by it,
Until they're absolutely drunk
With all that shocking ghastly junk.
Oh yes, we know it keeps them still,
They don't climb out the window sill,
They never fight or kick or punch,
They leave you free to cook the lunch
And wash the dishes in the sink --
But did you ever stop to think,
To wonder just exactly what
This does to your beloved tot?
IT ROTS THE SENSE IN THE HEAD!
IT KILLS IMAGINATION DEAD!
IT CLOGS AND CLUTTERS UP THE MIND!
IT MAKES A CHILD SO DULL AND BLIND
HE CAN NO LONGER UNDERSTAND
A FANTASY, A FAIRYLAND!
HIS BRAIN BECOMES AS SOFT AS CHEESE!
HIS POWERS OF THINKING RUST AND FREEZE!
HE CANNOT THINK -- HE ONLY SEES!
'All right!' you'll cry. 'All right!' you'll say,
'But if we take the set away,
What shall we do to entertain
Our darling children? Please explain!'
We'll answer this by asking you,
'What used the darling ones to do?
'How used they keep themselves contented
Before this monster was invented?'
Have you forgotten? Don't you know?
We'll say it very loud and slow:
THEY ... USED ... TO ... READ!
They'd READ and READ,
AND READ and READ, and then proceed
To READ some more. Great Scott! Gadzooks!
One half their lives was reading books!
The nursery shelves held books galore!
Books cluttered up the nursery floor!
And in the bedroom, by the bed,
More books were waiting to be read!
Such wondrous, fine, fantastic tales
Of dragons, gypsies, queens, and whales
And treasure isles, and distant shores
Where smugglers rowed with muffled oars,
And pirates wearing purple pants,
And sailing ships and elephants,
And cannibals crouching 'round the pot,
Stirring away at something hot.
(It smells so good, what can it be?
Good gracious, it's Penelope.)
The younger ones had Beatrix Potter
With Mr. Tod, the dirty rotter,
And Squirrel Nutkin, Pigling Bland,
And Mrs. Tiggy-Winkle and-
Just How The Camel Got His Hump,
And How the Monkey Lost His Rump,
And Mr. Toad, and bless my soul,
There's Mr. Rat and Mr. Mole-
Oh, books, what books they used to know,
Those children living long ago!
So please, oh please, we beg, we pray,
Go throw your TV set away,
And in its place you can install
A lovely bookshelf on the wall.
Then fill the shelves with lots of books,
Ignoring all the dirty looks,
The screams and yells, the bites and kicks,
And children hitting you with sticks-
Fear not, because we promise you
That, in about a week or two
Of having nothing else to do,
They'll now begin to feel the need
Of having something to read.
And once they start -- oh boy, oh boy!
You watch the slowly growing joy
That fills their hearts.
They'll grow so keen
They'll wonder what they'd ever seen
In that ridiculous machine,
That nauseating, foul, unclean,
Repulsive television screen!
And later, each and every kid
Will love you more for what you did.


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