Prima volta a quasi 30 anni. Con una prostituta.
Ho fatto sesso con una prostituta.
E’ un po che avevo preso questa decisione. Era solo questione di tempo.
Quando arrivi quasi a trenta anni senza aver mai conosciuto l’intimità con una donna le lucciole, per strada, diventano una tentazione forte, molto forte. Mi stupisco, anzi, di quanto tempo abbia impiegato ad arrivare a questa conclusione che ora mi pare persino ovvia. Una gran timidezza mi ha sempre bloccato nei rapporti con l’altro sesso. Alla grande timidezza negli anni è seguita una testarda e bestiale rinuncia a questo aspetto della vita così importante, credo, per tutti noi. Mi sono chiuso in casa, ho escluso dalla mia vita quasi ogni forma di rapporto sociale, ho condotto vita monastica, ritirata.
Stavo bene, anche, o così credevo. Poi un giorno accade qualcosa, incontri qualcuno che ti rammenta cosa ti stai perdendo, cosa ti sei sempre perso. Ti svegli, ti guardi intorno e resti attonito di fronte all’osceno deserto che ti circonda.
In breve, inevitabilmente, rammenti però anche il perchè delle cose. Perchè sei ora dove sei. La timidezza è diminuita. In un certo qual modo sei cresciuto. Ma non abbastanza. Il mondo, gli altri, sono cresciuti più velocemente mentre tu stavi rinchiuso nella tua grotta. E quindi ora è peggio, sempre peggio. Una vocina insistente ti sussurra all’orecchio: “It’s too late”, è troppo tardi.
Forse potresti tornare a dormire, ma no, in verità non vuoi. Il tempo passa inesorabile, lo hai sempre saputo. Ma ora lo tocchi con mano. Ora cominci a capirlo davvero questo tempo bastardo, a sentirlo forte nel cuore che indietro non si torna, che non ci sono altre chanche, che già una gran fetta della tua vita è andata. Non tornerà. Dormire ancora ti terrorizza. Ti sconvolge l’idea del prossimo inevitabile risveglio, quando non potrà essere che peggio, forse insostenibile. Qualche volta cominci anche a pensare se sia il caso di addormentarsi per sempre. Accantoni questa possibilità, c’è sempre tempo in fondo, anche se sospetti di essere troppo vigliacco per arrivare a tanto.
Ti ricomponi alla meno peggio. Ti armi dei tuoi strumenti inadatti e cominci a sbirciare oltre il muro. Incassi l’ennesimo, inevitabile e previsto fallimento e vai avanti. Come puoi, come riesci. Qualsiasi cosa ma non il sonno, non si può.
Sei ***, ora si, ora davvero. Con dio, che non esiste, con il destino, con te stesso. Ti liberi di morale ed etica. Ti liberi di *** e romanticismi. Il fato ti ha fatto così, con questo carattere di ***, con questo blocco dentro. Ok, va bene. Farò allora ciò che posso con quello che ho. Al mondo esiste solo ciò che puoi e ciò che non puoi fare. Nient’altro. Ho dei soldi, ho una macchina, ho un *** che funziona. Non mi serve altro, adesso.
Caso vuole che proprio quando ti decidi a pagare per ciò che non potresti mai avere altrimenti le autorità da operetta decidano che è immorale, è insostenibile allo sguardo dei cittadini (cittadini?) quel bordello a cielo aperto che molte strade della città sono diventate. E allora si minaccia la galera o quantomeno una multa salata. Si sguinzagliano le esauste forze dell’ordine per reprimere questo fenomeno che tanto offende la pubblica decenza di un paese che in realtà neppure sa cosa sia la pubblica decenza.
Non ha importanza. E’ più difficile ora trovare sesso, la notte, per strada. Ma non ti farai spaventare, la decisione è presa. ***il resto.
Inizi a battere tutte le vie che sapevi essere luoghi adatti. Il deserto rispetto a prima, ma qualche lucciola ancora resiste. Hai paura, non lo neghi a te stesso, decidi di fare con calma. Di ritorno da qualche uscita con gli amici, ora ogni tanto esci, passi sempre a fare dei giri esplorativi. Più volte noti la polizia. Ti segni mentalmente i posti, i luoghi più adatti. Gli orari.
Scopri presto che anche fare questo passo non ti è affatto facile. Quel maledetto blocco che da sempre hai dentro pesa, anche ora, anche con le ***. Hai paura, *** se hai paura. Paura della polizia, così credevi, ma non solo, non sopratutto. Hai paura delle ragazze. Quando astrattamente pensavi di andare a *** pensavi quasi che si trattasse solamente di infilare il *** dentro a un buco. E invece no.
Ora ti rendi conto che sono persone. Esseri umani. Donne. Fermare la macchina e chiedere “Quanto?” è più difficile di quel che credevi...
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