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uffolo 04-12-2009 21:42

Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
 
L'irrazionalità non esiste, non si può credere che una paura non abbia dietro un perchè.
Che poi tale perchè sia nascosto nelle pieghe del tempo, della memoria, della propria storia emotiva e che sia difficile da trovare, è altrettanto vero.
Quanto si è disposti a lottare? a soffrire per prendere coscienza del perchè si vive male, la vita o anche solo una situazione?
E dico anche che il saperlo poi non porta automaticamente alla liberazione, ma anche quando lo si scopre è necessario lottare, ma almeno dai un volto a tale paura..sai i connotati della paura.
Poi c'è chi non è interessato all'introspezione e va di pratica, ma sia nel primo che nel secondo caso, il comun denominatore è che c'è qualcosa da capire a livello profondo.

cAlien 04-12-2009 21:56

Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
 
Quote:

Originariamente inviata da uffolo (Messaggio 266881)
L'irrazionalità non esiste, non si può credere che una paura non abbia dietro un perchè.

affermazione discutibile, dato che nello stesso dsm c'è scritto "...i soggetti riconoscono che la paura è irrazionale...", riguardo alla nobile fobia sociale (rima)

cAlien 04-12-2009 21:58

Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
 
Quote:

Originariamente inviata da Intro-spettivo (Messaggio 266877)
ma non è un problema...esci con persone fidate e basta. non è un problema. quando gli estranei diventeranno fidati mangerai pure con loro. vedi qual è l'errore? diventare normali. trovare la causa e modificare

sottovaluti il fatto che nella vita normale devi fare queste cose in maniera immediata, non hai tempo di farli entrare nel cerchio della fiducia (cit.)
il problema sta nel riuscire a farlo senza allenamento
con l'allenamento io ora ce la faccio, ma a freddo nau

Intro-spettivo 04-12-2009 21:59

Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
 
la penso uguale...come penso pure ke molte paure siano preventive e diciamo futuribili, tipo la paura di non riuscire a...ma sono comunque fasi della vita. se dopo un po' ti accorgi di non essere come vorresti ti conviene cambiare rotta PRIMA di fare un danno.
secondo me un lavoro sulle paura porta comunque a vivere meglio nel senso ke se sai di averla e ke non te la sbrogli...te la tieni, è una tua caratteristica...non è autoconvincendosi o traumatizzandosi ke le paure spariscono...anzi, se possono si incrementano!

Intro-spettivo 04-12-2009 22:02

Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
 
Quote:

Originariamente inviata da cAlien (Messaggio 266887)
affermazione discutibile, dato che nello stesso dsm c'è scritto "...i soggetti riconoscono che la paura è irrazionale...", riguardo alla nobile fobia sociale (rima)

per quanto mi riguarda DSM=mafia. e di fatti proprio credendo a quello la gente crede di avere problemi di ogni sorta, è così ke finisci su internet imparanoiato dai sintomi. ormai anke uno spavento va curato!

poi comunque non sono qui a fare lotte ideologiche. io dal dsm non ho tratto vantaggi, vedo ke la gente va in fissa e non ne ricava niente. parliamo papale papale. cosa fa male? La paura? la rabbia? di cosa avete paura? di non essere abbastanza? allora esistono cose ke si kiamano alternative senza andare a scomodare roba così psicologica. così capisci anke cosa oggettivamente o soggettivamente è modificabile (punti di vista o proprio situazioni?). se fosse solo un fatto di puro autoconvincimento allora saremmo insensibili agli stimoli esterni

Intro-spettivo 04-12-2009 22:04

Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
 
Quote:

Originariamente inviata da cAlien (Messaggio 266890)
sottovaluti il fatto che nella vita normale devi fare queste cose in maniera immediata, non hai tempo di farli entrare nel cerchio della fiducia (cit.)
il problema sta nel riuscire a farlo senza allenamento
con l'allenamento io ora ce la faccio, ma a freddo nau

non so, sono scelte. io anke facevo un sacco di cose per allenamento, ma sono finito con lo stare male (xke mi sono alienato e indurito). segno ke qualcosa non va. da piccolo taciturno e pauroso, da grande sborone e sopra le righe. a me non interessa essere classificato freddamente, voglio sapere ki sono e stare + sereno. oggi non riesco a muovere un dito senza pensare se sto sbagliando. e non mi frega se si kiama doc o sob o min o ciucc. so ke si è affievolito quando mi sono dato tregua

Intro-spettivo 04-12-2009 22:13

Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
 
Quote:

Originariamente inviata da cAlien (Messaggio 266887)
affermazione discutibile, dato che nello stesso dsm c'è scritto "...i soggetti riconoscono che la paura è irrazionale...", riguardo alla nobile fobia sociale (rima)

comunque in questo caso si intende ke la paura è sopra le dimensioni effettive della situazione, non irrazionali in senso totale. e da qui gli psichiatri dicono troppa paura=danno cerebrale da curare con i farmaci, altri propongono metodi psicologici non analitici quindi posti a DEVIARE nel vero senso della parola la paura (come nella tcc). per me non funziona, il cervello non funziona così, altrimenti non ci avrebbero dato la bocca per parlare e gli occhi per sentire le emozioni

cAlien 04-12-2009 22:14

Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
 
ma ovviamente il dsm lo dovrebbe usare un medico esperto, per questo la troppa libertà d'informazione è il male ;)

cAlien 04-12-2009 22:16

Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
 
Quote:

Originariamente inviata da Intro-spettivo (Messaggio 266904)
comunque in questo caso si intende ke la paura è sopra le dimensioni effettive della situazione, non irrazionali in senso totale. e da qui gli psichiatri dicono troppa paura=danno cerebrale da curare con i farmaci, altri propongono metodi psicologici non analitici quindi posti a DEVIARE nel vero senso della parola la paura (come nella tcc). per me non funziona, il cervello non funziona così, altrimenti non ci avrebbero dato la bocca per parlare e gli occhi per sentire le emozioni

bè ci sono casi in cui c'è disfunzione e gli occhi per vedere e le orecchie per sentire vengono dunque usati a sproposito, con l'errata attivazione del sistema della paura e dell'ansia
l'iperattività, l'attenzione immotivata a quello che ci circonda, tutti sintomi che c'è qualcosa che non va
puoi riprogrammare il cervello, le tue connessioni sinaptiche con la psicoterapia o con i farmaci (meglio se abbinati con la psicot), oppure provarci da solo
però è da vedere da persona a persona, secondo me esiste anche il punto del non ritorno, o la disfunzione incurabile e solo tamponabile, o manco quello

Nick 04-12-2009 22:46

Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
 
Non ho letto tutto, ma quello che dice Intro mi pare valido per la vita che uno si sceglie, mentre Cali ha ragione per il fatto che per vivere hai bisogno di un lavoro che in genere crea situazioni che non ti scegli ma sei costretto a subire.

Per questo io miro alla remissione del sintomo, per poter fare una serie di cose che sono funzionali alla vita e che per ora mi sono precluse, una volta superato quello uno sceglie se aderire in cuor suo ad un modello sociale oppure no.

Sono abbastanza d'accordo con Cali sulla troppa informazione, il problema è trovarlo un medico valido.

caostotale23 04-12-2009 23:08

Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
 
Quote:

Originariamente inviata da historie d'O (Messaggio 266502)
oddio Moliere...
scusa ma a me non piace molto molto..ma il teatro in quel periodo storico...

Non ami la commedia dell'arte??? Allora non puoi apprezzare fino in fondo i migliori commediografi italiani del XX secolo secondo me! (sai Pirandello, Scarpetta, Vinni, De Filippo, Bardellino, Fò, e tutti gli altri...)
Mah...certo che sei strana historie?

MoonwatcherIII 04-12-2009 23:09

Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
 
Potrebbe essere interessante ma secondo me fatta online non è granché utile. Inoltre non ho capito cosa c'entra il "parlare di cultura" del titolo... :blink:

Intro-spettivo 04-12-2009 23:20

Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
 
Quote:

Originariamente inviata da Nick (Messaggio 266924)
Non ho letto tutto, ma quello che dice Intro mi pare valido per la vita che uno si sceglie, mentre Cali ha ragione per il fatto che per vivere hai bisogno di un lavoro che in genere crea situazioni che non ti scegli ma sei costretto a subire.

Per questo io miro alla remissione del sintomo, per poter fare una serie di cose che sono funzionali alla vita e che per ora mi sono precluse, una volta superato quello uno sceglie se aderire in cuor suo ad un modello sociale oppure no.

Sono abbastanza d'accordo con Cali sulla troppa informazione, il problema è trovarlo un medico valido.

cazzo nick...mi sembra di aver letto un libro, si capisce, bravo.

per quanto riguarda la capoccia la "scienza della testa" per me è inutile in maniera totale. il cervello lavora in concomitanza coi rapporti, i valori etc etc, quando si inizia a parlare di isolamento della persona per studiare dove nel suo cervello qualcosa non va...mi spiace ma mi sa tanto di cagata o inculata. vorrei sapere quanti guariscono così e quanti invece tornano a vivere dopo un modello o troppo libero di educazione o troppo repressivo. questi 2 estremi sono il male. i fobici in particolare sono troppo schiacciati, ma ovviamente nella vita si possono legare anke situazioni nelle quali la famiglia non esiste e quindi uno è rabbioso e così via. se uno sviluppa per questo sintomi ke cadono nel DSM, cali, come li risolve? con i farmaci?

Intro-spettivo 04-12-2009 23:23

Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
 
Quote:

Originariamente inviata da moon-watcher (Messaggio 266934)
Potrebbe essere interessante ma secondo me fatta online non è granché utile. Inoltre non ho capito cosa c'entra il "parlare di cultura" del titolo... :blink:

si è fuorviante, hai ragione. io intendo associare i disturbi ai problemi sotto. intendo creare un gruppo dove si parla di cose ke non si farebbero mai altrimenti. si, hai ragione, di persona sarebbe meglio...se si vuole anke fare così...

Intro-spettivo 04-12-2009 23:25

Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
 
Quote:

Originariamente inviata da caostotale23 (Messaggio 266933)
Non ami la commedia dell'arte??? Allora non puoi apprezzare fino in fondo i migliori commediografi italiani del XX secolo secondo me! (sai Pirandello, Scarpetta, Vinni, De Filippo, Bardellino, Fò, e tutti gli altri...)
Mah...certo che sei strana historie?

anke io amo poco la commedia dell'arte...
per esempio, sono andato a vedere qualche opera lirica qualche volta in passato. xo senza un maestro, senza un qualcuno ke ti guida nelle pighe di quello ke il libretto non dice...non c'è nessun gusto

Intro-spettivo 04-12-2009 23:28

Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
 
Quote:

Originariamente inviata da cAlien (Messaggio 266908)
secondo me esiste anche il punto del non ritorno, o la disfunzione incurabile e solo tamponabile, o manco quello

questo non lo so...nn lo so proprio...xo lo si può vedere solo provando, no?
in ke caso si ha un punto di non ritorno? Io ipotizzo solo in caso di colpe esagerate da cui oggettivamente non si può guarire xke ti senti troppo indegno di vivere...altrimenti quando? per troppo dolore c'è il suicidio, ma se ti dessero la possibilità forse saresti anke contento...boh

idee? esperienze? studi certi?

cAlien 04-12-2009 23:32

Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
 
non è solo il rippaggio il punto del non ritorno, è ad esempio quello che hai detto, esser troppo indietro, vuoi x trovarti un lavoro, vuoi x trovarti una ragazza ecc...
il che vuol dire ricalibrare gli obiettivi, bisogna essere realisti e sapere cosa è fattibile e cosa no

Intro-spettivo 04-12-2009 23:35

Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
 
esatto...beh non la vedo così tragica. in ambito lavorativo capisco, in ambito amici e ragazza no: le persone nell'anima fortunatamente non avanzano con la tecnica

cAlien 04-12-2009 23:42

Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
 
invece anche x la ragazza è tragica se superi la soglia, soprattutto se non la cerchi qui (quindi una messa male come te)... gli amici ancora ancora

Intro-spettivo 04-12-2009 23:45

Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
 
Quote:

Originariamente inviata da cAlien (Messaggio 266964)
invece anche x la ragazza è tragica se superi la soglia, soprattutto se non la cerchi qui (quindi una messa male come te)... gli amici ancora ancora

non so...non ho ben capito a cosa servono le ragazze. ma so a cosa serve l'amicizia (tutta).

Intro-spettivo 04-12-2009 23:46

Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
 
Quote:

Originariamente inviata da cAlien (Messaggio 266964)
invece anche x la ragazza è tragica se superi la soglia, soprattutto se non la cerchi qui (quindi una messa male come te)... gli amici ancora ancora

tu quindi per soglia intendi distanza dai normali...eh ma uomo...ke te frega. se pensi a quello ciao. bene ke ti vada vivi di merda con te stesso

cAlien 04-12-2009 23:47

Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
 
no, distanza da quello che vuoi, che può anche essere una vita normale

ps ma non dovevi uscire ce soir? :)

uffolo 04-12-2009 23:49

Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
 
Quote:

Originariamente inviata da cAlien (Messaggio 266887)
affermazione discutibile, dato che nello stesso dsm c'è scritto "...i soggetti riconoscono che la paura è irrazionale...", riguardo alla nobile fobia sociale (rima)

Soggettivizzi una cosa da oggettivizzare :)

Intro-spettivo 04-12-2009 23:53

Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
 
Quote:

Originariamente inviata da cAlien (Messaggio 266969)
no, distanza da quello che vuoi, che può anche essere una vita normale

ps ma non dovevi uscire ce soir? :)

sto uscendo ora...

Intro-spettivo 05-12-2009 00:10

Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
 
Quote:

Originariamente inviata da cAlien (Messaggio 266969)
no, distanza da quello che vuoi, che può anche essere una vita normale

ps ma non dovevi uscire ce soir? :)

beh comunque non se po' fà per definizione questa cosa. a meno ke non ti stressi e quindi rischi il cedimento delle forze con tutte le conseguenze del caso (tra cui le paranoie ke possono arrivare anke alla fobia sociale di quando ti metti in testa ke per essere devi essere perfetto, quindi hai paura). insomma, meglio essere sé stessi, a meno di forzature indribblabili, come diceva il carissimo di prima sul lavoro di cui ora ora non leggo né vedo il nome

Nick 05-12-2009 00:31

Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
 
Quote:

Originariamente inviata da Intro-spettivo (Messaggio 266937)
cazzo nick...mi sembra di aver letto un libro, si capisce, bravo.

per quanto riguarda la capoccia la "scienza della testa" per me è inutile in maniera totale. il cervello lavora in concomitanza coi rapporti, i valori etc etc, quando si inizia a parlare di isolamento della persona per studiare dove nel suo cervello qualcosa non va...mi spiace ma mi sa tanto di cagata o inculata. vorrei sapere quanti guariscono così e quanti invece tornano a vivere dopo un modello o troppo libero di educazione o troppo repressivo. questi 2 estremi sono il male. i fobici in particolare sono troppo schiacciati, ma ovviamente nella vita si possono legare anke situazioni nelle quali la famiglia non esiste e quindi uno è rabbioso e così via. se uno sviluppa per questo sintomi ke cadono nel DSM, cali, come li risolve? con i farmaci?

Beh non sono un terapeuta e non conosco Cali, ma se il sintomo impedisce la vita a volte il farmaco è necessario.

Alleggerire i sintomi non può che migliorare le cose se contemporaneamente continui a lavorare su te stesso.
Certo l'ideale sarebbe trovarsi o costruirsi una situazione adatta a te, ma non è facile per niente e non basta mica la volontà per farlo. E comunque non basterebbe, c'è chi nelle migliori condizioni continua a stare male e a farsi del male.

Poi io, ed è solo una mia opinione, ritengo la psicanalisi, assolutamente inadatta alla risoluzione pratica di certi problemi.
L'ho fatta per 5 anni, e non dico che non mi sia servita a nulla, perchè vabbè la consapevolezza delle cause mi è rimasta, ma i sintomi si sono alleviati solo con i farmaci.
Con questo non voglio dire che i farmaci risolvano tutto, manco per niente.

Devo ancora lavorare duramente sulla mia "forma mentis" e non per aderire ad un modello di società in cui, credimi, io proprio non mi riconosco ma per non esserne schiacciato che è diverso.

Non ho capito bene a cosa ti riferisci quando parli della "scienza della testa", psicologia, psicanalisi, psichiatria, neuroscienze, tutte quante?
La psicologia non è una scienza, partiamo innanzitutto da questo, se ti riferisci alla psichiatria posso solo dire che ho troppe esperienze reali che mi confermano che con una psichiatria democratica e responsabile si guarisce, o perlomeno si riesce a convivere, anche da cose peggiori della sociofobia.

Ma appunto, questa è la mia esperienza che probabilmente sarà determinata dall'aver incrociato un pessimo psicanalista e un ottimo psichiatra, se mi capitava l'opposto forse ora avrei detto il contrario di quanto ho sostenuto.

Sono da sempre un materialista, per quanto non integralista e quindi tendo a dare più importanza al cervello che alla psiche, che esiste sì ma come incontro tra l'epifenomeno del cervello (chiamiamolo "mente") e l'ambiente.
Sull'ambiente non sempre si può agire direttamente almeno non a livello individuale, mentre sul cervello ora si può e sempre meglio.

cAlien 05-12-2009 00:39

Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
 
Quote:

Originariamente inviata da Nick (Messaggio 267000)
Beh non sono un terapeuta e non conosco Cali, ma se il sintomo impedisce la vita a volte il farmaco è necessario.

nel mio caso ho trovato una via alternativa che ha funzionato alla grande
anche se ogni tanto son tentato di ricomprare la bomba

Nick 05-12-2009 00:40

Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
 
Quote:

Originariamente inviata da cAlien (Messaggio 267009)
nel mio caso ho trovato una via alternativa che ha funzionato alla grande
anche se ogni tanto son tentato di ricomprare la bomba

ma che è 'sta bomba?:confused:

cAlien 05-12-2009 00:47

Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
 
un semplice ansiolitico

ma vagli a dire qualcosa nel topic dell'alcool che son diseducativissimi, cribbios (cit.) :)

Intro-spettivo 05-12-2009 06:54

Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
 
Quote:

Originariamente inviata da cAlien (Messaggio 267019)
un semplice ansiolitico

ma vagli a dire qualcosa nel topic dell'alcool che son diseducativissimi, cribbios (cit.) :)

ti aiuta a estroversare?
a me hanno detto per esempio della modalina. la modalina è il bene. beh comunque a parte questo...funzionano così i farmaci?

Ciko 05-12-2009 08:54

Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
 
Allora non vedo un tema di discussione concreto!
Visto che qui si dovrebbe parlare di "cultura" per approfondire, propongo di iniziare a meditare su un concetto cardine di noi: che cosa è la MENTE? Cosa intendiamo o percepiamo quando parliamo di questo concetto.
Intanto ricordiamo cosa ci suggerisce l'etimologia
della parola MENTE: www.etimo.it/?term=Mente&find=Cerca

Intro-spettivo 05-12-2009 09:10

Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
 
io per cultura intendevo proprio cultura popolare o cultura mentale. insomma lo sbroglio dei conflitti. era un tentativo, insomma, un autoaiuto concreto.

mi è venuto in mente questo thread proprio xke fidel, nel resto del forum non è molto facile parlare seriamente di cultura...cultura intendo quello ke ci sta intorno! Parlare insomma, criticare! Rendersi conto di cosa si è rispetto all'esperienza fatta. E qui non è un cazzo facile xke di riffa o di raffa si va a parlare e agire quasi nelle stesse modalità ke fuori.
Per esempio, visto ke magari è un argomento ke interessa tutti e ribadisco: la rabbia. ha aperto un thread nothing87 l'altra sera sulla rabbia. se n'è discusso? a parte come gestirla etc etc...si è entrato nel merito? secondo me se non si entra nel merito non si ha la possibilità di sbrogliare. per esempio voi contro cosa siete arrabbiati?

secondo me "la cultura" come è intesa normalmente, in casi di rabbia grave o tossica semplicemente è slittata, a me capita così. ho un blocco così forte ke faccio sinceramente fatica ad accettare praticamente qualunque tipo anche solo di consiglio. a livelli così la cultura può essere usata come riempimento passionale dei buchi lasciati dlla rabbia ke non serve +, insomma investimento emotivo. v'è capì?

insomma: new entry va dallo psico? qualcun altro va dallo psico? ecco ke parlando qui sarebbe un po' come andare dallo psico...poi c'è qualcuno ke dice ke non funziona xke noi non siamo psicologi...io dico ke già intuitivamente possiamo capire da dove arrivano i nostri casini...certo ke uno SANO ci vuole xo.... questo si.

alla ricerca del sanone :)

Intro-spettivo 05-12-2009 09:18

Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
 
oppure altra cosa: continuo a parlare di individualismo ed egoismo in moltissimi post (paura anticipatoria del prossimo/cultura della schifezza umana, pregiudizio, fobia delle emozioni -sociali, non mi andate a tirare fuori cazzate- come i complimenti) contro il concetto di comunità (certamente + difficile da regolare). xke non se n'è mai discusso di più? è troppo difficile? eppure è il concetto cardine su cui si basa lo star male di testa e causa di principale lamento qui. ipocrisia, cinismo, cattiveria verso l'altro ke se no attacca.

su questo cosa dite?

Intro-spettivo 05-12-2009 09:30

Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
 
Questo per esempio mi pare almeno valutabile:
La fobia delle emozioni positive si realizza allorché esse vengono significate come dimensioni di vergognosa e patetica debolezza, la cui espressione comportamentale si associa alla minaccia di rimanere inclusi nei rapporti, subordinati agli altri e/o preda di essi. Tale significazione spesso è cosciente, ideologizzata alla luce della legge del più forte, e sovrastrutturata da un ideale dell'io insensibile, egoista, cinico e talora sadico. Esiste però una quota di soggetti, molto più rilevante, la cui fobia, coscientemente misconosciuta, è attestata dall'organizzazione della vita soggettiva e relazionale sul registro dell'ipercontrollo degli affetti, da vissuti di solitudine, incapacità di rapporto significativo, ipo- o anestesia emozionale, affettiva e/o sessuale, senso di vuoto e di insoddisfazione, o, infine, da sintomi quali capogiri, vertigini e senso di sbandamento, tremori visibili alle mani o interni, ecc. In breve, quando la fobia delle emozioni è soggettivamente rimossa, essa si traduce o nell'incapacità di lasciarle scorrere, con effetti che vanno dall'isolamento ossessivo alla depressione più o meno mascherata da disinvestimento, o in una somatizzazione che ne attesta inequivocabilmente la natura squilibrante, incontrollabile e meramente negativa. In quest'ultimo caso, l'esperienza psicopatologica può configurarsi sotto forma isterica, ipocondriaca o fobica (per es. fobia di arrossire, di vomitare, di perdere le feci, ecc.) con indefinite possibilità di combinazioni e condensazioni tra queste forme.

Anche nel caso della fobia delle emozioni positive è in gioco un pregiudizio culturale. Tali emozioni, infatti, sistematicamente alimentate dalle istituzioni pedagogiche in nome del mito dell'armonia, e che catturano i soggetti più sensibili nel ruolo di bambini-modello, non sono affatto valutate positivamente a livello di vita sociale dall'adolescenza in poi. La nostra cultura, nonostante le forti influenze del cristianesimo, è ormai impregnata del mito dell'affermazione individuale che comporta la necessità di essere competitivi e aggressivi nei limiti della legalità. Tutti coloro che giungono all'interazione con il mondo sociale avendo alle spalle una pratica di vita incentrata sul mito dell'armonia, e quindi con una quota rilevante di frustrazione del bisogno di opposizione, si vengono a trovare in una situazione critica. Alcuni, come si è visto, radicalizzano la loro virtù, superegoicamente imposta, sviluppando un ideale dell'io che la conferma. Altri scoprono traumaticamente di essere stati ingannati in nome della loro sensibilità e giungono ad odiarla e disprezzarla, sovrapponendo ad essa un ideale dell'io antitetico.

Si dà anche un'altra possibilità. La diffusione della legge del più forte investe ormai anche alcune famiglie che ispirano l'educazione ad un modello pseudo-autonomizzante che non concede molto spazio ai bisogni affettivi e subordina le conferme all'espressione di comportamenti precoci di indipendenza e di competitività. In questi spazi, senza alcuna consapevolezza da parte degli educatori, si realizza una vera e propria persecuzione degli affetti. Ciò può dar luogo sia ad una reazione oppositiva sul registro della dipendenza e della rivendicazione perpetua di cure sia ad una reazione orgogliosa che comporta l'adesione al modello pseudo-autonomizzante e, nel corso degli anni, lo sviluppo di un ideale dell'io autosufficiente e chiuso agli affetti.

La diffusione della legge del più forte nel nostro contesto culturale ha una particolare incidenza a livello di psicopatologia giovanile. In conseguenza di essa, infatti, si realizza, a partire dai livelli di socializzazione scolari, una vera e propria "persecuzione" dei bambini dotati di una viva sensibilità sociale che, alimentata spesso dalle aspettative genitoriali di un comportamento precocemente maturo, si ritrovano ad essere confermati dagli adulti ma derisi, prevaricati e talora attaccati dai coetanei. A tale situazione, parecchi di essi reagiscono con un odio sociale che, preso atto della cattiveria del mondo e dell’inerzia degli adulti ad intervenire correggendo le ingiustizie, si trasforma spesso in un odio cieco e indifferenziato, destinato, dall’adolescenza in poi, ad esitare in una catastrofe psicopatologica.
qualcuno si trova?

Intro-spettivo 05-12-2009 09:37

Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
 
comunque io sono anche convinto di una cosa: trovarsi male con le emozioni e sperare di non averne niente a ke fare secondo me è indice ke si è presa una grossa delusione. proprio nella delusione quindi si può vedere un attaccamento affettivo nei confronti di qualcosa di idealizzato o desiderato (quindi cazzo affettivo e pure al massimo grado!) ke però è andato deluso. quindi, detto papale papale, magari, noi (i nostri sogni) ke giocoforza hanno dovuto prendere un'altra strada (rabbia? indurimento? reinvestimento di ugual colore da un'altra parte? kiusura?)

Intro-spettivo 05-12-2009 09:40

Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
 
anke questo lo ritengo molto importante...sono un po' lunghetti ma dicono grandi verità, se uno ci si trova dentro è molto commovente

http://www.nilalienum.it/Sezioni/Agg...oversione.html

MohamedCali 05-12-2009 12:17

Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
 
la cultura è soggettiva (cit.), ciò che è cultura per qualcuno, può essere aria fritta per altri, difficile trovare un punto d'accordo

Nick 05-12-2009 12:24

Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
 
Quote:

Originariamente inviata da Intro-spettivo (Messaggio 267109)
Questo per esempio mi pare almeno valutabile:

qualcuno si trova?

Ma sì, mi ci trovo.
Il problema è che non è una situazione che noi possiamo cambiare a meno di non creare una comune, un falanstero o mettere in atto una rivoluzione.
Però fai bene a parlarne e hai fatto bene a postare.
Chi è l'autore del primo articolo?

Intro-spettivo 05-12-2009 19:10

Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
 
Quote:

Originariamente inviata da MohamedCali (Messaggio 267137)
la cultura è soggettiva (cit.), ciò che è cultura per qualcuno, può essere aria fritta per altri, difficile trovare un punto d'accordo

mo si inizia a parlare e un punto lo si trova, vedrai...
sei bravo te coi bastoni eh?!

historie d'O 05-12-2009 19:13

Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
 
allora la vita vissuta......le esperienze sono formative o deformanti?


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