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-   -   Meccanismi tipici del disturbo evitante. (https://fobiasociale.com/meccanismi-tipici-del-disturbo-evitante-10954/)

brontolone 05-07-2009 15:25

Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
 
io sono un disastro, che sfiga maledetta :(

morningsheep 06-07-2009 00:53

Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
 
• Manipolare qualcuno perché faccia qualcosa al posto tuo.
• Senso di colpa sistematico.
• Tentativo di colmare il vuoto affettivo con musica/arte/robecreative.
• Lasciare che le situazioni scorrano guardando come vanno a finire senza prendere una decisione (subire gli eventi).
• Far del male sistematicamente una persona che ti ama.
• Filtrare mentalmente ogni possibile risposta in un dialogo e scegliere quella migliore in base all'effetto che si vuol fare all'interlocutore.
• Le deformazioni della necessità di essere accettati.
• L'imbarazzo verso il mondo.
• Appoggiarsi alla presenza di qualcuno fidato e nascita di una sorta di dipendenza molto profonda.
• Declinare inviti mondani, avanzando ipotesi di inutilità o, peggio ancora, evidenziando il basso livello sociale/intellettivo di TUTTI i presenti (che non corrisponde a realtà), senza esclusione di nessuno.
• Farsi prendere da malori improvvisi (non so se consci o inconsci) che non permettono di compiere azioni evidentemente ansiogene per il soggetto.
• Essere eternamente insoddisfatti.
• Non riuscire a cogliere la realtà per quella che è effettivamente e, quindi, non viverla veramente.
• Non saper amare e non riuscire ad avere la percezione di essere amati.
• Non vivere intimamente e profondamente qualsiasi rapporto, soprattutto quello di coppia.
• Cercare a tutti i costi di non farsi ritrarre in alcun modo (es. farsi fotografare, farsi videoregistrare, ecc.).

MoonwatcherIII 06-07-2009 01:02

Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
 
Boh, non mi riconosco proprio in tutti. Ma li hai scritti tu o vengono da qualche testo di psicologia? Quando c'ho voglia magari scrivo in quali mi riconosco e in quali no.

animaSola 06-07-2009 01:07

Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
 
• Senso di colpa sistematico.
• Tentativo di colmare il vuoto affettivo con musica/arte/robecreative.(no con altro)
• Le deformazioni della necessità di essere accettati.
• L'imbarazzo verso il mondo.
• Appoggiarsi alla presenza di qualcuno fidato e nascita di una sorta di dipendenza molto profonda. questa è la mia
• Declinare inviti mondani, avanzando ipotesi di inutilità
• Farsi prendere da malori improvvisi (non so se consci o inconsci) che non permettono di compiere azioni evidentemente ansiogene per il soggetto.(l'avevo fino qualche anno fà)
• Essere eternamente insoddisfatti.
• Non riuscire a cogliere la realtà per quella che è effettivamente e, quindi, non viverla veramente.
• Non saper amare e non riuscire ad avere la percezione di essere amati.(la seconda soprattutto)
• Non vivere intimamente e profondamente qualsiasi rapporto, soprattutto quello di coppia.
• Cercare a tutti i costi di non farsi ritrarre in alcun modo (es. farsi fotografare, farsi videoregistrare, ecc.)(dipende dall'umore)

Bhe direi che le ho praticamente tutte.

morningsheep 06-07-2009 10:27

Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
 
Quote:

Originariamente inviata da moon-watcher (Messaggio 204436)
Boh, non mi riconosco proprio in tutti. Ma li hai scritti tu o vengono da qualche testo di psicologia? Quando c'ho voglia magari scrivo in quali mi riconosco e in quali no.

Li ha scritti chi ha risposto a questo topic, se ne hai altri da suggerire...

morningsheep 06-07-2009 10:28

Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
 
Quote:

Originariamente inviata da animaSola (Messaggio 204440)

Bhe direi che le ho praticamente tutte.


Eh, adesso bisogna pensare al modo di sovvertirne qualcuno, si accettano suggerimenti...

animaSola 06-07-2009 10:38

Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
 
Possiamo provare a dare per ognuno di queste situazioni/atteggiamenti una risposta razionale..che dici?...(io provo cn le mie, essendo che le altre nn avendole mi è difficile motivarle)

morningsheep 06-07-2009 10:48

Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
 
Si, secondo me la presa di coscienza e l'opposizione razionale sono un buon metodo: se questi meccanismi vengono riconosciuti nel momento in cui sono in atto, e vi si oppone un pensiero razionale, di sicuro è già qualcosa.

animaSola 06-07-2009 11:13

Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
 
• Senso di colpa sistematico.
Fatico a dare una spiegazione al senso di colpa,è da quando sn piccina che questa sensazione non mi abbandona mai, penso sia nato tutto dal tipo di educazione che mi è stata impartita.Mia madre voleva che fossi una determinata tipologia di persona,e non è mai mancata nel farmi sentire la sua disapprovazione e la sua delusione per cio che son stata.
• Tentativo di colmare il vuoto affettivo con musica/arte/robecreativeAnche questo atteggiamento penso sia nato in una fascia di età molto giovane,e sempre a causa di un ambiente familiare poco piacevole, madre troppo esigente e nevrotica e padre assente

• Le deformazioni della necessità di essere accettati.
Idem come sopra(w la fantasia:D)sentendomi un pesce fuor d'acqua per fino a casa mia,la necessità di esser accettata era diventata indispensabile.


• L'imbarazzo verso il mondo.
Si cresce con questo tipo di imbarazzo perchè probabilmente non cè mai stato nessuno che ti ha elargito dell'amore vero e un senso di appartenenza verso qualcosa.


• Appoggiarsi alla presenza di qualcuno fidato e nascita di una sorta di dipendenza molto profonda. Questo atteggiamento l'ho partorito solo da pochi anni,ma probabilmente è nato molto prima e rimasto sepolto x tanto tempo... penso nasca sempre dalla mancanza di affetto e protezione.o dalla mancanza di una guida...nei momenti fondamentali della vita.qualcuno che piuttoosto che criticarti in continuazione, cerca di spronarti e tirar fuori il meglio delle tue qualità.


• Declinare inviti mondani, avanzando ipotesi di inutilità
Ovviamente declino perchè non mi sento all'altezza di una situazione,con la paura di esser giudicata e ferita anche attraverso delle piccole cose.Esempio, non esco cn un vecchio/a amica, perchè ho sempre il timore che faccia caso a ogni mia piccola mancanza o difetto soprattutto.


• Farsi prendere da malori improvvisi (non so se consci o inconsci) che non permettono di compiere azioni evidentemente ansiogene per il soggettoQuesta cosa l'ho messa in atto gia a 1anno e mezzo di età, se venivo sgridata o punita x qualcosa, mi facevo venire un malore..motivazione: fatico ad esternare le mie emozioni e soffocandole cosi profondamente successivamente le sfogo attraverso delle vere e proprie sintomatologie fisiche.(ora nn accade piu x fortuna)



• Essere eternamente insoddisfatti.

Sono una perfezionista, quindi automaticamente fatico ad accontentarmi.


• Non riuscire a cogliere la realtà per quella che è effettivamente e, quindi, non viverla veramente.

Mah io ho anche il disturbo di attacchi di panico, e soffrendo di derealizzazione, è normale che la realtà x me è sempre distorta...Poi x quel che sò questo disturbo si manifesta x fuggire agli eventi...creando una realtà parallela dove rifugiarsi...e proteggersi


• Non saper amare e non riuscire ad avere la percezione di essere amati.(Farei fatica a sentirmi amata se per 28 anni della mia vita ho ingoiato solo insulti e giudizi..kmq questo è un tasto delicato e dovrei scrivere un capitolo a parte, che qui nn mi và di certo di farlo.


• Non vivere intimamente e profondamente qualsiasi rapporto, soprattutto quello di coppia.
Se ho un grosso timore...è quello di esser abbandonata.e quindi inconsciamente fuggo da ciò che potrei amare intensamente perchè ho la consapevolezza che allo stesso tempo, cio potrebbe distruggermi

Penso ci sia poco da razionalizzare....come al solito è colpa di mia madre.che nn ha saputo ne amarmi, ne proteggermi e ne farmi crescere senza farmi sentire nè diversa e nè sbagliata soprattutto.

morningsheep 06-07-2009 11:23

Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
 
E quindi secondo te per porre un contrasto a queste cose come bisogna fare? Come si fa a modificare convinzioni, sentimenti, meccanismi così radicati?

animaSola 06-07-2009 11:30

Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
 
Purtoppo si può intervenire solo sul presente , quindi penso che la strada per uscirne sia attraverso il perdono verso se stessi e verso chi ti ha causato tutto ciò...per ristabilire una sorta di equilibrio che può elargire un pò di amor proprio....ma in tutta sincerità non ne conosco i mezzi., son talmente incazzata verso cio che mi è stato tolto che lo rivoglio indietro cn tutti gli interessi, peccato che viviamo in un mondo dove la maggior parte delle persone sono egoiste e false...quindi per star bene o si diventa come loro...o si impara a fregarsene accantonando tanti bei sogni e vivendo solo di rapporti superficiali ed effimeri.

illusione 06-07-2009 14:41

Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
 
Quote:

Originariamente inviata da morningsheep (Messaggio 204495)
Eh, adesso bisogna pensare al modo di sovvertirne qualcuno, si accettano suggerimenti...

si, esiste....mettersi nella bara ed attendere il lieto evento...ahahahahahh

morningsheep 06-07-2009 15:01

Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
 
Quote:

Originariamente inviata da illusione (Messaggio 204583)
si, esiste....mettersi nella bara ed attendere il lieto evento...ahahahahahh

Grazie per l'incoraggiamento cara.

illusione 06-07-2009 16:23

Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
 
Quote:

Originariamente inviata da morningsheep (Messaggio 204597)
Grazie per l'incoraggiamento cara.

e' ovvio che scherzavo. bisogna seguire terapie mediche specifiche a tutti i costi, con l'appoggio dei famigliari

MoonwatcherIII 06-07-2009 16:35

Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
 
Quote:

Originariamente inviata da illusione (Messaggio 204583)
si, esiste....mettersi nella bara ed attendere il lieto evento...ahahahahahh

E' quello che hanno fatto i miei genitori, né più né meno.
E non scherzo.
E vorrebbero lo facessi anch'io insieme a loro. :mad:

morningsheep 07-07-2009 19:00

Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
 
Questo testo tratta di norme generali per trattare i disturbi della personalità:

"Il trattamento di elezione è una psicoterapia cognitiva a lungo termine. Nell’ambito dello sviluppo della terapia cognitiva, infatti, sono stati messi a punto efficaci programmi di trattamento per i più comuni disturbi di personalità.
Il trattamento è volto ad individuare non solo i comportamenti disfunzionali, ma anche il tessuto di cognizioni, aspetti affettivi e strategie che caratterizzano il disturbo. Si tratta dell’analisi approfondita della struttura disadattiva del paziente che si riflette nel suo modo di pensare, agire, provare emozioni, fronteggiare i problemi. Fondamentale è l’analisi degli schemi di base o profondi (core schema).
Lo scopo dell’analisi della struttura è quello di modificarla. Il trattamento dei disturbi di personalità deve implicare di necessità la modificazione degli schemi disturbanti o disadattivi che sono convinzioni perduranti, inflessibili e pervasive su di sé e sul mondo e che influenzano fortemente i pensieri, le credenze e i comportamenti.
Gli scopi della terapia e il processo di cambiamento richiedono:

- che la struttura disadattiva venga abbandonata;
- che venga adottata una struttura maggiormente adattiva;
- che la nuova struttura si generalizzi nei pensieri, nei modi di provare emozioni, nei comportamenti, e sia mantenuta nel tempo."

maia 02-08-2009 13:55

Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
 
Per me il disturbo evitante si autoalimenta. Più eviti, più aumenta il bisogno di evitare.
E ci sono stimoli che rendono le situazioni invitanti che bisogna aumentare per contrastare l'evitamento.
Perché, almeno io, non è che evito quello che non mi piace davvero fare, nel caso non ci sarebbe nessun problema. Io evito situazioni che in realtà vorrei vivere o che dovrei vivere per avere una vita normale.

Ho ripreso l'università. So che se iniziassi a non dare un esame, finirei per non darne più nessuno, o che potrei rimanere bloccata per una questione burocratica perché telefonare, andare in segreteria eccetera sono scogli. Quindi prima di tutto mi sono autoimposta una disciplina ferrea. Se diventa un'abitudine che non crea troppi scossoni si può sostenere meglio, non si sente il disturbo di evitare. Frequento le lezioni, sedermi vicino a gruppetti di persone e attaccare bottone non è proprio da me. Vado mi siedo bene o male sempre allo stesso posto e mi porto qualcosa da leggere per le pause se non ho nessuno con cui parlare. Il mio obiettivo non è socializzare, ma imparare. Sono sempre stata brava nello studio, le materie mi interessano. Cerco di fregarmene di come appaio dal di fuori (anche se mi arrivano alla mente strane paranoie, non le ascolto). Faccio domande ai prof, rispondo alle loro. Se ho sonno mi vado a prendere un caffè. Se mi sento un po' giù chiamo il mio ragazzo per sentire un po' di conforto.
E stranamente, molto più che se l'avessi cercato, alcune persone si avvicinano, chi si siede nella stessa zona dell'aula inizia a parlarmi. Riesco a farlo tranquillamente perché non mi aspetto nulla. Agli esami prendo ottimi voti (e te credo, sono un'invasata modello perfetta studentessa, perché devo evitare motivi a cui il mio evitamento potrebbe appigliarsi per farmi mollare tutto). Prendere bei voti fa bene all'autostima, e mi innesca desiderio di continuare a impegnarmi. Come risultato di questo atteggiamento sono riuscita a far passare il primo anno non restando indietro, con una media perfetta, ho conosciuto alcune persone a cui chiedere eventualmente aiuti per questioni di università o per chiacchierare fra una lezione e un'altra. Se avessi investito l'università di troppe aspettative sociali, mi sarei rintanata a casa non ottenendo nulla.

Nel lavoro ho finalmente capito diavolo mi piace fare: lavorare con i bambini. E' emotivamente piacevole perché si hanno relazioni, non si sta tutto il tempo seduti, non si deve telefonare (cosa che odio), ma instaurare relazioni con i bambini è più semplice, è spontaneo e si può essere se stessi senza paranoie. Ci si stanca mortalmente cosa che evita di far rimuginare troppo a lungo. Si hanno un sacco di soddisfazioni perché anche i bambini più terribili sono dolcissimi in certe situazioni. Si osservano i rapporti che si instaurano fra di loro, i vari caratteri e si può pure cercare di aiutare i più chiusi e timidi, sapendo come non ferirli. (Ho sentito qualche educatore dire a una bambina, ma sei muta? Arghhhh. Perché non vuoi mai giocare con gli altri? Arghhhh.).
La passione in quello che faccio è uno stimolo a riuscire a gestire anche la parte del lavoro meno piacevole, quella con gli adulti, con i capi, i contatti vari e i colloqui se si è precari.

Socialmente ho la fortuna di avere un ragazzo e qualche amico che bontà sua mi regge anche per come sono, anche se non propongo, anche se spesso rifuggo. Mi appoggio molto a loro. Non ho ancora trovato uno stimolo per superare le paranoie in questo campo.

MiRuina 02-08-2009 14:20

Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
 
sono praticamente vittima di questo sintomo con conseguente senso di colpa :

• Appoggiarsi alla presenza di qualcuno fidato e nascita di una sorta di dipendenza molto profonda.



Adesso mi sta capitano di uscire con una persona che conosco poco , che mi da senso di instabilità e assolutamente nessuna sicurezza di conseguenza il mio corpo la mia mente SI ATTIVA...
non so se mi spiego.
Sono più presente perchè il mio corpo capisce che la situazione lo richiede.

calinero 09-03-2010 23:19

Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
 
quello che posta dopo di me non è evitante, piri pì

Moonwatcher 09-03-2010 23:26

Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
 
Quote:

Originariamente inviata da morningsheep (Messaggio 204047)
In primo luogo il disturbo evitante della personalità NON E' AFFATTO UNA VARIANTE ESTREMA DELLA FOBIA SOCIALE; poi sinceramente io non entro neanche nella tua logica del genere "che ha il dep è poco plausibile che faccia questo, è poco plausibile che faccia quello...".

Mi è stato diagnosticato il disturbo evitante da una psicoterapeuta, non da un sito internet, ed ho riportato la mia esperienza; quindi non è poco plausibile, è un fatto.

Un altro fatto è che ogni persona è differente, di conseguenza i disturbi psichici agiscono in modo diverso su ognuno; la tua è una logica che non porta da nessuna parte.

Ma allora, se i disturbi psicologici agiscono su ogni persona in modo diverso, non ha neanche molto senso questa affermazione che vorrebbe che influiscano in generale sul tradimento :):

Quote:

Originariamente inviata da morningsheep (Messaggio 203693)
Io ho tradito puntualmente tutte le ragazze con cui sono stato da quando ho questo disturbo, non so se sia proprio una caratteristica specifica, ma di sicuro il disturbo influisce.


Moonwatcher 09-03-2010 23:31

Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
 
Quote:

Originariamente inviata da calinero (Messaggio 303389)
quello che posta dopo di me non è evitante, piri pì

E' una questione controversa che per quanto mi riguarda può restare irrisolta. :)

calinero 09-03-2010 23:32

Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
 
un evitante non organizza raduni (cit.) :)

Moonwatcher 09-03-2010 23:35

Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
 
E invece ha dozzine di fidanzate che puntualmente tradisce? (cit.) :)

calinero 09-03-2010 23:40

Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
 
no, perchè conosci qualche evitante che ha dozzine di fidanzate? ;)

Moonwatcher 09-03-2010 23:47

Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
 
Quello che ha aperto questo topic. ;)

calinero 09-03-2010 23:49

Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
 
mmm allora mi sa che non era molto evitante, oppure è come la timidezza selettiva del maestro, no study, no work, si girl :D
sono gravi mutazioni genetiche dal ceppo originale, poverini loro :D :D

Moonwatcher 10-03-2010 12:39

Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
 
Quote:

Originariamente inviata da shady74 (Messaggio 303478)
Bella questa! L'evitante con dozzine di fidanzate... presentatemelo!:D

L'autore di questo topic, e non credo di violare la sua privacy, l'aveva scritto più volte che lui non aveva problemi con le ragazze. :)

D'altra parte non vorrei sminuire le sofferenze altrui, lui soffriva sicuramente di un grande disagio e di un fortissimo disturbo ansioso nello stare tra gli altri e non mi sognerei di liquidare i suoi problemi dicendo che non aveva voglia di studiare o di lavorare ma solo di andare dietro alle ragazze. Non era affatto timido, o pochissimo se proprio vogliamo, questo è il punto. Buon per lui! :D

Moonwatcher 10-03-2010 12:50

Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
 
Quote:

Originariamente inviata da shady74 (Messaggio 303480)
Per me il DEP è il disagio estremo a stare con gli altri... non avere niente da dire, non riuscire a scherzare, sentirsi inferiore agli altri e soprattutto non aprire bocca per paura di essere deriso o addirittura non essere preso in considerazione, quasi come se non esistessi.
Poi ovviamente la repulsione per tutti i luoghi di ritrovo.

E se uno prova un disagio estremo nello stare con gli altri ma riesce a scherzare ed esternamente sembra naturale? Oppure se viceversa non prova molto disagio ma semplicemente non ha proprio niente da dire? (cit.)

Da quanto ho capito sinora gli psicologi per le loro classificazioni (che lasciano comunque il tempo che trovano), si basano più sui meccanismi mentali, sugli aspetti cognitivi, mentre noi profani ci concentriamo più sugli aspetti comportamentali. Le incomprensioni e le ambiguità a mio avviso nascono da ciò. :)

Vento-del-Sud 10-03-2010 15:06

Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
 
Quote:

Originariamente inviata da shady74 (Messaggio 303480)
Per me il DEP è il disagio estremo a stare con gli altri... non avere niente da dire, non riuscire a scherzare, sentirsi inferiore agli altri e soprattutto non aprire bocca per paura di essere deriso o addirittura non essere preso in considerazione, quasi come se non esistessi.
Poi ovviamente la repulsione per tutti i luoghi di ritrovo.

Mi sembra che per un evitante questi comportamenti non subentrano qualora si trovi ad interagire con persone conosciute e "selezionate". :)

Who_by_fire 10-03-2010 18:23

Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
 
Quote:

Originariamente inviata da maia (Messaggio 213596)
Socialmente ho la fortuna di avere un ragazzo e qualche amico che bontà sua mi regge anche per come sono, anche se non propongo, anche se spesso rifuggo. Mi appoggio molto a loro.

Very fortunata! :thumbup:

Pensa a chi non ha niente...

Comunque, cara maia, da quello che hai scritto penso che tu abbia un'ottima qualità: la determinazione.

dep 04-04-2010 11:51

Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
 
Quote:

Originariamente inviata da Vento-del-Sud (Messaggio 303520)
Mi sembra che per un evitante questi comportamenti non subentrano qualora si trovi ad interagire con persone conosciute e "selezionate". :)

confermo, anche io nella stessa barca purtroppo, sembra che da quando esiste il pc ed internet i casi siano in aumento... :sad:

il problema più grande per me è far diventare qualcuno "conosciuto e selezionato", al primo approccio mi sento davvero patetico, anche se mi trovo con persone conosciute, la sola presenza di una persona "estranea" mi fa ammutolire, e per tutto il momento che passa dall'estraneo al conosciuto avverto un disagio lacerante...

FobicJoe 04-04-2010 12:24

Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
 
Quote:

Originariamente inviata da Vento-del-Sud (Messaggio 303520)
Mi sembra che per un evitante questi comportamenti non subentrano qualora si trovi ad interagire con persone conosciute e "selezionate". :)

azz, vista così anche io sono very evit :eek:

Vento-del-Sud 04-04-2010 12:37

Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
 
Quote:

Originariamente inviata da FobicJoe (Messaggio 313873)
azz, vista così anche io sono very evit :eek:

Nella società della prima impressione noi usciamo alla distanza (cit.)

Comunque dicono tutti che a livello pratico tra atteggiamento evitante e quello fobico non ci sia granchè differenza, si tratterebbe di categorie concettuali astratte che descrivono atteggiamenti tipici di chi è timido a livelli patologici,confermi? :D

FobicJoe 04-04-2010 12:44

Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
 
si, la differenza è molto sottile
l'evitante però è quello che si crea le maggiori difese ed in teoria soffre di meno, perchè è talmente ritirato da non pensarci più, il fobico invece si ritrova di più invischiato nelle situazioni sociali e prova disagio
anche gli evitanti più ritirati (es una mia ex conoscente del foro) ogni tanto però rinsaviscono e sbroccano

Vento-del-Sud 04-04-2010 12:51

Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
 
Quote:

Originariamente inviata da FobicJoe (Messaggio 313894)
si, la differenza è molto sottile
l'evitante però è quello che si crea le maggiori difese ed in teoria soffre di meno, perchè è talmente ritirato da non pensarci più, il fobico invece si ritrova di più invischiato nelle situazioni sociali e prova disagio

L'evitante comunque desidera molto stringere relazioni sociali appaganti, ma forse proprio perchè si colloca fuori mercato le idealizza fortemente (nella sua fantasy) e si allontana ancor di più dalla realtà, mentre il fobico stando più a contatto con la gente (sia pur con mille patemi) sa che le relazioni sono per loro natura precarie e imperfette :sad:

Quote:

Originariamente inviata da FobicJoe (Messaggio 313894)
anche gli evitanti più ritirati (es una mia ex conoscente del foro) ogni tanto però rinsaviscono e sbroccano

Cioè?Cosa ha fatto?Di colpo s'è messa ad estroversare? :D

FobicJoe 04-04-2010 13:19

Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
 
no no, era solo un esempio di very evitant, ho perso i contatti, non so cosa faccia ora :)

dep 04-04-2010 23:10

Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
 
è un meccanismo tipico del disturbo evitante anche quello di far finta di uscire con amici, quando in realtà si esce da soli, per non fare brutta figura?
ogni tanto lo faccio quando alcuni amici mi danno buca e per non fare una brutta figura con i miei, esco lo stesso... :(

FobicJoe 04-04-2010 23:16

Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
 
bè l'evitante ha paura del giudizio degli altri, quindi si, potrebbe anche esssere

dep 04-04-2010 23:19

Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
 
già.. lo temevo.. :sad:

oppure il mio nuovo meccanismo di difesa: non apro un profilo su facebook per paura del confronto con gli altri...
molte persone che conosco (ma lo fanno praticamente tutti) sulla loro pagina mettono un sacco di foto di loro con amici, di feste, di scampagnate e molte persone vanno a commentare, in pratica fanno "sfoggio" della loro vita sociale attiva ed entusiasmante, io quindi non lo apro perchè dato che non potrei mettere nulla mi faccio mille seghe mentali su cosa gli altri potrebbero pensare di me...

e quando me lo chiedono dico semplicemente che mi scoccia perchè facebook è solo una moda passeggera che presto finirà, e io odio le mode... pur essendo conscio del fatto che se fossi dall'altro lato della barricata la penserei in maniera opposta.

vikingo 13-04-2010 14:41

Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
 
penso di essere evitante
,l'appogiarsi agli altri,lo scappare da molte situazioni,come oggi in palestra cerano un paio di persone che non mi piaceva come mi guardavano e ho chiuso prima l'allenamento perke non reggevo la situazione,il dire bugie e trovare sempre scuse,anchio il non saper amare,mostrare emozioni solo con persone fidate ma a volte neanche,il pensare spesso di non poter piacere alle donne proprio per le mie incapacita sociali e per la mia magrezza,il timore di affrontare e trovarmi in cose mai fatte,quindi rigugiarmi in cose che conosco e in persone conosciute rispetto alle sconosciute....
il sentirmi a volte superiore incosciamente e il legarmi a persone simili a me,per pregiudizi mentali su altri tipi di persone magari per bene,ma reputate cattive dalla mia struttura mentale....e la perenne sensazione di essere desinato alla solitudine,per via delle parnaoie,la sensibilta,il mistero che mi circonda...
il collegarmi poco a facebook anche per paura di essere giudicato perke ho poche foto ecc..e mille altri comportamenti...
penso che tornero' dal terapeuta dicendogli questa cosa..


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