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Re: A Roma il 65% dello stipendio se ne va in affitto. A Milano il 72%.
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Re: A Roma il 65% dello stipendio se ne va in affitto. A Milano il 72%.
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Io dell'hinterland vedo coppie, nemmeno troppo giovani, che prenderanno i soliti 2500/3000 in 2, che riescono a pagarsi l'affitto e mantenere 2 utilitarie, si fanno le vanze da gente normale e poi basta, è una vita in funzione del lavoro imho. Per me questa è la gente normale, non sono borghesi dai. Quote:
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Re: A Roma il 65% dello stipendio se ne va in affitto. A Milano il 72%.
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l'affitto in monoloculo e coprire le spese vive normali e una vacanza. Gli imprevisti, farsi un po' di fondo di risparmi, poter pensare di acquistare qualcosa di un po' decente, se non una casa almeno un mobilio non raffazzonato come quello che ti danno nelle case affittate, ipotizzare di fare un figlio con tutto quello che comporta economicamente al di là dei bonus . Ci si sta stretti, poi é sempre soggettivo, per alcuni la situazione da te descritta è un sogno per altri è la miseria nera. Io con poco ci vivo , in autonomia economica e non miancherebbe niente di materiale, ci sono però dei grossi nodi: gli affitti esagerati e non diritto ad invalidità e questo mi penalizza troppo. Considerato che lussi ed extra non mi interessano. Non è normale per nessuno pensare a cose essenziali come dei lussi da conseguire con uno sforzo estremo e con "meriti" che... Vabbè . Chi eredita o ha intestate cose che non si è guadagnato cos'ha meritato? Chi ha cresciuti i figli vivendo di stipendio e con la pensione e risparmi non può lasciare loro niente perché deve pagare la badante/ rsa e manco bastano...e ha pensato che i figli si potessero "meritare" una vita dignitosa perché hanno studiato, lavorato e quindi pensavano sarebbero stati "a posto" e magari a permettersi qualcosa in più dei genitori...che colpe ha se non sono più tempi in cui i figli vivranno meglio dei genitori e facendoli studiare più di quanto loro abbiano potuto, si assicureranno una vita decente e migliore... che demerito hanno?Lasciamo perdere. No quote. La colpa è di tuti, abbiamo scelto questo modello come meno peggio e ora chi può galleggiare gira le spalle alla miseria, o meglio li aggredisce pensano siano i miserabili la causa delle loro feustrazioni. Chi misero lo è, non viene suddiviso fra colpe e merite, si sta tutti insieme e però senza coscienza collettiva quindi invisibili , e si pensa che non esistano e non contino, se non come zavorra sociale. A prescindere dai motivi che li hanno messi in miseria. É sempre in qualche misura una colpa non "avercela fatta". É sempre un "merito" stare un po' più su pure se é stato solo vento a favore e null'altro. Quando non evasione e malaffare. |
Re: A Roma il 65% dello stipendio se ne va in affitto. A Milano il 72%.
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Ah si? Bene allora li faccio pure io li sacrifici a modo mio: - a casa nun la compro pekke già ce sta pure se è vekkia (con buona pace del bamboccionismo :sisi: ) - in due e tre a abbita in condivisione ce annassero loro - mi tengo la pandina di 240000km, faccio regolare manutenzione finché nun cade a pezzi. E pazienza si nun faccio gira er bisness :sisi: |
Re: A Roma il 65% dello stipendio se ne va in affitto. A Milano il 72%.
Ma questi che ora (giustamente) berciano sui prezzi insostenibili degli affitti delle grandi città, dov'erano quando le amministrazioni comunali (nel caso di Bologna, di sinistra) svendevano all'asta interi comparti di edilizia residenziale pubblica, migliaia di immobili a canone calmierato sottratti dal patrimonio pubblico e nessuno che abbia mai mosso un dito.
Fasce di reddito basse, sbattute a competere con le fasce medie, con sempre meno immobili a disposizione nel mercato, cosa vi aspettavate esattamente? Per non parlare degli enormi lotti di terreno dati ai costruttori privati, i famigerati riqualificatori con le concessioni edilizie farlocche :ridacchiare: I fondi d'investimento stranieri, che venivano a fare shopping di centinaia di immobili privi di alcuna regolamentazione. Normale prassi andata avanti per decenni... quando mai il tema abitare è stato considerato, tra gay pride, patriarcato e politiche identitarie, giusto ora che la gente si è svegliata con l'acqua alla gola. |
Re: A Roma il 65% dello stipendio se ne va in affitto. A Milano il 72%.
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Re: A Roma il 65% dello stipendio se ne va in affitto. A Milano il 72%.
Il tema abitativo è sempre stato importante per certuni, ma sono quelli senza voce, a livello politico prendono un millesimo di voti, e privatamente sono zecche figli di papà o stranieri a cui nessuno ha mai dato retta e anzi, non devono aver diritto a nulla manco a vivere.
Poi è anche vero che la coscienza di classe delle classi basse non c'è, ma fa parte del sistema stesso: se sono povero la colpa è di chi è più povero. Non che siamo fratelli, siamo nemici, gli amici sono in alto, quelli che ci pagano poco , ci affittano al canone di un rene, ai quali ci appecoriamo felici e grat per averci concesso. É il più debole sta fregando il più forte. Questo siamo.I poveri sono maldestramente difesi da una sinistra a sua volta chic e palazzinara e lontana anni luce dal paese reale, questi si buttano dellà illudendosi che tolti di mezzo i mori e difendendo la famiglia cristiana, staranno meglio. Poi meglio non stanno , le promesse per quanto discutibili manco le hanno mantenute, e dicono ops, non ci siamo, ma come...i mori esistono ancora, io non arrivavo a fine mese prima e ora non arrivo al 15...come mai! Ah, è perché i governanti vorrebbero tanto sistemare il bel pese , ma purtroppo povei cucciolotti hanno i centri sociali, gli imam e le toghe rosse che gli legano le mani. |
Re: A Roma il 65% dello stipendio se ne va in affitto. A Milano il 72%.
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Re: A Roma il 65% dello stipendio se ne va in affitto. A Milano il 72%.
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Non sono vendute ( chissà come mai) ma continuano a edificare, a comprare a prezzo che ti sistemi a vita terreni edificabili( che qualcuno ha ereditato, ehm..il merito), poi ogni settimana mi citofona Tecnocasa alla disperata ricerca di piccoli, vecchi e modesti appartamenti lowcost in vendita. Chissà come mai la gente cerca casette piccole e lascia là quelle più nuove e grandi, costruite e disabitate...inspiegabile davvero. E continuano a tirare su villettementre la gente no riesce ad avere accesso ad un mini. Ah certo che ci sono i villoni e i loft in centro storico, mica vivo a tinbuctu... Ma ,diciamo, sono sufficienti quelli che ci sono, non è che al momento stare a costruire schiere di case da 300 e più k, sia un investimento proprio azzeccatissimo. I ricchi se la fanno come vogliono loro la villona e con 110% se le son tutte ammodernate per bene, non ti comprano la tua caro impresario edile. No guarda, non pensare che esistano solo le metropoli o i paeselli diroccati senza niente. Nei paesi medi del nord ( 10k abitanti) le case costano reni, sia mutui che affitti. Poi ti spari 80 km in auto, perché mezzi nada, per lavorare e ti carichi pure la spesa auto e carburante. Non credere si tratti di vivere in mezzo alla campagna senza vita o su per i monti come il nonno di Heidi. Pure se stai in paese di pianura con servizi vari, la casa che non sia un rudere da sistemare o dove vivere da barboni, è un lusso, non è accessibile "perché non sei in grande città". E ti assicuro che qui , intanto senza lavoro indeterminato non ti danno nulla , gli appartamenti sgarrupati in paese, ( a trovarli!) Costano o hanno canoni affitto raddoppiati rispetto a qualche anno fa. E ovviamente però, anche se non sei in mezzo al nulla ma in piccoli centri vivaci, la macchina serve per lavorare, non ci sono collegamenti e quei pochi spostapoveri sono scesi notevolmente in qualità del serviZio,, saltano corse, tolgono corse, le attese sono infinite causa traffico, e collegano solo alcuni posti e a certi orari. La gente anziana o con problemi, al vicino ospedale ci deve andare in taxi, e pure dal medico di base che è a 15 km perché non ce ne sono più. Ti assicuro nonostante mo becchi della campagnola che non vivo in campagna di un paesino senza niente. Però non paghi poco, costa tutto un rene e mezzo. |
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È vero che alcuni posti di lavoro sono presenti solo nelle grandi città, ma il problema è causato anche da molta gente che (soprattutto se non è originaria della zona) vuole per forza abitare dentro la città perché "ci sono gli eventi e gli aperitivi", quindi crea una domanda altissima che fa aumentare enormemente i prezzi... La realtà è che, per fare un esempio, un monolocale nel centro di Milano probabilmente costa quanto una villetta con giardino a 40 km di distanza, dove però la qualità della vita è infinitamente migliore rispetto alla città (niente extracomunitari/maranza che delinquono, molto meno inquinamento, possibilità di muoversi liberamente con l'auto senza problemi di parcheggio e di traffico, ecc.). In campagna semmai il problema è ci sono poche case da affittare, però secondo me è un problema minore, perché (escludendo situazioni particolari di persone che per lavoro devono cambiare continuamente zona) una casa conviene comprarla, non affittarla... Una possibile soluzione a questo potrebbe essere remotizzare tutti i lavori di ufficio, in modo che se una persona lavora al computer, la principale modalità di lavoro sia da remoto (eventualmente con sporadiche presenze in sede, per esempio al massimo una volta alla settimana o anche meno). In questo modo ci guadagnerebbero praticamente tutti: il dipendente che non spreca tempo e soldi per recarsi al lavoro e può vivere dove preferisce, l'azienda che non ha bisogno di sedi grandi e può ridurre i costi, le attività economiche delle zone rurali che così non si spopolerebbero, ecc. Un modello di società in cui le attività lavorative sono tutte negli stessi posti e le persone sono costrette a viverci ammassate o ad andarci ogni giorno per lavorare è insostenibile e causa enormi problemi di degrado, anche dal punto di vista ambientale |
Re: A Roma il 65% dello stipendio se ne va in affitto. A Milano il 72%.
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Il problema è che per vedere abbassarsi drasticamente i prezzi devi allontanarti dal centro nn di 10-15 km, ma bensì di almeno 50km. Quote:
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