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Re: Qual è il confine tra maschera e autenticità?
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Re: Qual è il confine tra maschera e autenticità?
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Vedi, riconosci il meccanismo.. non lo stai negando o evitando. Poi dovresti capire perché desideri essere accettato, cosa ti spinge a voler essere visto in un certo modo. Probabilmente, in alcuni contesti, la maschera ti permette semplicemente di esprimere una parte di te. In altri, invece, potrebbe esserti utile per mettere in moto qualcosa che tu consideri giusto. Opportuno. Ti faccio un esempio, immagina di avere a che fare con una persona scossa da un evento. La situazione è difficile anche per te, hai l'ansia alle stelle, però indossi una maschera e fai il massimo per sembrare calmo e infondere così tranquillità e sicurezza a quella persona. Stai recitando un ruolo? Sì. Ma lo stai facendo per una ragione profonda: la tua autentica empatia e il desiderio di aiutare. La maschera, in questo caso, non nasconde chi sei, ma ti permette di esprimere una parte di te stesso. |
Re: Qual è il confine tra maschera e autenticità?
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Re: Qual è il confine tra maschera e autenticità?
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In altre occasioni, invece, le "maschere" non le scelgo consapevolmente, ma è come se le subissi. C’è un disagio di fondo che mi porta a "perfezionare" il mio comportamento in base a chi ho davanti. Mi sento gli occhi degli altri puntati addosso e questa sensazione mi impedisce di essere naturale. Così mi reprimo e mostro solo ciò che penso sia accettabile in quel momento. Perché lo faccio? Perché temo che, se mi mostrassi davvero per quello che sono, verrei giudicato ancora più negativamente. Il paradosso è che questo meccanismo a volte si ritorce contro: è come se la mia natura si ribellasse, e allora divento scostante, antipatico, persino irascibile. In pratica c’è un conflitto interiore tra una parte di me che vuole essere accettata da tutti e una parte che vorrebbe solo esprimersi liberamente. |
Re: Qual è il confine tra maschera e autenticità?
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Però, come dici tu, in quei momenti non le stai scegliendo consapevolmente. Più che vere e proprie maschere, sono delle strategie di difesa quasi automatiche. Per il resto, la tua natura che si ribella mi ha fatto pensare a un vecchio episodio. Hai presente Senna? Nel 1990 vinse il mondiale buttando fuori pista Prost, in una vendetta per quello che era successo l'anno prima. Pochi minuti dopo, durante un'intervista a caldo, Ayrton si dimostrò sicuro e sereno, dicendo che essere campione di nuovo 'It's not a bad feeling at all, is it?'. Però la sua mimica facciale non era quella di una persona felice e soddisfatta. Aveva pareggiato i conti, ma in cuor suo sentiva di non aver vinto nel modo giusto. E quel disagio accennato sul volto non era altro che la sua vera essenza che si ribellava. Probabilmente questo accade quando tradiamo una parte di noi. Riconoscerlo, però, è già un passo enorme. Pensa a quanta gente non ha la lucidità (il coraggio?) per farlo.. Non possiamo fare pace con le nostre paure se prima non le riconosciamo e non capiamo quali meccanismi usiamo per difenderci. |
Re: Qual è il confine tra maschera e autenticità?
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Secondo me la parte più difficile è proprio accettare che certe strategie di difesa fanno parte di noi, provare a capirne l’origine e smettere di giudicarci troppo per averle usate. Comunque, devo ammettere che i tuoi messaggi mi colpiscono sempre molto. È raro incontrare persone capaci di spiegare certe dinamiche con tanta lucidità e sensibilità, senza mai cadere nel giudizio. Lo apprezzo davvero. Grazie per aver condiviso la tua prospettiva, mi ha fatto riflettere molto. |
Re: Qual è il confine tra maschera e autenticità?
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Grazie a te per questo messaggio ;) |
Re: Qual è il confine tra maschera e autenticità?
Io più che una maschera indosso il mantello dell'invisibilità di Harry Potter, evito proprio di farmi vedere e di farmi conoscere.
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