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Re: Ultracinquantenni che si sentono a disagio in mezzo ai ragazzi.
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Ma infatti a mettersi in discussione son solo quei poveracci che per - qualche motivo/sfiga nella vita - ad un certo punto ci son costretti. La maggior parte dell'umanità... fa <cose (*)> ... e non si domanda mai niente. Fino alla tomba. (E comunque pure tanti di quelli che si ... mettono in discussione... eh... ci sarebbe molto da dire a riguardo, anche qui.... ) (*) cose spesso di etica discutibile |
Re: Ultracinquantenni che si sentono a disagio in mezzo ai ragazzi.
Un 56enne se bello e sistemato economicamente magari brillante a spendere i soldi, una bella 45enne la più rimorchiare tranquillamente.
Fonte: le mie colleghe di 45 anni. Quindi è tutto molto soggettivo. |
Re: Ultracinquantenni che si sentono a disagio in mezzo ai ragazzi.
Vabbè Milo, anche basta con identikit di gente a caso
Non siamo figurine adibite solo a trombare tutta la vita, ci sono anche altri problemi e interessi -imho Poi chi ci vuole e può ben per lui/lei :bene: |
Re: Ultracinquantenni che si sentono a disagio in mezzo ai ragazzi.
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Re: Ultracinquantenni che si sentono a disagio in mezzo ai ragazzi.
Mica bisogna avere più di 50 anni per essere schifati dalle donne. Io vengo schifato da tutta la vita, figurati.
Se c'è una cosa di cui un brutto non deve avere paura è la vecchiaia. Chi era brutto da giovane, da vecchio continuerà ad esserlo uguale a prima. Chi era bello sicuramente ha cose da perdere. Sì, ho 25 anni, ma posso andare in tutti i locali del mondo, non mi vorrà nessuna. Per persone diverse il discorso può essere diverso. Di solito comunque, uno potrebbe mettersi in una relazione stabile a massimo 35-40 anni, dopodichè basta, è impossibile. Io so che è già finita per me, ma credo che in linea di massima il confine sia questo |
Re: Ultracinquantenni che si sentono a disagio in mezzo ai ragazzi.
Comunque nella mia cerchia, quelli che oggi sono solari erano estremamente poco espansivi da giovani
Si sono sempre auto-protetti e ciò li ha condotti ad essere sereni ed espansivi nei 30 -e fare figli Fino a ieri se trovavano qualcuno ad affogare gli davano il cinque È tutto un casino |
Re: Ultracinquantenni che si sentono a disagio in mezzo ai ragazzi.
l'altro giorno ho visto una ragazza e tra me e me mi sono ammonito con la tipica frase "avrà la metà dei tuoi anni".
poi ci ho pensato ed avrebbe potuto tranquillamente avere 17 anni, ovvero la metà dei miei. in effetti, non credo esista nessuna età in cui è accettabile una differenza di età del doppio degli anni. 10-20? direi di no. 15-30? no. 20-40? too much. 25-50? per me è troppa. 30-60? è forse l'unica età che accetterei, perché ho conosciuto una coppia, ma siamo davvero molto molto al limite.. 35-70? anche no. 40-80? siamo ai livelli di berlusconi.. |
Re: Ultracinquantenni che si sentono a disagio in mezzo ai ragazzi.
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Re: Ultracinquantenni che si sentono a disagio in mezzo ai ragazzi.
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Re: Ultracinquantenni che si sentono a disagio in mezzo ai ragazzi.
Tutto il racconto è di parte perché è condizionato dal tuo parere.
Si è già capito dal tuo incipit "mio cugino di 56 anni ANCORA single", quindi sei tu per prima, che pensi che una persona oltre una certa età è spacciata. Poi non so come ragioni tuo cugino, di certo se corre appresso alle ventenni dovrebbe farsi due domande.. Però io ne conosco altri di quell'età lì, ANCORA single, che comunque si divertono insieme a quelle che magari tuo cugino chiama racchie :D |
Re: Ultracinquantenni che si sentono a disagio in mezzo ai ragazzi.
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Re: Ultracinquantenni che si sentono a disagio in mezzo ai ragazzi.
IO non ho detto che mio cugino a 56 anni è spacciato magari può mettersi anche con una quarantenne,è logico che le ventenni sono troppo giovani per lui,potrebbero essere sue figlie,almeno che uno non abbia un mucchio di soldi ma è vero amore quello?Non credo proprio.
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Re: Ultracinquantenni che si sentono a disagio in mezzo ai ragazzi.
E perché non può mettersi con una 56 enne, è il superfico di Belair? Gli hai detto di fare a meno di offendere le racchie e di guardarsi allo specchio? Io l'avrei fatto. Mo bisogna empatizzare pure chi va in giro ad offendere, ma ci sta qui dentro, é pieno di piagnucololoni vittimisti che odiano e insultano e pensano di meritarsi la più fica che ci sia , oh poverini che empatia provo , stracazzi loro, potevano fare i calciatori di serie A, quelli trovano top model anche se sono brutti, sei nato cesso, non sai fare i big money, inutile che te la pigli con le cesse, esisti tu che fai cacare dentro e fuori, esistono pure loro.
Buon sabato Smeraldina, scusa l'ot, sono davvero stomacata dalla cattiveria e offese gratuite della gente. Diglielo a tuo cugino per favore, ha detto Claire del forum di dirti che sei un cesso cattivo. Grazie. |
Re: Ultracinquantenni che si sentono a disagio in mezzo ai ragazzi.
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oltretutto disprezza ciò che non gli garba, questo disprezza le donne non più giovani chiamandole racchie, al pari di quelli che disprezzano le obese o di quelle che disprezzano timidi insicuri vergini definendoli sfigati. Il mondo è pieno di persone così purtroppo |
Re: Ultracinquantenni che si sentono a disagio in mezzo ai ragazzi.
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Poi non è mica che debba andare in galera, magari per il resto è una brava persona, per carità. Il problema è empatizzare, giustificare, fare passare per" più buoni degli altri" quelli che hanno sfortune. Soprattutto relazionali. Ehi consoliamoci che c'è mio cugino che non cucca le 20enni, vabbè chiama racchie le tizie, é uno di noi poverino, non siamo soli. Maccos. |
Re: Ultracinquantenni che si sentono a disagio in mezzo ai ragazzi.
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Possiamo riassumere che il sesso è un gioco e che i risultati devono essere accettati e se non li accetti sei un rosicone. Quindi se il sesso segue legge liberali, deve seguirle sempre. Invece quando rosica l'incel viene preso in giro, quando rosica la donna che ha superato il prime time e non vuole che i possibili benefattori suoi coetanei abbiano campo libero, allora bisogna ascoltarla e si crea questo enclave di moralismo in un sistema che si vanta di essere liberale. |
Re: Ultracinquantenni che si sentono a disagio in mezzo ai ragazzi.
hai ragione mi sono espresso male.
intendevo dire che io percepisco di non avere niente da condividere con persone che hanno molti anni meno di me, ma tieni presente che molti anni meno di me significa essere un adolescente. sono consapevole che con l'avanzare dell'età le differenze si assottigliano. in particolare dai 30 anni in su sono disposto a credere che possano essere azzerate. se devo fare una proiezione di (se e) quando avrò 50 anni, ritengo che la mia opinione sarà la stessa, visto che già ora mi percepisco molto distante da una 25 enne ma ripeto, parlo per me. e se qualcuno mi dovesse chiedere un parere mi sentirei di sconsigliare una relazione con questa differenza di età. ma non ne faccio una regola generale e non giudico male a priori. |
Re: Ultracinquantenni che si sentono a disagio in mezzo ai ragazzi.
Poi ti rispondo, ma non capisco il quote di chi sia. Qwerty? Non ha postato.
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Re: Ultracinquantenni che si sentono a disagio in mezzo ai ragazzi.
Si ha diritto di desiderare tutto quello che si vuole, invece il diritto di insultare e id essere pure empatizzato perché le cesse fanno dispetto alla vista, io lo nego, ma chi lo accetta ok, benissimo.
Se piace consolare chi è solo "perché è brutto e vecchio" ma insulta le brutte e vecchie, va bene, sono scelte personali. Poi se si portano cetti esempi come "ecco, anche gli altri sono come noi", boh, vuol dire che in qualche modo si ragiona così. Personalmente da certi ragionamenti vittimisti e offensivi al contempo, sono lontana anni luce e me ne guardo bene dal sentirmi parte della ghenga. Ma no perché io non sto in fissa col "trovare", quello è un altro conto. Perché la gente non la divido in questo modo, e non mi ficco nel sottogruppo dei "soli" manco se fossi innub, perché dentro c'è di tutto, e sicuramente ho istinto di avvicinarmi più a chi è estroverso, sposato con prole, pieno di amici e festaiolo, ma non disprezza né offende né fa la vittima immolata, che a chi è "fobico e solitario" e fa una vita rititata, ma é strunz. Sta storia della grande famiglia e del "noi" mai la capirò. A meno che non si sia come costoro che si sentono colpiti da ingiustizia perché non hanno la cerbiattina di cittadinanza (parlo al maschile perché é la maggioranza, ma Euridice era uguale. Infatti era molto più criticata dei corrispettivi incel maschili parimenti pretenziosi, ma io sono per la par condicio e ho ben flammato anche con lei) . Allora si ok è una famiglia. Chi non ha sto ragionare rancoroso e offensivo che avrebbe a che spartire con certuni? La solitudine? Ah beh allora io ho la fiora come Annalisa, beh non le abbiamo uguali perché sono tutte diverse ma sempre fiora è, quindi è mia sorella, amica del cuore, famiglia, condividiamo l'avere lo stesso apparato riproduttivo . Cose in comune si hanno con tutti. Forse conforta il "sentirsi parte", Smeraldina pensa che ci siamo noi e ci sono loro, cara Smeraldina qui dentro c'é chi non ti incontrerebbe manco per un caffè, e non perché si vergogna. Non gliene frega niente dei tuoi problemi, perché sei femmina, non persona e magari nemmeno li ha mai provati i problemi tuoi. Mi spiace , ma il discrimine "noi sfigati e buoni e soli"/"loro cattivi ed estroversi" non esiste. (Io sì, in caffè con te volentieri, basta che non sei come tuo cugino). |
Re: Ultracinquantenni che si sentono a disagio in mezzo ai ragazzi.
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