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Re: I condizionamenti sociali
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Re: I condizionamenti sociali
Ricordo di aver visto in televisione un esperimento sui falsi ricordi, la plasticità della memoria e come essa spesso non sia una mera registrazione dei fatti.
Ad un gruppo di persone venivano fatti vedere dei filmati sulla base dei quali avrebbero ricevuto domande, e sia l'intervistatore che gli intervistati erano tutti complici ad eccezione di uno solo, unico fra essi a non sapere dell'esperimento. Al termine del video veniva loro chiesto di commentare tutti assieme quanto avevano visto, con gli intervistati-attori che di proposito inventavano dettagli o fatti: ad esempio nel discutere un filmato di una rapina al supermercato eseguita senza armi e solo con minacce ed intimidazione, ecco che con fantasia veniva aggiunto un coltello, violenti ferimenti al cassiere e devastazioni al locale. Il soggetto dello studio (il non-attore) non si opponeva, né correggeva ma anzi perlopiù condivideva ed accettava i particolari inventati, venendo suggestionato e fuorviato solo perché li avevan detti gli altri e senza avvedersene. Falsi ricordi, disinformazione e misinformazione sono collegati all'influenza sociale, alle aspettative e pressioni, alla ripetizione ("se sento ripetere una cosa allora è per certo vera"), a manipolazioni ed induzioni intenzionali o meno, al potere della maggioranza, a pregiudizi. I risvolti sono interessanti dal punto di vista sociale, psicologico e pure politico. Ho davanti una delle più antiche testimonianze di psicologia della massa, ossia un frammento di Solone, legislatore ateniese e arconte fra il 594-590 a.C., in cui egli scrisse rivolgendosi alla cittadinanza: "Ciascuno di voi cammina coi passi della volpe, ma tutti insieme avete stordita la mente: guardate la lingua e le parole affascinanti di un uomo e non badate ai fatti che si preparano." (fr.11 West) Solone ammoniva gli Ateniesi del pericolo rappresentato da Pisistrato: questi infatti, dopo essersi deliberatamente ferito, si presentò in pubblico dicendo di essere stato vittima di un attentato ad opera dei suoi oppositori politici, col fine di suscitare solidarietà nei cittadini che gli autorizzarono un corpo di guardie personali. Proprio con essi, Pisistrato occuperà l'acropoli con la forza, instaurando la sua tirannide e regime autoritario. Insomma, il curioso fenomeno analizzato da Gustave Le Bon di rincoglionimento collettivo per cui gli individui, raggruppatisi e divenuti parte di una moltitudine massificata, invece che sommare le proprie intelligenze spesso regrediscono e perdono la loro individualità e coscienza personale, agendo in modo irrazionale e divenendo facilmente influenzabili da quanti sappiano manipolarli. Interessante come avvenga il medesimo anche nelle minoranze, con una presunzione di verità derivante dall'essere emarginati, una narrazione comune di opposizione ("noi contro loro"), ed ugualmente tendendo a vedersi come gruppo e sviluppando identità sociale e perciò caratteristiche simili. |
Re: I condizionamenti sociali
Certi lavori tipo il mio sono infattibili senza smatphone,app , gruppi Wa, notifiche mail, ecc. O meglio, non sono obbligatori ( anche perché nessuno ce li compra) ma di fatto...
Certo non posso dire che mi sono comprata il primo smartphone e il primo abbinamento giga per lavoro, era per diletto, le funzionalità lavorative non erano ancora così indispensabili. Solo che adesso mi piacerebbe ,a volte, tornare indietro. Tanto di sicuro non resterei :D E poi come si fa a fare cacca senza smartphone? Ho provato a leggere le etichette degli shampoo come ai vecchi tempi, ma non è più lo stesso. |
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