Re: L'ultimo pasto di un condannato a morte
 

A parte ciò, trovo sempre curiosa ( senza alcun giudizio) la paura della morte, che è l'unica certezza universale in una vita incerta e piena di soggettività non democratiche.
Ma questo è un tema filosofico offtopic.

Re: L'ultimo pasto di un condannato a morte
 

Giusto per

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Re: L'ultimo pasto di un condannato a morte
 

due borsate d'erba, settantacinque palline di mescalina, cinque fogli di LSD superpotente, una saliera piena zeppa di cocaina e un'intera galassia di pillole multicolori, eccitanti, calmanti, esilaranti… E anche un litro di tequila, uno di rum, una cassa di Budweiser, una pinta di etere puro e due dozzine di fiale di popper.

Re: L'ultimo pasto di un condannato a morte
 

Spero di averti come compagno di cella
Io porto accendino cartine filtri e acqua

Re: L'ultimo pasto di un condannato a morte
 

Lo devo dire ai miei colleghi così forse mettono via un po' della loro superbia

Re: L'ultimo pasto di un condannato a morte
 

A parole si'.

Re: L'ultimo pasto di un condannato a morte
 

sarei indeciso come al solito e farei aspettare gli esecutori, fino a quando esasperati si toglieranno la vita e sarà considerato un segnale perchè io debba invece sopravvivere.

(se a un certo punto invece minacciano di uccidermi senza farmi pensare ancora, allora mi verrebbe da dire, se fosse in questo momento, pasta e ceci e qualche bicchiere di vino, ma appunto poi dipende dal momento in cui mi trovo cosa potrei decidere)

Re: L'ultimo pasto di un condannato a morte
 

ma la paura della morte è la cosa più naturale che ci sia, anche se razionalmente uno dovrebbe rassegnarsi vista la sua certezza. Che poi la temono anche quelli che credono nell'aldilà, al di là (gioco di parole inevitabile) di dove possano finire, in quanto è una paura prima di tutto 'fisica'

Re: L'ultimo pasto di un condannato a morte
 

una bella scorpacciata di pizzoccheri della valtellina e sono apposto.

Re: L'ultimo pasto di un condannato a morte
 

Io penso che la pena di morte sia giusta come principio. Assassini, pedofili e terroristi non hanno diritto a una seconda possibilità. Mantenerli in carcere a vita è un costo quindi tanto vale farli fuori. Il problema? Le istituzioni non sono in grado di gestire un potere così grande e soprattutto gli errori giudiziari non si possono correggere se l'imputato è stato ucciso. Ma trovo che il sistema di sostanziale impunità che c'è ora sia la cosa peggiore. I criminali sono lasciati liberi di fare quello che vogliono, sostanzialmente impuniti.

Per il resto, se ad essere condannato a morte fosse un terrorista che ha ucciso un sacco di persone innocenti, non sarei dispiaciuto della sua condanna a morte anzi.

Comunque, per rispondere all'OP, immagino allora di trovarmi in corea del nord e di aver fatto qualcosa che offenda quel grassone puzzolente di Kim John Un (già solo definirlo con tali epiteti mi varrebbe la pena capitale). Non me ne frega dell'ultimo pasto, digiuno anche. A pensarci ora, credo che vorrei andare a morire a testa alta. Però se proprio devo scegliere, penso che sceglierei una carbonara, mi piace molto

Re: L'ultimo pasto di un condannato a morte
 

@claire
sì pensavo all'istinto di sopravvivenza ma il termine non definisce totalmente ciò a cui mi riferivo. Non solo al fatto di tentare di sfuggire alla morte al momento ma alla permanenza di almeno un minimo sottolissimo legame con la vita che si rivela sotto forma di un desiderio interiore di voler provare ancora, in parole semplici, qualche bel momento, per cui anche se si trovano solo motivi oggettivi perchè non ci possa essere più speranza, per una parte primordiale dell'essere umano c'è sempre un'altra volta in cui si risveglia per un attimo un'illusione che allontana dal buio totale. Filosoficamente (o poeticamente) parlando; forse sbaglio a generalizzare, ma la penso così.

Re: L'ultimo pasto di un condannato a morte
 

No, non penso che sbagli . Però esistono i suicidi.
Io poi riguardo al suicidio penso anche che chi vuole bene a se stesso abbia il rifiuto di procurarsi del male da solo al punto da farsi fuori, e debba superare quel rifiuto per "portare a termine". Spostando un attimo le cose, è come essere costretti ad uccidere una persona cara che ami. Magari la più cara che hai. Come fai? Anche se sei convinto che sia la cosa più giusta, per farlo devi mettere da parte il bene che le vuoi.
Ma anche qui, è una mia idea, ognuno sa in certi momenti cosa prova e sicuramente non è uguale per tutti.

Re: L'ultimo pasto di un condannato a morte
 

Calzone farcito alla lima