![]() |
Re: Come giustificare un lunghissimo periodo di inattività lavorativa ad un colloquio
Quote:
|
Re: Come giustificare un lunghissimo periodo di inattività lavorativa ad un colloquio
Quote:
Forse anche il fatto di non avere una vita aggrava la situazione, se io lavorassi esisterebbe solo quello, non ci sarebbe nient'altro a riempire le mie giornate, quindi il lavoro avrebbe un gran peso. |
Re: Come giustificare un lunghissimo periodo di inattività lavorativa ad un colloquio
Ero in bagno
|
Re: Come giustificare un lunghissimo periodo di inattività lavorativa ad un colloquio
Quote:
|
Re: Come giustificare un lunghissimo periodo di inattività lavorativa ad un colloquio
Quote:
|
Quote:
|
Re: Come giustificare un lunghissimo periodo di inattività lavorativa ad un colloquio
Spero di non prendere insulti ma provo a dare una risposta di tono diverso, magari sarà sbagliata è ma per stimolare qualche riflessione.
Se vogliamo un mondo un po’ più a misura di chi ha certe difficoltà si può anche provare a parlarne. Alla domanda si potrebbe rispondere: ho avuto dei problemi di questo tipo, ho dovuto affrontare delle situazioni personali complicate, delle patologie etc. Senza aspettarsi che tutti capiscano ovviamente, ma questo potrebbe anche venire accolto meglio del mutismo o del cambiare discorso. Non mi sembra tanto sano chiedere maggior comprensione e poi se vengono poste delle domande o chiesti dei chiarimenti (certo, hanno il loro interesse, perché cercano persone che lavorano) pensare subito “fatti i cazzi tuoi”, sta anche a noi cercare di spiegare. |
Re: Come giustificare un lunghissimo periodo di inattività lavorativa ad un colloquio
Quote:
non sei tu, la tua è una delle situazioni più stressanti mai esistenti, è fra le cause che impediscono alle persone di rientrare nel mondo del lavoro dopo un licenziamento. o rientri a botta o se fai passare anche un paio di settimane vai in panico |
Re: Come giustificare un lunghissimo periodo di inattività lavorativa ad un colloquio
Indubbiamente se chiunque di voi dovesse assumere una persona si chiederebbe come mai ci sono 5 o 10 anni di buco nel curriculum, se questo lavoratore è affidabile nel lungo periodo, etc. A questo punto piuttosto che essere ostili alle domande, che sono lecite per chi deve assumere, è meglio dire la verità, che si è sofferto di depressione, oppure che non c'era l'urgenza di lavorare. Certo, non tutti apprezzeranno, però qualcuno forse si.
Consigliabile a chi ha lunghi buchi nel CV di cercare lavoro tramite conoscenza oppure fare dei concorsi pubblici. |
Re: Come giustificare un lunghissimo periodo di inattività lavorativa ad un colloquio
Chi non ha lavorato per anni e decide di rivelarlo ad un colloquio magari fa bene moralmente (perché non vuole mentire) ma dubito che la sincerità sia apprezzata in tale contesto. Gli HR (sempre siano maledetti) valutano le vostre risposte solo in base a quanto sono socialmente accettabili, la decisione di dire una "brutta verità", anziché pararsi il culо con qualche discorso ben confezionato, molto spesso è vista negativamente. Gli HR (siano di nuovo maledetti) solitamente non sanno un bel nulla del lavoro che andrete a fare nell'azienda, il loro unico scopo nel colloquio è testare se sapete interpretare bene il vostro ruolo da persona socialmente inserita nel contesto lavorativo. Chi vi chiede "perché volete lavorare alla Pippo Srl", "una situazione in cui avete mostrato la vostra leadership", "cosa portereste su un'isola deserta", "cosa avete fatto nel buco di 5 anni sul curriculum" o è un perfetto idiotа o vi sta prendendo per il culо e si aspetta che rispondiate con un'altra presa per il culо. In entrambi i casi, ovviamente, sempre sia maledetto.
|
Re: Come giustificare un lunghissimo periodo di inattività lavorativa ad un colloquio
Meglio un “buco” nel cv che scriverci cose false tipo esperienze lavorative mai fatte per davvero
|
Re: Come giustificare un lunghissimo periodo di inattività lavorativa ad un colloquio
ormai è una situazione molto comunque non lavorare per anni, non c'è bisogno di giustificare nulla. è quasi strano il contrario.
|
Re: Come giustificare un lunghissimo periodo di inattività lavorativa ad un colloquio
Riempilo scrivendo che hai lavorato, inventa, scrivi cazzate, certo evita di scrivere che hai fatto mansioni o responsabilità che non hai mai avuto, devi farti assumere, l etica lasciala a chi se la può permettere e non è il tuo caso, se fossi un imprenditore e vedo che non hai lavorato per anni non ti considero neanche
|
Re: Come giustificare un lunghissimo periodo di inattività lavorativa ad un colloquio
Inventarsi balle; scusate, ma a che pro?
Prendiamo come esempio un lavoro molto umile, come può essere il cameriere di sala. Non c'è bisogno che ti mettano alla prova con un vassoio carico di calici: l'inesperienza si vede già nel non saper portare una tazzina da caffè al tavolo, proprio perché si ignora anche come portare lo stesso vassoio. Apparecchiare e sparecchiare, chi è che non è capace? Beh, se lo fai nello stesso modo in cui lo si fa a casa, è evidente che non hai mai fatto questo lavoro in vita tua. A me, fortunatamente, l'onestà mi ha sempre ripagata. Anche l'umiltà di dire "Sì, è vero che ho studiato questo, ma non ho esperienza." Sono stata certamente penalizzata nello stipendio, ma mai buttata fuori perché ciò che scrivo nel curriculum non corrisponde a ciò che effettivamente so fare. |
Re: Come giustificare un lunghissimo periodo di inattività lavorativa ad un colloquio
Quote:
|
Re: Come giustificare un lunghissimo periodo di inattività lavorativa ad un colloquio
Noto che avete opinioni contrastanti sul fatto di pompare o meno il curriculum di esperienze o attitudini fasulle, io in un certo senso mi accodo a chi suggerisce di gonfiarlo, non in modo esagerato, ma un po' sì.
Premetto che qui si parla di arrivare alla prima scrematura dei candidati, a un colloquio, dove l'approccio sarà totalmente diverso dal gonfiare un CV (in quel caso l'umiltà potrà essere apprezzata, non prima). E' nobile dire le cose come stanno certo, ma diciamoci la verità anche se è brutta da dire: raramente quelli che passano avanti nel mondo del lavoro lo fanno perché sono stati completamente sinceri (altro paio di maniche è il discorso che poi titoli ed esperienze nel concreto lavorativo non contano nulla e devi comunque imparare da zero, ma qui stiamo parlando della selezione inziale, non di quello). Agli occhi di un reclutatore, a dipendenza della mansione e di quanto è ambito un posto, passano un'infinità di CV e credetemi (lo dico per esperienza diretta e non), quelli scarni, quelli con i famosi "buchi", sono i primi a finire nel cestino, che sia il cestino della carta o quello del pc. Nel caso di lowman's che scrive, il reclutatore vede innanzitutto se il target è quello richiesto (età, titoli di studio, lingue ecc.) poi vede che è dal 2018 che non è impiegato e se nel CV non c'è spiegazione di questo nel 90% de casi finisce nel cestino senza leggere altro. Non è cattiveria, non è giudicare una persona... è solo il metodo di lavoro di un reclutatore. Se una persona non lavora da diverso tempo probabilmente farà più fatica di altri a reintegrarsi nell'ambiente lavorativo, probabilmente avrà avuto degli impedimenti a lavorare di ogni genere che possono diventare un problema anche nella posizione ricercata... insomma meglio chiamare altri per il colloquio. Un po' diverso se il reclutatore legge una cosa del tipo: - dal 2018 al 2025: accudimento h24 familiare bisognoso di cure La metterei giù dura di proposito ed eviterei di fare riferimenti al fatto che non eri il solo ad accudire, che non era tutti i giorni o cose così per minimizzare. Questa è una cosa che lui non può verificare (non può chiamare una ditta come se avessi scritto di aver fatto un altro lavoro) e quindi puoi dire quel che vuoi. Anche arrivando ad avere un colloquio, io su questa cosa ci giocherei molto: "Purtroppo ero l'unico che avrebbe potuto occuparsene, ma ho dovuto rinunciare a fare altro per forza di cose...". E' disonesto? Probabilmente sì. Ho visto e sentito fare di peggio? Molto ma molto di peggio. Dovrei avere dei sensi di colpa a farlo? In un utopico mondo giusto forse sì, in questo no. Ovviamente questa è solo la mia opinione, siamo qui per questo credo. |
Re: Come giustificare un lunghissimo periodo di inattività lavorativa ad un colloquio
Quote:
|
Re: Come giustificare un lunghissimo periodo di inattività lavorativa ad un colloquio
A me un nominativo referente del precedente impiego è sempre stato chiesto, sia dal datore diretto quando non c'erano intermediari che in agenzia compilando i moduli
Poi magari non chiamano, ma non si sa mai Ma vedo che non si tiene in considerazione come rischio |
Re: Come giustificare un lunghissimo periodo di inattività lavorativa ad un colloquio
Quote:
|
Re: Come giustificare un lunghissimo periodo di inattività lavorativa ad un colloquio
In generale a leggere sembra si possa cogliere un certo distacco con il senso della giornata, quando si usano espressioni tipo "Ambito lavorativo", "Mondo lavorativo"...
Invece di pensare allo svolgersi normale in cui il collega ti aspetta alla macchinetta alle 8, poi si inizia, poi c'è una pausa a metà mattina, poi alle 17.30 si torna a casa a fare le proprie cose/dalla famiglia Paradossalmente non è così dissimile da quella che era la routine scolastica che alcun affermano di preferire (a me da giovane dava molto meno ansia il lavoro" Inoltre ora siamo nel "blues" di gennaio e un po' è normale la stanca Non so spiegare bene, sono considerazioni a posteriori, a me ha dato problemi frequentare le narrazioni su internet perchè spesso si forza una sfera del giudizio che fuori non c'è. L'unica è provare |
Tutti gli orari sono GMT +2. Attualmente sono le 00:16. |
Powered by vBulletin versione 3.8.8
Copyright ©: 2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.