Caspita 3 post per 3 quote!
Bè sull'appartenenza non ho dubbi,però inviterei chi si sente simile a me a farsi avanti visto che non posso credere di essere tanto anormale! Per quanto riguarda la società hai ragione anche tu,però quello che volevo dire è che invogliare all'estroversione non è una cosa ingiustificata,tralasciando ora se sia giusta o sbagliata. Distruggere le altre qualità è sbagliatissimo,ma questo,ripeto,prima ancora delle persone fisiche,lo fa proprio la timidezza. |
Come diavolo fa la timidezza ad essere un valore....Perlomeno nella nostra società? Qualcosa che ti impedisce di essere e di esprimerti come vorresti, che ti fa essere frenato, che ti fa perdere delle occasioni? Non scherziamo. Meno si è timidi e meglio è, non ho dubbi.
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Nel libro da te citato, Cristina, si ricorda anche che l'uomo è un animale sociale. Non è allora, la timidezza, qualcosa di negativo, laddove ci impedisce di interagire con gli altri?
E' vero che l'uomo non è fatto per relazioni occasionali da cambiare continuamente. Però, per instaurare e mantenere delle relazioni per lungo tempo, bisogna interagire con gli altri, comunicarci, e anche questo è ostacolato dalla timidezza. Non credo, inoltre, che i timidi siano più sensibili degli altri. Anche una persona estroversa può essere benissimo sensibile e capace di capire gli altri e cercare di aiutarli. In questo caso, credo che ciò che conta di più sia l'empatia. Peraltro, pur essendo timido, non credo di essere affatto sensibile, anzi, spesso manifesto una cruda insensibilità che stupisce molte persone più estroverse di me, soprattutto verso gente nei cui confronti provo, per qualche motivo, dell'astio. La timidezza, piuttosto, è un male che impedisce a delle persone altrettanto meritevoli di approfittare di occasioni che la vita offre loro, ma che non riescono a cogliere a causa del loro handicap. Credo che sia difficile trovare gente contenta di essere timida, che vive questa condizione con soddisfazione e orgoglio. E questo smonta il paragone dell'autrice con la pelle nera. La pelle nera non causa sofferenza in chi ce l'ha, è solo una questione di pigmentazione. La timidezza, invece, è un ostacolo alla vita normale che ingenera sofferenza e disagio. |
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Il secondo motivo per cui i timidi sono vulnerabili alla vergogna è che possono aver imparato fin da piccoli che le persone non sono affidabili, che il mondo è un posto insicuro e che loro valgono poco. In altre parole, i timidi possono essere insicuri e molto vulnerabili a ogni fallimento personale, anche minimo. Sono facilmente portati a non volersi bene, a vergognarsi di sé. Il terzo motivo sta nel sistema di valori e regole assimilato culturalmente. I timidi possono vivere in un contesto sociale e culturale che dà un giudizio molto negativo della timidezza e apprezza solo la baldanza, la decisione o, peggio, l'arroganza e l'aggressività. In questo caso, i timidi fanno fatica a giudicarsi positivamente e, purtroppo, si vergognano di come sono fatti. A volte, sanno che non è colpa loro, ma saperlo è anche peggio perché pare che non ci sia rimedio. Giovanna Axia, La timidezza, il Mulino |
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Nel penultimo post di cristinapinti mi riconosco parecchio, ma mi ha colpito questo passaggio:
>Naturalmente, non è vero, la responsabilità non è certo loro. E' solo il modo con cui è fatto il loro corpo. Il loro corpo...o la loro mente?? Perchè mica si tratta di avere il naso un pò storto o che so, le orecchie a sventola. |
Il loro corpo! I risultati della ricerca neuropsicologica degli ultimi quindici anni hanno dimostrato che l'equilibrio fisiologico dei timidi si altera con maggiore facilità di fronte alle persone e alle situazioni nuove. Questo è il motivo principale per cui si sentono a disagio. Ma si tratta di una cosa innata, che fa parte del loro temperamento. Perciò non è colpa loro se non riescono a controllarla!
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Apprezzo davvero lo sforzo che sta facendo cristina(a proposito non sarai mica tu l'autrice del libro? :D )la quale,nonostante quasi tutti i pareri le siano contro,continua sempre con toni molto gentili a portare avanti la sua teoria che non ha altro scopo se non farci sentire meglio e per questo la ringrazio, ma al tempo stesso mi dispiaccio di dover ancora una volta dire la mia.
Il paragone con i neri non è tanto azzeccato secondo me...è vero,da una parte descrive bene come si può sentire una persona timida nella società(non necessariamente attuale ma anche passata),ma dall'altra confonde 2 cose che hanno una differenza fondamentale:una è innata e non può cambiare,l'altra invece sì.Sarebbe come paragonare un timido a un disabile dalla nascita...e se il disabile venisse a saperlo immagino che ci picchierebbe perché sarebbe disposto a pagare per fare cambio. Non sto chiaramente dicendo che un timido patologico possa diventare un giorno un estroversone casinista,ma di sicuro io credo che se si impegna,e sotto determinate condizioni,possa migliorare e anche molto,fino a rendere la sua timidezza tale da non rovinargli la vita. L'accettarsi per come si è da una parte è una cosa buona,perché in una certa misura ci risparmia sofferenze e arrabbiature visto che il mettere davanti a sé una barriera,dire a sé stessi "sono nato così e non posso farci niente,colpa di chi mi ha creato e della società che non mi accetta",toglie dalle nostre spalle eventuali colpe che potremmo provare e ci rende in una certa misura più "liberi". Cosa perdiamo dall'altra parte?Ovvio:la possibilità di migliorarci! E' un po' come il mito della caverna di Platone:ci sono dei prigionieri legati in fondo a una caverna e credono che il loro mondo sia la parete che vedono e sono felici nel loro piccolo,perché quelle catene fanno in modo che non vi sia null'altro...i timidi sono disposti a vivere così? |
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Cristina, secondo te perché, se la timidezza eccessiva è dovuta a cause neurofisiologiche, l'uso dei farmaci per curarla è ancora soggetto a pregiudizi sociali?
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Altri 2 quote-2 post :D
Comunque ora inizio a non capire più dove vuoi arrivare cristina...se anche tu sei d'accordo con me sul fatto che bisogna sforzarsi di migliorare,dov'è che non sei d'accordo? :? Sarà una concezione sbagliata ma anche io credo che prendere psicofarmaci sia eccessivo...troppe controindicazioni e pochi risultati concreti. |
Mi piace questo topic, perché, pur rimanendo nelle proprie posizioni, ci si confronta civilmente, rispettando le altre posizioni senza scadere in insulti e altre cazzate di questo genere.
Dunque, avevo letto rapidamente ieri le risposte al mio intervento, per cui non credo di ricordare bene tutto. Comunque provo di nuovo a dire la mia. Torno al confronto tra la timidezza e la pelle nera. La pelle nera non provoca un disagio interiore in sè. La discriminazione per il colore della pelle è provocata da altre persone e non ingenera un disagio interiore nel nero. Il timido, invece, prova disagio per la sua condizione, si rende conto che è qualcosa di negativo, contrariamente al colore della pelle. E' naturale che, come dice poi la stessa Cristina, debba impegnarsi per sbarazzarsi di questa condizione così fastidiosa e invalidante. Il nero non odia la sua pelle nera, perché non è una malattia, una caratteristica negativa. Il timido, invece, odia la sua timidezza, ne soffre, come dici tu stessa, Cristina, e non solo perché lo mette a disagio le altre persone che timide non sono. La sua sofferenza c'è anche quando vede che le persone estroverse, che possono anche essere molto gentili e cortesi con lui, riescono a fare delle cose, a instaurare dei rapporti interpersonali (fondamentali per un animale sociale qual è l'uomo) che a lui sono negate. Il timido soffre a prescindere dall'atteggiamento delle altre persone e, più in generale, della società. Non può accettare una condizione che può sentire solo come un disagio. La timidezza è una malattia, e come tale deve essere curata, per consentire al timido di avere tutte quelle cose che gli spettano di diritto in quanto persona umana e che gli sono negate da una condizione che non è stata scelta da lui e che lo fa stare male. La società commette l'errore, gravissimo, di far sentire questa condizione come una colpa, di mostrare la timidezza come una vergogna e non come un disagio che il timido deve combattere, non da solo, ma aiutato dall'ambiente che lo circonda. Sotto questo aspetto, la timidezza sembra come l'handicap nel medioevo: chi ne è affetto è un segnato da Dio per i suoi peccati. Per fortuna il mondo moderno ha abbandonato questa concezione degli handicappati, che adesso vengono viste come esseri umani che devono essere aiutati a superare le loro difficoltà e avere una vita il più possibile normale. Analogamente, la timidezza (certo, disagio molto ma molto più insignificante di un handicap) non deve essere vista come un marchio di imbecillità che giustifica il disprezzo verso chi ne è affetto (considerazione favorita dalla nostra società edonista ed egoista), ma come un semplice disagio da curare. Il timido, quindi, dovrebbe ricevere dalla società il necessario sostegno per superare questa sua difficoltà e non essere sottoposto a derisione o disprezzo. |
Non saprei nosfigatu,alcune cose che dici sono anche giuste ma io non riesco proprio a vedere la timidezza al livello di una malattia,oltre al fatto che non riesco a immaginare come la società possa aiutare un timido.
Trattarlo come un handicappato o "persona speciale" no di certo,visto che qualcuno(me compreso :D )potrebbe offendersi,forse iniziare a non sottoconsiderare i timidi?Si questo andrebbe bene ma non penso sia concretamente fattibile perché,diciamoci la verità,la società non è una singola persona che a forza di parlarci o prenderla a schiaffi le fai cambiare idea!Basta guardare cosa insegna la tv oggi:l'aspetto fisico è tutto,se sei un cesso non vai avanti!Sia io,che tu,che tutti quelli che conosciamo sicuramente non sono d'accordo eppure...la società cambia?No la massa la pensa sempre uguale! Io credo che l'unico modo per migliorarsi derivi dall'interno di noi stessi,dalla presa di coscienza che abbiamo un problema in più rispetto a una persona "normale",ma anche che possiamo combatterlo e non solo: possiamo vincerlo e entrare anche noi in una condizione almeno di pseudonormalità. Aggiungo che è davvero un bel topic,visto che non ci si lamenta semplicemente dei problemi ma si discute anche su come nascono,inoltre non ho ancora visto nessun commento scemo ed è il primo in cui non capita:) |
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