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Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
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Ma non sono un sostenitore dell'autodeterminazione alla felicità, semmai ritengo che l'infelicità sia una sorta di strategia di coping di cui sovente siamo attori inconsapevoli o restii ad ammetterne il funzionamento. L'infelicità è il sintomo, la misura del nostro far fronte a situazioni di trauma e di disagio, qualcosa che scegliamo (consapevoli o meno) per compensare precedenti situazioni incomode. Quote:
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Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
l'infelicità è borghese ; dovremmo tutti imparare dagli africani che muiono di fame&sete ma sorridono a 32 denti, col colonialista bianco europeo che chiòsa: a loro basta poco, vedi come sono felici
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Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
Sono felici perché ce l'hanno più grosso.
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Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
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Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
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Tutte queste generalizzazioni, pensa se uno di colore che ce l’ha piccolo leggesse questo post come si sentirebbe, vergonniahhh |
Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
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Il prof brama il black mamba :sisi: |
Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
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Ci sono persone che hanno tutto per riuscire, ma poi entrano in certi loop e possono uscirne o fare una brutta fine. Non lo so cosa succede, sembra che alcuni di noi debbano toccare il fondo per ripartire...anziché fare un percorso lineare. Io penso di avere preso l'ultimo treno o il penultimo, perché si era messa male la vita. Senza soldi, senza macchina, senza amici, senza look, senza autostima, senza lavoro...qualsiasi uomo ne uscirebbe distrutto. |
Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
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Non so oggi, ma ai tempi avevamo molto l'idea che chi ce la faceva avesse evidentemente meno problemi, non poteva capirci. Son quei pensieri che alla lunga ci mantengono nel problema se ci identifichiamo solo con essi, ci impediscono di fare anche minimi passi e apprezzarli, usarli come punto di partenza |
Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
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Non è cambiato niente, tutte le notti aspetto ancora una stella cadente (cit.) |
Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
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Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
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Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
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Anche per contrastare il pessimismo qui imperante ( io ci provo a volte con i miei interventi, ma non è facile...) |
Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
non ho visto il il video (non ce l'ho fatta...)
Le cose sono meno sotto il proprio controllo di quanto alcuni potrebbero pensare. Oppure sono sotto il proprio controllo ma è un controllo bastardo che ti impone di fare le stesse azioni nel tempo perchè hai paura che non facendole può succedere qualcosa di brutto. Mia esperienza. La paura è costante, ci vuole un coraggio e una voglia che la fronteggi e superi nel tempo per uscire dal proprio schema acquisito. E anche in quel caso non è detto che ce la si faccia, per qualche motivo. Ci sono anche gli altri, mica tutti fanno il tifo per il nostro 'successo' e lo favoriscono. C'è chi è con più esperienza e con più punti riconosciuti a disposizione. Invece magari più che passi avanti servono passi indietro, accontentarsi di quello che si può essere, da un'analisi più lucida possibile. Se sei lucido c'hai meno illusione dentro, quindi meno forza propulsiva. Ci vuole l'illusione dentro per molti per fare un passo più avanti degli altri, ma pure per questa, come per altre qualità più misurabili, non si sa come acquisirsela e conservarsela dentro. Ma magari 'illusione' non è il termine adatto, io ce l'ho pure avuta forse, bisogna avere la 'credenza', qualcosa più di sostanza. Quella che poi ti fa dire che quello altrui è pessimismo, ma vieni però a stare dall'altro lato dove c'è questo pessimismo cosiddetto, e vedi che il pessimismo non è solo questione di pensiero, quello è conseguente. Quel pessimismo è più un sentimento, se si può dire così |
Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
dopo aver scritto il post ho notato un sacco di errori, che ho corretto, magari rileggerlo adesso, risulta almeno un po' meno confuso il pensiero espresso ahahah
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Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
Più vedo queste cose e più noto che, come persona, non c'entro nulla neppure con gli altri disadattati.
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Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
penso che abbiamo tutti le capacità di migliorare la nostra condizione, tenterò un ragionamento per spiegarmi:
penso che la sofferenza, fisica e mentale, sia una realtà inconfutabile e non aggirabile per tutti gli esseri senzienti, umani in questo caso...è proprio ciò che ci accomuna tutti ma proprio tutti penso anche che non esista in maniera autonoma un sé o un io, inteso come nucleo della nostra persona con tutta una serie di caratteristiche a corredo, ma che sia soltanto il frutto di un insieme di cause e condizioni e quindi come il resto dell'universo sia in costante mutamento se ciò che considero il mio io non esiste autonomamente allora non posso nemmeno attribuirgli degli aggettivi, tipo bello o brutto buono o cattivo etc etc, come se fossero caratteristiche che gli appartengono e lo caratterizzano in maniere fissa e immutabile, ma esso muterà in base alle cause e condizioni nel quale nasce e si sviluppa di conseguenza penso che ognuno di noi abbia le potenzialità per liberarsi da tutta una serie di false convinzioni che si creano man mano che facciamo esperienze per la prima volta e poi le ripetiamo, finendo col ripetere schemi di parole, di pensieri e azioni che vanno a creare e/o rinforzare le convinzioni riguardo noi, gli altri, il mondo...insomma un circolo che si autoalimenta perfettamente fin da quando veniamo al mondo e quindi è difficile da vedere e poi scardinare a forza di ripeterle arriviamo a pensare e pronunciare frasi del tipo io sono fatto così...e lui è fatto cosà come se fossero condanne immutabili ed eterne... a causa di tutto quello che ho scritto penso che la mente possa acuire tale sofferenza o possa fare il contrario...anche quando si tratta di sofferenza fisica che non può essere curata dalla scienza (come nel mio caso), perché una mente tranquilla e allenata affronterà meglio di una mente non tranquilla né allenata anche quel tipo di sofferenza, come affronterà meglio qualsiasi altro problema (mi dispiace per il pippone ma se non articolavo un non potevo spiegare la mia posizione) p.s. penso che "l'addestramento" della mente sia importante, e la base di questa mia nuova visione, che sopra ho tentato maldestramente di spiegare, la devo sicuramente al mio crescente interesse e avvicinamento verso il buddhismo, parola gigantesca, e ci tengo a precisare che non posso definirmi un praticamente né un conoscitore, sono un curioso dilettante |
Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
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Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
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