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Re: Ansia sociale, asocialità o vergogna di sé stessi
Le poch(issim)e cose che mi danno l'energia necessaria per socializzare sono poco o nulla interessanti per gli altri, che reggono quando va bene per poche volte e poi mollano il colpo.
E specularmente, le cose/modalità d'interazione interessanti per gli altri invece richiedono da parte mia un'energia che posso mantenere per poche volte o poco tempo al massimo. La bassa autostima dovuta alla consapevolezza che per la Vulgata "giusto" = "conforme alla maggioranza", ovviamente non aiuta. |
Re: Ansia sociale, asocialità o vergogna di sé stessi
La fs e la bassa autostima ci sono, ma di recente ho scoperto che ho proprio poca abilità nel trovare qualcosa da dire e ad interagire. Non mi viene nessuna idea e non trovo stimolanti la maggior parte delle interazioni e resto muto.
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Re: Ansia sociale, asocialità o vergogna di sé stessi
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Ovviamente io mi sentivo in imbarazzo ad essere rimasto l'unico single e ho cominciato ad inventarmi che avevo iniziato ad uscire con alcuni colleghi; se poi ci abbiano creduto o meno non saprei dirlo ma in ogni caso dopo 2/3 mesi non mi hanno più cercato, ed è stato meglio così. |
Re: Ansia sociale, asocialità o vergogna di sé stessi
boh principalmente perchè molte delle interazioni non mi rendono felice , nn m aggiungono niente , anzi quasi sempre mi levano qualcosa
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L ho fatto per manifesta incapacità, nello stare con la gente, con le ragazze... sono uscito in un gruppo per 2 anni negli anni scorsi... non sono stato capace di stringere un amicizia che fosse una, non sono stato capace di provarci con nessuna ragazza, nonostante ce ne fossero un paio che potevano fare al caso mio.. e quindi che uscire a fare?
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Re: Ansia sociale, asocialità o vergogna di sé stessi
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Questa Winston penso che lo saprai chi l'ha scritta. |
Re: Ansia sociale, asocialità o vergogna di sé stessi
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Re: Ansia sociale, asocialità o vergogna di sé stessi
Nel mio caso incide molto la vergogna
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Re: Ansia sociale, asocialità o vergogna di sé stessi
Come hanno scritto alcuni anche nel mio caso tutte e tre, però se devo sceglierne una dico "vergogna di sé stessi", questa è quella che mi blocca di più. L'ansia sociale riesco a tenerla sotto controllo se esco con un amico o se non c'è molta gente e l'asocialità pure, mi basta scambiare due parole solo con chi non mi sta troppo antipatico.
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Succede in realtà per alcune dinamiche e caratteristiche di un gruppo che a me piacciono poco...non è una situazione sempre presente. Non mi va ad esempio quando il gruppo ha poco equilibrio ovvero ci sono sempre le stesse persone che prendono le decisioni e agli altri sta bene così e sono troppo succubi e passivi. Appena fiuto una situazione simile..cerco di stare alla larga da quel gruppo.
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Re: Ansia sociale, asocialità o vergogna di sé stessi
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L'aspetto fisico da solo secondo me non è sufficiente a scatenare un senso di inadeguatezza, direi che l'inadeguatezza nasce prima, magari il non piacersi fisicamente può intervenire in secondo luogo e aggiungersi al quadro generale di inidoneità. |
Re: Ansia sociale, asocialità o vergogna di sé stessi
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Comunque -per fortuna o purtroppo- la smania di socializzare se n'è ita da mo' |
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Poi tra l'altro a me non è mai importato di uscire in gruppo, mi trovo molto meglio nelle conversazioni a due |
Re: Ansia sociale, asocialità o vergogna di sé stessi
Evito perché conosco già il finale di certe situazioni :) .
Tutto sommato ritengo di avere una buona capacità di analisi, leggo discretamente le persone e i contesti. Sbaglio raramente, ogni tanto provo a sfidare le mie idee ma finisco sempre per rendermi conto della bontà dei miei ragionamenti. |
Re: Ansia sociale, asocialità o vergogna di sé stessi
Lintroverso ha interessi più di nicchia deve trovare gente come lui e questo il problema in genere
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Re: Ansia sociale, asocialità o vergogna di sé stessi
Io ho notato che evito di instaurare rapporti sociali perché in linea generale non ho più interesse a crearmi nuove amicizie e anche perché soffro do ansia sociale
mi sento a disagio se il gruppo di cui faccio parte in un determinato momento è numeroso. |
Re: Ansia sociale, asocialità o vergogna di sé stessi
Quando ero piccolo venivo umiliato pesantemente in qualsiasi ambiente frequentassi e più volte mi sono state messe le mani addosso.
Ora da adulto penso che qualsiasi persona possa potenzialmente farmi del male. Così me ne sto sempre per i fatti miei. |
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